Bosch punta Whirlpool. Ecco i ruoli di Electrolux, Beko e Whirlpool USA

Settore del bianco in convulsione.
Aziende top players, geopolitica, Isis, pirati e Boko Aram: ecco come sta succedendo.

Lo scenario mondiale delle M&A (ovvero delle fusioni ed acquisizioni) nel settore strategico della tecnologia domestica (elettrodomestici, Smart Home, elettronica di consumo, clima, componenti, eccetera) che pareva concluso con l’acquisizione da parte del gruppo Beko (della conglomerata turca Koç, una potenza finanziaria mondiale) della Whirlpool (Europa, Africa, Russia e MO), è in convulsione.

Non solo. È inoltre ancora sospesa la conclusione della vicenda Electrolux (in lizza Midea, Hisense, Samsung o LG) e la Whirlpool Us (quel che resta della multinazionale) starebbe per essere comprata dalla Bosch.

Come riporta First Online, mesi fa un alto dirigente della società di Stoccarda (Gerlingen) aveva confermato che il gruppo aveva intenzioni di fare shopping ma solo per accrescere realmente e consistentemente i perimetri attuali.

Handelsblatt e Reuters hanno recentemente reso noto che l’offerta che il gruppo tedesco aveva fatto a Marc Bitzer, Ceo e presidente Whirlpool (tra tedeschi ci si intende sempre) è ben diversa da come è stata diffusa.

A comprare sarebbe non la Corporation ma la Fondazione Robert Bosch, il che è decisamente diverso poiché essendo una istituzione senza scopo di lucro, non dovrebbe per esempio distribuire dividendi agli azionisti. Oltre ad avere compiti e opportunità ben diverse dalla Corporation.

Posto che Bosch deve assolutamente diversificare attività ed investimenti (il settore auto in forte crisi), il problema è che il prossimo governo americano calerà la mannaia di dazi ingenti su tutto ciò che non è made in Usa e che la competizione con i cinesi ed i coreani è impari e sempre più insostenibile.

L’accordo tra le due company prevederebbe, sempre secondo quanto riporta First Online, eventualmente l’aggiunta a prezzi molto buoni anche di Electrolux per una nuova società interamente made in Usa (esente da dazi) subito da mettere in quotazione allo Stock Echange, dove capitali finanziari in cerca di opportunità e in gran parte legati alla fiorentissima e abilissima finanza ebraica (presente tra l’altro nei fondi pensione pare di Whirlpool e legata anche a Bosch) sono disponibili.

Voci molto insistenti riferiscono anche di un accordo tra Beko e Whirlpool per acquisire Electrolux e procedere alla messa in Borsa.

Dietro questi presunti movimenti si cela la ricerca di soluzioni che escludano capitali e aziende cinesi (il governo americano era già intervenuto per impedire la cessione di Whirlpool ai cinesi).

Dal Forecast Research di Allianz Trade arriva la news che a causa dell’aggravamento dei disastri sui nove stretti mondiali, le aziende prevedono un ulteriore calo del fatturato del 15% (addirittura quasi solo per il blocco dello Stretto delle Lacrime cioè Bab Al Mandeb).

In mano ormai non ai pirati ma a tutto il pulviscolo ex Isis e Boko Aram che dall’Africa si sono spostati da molti mesi sugli stretti e che concedono ai pirati la “licenza” di lavorare previo pagamento di una mazzetta del 20-30%.

Anche l’Italia segue attentamente le vicende: le aziende italiane che fabbricano da sempre componenti strategici per la filiera degli elettrodomestici e che sono sopravvissute allo tsunami dei prodotti cheap cinesi sono riconosciute come aziende che lavorano bene, ma quando qualcuno compra poi può spostare equilibri e quote di mercato.

Iraq: coalizione a guida Usa è fonte di instabilità

Altro raid americano a Baghdad.
Era già stato richieste il ritiro delle forza Usa.

Le forze armate irachene hanno affermato che la presenza in Iraq della Coalizione globale anti-Isis a guida Usa è “diventata fonte di instabilità” nel Paese e nella regione.

Lo si apprende da un comunicato diffuso dal Comando delle forze armate federali irachene, guidato dal generale Yahya Rasul Abdallah, all’indomani del nuovo raid statunitense a Baghdad e nel quale è stato ucciso, stando a quanto riporta Ansa, anche un comandante di una milizia filo-governativa, sostenuta dall’Iran.

Poco tempo fa l’Iraq aveva già apertamente richiesto il ritiro delle forze Usa (approfondimento al link).

La Russia ha la bomba termobarica più potente al mondo

Putin ordina l’allerta per il sistema difensivo nucleare.
“Tutto ciò che è vivo, semplicemente evapora”.

Stando a quanto sostiene Putin, tenta di dialogare con l’occidente da circa 15 anni ottenendo come risposta solo ulteriori provocazioni.

Da 7 anni l’Ucraina bombarda il Donbas infrangendo gli accordi di Minsk e nessuno è mai intervenuto, anzi la NATO ha continuamente inviato aiuti economici e militari a Kiev (che non fa parte né della NATO né dell’Ue). L’ultimo attacco al Donbas è stato proprio quello che ha fatto scattare l’attuale reazione della Russia.

Includendo l’Ucraina nella NATO, gli Usa avrebbero la possibilità di piazzare i missili fuori dalla porta di casa sia della Russia che della Cina; insomma, un po’ come se la Russia avesse rifornito di armi Cuba che era sotto embargo da parte degli Usa o avesse spostato le proprie truppe in Messico al confine con gli Stati Uniti: figuratevi cosa sarebbe successo.

Putin, infine, aveva avvisato che chiunque avesse interferito nella situazione tra Russia ed Ucraina avrebbe avuto conseguenze mai viste prima. La risposta della NATO e dell’Ue sono state l’aumento degli aiuti economici e militari a Kiev.

Per questo motivo il presidente russo ha messo in allerta il sistema difensivo nucleare.

Ma non è tutto. Come riporta “Quotidiano.net”, infatti, Putin è in possesso della carta FOAB, “Father of All Bombs” (“padre di tutte le bombe”), o in russo AVBPM, cioè la bomba termobarica più potente al mondo.

La terribile “Aviation Thermobaric Bomb of Increased Power” ha una potenza pari a 44 tonnellate di TNT, che raggiunge con circa 7 tonnellate di un nuovo tipo di esplosivo ad alto potenziale. E’ stata testata l’11 settembre 2007, venendo sganciata da un bombardiere strategico Tupolev Tu-160. Gli effetti sono devastanti: l’esplosione ha distrutto tutto nel raggio di 300 metri, cosa che la rende l’ordigno non nucleare più potente sulla terra.

La AVBPM (“Aviatsionnaya vakuumnaya bomba povyshennoy moshchnosti” traducibile in “Bomba aeromobile di elevata potenza che crea il vuoto“), è stata la risposta russa all’americana MOAB, “Mother Of All Bombs” (“madre di tutte le bombe”), pensata per sostituire diversi tipi di bombe nucleari di piccola taglia o per ottenere effetti simili, ma senza radioattività.

La statunitense “GBU-43 Massive Ordnance Air Blast bomb” però assicura una potenza pari a 11 tonnellate di TNT, quattro volte meno potente della versione russa. Testata nel 2003, è stata utilizzata dagli Stati Uniti la prima volta in Afghanistan nel 2017 per colpire una base dell’Isis nella provincia di Nangarhar.

La micidialità della FOAB è dovuta alla devastante esplosione i cui gas provocano un vuoto che disintegra tutto. Il generale russo Alexander Rukshin disse: “Tutto ciò che è vivo semplicemente evapora”.

Blitz a Napoli, Documenti falsi per immigrati clandestini

Le indagini sono scattate dopo gli attentati di Parigi.
Organizzazione di stampo internazionale con finanziamenti al terrorismo.

Afgani, pakistani, marocchini ed italiani, con basi anche in Francia e Belgio.

Una fitta ed internazionalizzata rete che si occupava di far avere, dietro compenso, documenti falsi per permessi di soggiorno in Italia, è stata sgominata a Napoli.

Una persona è stata portata in carcere, due sono finite ai domiciliari e per altre undici è scattato l’obbligo di dimora.

L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata a favorire l’immigrazione clandestina, falso ideologico e materiale, oltre che il reato di corruzione.

L’organizzazione dedita all’immigrazione clandestina produceva certificati di residenza, dichiarazioni di ospitalità, certificati di conoscenza della lingua italiana, contratti di lavoro, iscrizioni alla Camera di commercio come commerciante, dichiarazioni reddituali fasulle e nullaosta alloggiativi, che consentivano di ottenere i permessi di soggiorno in Italia e quindi anche negli altri Paesi dell’area Schengen. 

Erano stati gli attenti terroristici avvenuti in Francia ed in Belgio tra il 2015 ed il 2016, dal blitz alla sede del giornale parigino “Charlie Hebdo” (7 gennaio 2015) all’attentato del Bataclan (13 novembre 2015) per ricordarne un paio, a far scattare le indagini. Indagini che, tra i vari, vedono arrestato anche un impiegato di una municipalità del Comune di Napoli, il 65enne Pasquale Averaimo, che si occupava del rilascio e del rinnovo delle carte di identità, dell’emissione dei certificati di residenza e degli stati di famiglia e che per le sue “prestazioni” aveva addirittura creato un vero e proprio tariffario.

A capo dell’organizzazione, invece, c’erano Iqbal Naveed, pakistano e proprietario anche dell’Internet point sequestrato, e Lahoussine Chajaoune, marocchino.

Il denaro illecito veniva fatto transitare tramite i circuiti di Money Transfer per poi finire in conti correnti pakistani, oppure viaggiava su “havala”, un meccanismo informale di trasferimento di valori, è fortemente radicato nella cultura islamica e basato sulle prestazioni e sull’onore di una vasta rete di mediatori, localizzati principalmente in Medio Oriente, Nord Africa, nel Corno d’Africa e in Asia meridionale, ritenuto da alcuni esperti un modo per finanziare il terrorismo.

La rete, però, non finiva qui. Poteva infatti contare su dei contatti residenti in Francia ed in Belgio. La documentazione falsa veniva invece stampata a Napoli e poi fatta pervenire nei vari Paesi, mentre la “base operativa” era l’internet point del pakistano Iqbal Naveed in quanto sede autorizzata al trasferimento di denaro.