“Personale militare della Nato è già presente in Ucraina“.
Lo ha dichiarato durante una conferenza il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, senza precisare la nazionalità dei militari presenti nel paese in guerra contro la Russia da oltre 2 anni.
Sikorsi, come riporta Adnkronos, ha dichiarato quanto di seguito:
“Vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei Paesi che hanno preso questo rischio. Questi Paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non li elencherò“.
Nei giorni scorsi, attraverso un audio intercettato dalla Russia e diffuso da media di Mosca, ufficiali tedeschi avevano suggerito la presenza di militari britannici in Ucraina.
Precedentemente il Regno Unito aveva confermato l’invio di piccole unità nel Paese per l’addestramento medico.
Il tema relativo all’invio di soldati Nato in Ucraina è stato prospettato come ipotesi dal presidente francese Emmanuel Macron.
Nell’ambito dell’Alleanza Atlantica, numerosi paesi hanno preso le distanze dalla posizione di Parigi e evidenziato l’intenzione di non inviare truppe sul teatro di guerra.
Parzialmente diversa la linea illustrata recentemente dal Canada attraverso le parole del ministro della Difesa, Bill Blair, come ha scritto il Toronto Star.
Il Canada sarebbe pronto a inviare i suoi militari in Ucraina, ma solo per addestrare le forze armate di Kiev e non per combattere contro la Russia:
“Non verranno schierate truppe vicino alla prima linea. Formiamo i soldati sul posto, perché non è semplice riuscire a farli uscire. Dobbiamo stare bene attenti a non far sembrare che le nostre truppe o i nostri soldati svolgano un ruolo militare in uno contesto di guerra“.
Le parole di Macron sono state seguite da un coro di ‘no‘ dei paesi della Nato, tra Europa e Stati Uniti.
L’invio di militari non è un’ipotesi presa in considerazione.
L’ipotesi prospettata dal presidente francese, ovviamente, non è passata inosservata a Mosca.
”Le truppe occidentali sono già presenti in Ucraina da tempo” e le parole del presidente francese di fatto ‘‘hanno ufficializzato” tutto questo, hanno detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ed il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev.