La Cgil scende in campo. E lo fa contro il govenro Meloni.
Giovedì 17 novembre, precisamente alle ore 12:09, a circa 53mila studenti dell’Università di Firenze arriva una mail.
Il mittente è la Cgil e l’oggetto è il seguente: “Mobilitazione studentesca 18 novembre: i precari università a fianco degli studenti”.
È l’evento che, come riporta “Il Giornale”, verrà battezzato come il “No Meloni day” e che avrebbe dovuto coinvolgere migliaia e migliaia di studenti da Nord a Sud per protestare contro le politiche del nuovo esecutivo in materia di scuola e precariato.
In realtà, la partecipazione non è stata in linea con le attese ed evidentemente è servita a poco anche l’ambigua chiamata alle armi del sindacato.
Perché quello che è arrivato nella posta elettronica istituzionale di tutti gli iscritti all’ateneo non si può chiamare diversamente.
La mail recita:
“A Firenze appuntamento alle ore 9 al presidio sotto la sede della Regione Toscana in Piazza Duomo, 10”.
E poi via con una serie di critiche al “cambio di governo con l’insediamento dei ministri Bernini e Valditara al Mur e al Mi”.
Chiara La Porta, deputata di FdI, dichiara quanto di seguito:
“Presenteremo una interrogazione al ministero, anche perché non è la prima volta che succede una cosa del genere”.
Sulla stessa linea Nicola D’Ambrosio, presidente di Azione Universitaria:
“Ci sono arrivate segnalazioni tempo fa anche da Siena e da Padova. Non possiamo nemmeno escludere che la sigla sindacale abbia avuto accesso anche a ogni singola mail”.
In diverse chat dei vari corsi universitari serpeggiano stupore, rabbia ed incredulità: c’è chi si chiede come sia possibile che un sindacato abbia ottenuto quell’indirizzo istituzionale, c’è chi invoca il diritto alla privacy e chi parla di talpe tra gli addetti ai lavori. Oleg Bartolini, dirigente di Azione universitaria Firenze, e Matteo Zoppini, membro esecutivo nazionale di Azione universitaria, affermano infatti quanto di seguito:
“Noi non abbiamo manifestato il nostro consenso a ricevere questo tipo di comunicazioni. Abbiamo chiesto chiarimenti alla Cgil e anche alla rettrice ma ancora non hanno risposto”.