Armi nucleari russe in Bielorussia

Biden esprime il suo disappunto, ma la mossa è una reazione alle politiche Nato.

Il presidente americano Joe Biden ha detto di aver avuto una “reazione estremamente negativa” alla notizia del trasferimento di armi nucleari russe in territorio bielorusso.

A Mosca, nel quadro del Foro economico eurasiatico, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, aveva reso noto di aver avuto conferma dal suo omologo russo Vladimir Putin dell'”inizio del trasferimento“.

I ministri della Difesa dei due paesi Sergei Shoigu e Viktor Jrenin, hanno firmato giovedì a Minsk una serie di intese per stabilire la procedura da seguire.

Come riporta Adnkronos, il primo luglio è prevista la conclusione della costruzione di una serie di impianti di stoccaggio.

Mosca ha già consegnato a Minsk un sistema di difesa missilistica Iskander, che può trasportare testate nucleari.

La Russia è stata recentemente accusata di aver distrutto depositi di armi nucleari forniti dalla Nato e dall’ue, stoccati in Ucraina.

Più che incolpare la Russia di averle distrutte, c’è però da chiedersi perchè le armi nucleari fossero state inviate in Ucraina e, quindi, pronte ad essere utilizzate.

Forse, proprio per questo, le accuse inizialmente lanciate contro la Russia sono state poi parzialmente smentite dichiarando la nube tossica un fenomeno naturale dovuto a pioggia e sabbia.

Biden autorizza invio sottomarini in Corea del Sud

Sottomarini a propulsione nucleare per la prima volta dopo 40 anni.
Decisione durante il vertice bilaterale.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha acconsentito a concedere ulteriori garanzie di protezione strategica alla Corea del Sud.

Più precisamente, come riporta Tgcom24, in occasione del vertice bilaterale alla Casa Bianca con l’omologo coreano Yoon Suk-yeol, Washington ha comunicatro che invierà sottomarini a propulsione nucleare a Seul.

È la prima volta da quattro decenni, in un segnale di ulteriore consolidamento della “deterrenza estesastatunitense nella Penisola coreana.

Nato: Ursula von der Leyen prossimo segretario?

Difficile il rinnovo del suo mandato alla guida della Commissione europea.
Prima donna segretario della Nato?

Ursula von der Leyen potrebbe essere la prossima segretaria generale della Nato.

Questa è la clamorosa indiscrezione che arriva da Bruxelles, riportata dal quotidiano britannico The Sun e poi ripresa da Money e numerose altre testate, con il destino della presidente della Commissione europea che sarebbe legata a doppio filo a quello di Jens Stoltenberg, attuale numero uno dell’Alleanza atlantica.

Sullo sfondo ci sono le elezioni europee che si terranno nella tarda primavera del 2024, con quella che è stata definita come la “maggioranza Ursula” che per i sondaggi potrebbe non avere più i numeri nella prossima legislatura per potere dettare legge a Palazzo Berlaymont.

Il problema, però, non sarebbe solo elettorale: lo stesso Partito Popolare Europeo non sarebbe più così sicuro di voler ripresentare Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea, con il Ppe che starebbe ragionando sulla figura di Roberta Metsola, attuale presidente del Parlamento europeo.

A minare un possibile mandato bis a Bruxelles per Ursula von der Leyen ci sarebbe anche la spinosa vicenda Pfizer, riguardante il contratto da 1,8 miliardi stipulato per l’acquisto dei vaccini anti-Covid, con il New York Times che di recente ha denunciato l’ex ministro tedesco.

Il Nyt infatti ha deciso di affidarsi alle carte bollate nei confronti della Commissione europea, rea di non aver reso pubblico lo scambio di messaggi tra la presidente Ursula von der Leyen e il ceo di Pfizer Albert Bourla.

Alla luce di tutte queste problematiche, al momento per Ursula von der Leyen la strada per un mandato bis alla guida della Commissione europea appare essere tutta in salita; ecco perché la presidente si starebbe guardando intorno.

L’indiscrezione è stata riportata anche da La Repubblica: Ursula von der Leyen potrebbe diventare la prossima segretaria generale della Nato, forte della sponsorizzazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’attuale mandato di Jens Stoltenberg alla Nato infatti terminerà il 30 ottobre 2023; dopo due proroghe, appare improbabile una terza anche se vista la guerra in corso in Ucraina al momento non si potrebbe scartare nessuna ipotesi.

Ursula von der Leyen invece resterà in carica a Palazzo Berlaymont un anno in più, fino a ottobre 2024: se mai dovesse spostarsi da Bruxelles a Washington, inevitabilmente dovrebbe dire addio alla sua attuale carica con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale.

Non mancherebbero però altri pretendenti di spessore alla Nato, con anche il nostro ex presidente del Consiglio Mario Draghi che da quando ha abbandonato Palazzo Chigi viene indicato come il possibile prossimo segretario generale.

Ucraina, Xi a Biden: Cina estremamente preoccupata

Incontro tra i due presidenti a Bali.
Ecco i tre punti di Xi e la posizione della Cina.

Xi e Biden si sono incontrati a Bali.

Durante il loro in contro, come riporta “Ansa”, il presidente cinese ha detto all’omologo americano che la Cina è “estremamente preoccupata per l’attuale situazione in Ucraina“.

Xi ha espresso tre punti per riassumere la disamina cinese della situazione:

Ad una crisi globale e composita come quella in Ucraina, è importante riflettere seriamente su quanto segue: primo, conflitti e guerre non producono vincitori; secondo, non c’è soluzione semplice a una questione complessa; e terzo, il confronto tra i principali Paesi deve essere evitato“.

Basandosi su questo, il presidente cinese ha concluso come di seguito:

Sosteniamo e attendiamo impazienti la ripresa dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina e auspichiamo anche che Usa, Nato e Ue dialoghino con la Russia“.

Donna saudita ritwitta dissidenti: 34 anni di carcere

La donna stava facendo un dottorato in Gran Bretagna ed era tornata in patria per una vacanza.
Sentenza emessa dopo la visita di Biden.

Condannata a 34 anni di carcere per aver aperto un profilo Twitter ed aver seguito e ritwittato dissidenti e attivisti.

È quanto toccato alla 34enne saudita Salma al-Shehab, che frequenta un dottorato di ricerca all’università britannica di Leeds, una volta tornata per una vacanza nel suo Paese.

Come riporta il “Guardian”, la sentenza del tribunale speciale per i terroristi è stata emessa dopo la visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Arabia Saudita, vista dagli attivisti come un incoraggiamento a intensificare la repressione nei confronti di dissidenti e di altri attivisti pro-democrazia.

La donna è stata inizialmente condannata a tre anni di carcere per il “reato” di utilizzo di un sito Internet finalizzato a “causare disordini pubblici e destabilizzare la sicurezza civile e nazionale“, ma lunedì una corte d’appello ha emesso la nuova sentenza di 34 anni di carcere e 34 anni di divieto di viaggio dopo che il pubblico ministero ha chiesto alla corte di prendere in considerazione altri presunti crimini.

Secondo una traduzione degli atti del tribunale di cui il Guardian ha preso visione, stando alle nuove accuse Shehab avrebbe aiutato “coloro che cercano di causare disordini pubblici e di destabilizzare la sicurezza civile e nazionale seguendo i loro account Twitter” e ritwittando i loro contenuti.

Come riporta “Ansa”, Shehab dovrebbe ancora poter ricorrere in appello.