Brandeburgo e Sassonia chiedono controlli ai confini con Polonia e Repubblica Ceca

I due stati federali tedeschi vogliono limitare l’immigrazione illegale.
Domanda inviata al ministro federale.

Due stati federati tedeschi, Brandeburgo e Sassonia, chiedono l’introduzione di punti di controllo ai confini con la Polonia e la Repubblica Ceca.

Come riporta Polonia Oggi, lo scopo è limitare l’immigrazione illegale.

I ministri degli Affari Interni di Brandeburgo e Sassonia hanno indirizzato la domanda alla ministra federale degli Affari Interni tedesca, Nancy Faeser, facendo riferimento ai controlli già esistenti al confine tedesco con l’Austria.

La domanda sarà esaminata questo mercoledì a Berlino, durante l’incontro dei rappresentanti di tutti gli stati federati tedeschi con il cancelliere Olaf Scholz, riguardante le questioni legate agli immigrati in Germania.

Le sanzioni alla Russia non includono i diamanti

Nel mirino anche le società cinesi ma non i beni di lusso.
Polemiche della Polonia sulla decisione dell’Ue.

Chiederemo alla Commissione europea perché il progetto del prossimo pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea non include i diamanti provenienti dalla Russia e le restrizioni per la Bielorussia”.

Questo è quanto ha dichiarato l’Ambasciatore permanente della Polonia presso l’UE Andrzej Sadoś.

La Commissione europea ha presentato agli Stati membri dell’UE il progetto dell’undicesimo pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia e, tra le altre cose, prevede di applicare restrizioni a ulteriori persone e entità coinvolte nell’aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Secondo il progetto, le società cinesi sarebbero sanzionate per aver aiutato la Russia nella guerra.

Come riporta Polonia Oggi, Sadoś ha dichiarato quanto di seguito:

Il progetto risponde in parte alle richieste della Polonia riguardo alle nuove sanzioni, tra cui quelle contro le persone responsabili delle deportazioni illegali di bambini ucraini in Russia”.

Lo stesso ha aggiunto che la Polonia intende chiedere non solo le sanzioni sui diamanti russi, ma anche il meccanismo del prezzo massimo per il petrolio russo, il cui prezzo massimo sarebbe stato abbassato, ma ciò non è avvenuto.

Verrà anche sollevata la questione dell’importazione di prodotti agricoli russi e delle sanzioni contro la Bielorussia.

L’ambasciatore ha poi continuato:

È attualmente la più grande lacuna nel sistema di sanzioni. Le sanzioni contro la Bielorussia sono state imposte per le elezioni falsate, le repressioni, il sequestro dell’aereo, ma finora, nonostante gli appelli polacchi ripetuti, l’UE non ha imposto sanzioni a Minsk per il suo coinvolgimento diretto e indiretto all’aggressione russa in Ucraina”.

Ha aggiunto che la Polonia non accetterà alcun allentamento delle sanzioni verso la Bielorussia attualmente vigenti:

Oggi non c’è carenza di fertilizzanti potassici in nessun luogo del mondo. Il potassio bielorusso è stato sostituito dalla produzione in Paesi africani o in Canada. Non possiamo accettare, sotto il pretesto della sicurezza alimentare, il disgelo dei beni degli oligarchi coinvolti nel commercio di alimenti o fertilizzanti”.

I colloqui a Bruxelles in merito si terranno mercoledì.

Veto a grano Ucraino: Slovenia si unisce a Polonia e Ungheria

Possibili veti anche su altri prodotti.
Anche la Bulgaria verso il bloco.

Il governo slovacco ha annunciato che vieterà l’importazione di cereali dall’Ucraina, in una difesa del mercato locale che replica le misure già annunciate nel fine settimana dalle autorità ungheresi e polacche e che sono state messe in discussione dalla Commissione europea (approfondimento al link).

Il Ministero dell’Agricoltura slovacco, come riporta News 360 che cita il quotidiano “Pravda”, ha confermato questa misura sostenendo che i cereali teoricamente destinati a Paesi terzi finiscono sul mercato europeo e lo destabilizzano.

Il governo di Eduard Heger non esclude di estendere le restrizioni ad altri prodotti, come lo zucchero.

I governi ungherese e polacco hanno annunciato sabato che avrebbero vietato le importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina fino al 30 giugno per difendere gli interessi dei loro produttori nazionali.

Lunedì, il ministro dell’Agricoltura bulgaro Yavor Gechev ha ammesso di stare “lavorando” a un divieto simile, citando presunte perdite per gli agricoltori locali pari a 900 milioni di leva (ovvero più di 460 milioni di euro), stando a quando riporta l’emittente pubblica BNR.

Polonia e Ungheria bloccano il grano ucraino

Ue: “Azioni unilaterali inaccettabili”.
Per i due Stati l’acquisto dall’Ucraina mette a rischio le produzioni interne.

L’amicizia all’Ucraina è assicurata, ma non a tutti i costi.

Ungheria e Polonia hanno annunciato lo stop all’acquisto del grano ed altri prodotti agricoli dall’Ucraina, il quale risulta essere largamente sovrabbondante e troppo conveniente, tanto da mettere alle strette gli agricoltori dei due Paesi.

Come riferiscono Ansa e Notizie.it, riprendendo le parole di un portavoce della Commissione Ue, è arrivato immediatamente il monito dell’Ue ad entrambi:

Azioni unilaterali inaccettabili. Siamo a conoscenza degli annunci di Polonia e Ungheria sul divieto di importazione di grano e altri prodotti agricoli dall’Ucraina. Stiamo chiedendo ulteriori informazioni alle autorità competenti per poter valutare le misure. In questo contesto, è importante sottolineare che la politica commerciale è di competenza esclusiva dell’Ue e, pertanto, non sono accettabili azioni unilaterali. In tempi così difficili, è fondamentale coordinare e allineare tutte le decisioni all’interno dell’Ue”.

Per concludere in estrema sintesi, dunque, la posizione di Ungheria e Polonia è un sì al supporto all’Ucraina ma non a discapito dell’interesse nazionale.

Orban: stop ai finanziamenti e la guerra finirà

“Ucraina economicamente inesistente”.
Stato mantenuto da Ue a scapito dei Paesi membri.

Per porre fine alla guerra in Ucraina è sufficiente fermare i finanziamenti.

Così il premier ungherese Orban che, intervenendo alla stazione radio Kossuth, ha dichiarato quanto di seguito:

L’Ucraina è un paese economicamente inesistente. Paghiamo le pensioni e gli stipendi ucraini, manteniamo la loro amministrazione statale, la loro assistenza sanitaria. E’ chiaro che questo stato di cose non può essere mantenuto a lungo termine“.

Con quanto sopra, Viktor Orban ha spiegato che il funzionamento del Paese è finanziato dall’Unione europea, e questo sta distruggendo l’Europa; inoltre, la guerra finirà non appena si smetterà di finanziare Kiev.

Come riporta Adnkronos, il capo del governo ungherese ha poi sottolineato che gli Stati Unitinon hanno abbandonato il loro piano di coinvolgere tutti in un’alleanza militare“, fornendo armi all’Ucraina e sostenendo le continue ostilità.

Dicendo che l’Ungheria rimarrà dalla parte della pace, ribadendo che la minaccia che il conflitto ucraino si trasformi in una nuova guerra mondiale cresce ogni giorno che passa, Orban ha aggiunto: “E se scoppia una guerra mondiale, sarà una guerra nucleare“.

A suo avviso, l’attuale escalation del conflitto in Ucraina attesta il fatto che i Paesi in guerra sono letteralmente “a pochi centimetri dall’uso delle armi nucleari“: questo è esattamente il motivo per cui l’Ungheria sostiene il cessate il fuoco più rapido possibile e l’inizio dei colloqui di pace sulla risoluzione del conflitto ucraino.

Le dichiarazioni di Orban seguono quelle del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, il quale l’8 aprile scorso aveva sostenuto che l’Ucraina scomparirà perché nessuno ne ha bisogno.

Lo stesso Medvedev che tramite Twitter ha risposto alle dichiaraizoni della Polonia su un possibile conflitto mondiale dicendo che “non sa chi tra Russia e Nato potrebbe vincere la gueraa, ma sicuramente la Polonia sarà la prima a scomparire” (approfondimento al link) e che oggi ha elogiato l’alleato di lunga data di Vladimir Putin sul suo canale Telegram:

Secondo il primo ministro ungherese, l’Ucraina è un paese finanziariamente inesistente. Non appena finiranno i finanziamenti da Stati Uniti ed Europa, finirà anche la guerra. Lo ha detto bene, con coraggio e precisione rispetto a un politico europeo. Tutto quello che si può aggiungere è che non appena finiranno i finanziamenti occidentali, la stessa Ucraina cesserà di esistere“.