Stellantis assemblerà l’elettrica cinese Leapmotor

I modelli assemblati in Polonia saranno venduti nel resto d’Europa.
In arrivo le prime 800 unità dal porto di Shanghai.

L’azienda automobilistica Stellantis prevede di introdurre sul mercato europeo auto elettriche a basso costo con il nome di Leapmotor.

Stellantis, come riporta Polonia Oggi, ha acquisito il 21% delle azioni del produttore cinese di auto elettriche Leapmotor nel 2023.

Le prime 800 unità sono già in arrivo dal porto di Shanghai e, tra queste, ci saranno due modelli: l’urbano T03, lungo 3,6 m e con una potenza compresa tra 95 e 109 CV, e il C10, appartenente alla categoria dei SUV, con una lunghezza di 4,7 m e una potenza di quasi 230 CV.

Stellantis annuncia che nei prossimi mesi sono previste altre consegne, che non si limiteranno al trasporto diretto dalla Cina.

Le auto saranno assemblate anche in stabilimenti europei, tra cui la Polonia.

Più precisamente, il modello T03 sarà prodotto nello stabilimento Stellantis di Tychy ma, nonostante la produzione polacca, le auto non saranno disponibili sul mercato nazionale con l’azienda che prevede di venderle in Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Belgio, Grecia e Romania a settembre.

Grecia controcorrente: al via la settimana lavorativa lunga

Aumento dello stipendio del 40% per il giorno extra ma impossibilità di rifiutare.
Ecco pro e contro.

A partire dal 1 luglio, la Grecia introdurrà una nuova proposta lavorativa che ha suscitato numerose discussioni: la “settimana lunga“.

Questa iniziativa prevede che i lavoratori, su richiesta dei datori di lavoro, possano lavorare sei giorni alla settimana anziché cinque, con un aumento del 40% dello stipendio per il giorno extra.

L’obiettivo è affrontare le crisi di manodopera stagionale, particolarmente evidenti nel settore industriale, delle telecomunicazioni e del commercio al dettaglio.

La proposta della “settimana lunga“, come riportato dal Corriere poi ripreso da News Mondo, si inserisce in un contesto lavorativo già particolarmente impegnativo per i greci.

Secondo Eurostat, la Grecia vanta già la settimana lavorativa più lunga d’Europa, con una media di 39,4 ore settimanali e un greco su otto che lavora oltre 48 ore alla settimana.

Questo scenario è aggravato da salari generalmente bassi.

Il governo di centrodestra guidato dal premier Kyriakos Mitsotakis sostiene che questa misura possa incentivare la crescita economica e migliorare la produttività.

Tuttavia, non mancano le critiche: la nuova legge, infatti, obbliga i lavoratori a rispettare la settimana lungasenza possibilità di rifiuto, bypassando qualsiasi forma di contrattazione collettiva.

I sindacati hanno espresso preoccupazioni sul fatto che questa normativa potrebbe ulteriormente sovraccaricare i lavoratori attuali senza creare nuove opportunità di impiego.

Un aspetto positivo della “settimana lunga” potrebbe essere la riduzione del lavoro nero, particolarmente diffuso in Grecia.

Attualmente, molti straordinari non sono riportati in busta paga e sono spesso pagati in nero, o addirittura non pagati affatto.

La nuova legge, permettendo di formalizzare il lavoro extra con un incremento salariale, potrebbe rappresentare un passo avanti nella trasparenza delle condizioni lavorative.

Ciononostante, resta il rischio che l’aumento delle ore lavorative settimanali riduca ulteriormente il tempo libero dei lavoratori, incidendo sulla loro qualità della vita.

La Grecia, con questa decisione, va controcorrente rispetto alle tendenze europee che puntano alla riduzione della settimana lavorativa, come nel caso del Belgio e delle sperimentazioni in corso in Germania, Paesi Bassi, Irlanda e Spagna.

Nato: Mark Rutte sarà il nuovo segretario generale

L’ex primo ministro olandese ha sostituirà Jens Stoltenberg.
L’incarico inizierà il 2 ottobre.

Mark Rutte sarà il prossimo segretario generale della Nato al posto dell’uscente Jens Stoltenberg.

L’ex primo ministro olandese, come riporta Il Sole 24 Ore, ha infatti ricevuto il sostegno della Romania, ultimo Paese che mancava all’appello, dopo che già martedì era arrivato il sostegno di Ungheria e Slovacchia.

Assumerà ufficialmente la sua nuova posizione il 2 ottobre, ovvero a circa un mese delle elezioni presidenziali americane.

L’Ue multa Mondelez per 337,5 milioni

Ostacolato il commercio transfrontaliero di cioccolato, biscotti e prodotti a base di caffè.
Multa ridotta del 15% per la collaborazione dell’azienda con l’indagine.

La Commissione Europea ha multato la multinazionale Usa dell’alimentare Mondelēz International per 337,5 milioni di euro, per aver ostacolato il commercio transfrontaliero di cioccolato, biscotti e prodotti a base di caffè tra gli Stati membri dell’Ue, in violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza.

Come riporta Adnkronos, la Commissioneresta impegnata a eliminare le barriere ingiustificate per garantire un migliore funzionamento del mercato unico“.

I vincoli territoriali di fornitura costituiscono, per Bruxelles, un ostacolo non normativo al corretto funzionamento del mercato unico. Mondelez è titolare di marchi di dolciumi, biscotti e cracker molto noti, come Toblerone, Oreo, Cote d’Or, Milka, Ritz e Tuc.

L’importo della multa, spiega la vicepresidente Margrethe Vestager, è stato ridotto del 15% alla luce della collaborazione dell’azienda con l’indagine. Le violazioni sono andate avanti “dal 2006 al 2020“, eccezion fatta per il caffè, business ceduto nel 2015. Mondelez, sottolinea Vestager, “ha una posizione dominante nelle tavolette di cioccolato“, ragion per cui le pratiche messe in atto costituiscono un abuso.

In particolare, secondo la Commissione, Mondelēz ha posto in essere ben 22 accordi o pratiche concordate anticoncorrenziali. Per esempio, ha limitato i territori o i clienti ai quali sette grossisti potevano rivendere i prodotti Mondelēz. Uno degli accordi comprendeva anche una disposizione che ordinava al cliente di Mondelēz di applicare prezzi più alti per le esportazioni, rispetto alle vendite sul mercato interno. Questi accordi e pratiche hanno avuto luogo tra il 2012 e il 2019 e hanno riguardato tutti i mercati dell’Ue.

La multinazionale alimentare ha anche impedito a dieci distributori esclusivi, attivi in ​​alcuni Stati membri, di rispondere alle richieste di vendita provenienti da clienti situati in altri Stati Ue, senza previa autorizzazione di Mondelēz. Questi accordi e pratiche hanno avuto luogo tra il 2006 e il 2020 e hanno coperto tutti i mercati dell’Ue. La Commissione ha anche riscontrato che, tra il 2015 e il 2019, Mondelēz ha abusato della propria posizione dominante. Anzitutto, si è rifiutata di rifornire un broker in Germania, per impedire la rivendita di tavolette di cioccolato nei territori di Austria, Belgio, Bulgaria e Romania, dove i prezzi erano più alti. Ha addirittura cessato la fornitura di tavolette di cioccolato nei Paesi Bassi per impedirne l’importazione in Belgio, dove Mondelēz vendeva questi prodotti a prezzi più alti.

I belgi, ha spiegato Vestager, sono grandi divoratori di tavolette di cioccolato Cote d’Or. Pertanto, la multinazionale ha bloccato la fornitura in Olanda per tutelare il redditizio mercato belga, dove i cittadini vanno matti per il cioccolato prodotto dalla multinazionale, malgrado vivano nella patria dei chocolatiers. In Belgio è nata la pralina, grazie all’idea di Jean Neuhaus Jr, che nel 1912 si ispirò all’invenzione del nonno farmacista, che nel 1857, per facilitare l’assunzione di medicinali, li ricopriva di cioccolato. Al posto dei farmaci, mise delle creme all’interno, creando la pralina belga (che è molto diversa da quella francese, fatta di frutta secca ricoperta di zucchero). Neuhaus è tuttora un chocolatier tra i maggiori del Belgio.

Per la Commissione, le pratiche illegali messe in atto da Mondelēz hanno impedito ai rivenditori di approvvigionarsi liberamente di prodotti negli Stati membri con prezzi più bassi e hanno suddiviso artificialmente il mercato interno. L’obiettivo del colosso dell’alimentate era evitare che il commercio transfrontaliero portasse a diminuzioni dei prezzi, nei Paesi dove erano più alti. Queste pratiche illegali hanno consentito a Mondelēz di continuare a far pagare di più i propri prodotti, a danno, in ultima analisi, dei consumatori dell’Ue.

Vi assicuro – ha detto Vestager in conferenza stampa – che i prezzi possono essere piuttosto diversi in Europa“, con differenze comprese tra “il 10% e il 40% e a volte anche maggiori“, pertanto c’è “un grande potenziale” per comprimerli, grazie al commercio parallelo. “Ci sono anche molti differenti tipi e qualità di cioccolato, di biscotti e anche di caffè, ma anche tra prodotti comparabili e anche sullo stesso prodotto, in Paesi diversi“, possono esserci “enormi differenze” di prezzo, che la multinazionale, mediante le pratiche anticoncorrenziali descritte, cercava di conservare, a beneficio del conto economico.

La Germania legalizza la cannabis

Legalizzato a scopo ricreativo il trasporto di 25 grammi più 3 piante in casa.
Ora è il più grande Paese dell’Ue ad averlo fatto.

La Germania, a lungo conosciuta come uno dei Paesi più conservatori d’Europa, questa settimana è diventato il più grande Paese dell’Ue a legalizzare la cannabis a scopo ricreativo, nonostante la forte opposizione di alcuni politici e di varie associazioni mediche.

Come riporta Euronews Italiano, i maggiori di 18 anni possono ora trasportare 25 grammi di cannabis essiccata e coltivare fino a tre piante di marijuana a casa.

Il cambiamento significa che la Germania ha ora alcune delle leggi sulla cannabis più liberali in Europa, simili a quelle di Malta e Lussemburgo, che hanno legalizzato l’uso ricreativo rispettivamente nel 2021 e nel 2023.

In Europa i Paesi Bassi sono famosi per le loro politiche tolleranti sulle droghe, anche se di recente hanno adottato un approccio più severo per contrastare il turismo della cannabis: per turisti, infatti, non sarà così facile acquistare la cannabis in Olanda.