156 miliardi di euro (1.200 miliardi di yuann, moneta cinese) di liquidità.
È quanto la banca centrale cinese inietterà nei mercati finanziari al fine di tamponare l’emorragia economica provocata dal coronavirus.
Nella nota diffusa ieri, l’istituto ha spiegato che l’intervento ha l’obiettivo di mantenere “una liquidità ragionevole ed abbondante” del sistema bancario e di garantire la stabilità del mercato dei cambi.
L’operazione è assolutamente fattibile, legale e lecita: serve a tutelare il bene dell’economia e del popolo cinese.
Sarà curioso vedere come gli espertoni di casa nostra (Ue ed Italia) giustificheranno questa mossa (che non assolutamente la prima nella storia della Cina né di altri Stati); andranno a chiedere ai cinesi “ma le coperture?”, piuttosto che “pensate che la soluzione sia stampare moneta? Non si può!” o ancora “attenti perché vivete sopra le vostre possibilità”?
Nel frattempo, noi, ci auto-imponiamo austerity, pareggi di bilancio e deficit che non devono superare il 3%, regola tra l’altro totalmente priva di fondamenta scientifiche, come dichiarato dallo steso autore.
Purtroppo, nell’Ue la sindrome di Stoccolma è dilagante. Ad eccezione del Regno Unito fresco di Brexit, si intende.
Un episodio che richiama alla mente la frase di Ben Bernanke, ex Presidente della Fed:
“è meglio buttare soldi da un elicottero ed inondare l’America di liquidità, che farle attraversare una recessione come quella europea“.
5 pensieri riguardo “La Cina stampa 156 miliardi di euro. Alla faccia degli espertoni di casa nostra”