Ecco i Paesi più tecnologicamente avanzati al mondo

Analizzati 115 Stati: ecco i migliori 30.
La prima nazione vince con enorme distacco. Italia appena sopra la Malesia.

La Euler Hermes ha stilato una classifica dei Paesi del mondo maggiormente inclini alle trasformazioni digitali, prendendo in considerazione indicatori come: regolamentazione, conoscenza, connettività, infrastrutture e dimensione del mercato.

In totale sono stati analizzati 115 nazioni, di seguito vi riportiamo la top 30.

Partendo dal fondo della classifica, troviamo la Malesia con un punteggio totale di 53,9 punti.

Appena sopra, con 54,4 punti ottenuti soprattutto grazie alle infrastrutture, ecco il Bel Paese: l’Italia, infatti si piazza al 29esimo posto.

28esima in classifica la Repubblica Ceca con 55,8 punti; seguono Spagna (27esimo posto) con 56,8 punti, Estonia (26esima in classifica) a 57,5 punti ed Israele (25esimo posto) con 59,8 punti.

Sopra i 60 punti troviamo gli Emirati Arabi Uniti che si collocano al 24esimo posto con 61,8 punti, l’Irlanda con un punteggio di 62,4 si piazza 23esima, la Nuova Zelanda 22esima con 63,4 punti, poi il Belgio al 21esimo posto con 64 punti e poco sopra, con 64,8 punti, al 20esimo piazzamento l’Australia; 19esime e 18esime apri merito la Francia e l’Islanda con i loro 65,5 punti, Li supero di un pelo la Cina che con i suoi 65,6 punti si colloca al 17esimo posto.

Salendo ancora troviamo il Canada: 16esimo in classifica e con 65,8 punti. Ecco dunque la Norvegia a 66,7 punti (15esimo posto) ed il Lussemburgo a 67,5 punti (14esimo).

13esima l’Austria con 68,4 punti e 12esima la Danimarca che raggiunge quota 68,6 punti.

Appena fuori dalla top 10 la Finlandia che con i suoi 68,7 punti si colloca 11esima; decima in classifica la Corea del Sud (69,5 punti) alle spalle di Hong Kong (nono in classifica con 69,9 punti).

Supera i 70 punti, precisamente 70,4, Singapore che si colloca all’ottavo posto in classifica, superato dal Giappone che si classifica invece settimo grazie ai suoi 70,8 punti.

Sesta la Svezia col suo punteggio di 71,6 punti e quinto il Regno Unito con 72 punti.

Appena fuori dal podio la Svizzera che, con un punteggio pari a 74 punti, si colloca quarta in classifica.

Nel gradino più basso del podio troviamo l’Olanda con 74,3 punti mentre al secondo posto, con un punteggio di 75,3 punti, ecco la Germania.

Primi nella classifica dei Paesi più tecnologicamente avanzati al mondo, con la bellezza di 87 punti e quindi con un ampio distacco su tutti gli altri, gli Usa.

Le classifiche dei passaporti

Ecco i dati aggiornati.
Italia tra prime nazioni, la Polonia batte gli Usa in ogni classifica.

È uscita l’ultima classifica di Passport Index.

In cima alla classifica troviamo gli Emirati Arabi Uniti, mentre al secondo posto, a pari merito, si piazzano: Germania, Spagna, Francia, Italia e Paesi Bassi.

Come riporta Polonia Oggi, il passaporto polacco acquisisce valore e si piazza al quarto posto, insieme ai passaporti di Danimarca, Belgio, Irlanda e Portogallo, battendo, ad esempio, quelli giapponesi e statunitensi, che si piazzano al sesto posto della classifica.

Passport Index, creato da Arton Capital, è “l’unica classifica globale, realizzata in tempo reale”, stando a quanto sostiene il sito ufficiale.

In un altro rapporto, preparato a novembre da Henley&Partners, la Polonia si piazza invece al settimo posto, insieme a Canada, Repubblica Ceca, Grecia e Stati Uniti.

Ancora, nella classifica di VisaGuide Passport Index, dove su un posto si può trovare solo un paese, la Polonia occupa il numero 20.

In tutte e tre le classifiche, comunque, il passaporto polacco supera quello statunitense.

Usa e alleati attaccano in Yemen

Nel mirino le postazioni Houthi.
Coinvolti anche Gran Bretagna, Olanda, Australia, Canada e Bahrein.

Gli Usa e la Gran Bretagna hanno lanciato attacchi contro postazioni Houthi in Yemen dopo che i miliziani hanno sfidato il monito a non proseguire i loro raid nel Mar Rosso.

Coinvolti anche altri Paesi alleati degli Usa, tra cui Paesi Bassi, Australia, Canada e Bahrein, che dovrebbero fornire logistica, intelligence ed altro supporto stando a quanto riportato da Ansa.

Gli attacchi, ha riferito un dirigente Usa alla Cnn, sono stati condotti in particolare con aerei da combattimento e missili Tomahawk.

Oltre una dozzina di obiettivi Houthi sono stati colpiti da missili lanciati da cielo, terra e mare (con il sottomarino Uss Florida) e sono stati scelti per indebolire la capacità degli Houthi di attaccare le navi nel Mar Rosso.

Tra questi sistemi radar, depositi e siti di lancio di droni, missili balistici e missili da crociera.

Joe Biden ha dichiarato che questa è la “risposta diretta agli attacchi Houthi” e non esiterà “a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario“.

Disparità salariale e ore lavorate: la classifica

Ecco dove si lavora e guadagna di più e di meno.
Italia nella seconda metà della classifica.

Grazie ai dati dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) è possibile tracciare il grafico delle ore lavorative e dei salari medi settimanali.

Il Sole 24 Ore li ha raccolti ed elaborati: partendo dal numero di ore lavorate mediamente durante la settimana, gli estremi della graduatoria sono composti da Germania (25,8), Danimarca (26,4), Norvegia (27,4) e Paesi bassi (27,4) in cui la soglia di lavoro non supera le 27,5 ore, mentre sul fronte opposto si trova in primis il Messico (42,8) come unico Paese in cui si sfora la quota standard delle 40 ore settimanali, seguito poi dal Cile (37,8), dalla Corea del Sud (36,6), da Israele (36,4) e dalla Grecia (36,3).

Per quanto riguarda, invece, la paga oraria, pur rispettando alcune analogie con il tempo lavorativo speso su base settimanale, ci sono alcuni attori diversi, partendo dall’Islanda che guida la classifica in fatto di remunerazione con 54,8 dollari per ora, valore superiore di oltre un dollaro e mezzo rispetto al Lussemburgo secondo in graduatoria con 53,2 rendendole le uniche due realtà in cui i lavoratori sono ricompensati con oltre 50 dollari.

L’Italia si colloca circa verso la metà di entrambe le classifiche con 32,6 ore settimanali lavorate, andando a percepire mediamente 26,5 dollari all’ora.

La combinazione di queste due metriche si traduce in un salario settimanale medio che per il nostro Paese si attesta sugli 863 dollari facendoci comparire tra nella seconda metà della classifica nell’elenco OECD, precisamente al 32esimo posto, e comunque abbondantemente sotto lo spartiacque dei 1.000 dollari per settimana.

Exor acquista il 15% di Philips

La famiglia Agnelli/Elkann nominerà un componenrte nel consiglio di sorveglianza.
Possibile aumento delle partecipazioni fino al 20% massimo.

Exor diventa un investitore di lungo termine in Philips.

Il leader mondiale nella tecnologia per il settore della salute e la holding con sede nei Paesi Bassi hanno annunciato di aver raggiunto un accordo in base al quale Exor ha acquisito una partecipazione del 15% in Philips.

L’investimento prevede che Exor nomini un componente del Consiglio di sorveglianza di Philips.

La nota del gruppo riporta quanto di seguito:

La strategia e il piano di creazione di valore con impatto sostenibile di Philips si basano sull’obiettivo di migliorare la salute e il benessere delle persone attraverso un’innovazione utile e efficace. L’azienda detiene posizioni di leadership in rilevanti segmenti di mercato nel settore della tecnologia per la salute, grazie a un portafoglio prodotti innovativo e a una solida base di clienti“.

Da parte sua Exor mira a costruire grandi aziende fornendo stabilità e impegno a sostegno dei loro piani di creazione di valore di lungo termine.

Il dialogo con Philips è stato avviato a seguito della volontà della holding della famiglia Agnelli/Elkann di incrementare la propria presenza nei settori della salute e della tecnologia.

In particolare, l’investimento di Exor in Philips non comporterà alcun effetto diluitivo ed è stato realizzato con l’acquisto di azioni sul mercato, oltre che tramite un accordo con un’importante istituzione finanziaria.

L’accordo tra le parti, come riporta Milano Finanza, prevede l’impegno di Exor a essere un investitore di minoranza di lungo termine, con il diritto di proporre un componente del Consiglio di Sorveglianza, oltre a diverse usuali condizioni.

Sebbene Exor non intenda acquistare ulteriori azioni Philips nel breve termine, l’accordo prevede che nel tempo possa – a sua discrezione – aumentare la propria partecipazione fino al limite massimo del 20% del capitale ordinario in circolazione di Philips.

Roy Jakobs, CEO di Royal Philips, ha dichiarato:

L’investimento di Exor, la sua prospettiva di lungo termine e la crescente attenzione per la salute e la tecnologia si sposano bene con la nostra strategia e con il notevole potenziale di creazione di valore. Con le nostre posizioni di leadership di mercato e le nostre capacità di innovazione incentrate sulle persone, Philips è ben posizionata per realizzare l’obiettivo di migliorare la salute e il benessere delle persone, creando valore per tutti gli stakeholder“.

Feike Sijbesma, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Royal Philips, ha dichiarato:

Accogliamo Exor in qualità di investitore di lungo termine in Philips. Vanta un track record di successo e una chiara strategia di crescita e sviluppo nei settori della salute e della tecnologia. Il significativo investimento realizzato da Exor sottolinea la sua fiducia nella trasformazione di Philips in un’azienda specializzata della tecnologia per la salute, oltre che nel suo potenziale di crescita e di valore“.

John Elkann, ceo di Exor, ha commentato:

Il percorso di cambiamento intrapreso da Philips negli ultimi anni ha creato un’azienda che unisce salute e tecnologia, due settori in cui siamo impegnati. Le nostre interlocuzioni hanno confermato il forte e positivo allineamento tra il nostro approccio di lungo termine per sostenere lo sviluppo delle nostre società e gli ambiziosi piani di Philips sotto la Presidenza di Feike Sijbesma and l’Executive team guidato da Roy Jakobs“.