Ranking competitività europea: la Polonia supera l’Italia

Meglio di noi anche Repubblica Ceca, Lituania ed Estonia.
Ecco gli altri piazzamenti.




La Polonia è salita nell’IMD World Competitiveness Ranking 2024, posizionandosi al 41º posto, il miglior risultato degli ultimi quattro anni.

Sebbene siano migliorati alcuni indicatori chiave come l’efficienza economica, l’efficacia del governo e l’infrastruttura, la competitività aziendale è leggermente diminuita.

Nella classifica, stilata dall’Istituto Svizzero per lo Sviluppo della Gestione (IMD), la Polonia si è posizionata dietro al Giappone ed alla Spagna, ma ha superato l’Italia.

Singapore ha conquistato il primo posto, salendo di tre posizioni e detronizzando la Danimarca.

La Svizzera si è classificata al secondo posto.

Nei primi posti dominano i paesi europei, ma anche alcuni asiatici, come Hong Kong e Taiwan.

Gli Stati Uniti si sono posizionati al 12º posto, mentre la Cina al 14º.

Nella regione, la Polonia ha avuto un risultato medio: si sono posizionate meglio la Repubblica Ceca, la Lituania e l’Estonia, mentre più in basso la Romania, l’Ungheria e la Slovacchia.

Come riporta Polonia Oggi, gli esperti sottolineano che la competitività economica non si basa solo sul PIL e sulla produttività, ma anche su aspetti politici, sociali e culturali.

I governi giocano un ruolo chiave nel creare condizioni favorevoli per uno sviluppo sostenibile.

Il professor Arturo Bris osserva che le piccole economie, come la Svizzera o la Danimarca, raggiungono più facilmente un consenso politico e beneficiano di un buon accesso ai grandi mercati.

La Germania, invece, ha problemi di rapidità di adattamento, evidenti soprattutto nel contesto dei cambiamenti globali e della guerra in Ucraina.

Bris sottolinea che le future economie competitive saranno quelle che meglio si adatteranno al contesto globale in evoluzione, creando al contempo valore e benessere per i loro cittadini.

Benefici sociali alle famiglie: Italia ultima in Ue

Prima la Polonia per benefici destinati.
Il Lussemburgo per benefici medi pro capite.

Fino al 15% dei benefici sociali in Polonia riguardano il sostegno alle famiglie.

Questo è il tasso più alto dell’intera Unione Europea secondo Eurostat, che indica anche come la media UE sia dell’8,3%.

Subito dietro la Polonia nella classifica si trovano il Lussemburgo e l’Estonia, come riporta Polonia Oggi.

Il numero più basso di prestazioni sociali per le famiglie è disponibile in Italia: solo il 4,1%.

Tuttavia, tenendo conto dei benefici familiari medi pro capite, la Polonia è lontana dal podio.

Qui, invece, domina il Lussemburgo con 3.600 euro mentre in Polonia è poco più di 500 euro, chiaramente inferiore alla media UE di 777 di euro.

Va però tenuto in considerazione il caro vita, che in Polonia è decisamente inferiore, per esempio, a quello lussemburghese.

La Russia emana mandati di arresto per politici baltici

Tra i ricercati la premier dell’Estonia. Nel mirino anche Ucraina, Polonia, Lettonia e Lituania.
Usa approvano altri 95 miliardi di aiuti. Musk: serve solo a prolungare la guerra.

La premier dell’Estonia Kaja Kallas è stata inserita nella lista dei ricercati del ministero dell’Interno russo perché accusata di oltraggio alla memoria storica russa e ostilità alla Russia.

È quanto ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass.

A carico di Kallase di politici baltici” tra i quali il ministro della cultura dell’Estonia Simonas Kairys è stato aperto un dossier per la distruzione ed il danneggiamento di monumenti ai soldati sovietici.

La Tass aggiunge che a settembre scorso il Comitato investigativo russo aveva accusato in contumacia oltre 170 cittadini stranieri, tra cui cittadini di Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia e Ucraina, come imputati in casi di profanazione e distruzione di monumenti ai soldati sovietici.

Come riporta Italia Oggi, l’intelligence estone lancia l’allarme sui futuri propositi del Cremlino: la Russia si preparerebbe al confronto militare con l’Occidente entro il prossimo decennio.

Sul fronte della guerra con l’Ucraina, l’Unione europea ha approvato una misura che destinerà alla ricostruzione i proventi delle attività russe sequestrate in seguito alle sanzioni decretate nei confronti di soggetti che possiedono beni e patrimoni in Europa.

Per Kiev, in difficoltà nella guerra di logoramento che Mosca ha dimostrato di combattere con maggiore efficacia rispetto a quella delle forze armate ucraine, oggi 13 febbraio è arrivata la notizia che il senato Usa ha approvato un pacchetto di sostegno dell’importo di 95 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina (60 miliardi), di Israele e di Taiwan.

Una somma importante, la cui approvazione definitiva rischia però di non arrivare mai, visto che la camera dei rappresentanti è a maggioranza repubblicana e quindi contraria a nuovi aiuti, come ha detto anche il miliardario Usa patron di Tesla Elon Musk, secondo il quale Vladimir Putin non può perdere la guerra in Ucraina: “Queste spese non aiutano l’Ucraina. Prolungare la guerra non aiuta l’Ucraina“, ha detto Musk.

Il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky, invece, dopo avere ringraziato gli Usa, ha sostenuto che “in Ucraina, la continua assistenza Usa contribuisce a salvare vite umane dal terrore russo. Significa che la vita continuerà nelle nostre città e trionferà sulla guerra. L’assistenza americana avvicina la pace in Ucraina e ripristina la stabilità globale, con l’effetto di un aumento di sicurezza e prosperità per tutti gli americani ed il mondo libero“.

Ecco i Paesi più tecnologicamente avanzati al mondo

Analizzati 115 Stati: ecco i migliori 30.
La prima nazione vince con enorme distacco. Italia appena sopra la Malesia.

La Euler Hermes ha stilato una classifica dei Paesi del mondo maggiormente inclini alle trasformazioni digitali, prendendo in considerazione indicatori come: regolamentazione, conoscenza, connettività, infrastrutture e dimensione del mercato.

In totale sono stati analizzati 115 nazioni, di seguito vi riportiamo la top 30.

Partendo dal fondo della classifica, troviamo la Malesia con un punteggio totale di 53,9 punti.

Appena sopra, con 54,4 punti ottenuti soprattutto grazie alle infrastrutture, ecco il Bel Paese: l’Italia, infatti si piazza al 29esimo posto.

28esima in classifica la Repubblica Ceca con 55,8 punti; seguono Spagna (27esimo posto) con 56,8 punti, Estonia (26esima in classifica) a 57,5 punti ed Israele (25esimo posto) con 59,8 punti.

Sopra i 60 punti troviamo gli Emirati Arabi Uniti che si collocano al 24esimo posto con 61,8 punti, l’Irlanda con un punteggio di 62,4 si piazza 23esima, la Nuova Zelanda 22esima con 63,4 punti, poi il Belgio al 21esimo posto con 64 punti e poco sopra, con 64,8 punti, al 20esimo piazzamento l’Australia; 19esime e 18esime apri merito la Francia e l’Islanda con i loro 65,5 punti, Li supero di un pelo la Cina che con i suoi 65,6 punti si colloca al 17esimo posto.

Salendo ancora troviamo il Canada: 16esimo in classifica e con 65,8 punti. Ecco dunque la Norvegia a 66,7 punti (15esimo posto) ed il Lussemburgo a 67,5 punti (14esimo).

13esima l’Austria con 68,4 punti e 12esima la Danimarca che raggiunge quota 68,6 punti.

Appena fuori dalla top 10 la Finlandia che con i suoi 68,7 punti si colloca 11esima; decima in classifica la Corea del Sud (69,5 punti) alle spalle di Hong Kong (nono in classifica con 69,9 punti).

Supera i 70 punti, precisamente 70,4, Singapore che si colloca all’ottavo posto in classifica, superato dal Giappone che si classifica invece settimo grazie ai suoi 70,8 punti.

Sesta la Svezia col suo punteggio di 71,6 punti e quinto il Regno Unito con 72 punti.

Appena fuori dal podio la Svizzera che, con un punteggio pari a 74 punti, si colloca quarta in classifica.

Nel gradino più basso del podio troviamo l’Olanda con 74,3 punti mentre al secondo posto, con un punteggio di 75,3 punti, ecco la Germania.

Primi nella classifica dei Paesi più tecnologicamente avanzati al mondo, con la bellezza di 87 punti e quindi con un ampio distacco su tutti gli altri, gli Usa.

Lavoro: ecco i Paesi che pagano di più in Europa

Ecco come impattano genere, età, località e titolo di studio.
Le lauree italiane le più penalizzate.

È uscita la rilevazione della “Structure of Earnings Survey” (Eurostat 2018) che riguarda occupazione e salari.

Il report ha il limite di non coprire tutto l’insieme degli occupati perchè esclude il settore agricolo, le imprese con meno di 10 addetti e tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, ma il pregio di tenere conto del diverso costo della vita in ogni Paese, in quanto gli importi sono calcolati a parità di potere d’acquisto.

In 15 dei 27 Paesi europei si guadagna meno che in Italia, che a sua volta si colloca a 146 euro lordi in meno rispetto la media europea. In Italia, però, va ricordato che la struttura economica è fortemente rappresentata da micro e piccole imprese che sono sono spesso escluse dai parametri sopracitati.

Dalla rilevazione si nota che la componente maschile riceve la paga più alta in Lussemburgo (3.625 euro); seguono Danimarca (3.479 euro) e Germania (3.461 euro).

L’Italia si piazza a metà graduatoria con 2.620 euro. Chiude invece la classifica la Bulgaria con 1.256 euro lordi al mese.

Poco o nulla cambia per quanto riguarda la componente femminile: il Lussemburgo rimane primo in classifica (3.497), l’Italia a metà (2.201) ed ultima la Bulgaria (1.078).

Ad ogni modo, le donne guadagnano mediamente meno degli uomini ovunque, con il divario massimo di genere in Estonia (22,9%), seguita da Austria (22,4%) e Slovacchia (22,1%), ed il divario minimo in Romania (2,8%), seguita da Lussemburgo (3,5%) e Belgio (97%).

Spostando la lente di ingrandimento sull’età, invece, vediamo che il Paese che paga lo stipendio più alto ai giovani sono la Svezia per i maschi (2.372 euro) ed il Lussemburgo per le donne (2.531).

Un giovane italiano guadagna mediamente 1.854 euro lordi al mese; più precisamente 1.914 se maschio, 1.756 se donna.

Il Paese che paga lo stipendio più bassi ai giovani risulta essere il Portogallo, con 1.054 euro.

Per quanto riguarda gli over 50, invece, rimangono il Lussemburgo il Paese che meglio paga (4.446 euro per gli uomini e 3.947 euro per le donne) e la Bulgaria quello con gli stipendi più bassi (1.053 in media).

In Italia, un uomo guadagna mediamente 3.043 euro mentre una donna 2.384. La media tra i due è pari a 2.737 euro, contro i 2.896 euro della media europea.

Infine, l’impatto del titolo di studio. In Romania la retribuzione di un laureato è più che doppia rispetto a quella di un diplomato (+114%) mentre in Italia il premio è addirittura sotto la media europea: 30% italiano contro 48% europeo.

C’è però anche chi fa peggio di noi: in Danimarca ed a Malta il premio è del 29% mentre in Svezia scendo fino al 24%.

Tuttavia, in nessun altro Paese l’incremento retributivo rispetto alle diplomate è così contenuto (23%) a fronte del 44% per gli uomini.

Il premio per la componente femminile è invece superiore rispetto a quello per la componente maschile in Estonia, Cipro, Spagna, Portogallo e Malta.