Brexit-Irlanda del Nord: accordo fallirà senza cambio governance

Servono nuove disposizioni per regolare il commercio con l’Irlanda del Nord dopo la Brexit.
In settimana nuove proposte da parte dell’Ue.

Il portavoce di Boris Johnson, primo ministro britannico, ha fatto sapere che l’accordo tra Gran Bretagna ed Unione europea che regola il commercio con l’Irlanda del Nord ha bisogno di nuove disposizioni di governance.

Più precisamente, riferendosi al protocollo dell’Irlanda del Nord, le sue parole sono state le seguenti:

“Senza nuovi accordi sulla governance, il protocollo non avrà mai il sostegno di cui ha bisogno per sopravvivere.

Nel corso di questa settimana l’Ue dovrebbe presentare delle proposte per allentare i controlli sugli scambi commerciale dell’Irlanda del Nord verso l’Irlanda; quest’ultima, stato membro dell’Unione europea.

Sempre entro questa settimana, anche la Gran Bretagna invierà all’Ue un nuovo documento negoziale relativo al protocollo.

Abdulrazak Gurnah Nobel per la Letteratura 2021

È il quinto africano a vincere il premio.
La Francia il Paese più premiato in questo campo.

È Abdulrazak Gurnah, nato nell’isola di Zanzibar in Tanzania ed emigrato in Gran Bretagna quando aveva 18 anni, il vincitore del premio Nobel per la Letteratura 2021.

È il quinto africano a vincere il medesimo premio e la motivazione annunciata dall’Accademia di Svezia è la seguente:

Per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti.

A detenere il primato dei premi Nobel per la Letteratura è, al momento, la Francia: i transalpini ne vantano ben 15.

Seguono a ruota gli Stati Uniti con 13 vincitori ed il Regno Unito con 12 premi Nobel.

Israele, studio: Pfizer perde 30% efficacia su variante Delta

È forse il Paese più vaccinato al mondo ma torna verso le restrizioni.
Il 40% dei nuovi contagi sono vaccinati. Legame tra vaccini imperfetti e nuove varianti?

(Foto da internet)

Israele, il Paese forse più vaccinato al mondo, sta tornando verso le restrizioni di inizio pandemia.

Il 40% dei nuovi contagi è vaccinato (approfondimento al link) ed i dati diffusi dal ministero della Sanità israeliana in un’analisi dell’infezione in un Paese dove la vaccinazione di massa è avvenuta in maniera esclusiva con quel tipo di immunizzazione.

Uno studio nazionale, riportato da Ansa e Huffpost, mette in evidenza che il vaccino Pfizer è “in maniera significativa” meno efficace nel prevenire la diffusione della variante Delta.

Si ritiene che il vaccino riduca i casi seri e le ospedalizzazioni, ma la protezione cala del 94,3% al 64%, perdendo dunque il 30% di efficacia.

Nel ribadire la validità del vaccino, le autorità sanitarie segnalano però che anche nel combattere i casi seri e le ospedalizzazioni, l’efficacia è passata dal 98,2% dello scorso maggio al 93% di giugno.

In Israele, il 90% dei nuovi casi è dovuto alla variante Delta.

Un altro studio americano-britannico, sostiene che i vaccini imperfetti rendano il virus più resistente ed aggressivo (approfondimento al link): potrebbe forse essere questa la causa delle nuove varianti che sfuggono ai vaccini, visto che sono presenti maggiormente nei Paesi più vaccinati (Regno Unito, Israele ed India)?

Vaccino: altra sconfitta dell’Ue

Pachidermica negli aiuti economici, priva di solidarietà ed ora sconfitta sui vaccini.
L’Unione si conferma un macchinoso carrozzone burocratico privo di efficacia.

Un piano di aiuti economici fatto di soli slogan, mentre da altre parti si stampava moneta per farla entrare direttamente nei conti correnti dei cittadini. Le liti del premier olandese e dei Paesi del Nord per non dare soldi all’Italia ed agli Stati in maggiore difficoltà per la pandemia da Covid-19, un virus che mette a nudo il vero funzionamento dell’Ue, ovvero un’unione finanziaria voluta e gestita dall’asse franco-tedesco (approfondimento al link).

Ora anche i vaccini.

Lo smacco più grande, aldilà del confronto internazionale, arriva proprio dentro i confini europei: Regno Unito e Serbia sono, infatti, i primi due Paesi in Europa per numero di vaccini effettuati in rapporto alla popolazione.

Entrambi, non fanno parte dell’Unione europea.

Stando ai dati di “Our Wolrd in Data” e riportati anche su “Ansa”, elaborati ed aggiornati al primo febbraio, vediamo quanto di seguito: Regno Unito 14.42 (dosi per 100 abitanti), Serbia 6.43, Romania 3.75, Slovenia 3.67, Lituania 3.52, Italia 3.36 Polonia 3.25, Ungheria 3.23) e Germania 2.95.

La Serbia, nello specifico, ha iniziato le vaccinazioni il 24 dicembre, anticipando l’Ue, ed utilizza tre tipi di vaccino: l’americano Pfizer, il russo Sputnik V ed il cinese Sinopharm.

Non solo. La Serbia ha anche dato ai suoi cittadini la possibilità di scegliere con quale di questi vaccinarsi.

Auto elettriche: forte spinta da Ford, Jaguar e General Motors

Le case automobilistiche puntano ad una produzione esclusiva entro pochi anni.
Il Regno Unito vieta la vendita di veicoli nuovi interamente a benzina dal 2030.

Ford, gigante automobilistico americano, ha dichiarato di voler produrre esclusivamente auto elettriche entro pochi anni.

La volontà è quella di allontanarsi dai motori a combustione interna inquinanti prima di incombere nel divieto sui veicoli a combustibili fossili.

Più precisamente la data target è il 2030, anno entro il quale la casa automobilistica afferma che due terzi dei suoi veicoli commerciali saranno completamente elettrici o ibridi, e l’investimento che sarà messo in campo a livello globale è pari a circa 20 miliardi di dollari.

Nell’immediato, Ford ha già messo in preventivo 1 miliardo di dollari al fine di convertire un impianto di assemblaggio di veicoli a Colonia (Germania), facendolo diventare il suo primo impianto di veicoli elettrici in Europa. La produzione su larga di veicoli elettrici sarebbe pianificata già per il 2023.

Attualmente Ford sta lavorando con Volkswagen, con la quale ha stretto un’alleanza e collabora tramite una piattaforma per costruire alcuni modelli.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Jaguar-Land Rover: il marchio britannico di proprietà dell’indiana Tata Motors ha infatti dichiarato che le sue auto di lusso a marchio Jaguar saranno solo elettriche entro il 2025 e che non ci saranno più veicoli a benzina dalla metà del prossimo decennio.

Sul tema è intervenuto anche l’AD di Jaguar-Land Rover, Thierry Bolloré:

Nei prossimi 5 anni, Land Rover accoglierà 6 varianti completamente elettriche, la prima delle quali arriverà nel 2024. Durante quella stessa linea temporale, Jaguar avrà subìto una completa rinascita per emergere come un marchio di lusso esclusivamente elettrico.”

Come loro, anche General Motors, che punta ad avere una gamma a emissioni zero entro il 2035.

Per chiudere il cerchio, il Regno Unito ha annunciato il divieto di vendita di auto e furgoni nuovi alimentati interamente a benzina e diesel dal 2030.