Oggi venerdì 7 agosto 2020, nella prima unità della centrale nucleare bielorussa di Astravyets, inizia il caricamento del combustibile.
Astravyets si trova a circa 50 chilometri da Vilnius, tanto che la centrale è visibile dalla capitale lituana.
Proprio per questo motivo, il governo lituano ha espresso le proprie preoccupazioni in merito ai lavori in corso; secondo la Lituania, infatti, i medesimi lavori sarebbero stati svolti troppo velocemente e mancherebbero le adeguate licenze.
Il sospetto avanzato dalla Lituania è che dietro ci siano le pressioni delle pressioni provenienti dalla Russia; più precisamente, il presidente della commissione parlamentare lituana per la sicurezza nazionale e la difesa, Dainius Gaizauskas, ha dichiarato quanto di seguito:
“La Bielorussia al momento potrebbe non essere d’accordo con il lancio della centrale nucleare, ma c’è una forte pressione da parte di una società di energia nucleare russa e pensiamo che nonostante tutto, questo impianto verrà aperto, Proprio a causa della pressione messa dalla Russia.”
Non solo. La Lituania ha anche accusato la Bielorussia di aver lanciato l’impianto senza le adeguate prove e di aver violato dei trattati internazionali; queste accuse, però, sembrano non aver preoccupato Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia dal 1994, che le ha respinte senza peli sulla lingua.
Nel frattempo, sono già state distribuite ai residenti delle compresse di iodio da prendere in caso di incidente nucleare e, di conseguenza, il ricordo è inevitabilmente volato alla disgrazia di Chernobyl, quando il 26 aprile del 1986 un errore umano provocò il più grave incidente nucleare mai verificatosi in una centrale.