Atterrato in Libano il generale Figliuolo

Sarà a capo del Comando operativo di vertice interforze dello Stato maggiore della difesa.

È atterrato poco fa a Beirut, in Libano, il generale Francesco Figliuolo.

Il suo ruolo, come riporta Ansa, è di essere a capo del Comando operativo di vertice interforze dello Stato maggiore della difesa.

Durante la sua visita, Figliuolo incontrerà i militari italiani schierati nel sud del Libano, nell’ambito della missione Onu (Unifil), e quelli della missione bilaterale in Libano (Mibil) schierati a Beirut.

Paesi più sanzionati al mondo: ecco la classifica

La lista dei primi 7 Stati per sanzioni attive.
Gli Usa quelli che emettono più sanzioni.

È un tema vecchio ma che il conflitto tra Ucraina e Russia ha riportato all’ordine del giorno tra interessi e curiosità, oltre che aver fatto aggiornare la classifica.

Ma quali sono, ad oggi, i Paesi più sanzionati al mondo? Il The Daily Digest ci fornisce alcuni dati, stilando la classifica dei primi sette Stati al mondo.

Le informazioni sono aggiornate mensilmente e provengono da una serie di fonti governative e non governative, costituite da circa 900 elenchi di controllo o autorità emittenti; questi dati interessano oltre 200 nazioni diverse.

Al settimo posto troviamo il Venezuela con 747 sanzioni.

Sesto in classifica il Myanmar che arriva a contare 908 sanzioni, mentre si piazza quinta la Bielorussia, con 1.417.

Al quarto posto della lista creata dagli analisti di Castellum.AI c’è la Corea del Nord, con 2.152 sanzioni attive.

La Siria è invece il terzo Paese più sanzionato, con un totale di 2.803 sanzioni. A settembre 2020, il Carter Center segnalava che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro la Siria fin dagli anni Settanta.

Stando sempre ai dati di Castellum.AI, l’Iran aveva ricevuto un totale di 3.616 sanzioni prima del 22 febbraio 2022. A settembre 2023, l’Iran ne aveva subite un totale di 4.645 che le garantivano (per così dire) il primato.

Le sanzioni, che la vedono ora al secondo posto, arrivano da Stati Uniti, Nazioni Unite, Unione Europea e Paesi come Australia, Canada, India ed Israele.

Dal 2014 la Russia ha subito 17.854 sanzioni, la maggior parte delle quali è entrata in vigore dopo il conflitto in Ucraina, con Mosca che aveva 2.695 sanzioni prima della guerra e 15.159 dopo febbraio 2022.

Ad aver emesso il maggior numero di sanzioni contro la Russia (3.950) sono gli Stati Uniti, seguiti dal Canada che ne ha emesse 3.105. Ma anche l’Australia, il Giappone, il Regno Unito, la Francia e l’Unione Europea sono stati tra i principali emittenti.

Sorprendentemente, la Svizzera è il terzo Paese ad aver imposto il maggior numero di sanzioni contro la Federazione Russa dal 2014.

Ungheria: no a sanzioni contro Mosca. Ucraina mente sul grano

Le sanzioni fanno più danni all’Europa che alla Russia.
L’accordo è che il grano possa transitare, non un commercio bilaterale.

Nuove sanzioni contro Mosca non sono necessarie, perché “causano più danni all’Europa che alla Russia“.

A dirlo è il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, in un’intervista alla Tass dopo aver incontrato a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, il collega russo Sergei Lavrov, nel corso della quale ha parlato anche della questione delle forniture di grano ucraino ai Paesi dell’Europa centrale, tema caldo degli ultimi giorni specie tra Ucraina e Polonia, ma che ha coinvolto anche Ungheria, Slovacchia ed Ue in generale (approfondimento ai link1 e link2):

Se il grano ucraino inizia a diffondersi nei Paesi dell’Europa centrale, distruggerà sicuramente i mercati agricoli. Per non parlare dei nostri agricoltori, che ovviamente dobbiamo proteggere“.

Szijjarto, come riporta Adnkronos, ha poi ha ribadito la disponibilità di Budapest a garantire il libero transito del grano ucraino attraverso il suo territorio, perché questo era quanto previsto dagli accordi di ‘solidarietà’ con Kiev:

A quanto mi risulta, l’Ucraina preferirebbe distribuire il grano in Europa centrale, ma l’accordo originale non riguardava questo: l’autorizzazione al transito, e non al commercio bilaterale“.

Szijjarto ha infine ricordato che le risorse energetiche dell’Ungheriadipendono in larga misura dalle forniture della Russia” e che Mosca ha garantito la continuazione delle forniture di petrolio e gas al Paese durante l’incontro con Lavrov a New York.

Un tema che sarà al centro della Settimana dell’energia russa, che si terrà a Mosca a metà ottobre, ed alla quale sarà presente lo stesso Szijjarto, che, secondo la Tass, ha già in agenda un incontro anche con il vice premier Alexander Novak.

Erdogan contro Onu e Ue su Cipro

“Inaccettabile” il comportamento dei caschi blu.
Il presidente turco critica anche le dichiarazioni Ue.

l presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito “inaccettabile” il comportamento delle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite a Cipro, in riferimento al blocco dei lavori da parte turco cipriota, non autorizzati, per la costruzione di una strada in una zona cuscinetto nei pressi di Pyla/Pile.

I Caschi blu, stando a quanto riporta Ansa, avevano denunciato di essere stati aggrediti dai civili, con danni ai loro veicoli.

Impedire ai turco ciprioti che vivono a Pile di raggiungere la propria patria non è né legale né umano“, ha detto Erdogan, citato da Anadolu, condannando anche le “dichiarazioni infelici” da parte dell’Ue sulla questione.

Etiopia: l’Onu sospende gli aiuti alimentari

20 milioni i bisognosi di assistenza.
Anche “USAid” alle prese con una revisione nazionale degli aiuti.

Il Programma alimentare mondiale (Pam) ha sospeso la sua assistenza di cibo in Etiopia a causa dei continui dirottamenti da parte dei gruppi armati.

Sono ancora circa 20 milioni gli etiopi bisognosi di aiuti alimentari, come riporta Avvenire.

Cindy McCain, a capo dell’organizzazione, è intervenuta come di seguito:

Siamo organizzando tutte le tutele e i controlli. Vogliamo garantire l’assistenza alimentare umanitaria per le persone vulnerabili”.

L’annuncio arriva il giorno dopo che anche l’Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (USAid) ha affermato di mettere in atto una “revisione nazionale” degli aiuti.

L’assistenza nutrizionale a bambini e donne incinte, invece, continuerà.