Quando Mattarella chiedeva l’intervento di Putin in Ucraina

Nel 2017 il PdR invitava la Russia ad intervenire per il cessate il fuoco.
Si appellava agli accordi di Minsk che oggi dimentica.

Da bianco a nero nel giro di poco tempo.

Questo è il passaggio della posizione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi condanna fermamente Putin di aver invaso l’Ucraina, ma nel 2017 lo invitava ad intervenire (insieme agli altri attori politici) per un cessate il fuoco in Ucraina, dove il governo ucraino bombardava ripetutamente i territori del Donbas.

Nel farlo, Mattarella parla espressamente degli accordi di Minsk (approfondimento al link), gli stessi che sono stati violati per diversi anni da parte dell’Ucraina e che hanno portato la Russia ad accogliere la richiesta ufficiale di aiuto partita dal Donbas, decidendo di intervenire.

Il video è facilmente reperibile in rete e condiviso da diverse fonti (qui una sintesi focalizzata – un minuto di video che potete trovare anche in fondo all’articolo).

Oggi, invece, sembrano tutti essersi scordati dei due protocolli firmati (appunto gli accordi di Minsk I e Minsk II) anche in presenza dell’OSCE, indicando Putin come unico colpevole.

Guerra in Ucraina: gli Usa vogliono più business bellico

Stoltenberg spinge all’apertura del piano munizioni alle industrie extra Ue; cerchiamo sinergie.

Gli Stati Uniti puntano a rientrare nel piano munizioni approvato dall’Unione Europea e sinora riservato all’industria bellica europea.

Un funzionario del governo americano ha infatti dichiarato all’Ansa quanto di seguito:

L’apertura del processo di approvvigionamento e di acquisto alle industrie esterne all’Unione Europea permetterebbe di consegnare più rapidamente le forniture tanto necessarie all’Ucraina“.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha convocato a Bruxelles in occasione della ministeriale Difesa di metà maggio i rappresentanti delle industrie della difesa transatlantici, dunque anche statunitensi per cercare possibili sinergie.

Un’altra prova, insomma, che gli Usa sono molto attaccati al business dell’industria bellica ed hanno tutti gli interessi a mantenere vivo il conflitto in Ucraina.

L’Ue, ovviamente, non è da meno e segue ligia la linea della Nato.

Armi nucleari russe in Bielorussia

Biden esprime il suo disappunto, ma la mossa è una reazione alle politiche Nato.

Il presidente americano Joe Biden ha detto di aver avuto una “reazione estremamente negativa” alla notizia del trasferimento di armi nucleari russe in territorio bielorusso.

A Mosca, nel quadro del Foro economico eurasiatico, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, aveva reso noto di aver avuto conferma dal suo omologo russo Vladimir Putin dell'”inizio del trasferimento“.

I ministri della Difesa dei due paesi Sergei Shoigu e Viktor Jrenin, hanno firmato giovedì a Minsk una serie di intese per stabilire la procedura da seguire.

Come riporta Adnkronos, il primo luglio è prevista la conclusione della costruzione di una serie di impianti di stoccaggio.

Mosca ha già consegnato a Minsk un sistema di difesa missilistica Iskander, che può trasportare testate nucleari.

La Russia è stata recentemente accusata di aver distrutto depositi di armi nucleari forniti dalla Nato e dall’ue, stoccati in Ucraina.

Più che incolpare la Russia di averle distrutte, c’è però da chiedersi perchè le armi nucleari fossero state inviate in Ucraina e, quindi, pronte ad essere utilizzate.

Forse, proprio per questo, le accuse inizialmente lanciate contro la Russia sono state poi parzialmente smentite dichiarando la nube tossica un fenomeno naturale dovuto a pioggia e sabbia.

Cina: lasciate le regioni annesse alla Russia

L’invito cinese a lasciare a Putin le parti dell’Ucraina annesse dai russi.
Kiev chiede a Nato ed Ue di non cedere.

La Cina invita tutti a lasciare i territori alla Russia.

Alla Russia andrebbe infatti lasciato il possesso delle parti dell’Ucraina che occupa ora, ovvero delle regioni annesse.

È il messaggio che Li Hui, l’inviato cinese per l’Ucraina, avrebbe recapitato all’Europa nel corso della sua visita di questi giorni.

A riportare la notizia è il Wall Street Journal, ripreso anche da Ansa, citando funzionari europei.

A stretto giro è arrivata la risposta di Kiev, che tramite un tweet del consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha invitato Nato ed Ue a non seguire le richieste cinesi:

Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina, di cui periodicamente parlano ‘fonti anonime’ nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale. Tutto questo è il sogno della Russia“.

Jet F16 all’Ucraina tra sfottò e risposta russa

Dal contadino eroe alle insistenti richieste d’aiuto.
Arruolamento di piloti dietro lauto compenso.

Prima gli annunci secondo i quali un anziano contadino abbatteva da solo i bombardieri russi col suo fucile, poi il pressing per avere i jet F16 dalla Nato.

Questo è quanto sta accadendo dietro alla storia delle dotazioni aeree che l’Occidente inviare a Kiev, che stanno lasciando spazio a diversi sfottò sul web.

La Russia, da parte su, con riferimento al piano dell’Occidente di fornire all’Ucraina jet da combattimento F-16 di fabbricazione statunitense e di addestrare i piloti ucraini, tramite il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov dichiara quanto di seguito:

È completamente inutile. Le nostre capacità consentono di raggiungere indiscutibilmente ogni obiettivo dell’operazione militare speciale. Nessun attacco alla sicurezza della Federazione Russa, indipendentemente dalla portata di tali misure adottate dall’Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti, porterà al risultato cercato dall’Occidente“.

Secondo un rapporto dell’intelligence di difesa britannica, come riporta Ansa, la Russia sta lavorando alla creazione di un gruppo aereo di attacco da impiegare in Ucraina, formato da cacciabombardieri Su-24 e Su-34 e da elicotteri d’attacco, per compensare alle “scarse prestazioni” della sua aviazione e per colpire obiettivi a terra sul teatro ucraino. Lo riporta l’Ukrainska Pravda.

L’operazione, che avrebbe il nome di codice “Storm”, prevede l’arruolamento, dietro lauti stipendi in contanti, di “top gun”, piloti d’élite, scrive il sito ucraino, citando il ministero della Difesa di Londra.

Queste sarebbero probabilemnte dichiarazioni mirate in risposta a quelle di Bastrikin sui mercenari rilasciate poco tempo fa in modo da ribaltare lo scenario agli occhi del pubblico internazionale (approfondimento al link).