Argentina: sequestro isole Falkland “dovrebbe far vergognare mondo intero”

Così il presidente Fernandez al 190° anniversario: usurpazione, atto di colonialismo, che non dà piena sovranità all’Argentina.

Il Presidente argentino Alberto Fernández ha dichiarato che l'”usurpazione” delle Isole Falkland da parte del Regno Unito “dovrebbe far vergognare il mondo intero”.

Le dichiarazioni, come riporta News 360, sono avvenute dopo aver inaugurato un monumento commemorativo in occasione del 190° anniversario dell’occupazione britannica dell’arcipelago.

Fernández ha osservato che “un atto di colonialismo” come l'”usurpazione” delle isole Malvinasdovrebbe far vergognare il mondo intero“, motivo per cui ritiene che “lo slogan” secondo cui la rivendicazione della sovranità sulle isole “unisce” la società argentina “sia vero“.

Più precisamente, le sue parole riportate dall’agenzia Télam sono state le seguenti:

L’Argentina non vede la sua sovranità piena mentre queste terre continuano ad essere usurpate dal Regno Unito. Non siamo in pace con noi stessi se non continuiamo a rivendicare, per coloro che hanno dato la vita, per coloro che continuano a combattere“.

Il presidente argentino ha aggiunto che il suo governo continuerà a “insistere che le Malvine sono argentine” ed ha aggiunto che “rivendicare la sovranità e che l’Argentina gode di libertà territoriale dovrebbe attirare l’attenzione delle persone più potenti del mondo“.

L’Argentina rivendica la sovranità sulle Falkland secondo la nomenclatura britannica, quindi tende a diffidare di qualsiasi gesto da parte del Regno Unito, anche se proveniente dalla famiglia reale.

Nel 2016 ha criticato il principe William, duca di Cambridge, per aver trascorso sei settimane di addestramento militare nell’arcipelago.

Il mese scorso, Buenos Aires ha convocato l’ambasciatore britannico nel Paese, Kirsty Hayes, per protestare contro una serie di esercitazioni militari condotte nei pressi delle Isole Falkland.

Auto elettriche: crolla il mercato italiano

-40% negli ultimi 3 mesi.
Il mercato europeo invece segna un +7,9%: traina la Germania.

Il cumulato resta un disastro, ma il trend leggermente migliora.

A settembre il mercato europeo dell’auto (i 27 paesi UE, UK e Efta) è cresciuto del 7,9% e sul tema sono intervenuti sia Tavares che Macron (approfondimento al link).

Sono state consegnate 1.049.926 vetture rispetto alle 972.843 dello stesso mese dello scorso anno.

Nei primi tre trimestri, invece, il quadro rimane negativo e mancano all’appello quasi un milione di auto (890.000 unità): nei primi 9 mesi del 2021 erano stati immatricolati 9.162.177 esemplari, nel 2022 la cifra è scesa a 8.271.115 (-9,7%).

Alcuni giorni fa il presidente dell’Acea (ed anche della BMW) Oliver Zipse ha anticipato che la “ripresina” continuerà pure nel trimestre finale del 2022 e l’esercizio dovrebbe chiudere più o meno in pareggio (-1%). Tutti e cinque i principali mercati hanno un segno positivo, ma l’andatura è diversa.

Questa volta guida la Germania (+14,1%), seguita dalla Spagna (+12,7%) e la Francia (+5,5%); l’Italia, con il +5,4%, precede soltanto il Regno Unito (+4,6%).

Come riporta “Il Messaggero”, noi siamo invece i peggiori nei nove mesi con un -16,3%, davanti a Parigi, Londra, Madrid e Berlino.

Il panorama cambia drasticamente guardando i numeri dei veicoli ecologici dove il Belpaese ha risultati imbarazzanti, in controtendenza rispetto agli altri.

A lume di naso, sembra che siamo decisamente deficitari nel processo di riduzione delle emissioni.

La locomotiva in fuga è la Germania che, nell’ultimo mese, ha raggiunto un terzo del mercato con le vetture ricaricabili (elettriche più plug-in, totale 32,3%), seguono Francia (24,2%) e Gran Bretagna (22,4%) intorno ad un quarto del totale. La Spagna è almeno in doppia cifra (11,1%) e precede l’Italia con un misero 8,5% (meno di un decimo del totale).

La performance più disarmante, però, è in relazione ai modelli solo a batteria: negli altri 4 principali mercati le auto elettriche (BEV) sono passate dal 9,2% al 12,7%, la Penisola è crollata dal 4% al 3,6%. Le associazioni di categoria, Unrae in testa, puntano il dito sulla rete di ricarica decisamente inadeguata, ma c’è dell’altro per riportare un risultato tanto insufficiente.

In Italia ci sono solo 6,1 punti di ricarica ogni cento chilometri rispetto alla media continentale che è di 8,2. In questa graduatoria siamo al 14° posto, in scia al Portogallo.

C’è da dire che nell’ultimo trimestre i punti di ricarica sono aumentati di duemila unità ed ora sfiorano i 33.000.

Rimane una grande differenza fra Nord, dove c’è quasi il 60% delle colonnine, e il Sud, dove a stento si raggiunge il 20%.

Secondo un’analisi di Quintegia da luglio a settembre la vendita di auto ad emissioni zero è crollato addirittura del 40%.

A livello di costruttori a settembre è cresciuto di più il Gruppo Volkswagen che, con oltre il +20%, è passato da poco più di 200mila a quasi 250mila unità vendute.

Shell chiude l’idrogeno nel Regno Unito

Dopo 5 anni la compagnia rinuncia ai punti vendita per auto.
Ora un tentativo per i camion.

Shell chiude i distributori di idrogeno dedicati alla auto nel Regno Unito dopo 5 anni di sperimenti.

Il colosso petrolifero anglo-olandese, infatti, chiude tutte e tre le sue stazioni di rifornimento del Regno Unito, precisamente a Gatwick, Cobham e Beaconsfield, sorte tra il 2017 e il 2019.

Più precisamente, l’azienda ha dichiarato a “Hydrogen Insight” quanto di seguito:

Erano la nostra prima generazione, praticamente dei prototipi, e avevano raggiunto la fine del loro primo ciclo di vita”.

Ma se il colosso abbandona l’idea di alimentare le vetture con l’H2, perché il business non si si sarebbe dimostrato sostenibile, non lo fa quando si parla di mezzi pesanti.

Anzi, la big oil vuole esplorare il potenziale degli hub multimodali per camion, da realizzare sempre in Inghilterra.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché la compagnia chiude le stazioni, invece di adattarle agli autocarri?

Lo spiega Motive, leader nel settore dell’idrogeno che gestisce le operazioni con Shell: semplicemente, le infrastrutture sono troppo piccole e non possono accogliere i mezzi pesanti più grandi.

La compagnia specifica infatti quanto di seguito:

L’obiettivo di Shell nel Regno Unito è quello di vedere dove ci sono opportunità per costruire hub multimodali dedicati ai camion, simili al modello che abbiamo costruito in California”.

Adesso, con l’arrivederci di Shell, in UK restano 11 stazioni di rifornimento a idrogeno, a fronte degli oltre 57.000 punti di ricarica pubblica per auto elettriche.

Shell aveva aperto le stazioni grazie a finanziamenti ricevuti dalla European Fuel Cell Hydrogen Joint Undertaking (che ora si chiama Clean Hydrogen Partnership) e l’Office of Low Emission Vehicles inglese (ora Office for Zero Emission Vehicles).

Motive fa sapere di aver investito 2,23 milioni di sterline all’anno (pari a 2,56 milioni di euro) per lanciare e gestire le stazioni di servizio per l’H2. Ma non è stato tempo perso: l’esperienza fatta con le auto aiuterà le aziende a rituffarsi nel business, con i camion al centro della nuova strategia.

Motive chiude in maniera ottimistica la nota:

“Sono stati i primi del loro genere e ci hanno insegnato tanto, permettendoci di migliorare la nostra rete del futuro”.

Chiede il paradiso per la regina Elisabetta: arrestato alla Mecca

Gesto di nobili intenti finito male.
Arresto richiesto da molti utenti sui social.

Ha compiuto un pellegrinaggio alla Mecca, la città santa agli islamici, in onore della regina Elisabetta.

Il gesto dall’intento nobile, chiedere che l’anima della sovrana venga accolta in paradiso, è però costato l’arresto a un uomo di nazionalità yemenita fermato in Arabia Saudita.

La tv saudita “al Ikhbariya” ha riferito dell’arresto dell’uomo, identificato tramite un video circolato in maniera virale sui social network.

L’uomo stesso ha filmato la sua visita nel recinto sacro di Mecca mentre compiva la Umra, rito islamico noto come “piccolo pellegrinaggio” per distinguerlo dallo Hajj, il pellegrinaggio annuale obbligatorio per ogni fedele musulmano.

Le immagini mostrano l’uomo mentre tiene in mano uno striscione con su scritto:

La Umra per l’anima della regina Elisabetta II, chiediamo a Dio di accoglierla in paradiso”.

Come riporta “Il Mattino”, sui social numerosi utenti hanno commentato il filmato e molti hanno reagito chiedendo l’arresto dell’uomo.

I pellegrini a Mecca non possono portare striscioni o cantare slogan.

Sebbene sia consentito eseguire la Umra per i defunti, questa tradizione non si applica ai non musulmani come la regina Elisabetta, che tra l’altro era a capo della Chiesa anglicana.

La tv saudita ha riferito quanto di seguito:

“Le forze di sicurezza della Grande Moschea hanno arrestato ieri un residente di nazionalità yemenita, apparso in un video con uno striscione all’interno della Grande Moschea, violando le regole…Sono state prese misure legali contro l’uomo”.

Regno Unito, Truss: pronta a premere pulsante nucleare

La risposta durante il dibattito pre-elettorale.
Sfida a Sunak per la leadership del Partito Conservatore.

Il ministro degli Esteri britannico e candidata alla leadership conservatrice Liz Truss ha dichiarato martedì sera di essere “pronta” a premere il pulsante nucleare nel caso in cui venisse scelta per sostituire Boris Johnson, caduto in disgrazia dopo i recenti scandali.

Durante il dibattito pre-elettorale che l’ha contrapposta all’ex ministro delle Finanze Rishi Sunak, con il quale è in lizza per la nuova leadership del Partito Conservatore, Liz Truss ha risposto:

Penso che sia un dovere importante come primo ministro. Sono pronta“.

All’inizio di luglio, il primo ministro britannico Boris Johnson è stato costretto a dimettersi da leader del partito conservatore dopo una cascata di dimissioni all’interno del suo governo a causa degli scandali in cui è stato coinvolto, il più noto dei quali è stato il “partygate“.

In attesa di un successore, chiunque lo sostituisca potrà agire come primo ministro grazie alla comoda maggioranza che i Tories hanno alla Camera dei Comuni, quindi in linea di principio non sono previste elezioni anticipate.

Come riporta “News 360”, le prossime elezioni generali dovrebbero tenersi nel gennaio 2025.