Polonia, Tusk propone la settimana lavorativa di 4 giorni

Esperimento già in corso in Spagna, Islanda e Regno Unito.
“Necessario adattarsi alla dinamicità del mercato del lavoro”.

Parlando a Szczecin, pochi giorni fa, il leader del partito Piattaforma Civica (PO) Donald Tusk ha annunciato la preparazione di un preciso progetto pilota per una settimana lavorativa di quattro giorni.

Secondo il leader di Piattaforma Civica, questa soluzione è dettata dai cambiamenti dinamici che si sono verificati di recente nel mercato del lavoro. L’ex leader del Consiglio europeo ha aggiunto che il progresso tecnologico non deve necessariamente comportare un aumento automatico della disoccupazione.

Tuttavia, stando a quanto riporta “Polonia Oggi”, secondo Tusk è necessario cambiare l’atteggiamento nei confronti del lavoro e modificare il modello sociale.

Più nel dettaglio, Tusk ha fatto riferimento a due modelli: uno è l’accorciamento della giornata lavorativa e l’altra è l’accorciamento dell’intera settimana; a suo parere, quest’ultima, cioè quattro giorni lavorativi a settimana, sarebbe più probabile.

Tra i Paesi che stanno sperimentando la settimana di quattro giorni ci sono il Regno Unito e la Spagna. L’Islanda è pronta a quest’esperimento.

Nel caso delle isole britanniche, più di 3.000 dipendenti di 70 aziende dovrebbero partecipare all’esperimento, annunciato nel giugno di quest’anno.

Le prime conclusioni degli esperimenti sono piuttosto ottimistiche. Tra l’altro, è stato notato un aumento della produttività dei dipendenti, o almeno è stato mantenuto il livello precedente allo studio.

Inoltre, i dipendenti erano meno stressati e avevano un minor rischio di burnout.

Tuttavia, gli esperti sottolineano che, per il momento, lo studio ha coperto un periodo di tempo troppo breve per poter trarre conclusioni più serie.

Belgio: proposta la settimana lavorativa corta

L’orario complessivo resterebbe invariato.
Le parti sociali esprimono scetticismo.

Anche il Belgio segue l’esempio di altri Paesi come il Giappone, l’Islanda e la Spagna e propone la settimana lavorativa corta.

Il governo, composto da una coalizione di sette partiti che raggruppa socialisti, liberali e verdi francofoni e fiamminghi oltre che il partito democristiano fiammingo, intende infatti aumentare il tasso occupazionale portandolo dal 71% all’80%.

Per farlo, punta a cavalcare l’onda della rivoluzione portata dalla pandemia ed aumentare la flessibilità, al fine di migliorare il work-life balance; come spiega il primo ministro Alexander de Croo, il totale complessivo delle ore lavorative settimanali rimarrebbe invariato (ovvero al massimo 45), ma verrebbe spalmato in 4 giorni lavorando dal lunedì al giovedì e lasciando libero il venerdì.

Non solo. Un lavoro potrebbe anche chiedere di lavorare di più in una settimana e di meno quella successiva.

Questo, secondo il governo belga, garantirebbe maggiore flessibilità alle persone in situazioni di co-genitorialità, ovvero nei casi di genitori con figli che vivono separati. Il tutto sarebbe possibile solo tramite una richiesta del lavoratore ed un accordo a livello aziendale.

Secondo le linee-guida presentate dal governo belga, l’impresa potrebbe rifiutare la richiesta ma sarebbe tenuta a motivare la scelta per iscritto.

La proposta, però, sta trovando scetticismo sul fronte delle parti sociali e l’associazione imprenditoriale belga FEB ha spiegato di temere quanto di seguito:

Poche aziende saranno disposte a concedere questa nuova flessibilità ai lavoratori, a causa dei molti obblighi aggiuntivi che comporta.”

Mentre il sindacato FGTB ha definito la settimana lavorativa di quattro giorni “una pugnalata assassina alla richiesta di una riduzione collettiva del lavoro”.

La bozza prevede anche che i giorni di formazioni passino da 3 a 5 e che il lavoro notturno inizi alle 24:00 (attualmente inizia alle 20:00, mentre in Germania alle 23:00), in modo da ridurre i costi in questa fascia oraria.

Stando ai dati Ocse la settimana lavorativa in Belgio è mediamente pari a 35,5 ore (in Francia a 36,5 ed in Italia a 36,3); nel 2020, inoltre, il commercio online in Belgio è incrementato del 7,5% annuo raggiungendo la quota di 8,8 miliardi di euro.