Peskov: la rinuncia al gas russo peserà sull’economia Ue

Il portavoce del Cremlino: l’Europa dipenderà da un gas che costa molto di più, perdendo leadership nell’economia.

La rinuncia della Ue al gas russoaccelererà solo il processo già in atto negli ultimi anni di perdita del potenziale di leadership dell’economia europea“.

Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Significa – ha affermato il portavoce, citato dall’agenzia Interfax poi ripresa da Ansache l’Europa dipenderà da un gas che costa di più, e a volte molto di più, rispetto al gas russo. In questo modo l’Europa si condanna a fonti di energia molto più costose, il che inevitabilmente porterà a conseguenze per l’economia europea e a una diminuzione della competitività dell’Europa“.

Lavrov: La Russia non ha nessuna intenzione di attaccare un Paese Nato

Mosca si dice anche pronta a dare garanzie ma la Francia crea tensioni e va verso l’invio di 2.000 soldati in Ucraina.
Parolin: coinvolgere la Cina per la pace.

La Russia non ha nessuna intenzione di attaccare un Paese Nato e il ministro degli Esteri Lavrov dice che Mosca è pronta a dare precise garanzie al riguardo.

Intanto, come riporta Tgcom24, il segretario di Stato della Santa Sede Parolin preme sul coinvolgimento della Cina per la pace.

Il tutto mentre il colosso petrolifero Lukoil venderà le sue attività all’estero dopo le sanzioni e Viktor Orban torna ad attaccare l’Unione europea dicendo che “non conta nulla” e che Donald Trump sbaglia su Putin.

Il presidente Usa ha dichiarato che l’annuncio di Vladimir Putin di un test di un missile da crociera a propulsione nucleare non era “appropriato” ed il Cremlino ha replicato dicendo che “Per noi prevalgono i nostri interessi nazionali“.

Ad agitare le acque, però, ci pensa la Francia che è pronta ad inviare 2.000 soldati in Ucraina.

Zelensky: o Putin ferma la guerra o i funzionari del Cremlino si cerchino rifugi antiaerei

Il presidnete ucraino minaccia quello russo: ho il sostegno di Trump per attaccare obiettivi russi”.
Poi aggiunge: finita la guerra non mi ricandiderò.

Volodymyr Zelensky ha dichiarato ad Axios che, se la Russia non porrà fine alla guerra, i funzionari che lavorano al Cremlino dovrebbero assicurarsi di sapere dove si trova il rifugio antiaereo più vicino.

Zelensky, come riporta Tgcom24, ha detto di aver fatto una richiesta particolare a Trump: un nuovo sistema d’arma che costringerebbe Vladimir Putin a sedersi al tavolo dei negoziati.

Abbiamo il sostegno del presidente Usa per attaccare obiettivi russi“, ha detto ancora.

Il presidente ucraino ha poi continuato dicendo che non intende guidare il Paese in tempo di pace: “Il mio obiettivo è porre fine alla guerra“, non continuare a candidarmi, ha affermato.

Russia: Putin vince con l’88% dei consensi

Stampa e politici occidentali attaccano la vittoria ma si rendono ridicoli da soli.
Russia più compatta che mai: è forse proprio questo a generare invidia.

Vladimir Putin si conferma Presidente della Federazione Russa. E lo fa con percentuali bulgare che sono l’ennesimo plebiscito di un leader amato dal suo popolo.

Putin, infatti, è stato rieletto con quasi l’88% dei consensi e, mentre dal lato dell’Ue e degli Usa c’è chi etichetta le elezioni come “irregolari”, altri leaders mondiali si complimentano con lui.

Corea del Nord, Cuba e Venezuela sono stati forse i primi a congratularsi col rieletto presidente e lo hanno fatto con frasi importanti. “straordinaria vittoria”, “congratulazioni per la vittoria e la partecipazione democratica”, “chiaro segno del riconoscimento della sua amministrazione da parte del popolo russo”.

Testate Occidentali pubblicano un video in cui si prova ad accusare il leader russo di aver manipolato le elezioni, ma sono proprio loro stesse a definire il video “non verificabile: risulta curioso come sia possibile pubblicare notizie ammettendo che non si sa siano delle fake news o meno.

Il tutto, inoltre, senza dimenticare gli scandali delle elezioni Usa o quando alcuni leader politici vengono messi a capo di nazioni Ue senza passare per elezioni democratiche; insomma, come diceva Dante, “Un bel tacer non fu mai scritto”.

Ancora, stampa e politici occidentali insinuano che la Russia sia un Paese con delle fratture interne; in questo caso, se un Paese che vota compatto per l’88% ha delle fratture interne, non osiamo pensare in che condizioni possano versare gli altri Stati in giro per il mondo.

Quello che Putin è riuscito a fare per il suo Paese sembra un lontano ed opaco miraggio per l’Ue, la Nato e l’Occidente in generale che provano in tutti i modi ad imporre (spesso con buona pace della democrazia) le proprie politiche, ottenendo infatti un sempre crescente scontento interno.

Danimarca: chiusa inchiesta su esplosioni Nord Stream

Anche la Svezia aveva chiuso le indagini mentre si aspettano quelle tedesche.
Mosca: assurdo; si riconosce il sabotaggio ma non si fanno indagini.

La Danimarca ha chiuso le indagini sulle esplosioni del 2022 nei gasdotti Nord Stream che trasportano il gas russo in Germania, dopo che anche la Svezia aveva chiuso la propria inchiesta.

Lo ha comunicato oggi la polizia danese, come riporta Reuters.

I gasdotti Nord Stream 1 e 2 che trasportano gas sotto il Mar Baltico sono stati danneggiati da una serie di esplosioni in Svezia e Danimarca a settembre 2022, rilasciando grandi quantità di metano nell’aria.

Le esplosioni sono avvenute sette mesi dopo che la Russia ha avviato un’operazione in Ucraina, che ha innescato una serie di sanzioni economiche e finanziarie occidentali contro Mosca.

In un comunicato della polizia di Copenaghen si legge quanto di seguito:

Le indagini hanno portato le autorità a concludere che c’è stato un sabotaggio intenzionale dei gasdotti. Tuttavia, si ritiene che non ci siano basi sufficienti per portare avanti una causa penale in Danimarca“.

All’inizio del mese la Svezia ha chiuso l’inchiesta sulle esplosioni, affermando di non avere giurisdizione sul caso, ma ha consegnato prove agli investigatori tedeschi, che non hanno ancora pubblicato alcun risultato.

Il governo tedesco è ancora “molto interessato” a scoprire le cause delle esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream, ha detto un portavoce a Berlino.

L’anno scorso, la Germania ha detto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di aver rilevato tracce di esplosivi sottomarini su uno yacht che potrebbe essere stato usato per trasportare gli esplosivi e che sommozzatori addestrati potrebbero aver fissato gli esplosivi alle condutture.

La Russia e l’Occidente, ai ferri corti per lo scontro in Ucraina nel febbraio 2022, si sono accusati a vicenda per l’esplosione dei gasdotti.

Entrambe le parti hanno negato qualsiasi coinvolgimento e non si sono assunte la responsabilità.

Oggi il Cremlino ha dichiarato che la situazione delle indagini è “quasi assurda” con il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha dichiarato:

Da un lato si riconosce un sabotaggio deliberato, dall’altro non ci sono ulteriori progressi“.

Lo stesso ha poi aggiungendo che la Danimarca ha respinto le richieste di fornire informazioni sulle sue indagini.