L’Ue concederà a Polonia, Austria, Estonia, Bulgaria, Croazia e Repubblica Ceca l’esenzione dal patto migratorio 

Secondo la Commissione Europea questi Paesi stanno già affrontando un problema migratorio, quindi possono essere esclusi dal patto.

All’inizio di novembre la Commissione Europea ha riconosciuto che Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia e Polonia, stanno affrontando una seria situazione migratoria e potranno quindi richiedere un’esenzione totale o parziale dalla cosiddetta quota di solidarietà, inclusa la ricollocazione dei migranti per il prossimo anno, nell’ambito del patto europeo su asilo e migrazione. Il governo polacco ha richiesto un’esenzione totale (approfondimento al link).

Il patto su asilo e migrazione prevede la possibilità di scegliere una delle tre forme di solidarietà con i Paesi dell’UE che affrontano una pressione migratoria: accoglienza di migranti, contributo finanziario oppure supporto operativo.

La decisione finale sull’esclusione di alcuni Paesi dal meccanismo di solidarietà sarà presa dal Consiglio dell’UE con voto a maggioranza qualificata.

L’esenzione sarà valida per un anno. Lunedì la questione del meccanismo di solidarietà sarà discussa anche dai ministri degli interni dell’UE a Bruxelles.

Secondo fonti dell’UE, tra gli Stati membri vi è attualmente consenso sul sostegno agli ultimi due regolamenti sulle procedure di rimpatrio, sul Paese terzo sicuro e sul Paese di origine sicuro, mentre proseguono ancora le negoziazioni sul sostegno alle norme relative ai rimpatri e sull’accordo riguardante il meccanismo di solidarietà.

Come affermano i diplomatici europei, si tratta di un tema politicamente molto delicato, soprattutto perché la solidarietà è percepita in modo diverso nei vari Paesi membri.

Tuttavia, si aspettano che i lavori possano essere conclusi entro la fine dell’anno. Il meccanismo di solidarietà, che fa parte del patto su migrazione e asilo, entrerà in funzione il 12 giugno 2026. 

Ucraina e Grecia firmano un accordo energetico

Si tratta di gas naturale liquefatto americano che partirà dalla Grecia ed attraverserà Bulgaria, Romania e Moldova per arriva in Ucraina.

Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ed il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, alla presenza dell’ambasciatore statunitense in Grecia, Kimberly Guilfoyle, hanno firmato una dichiarazione di intenti tra la greca DEPA Emporia e l’ucraina Naftogaz per la fornitura di gas naturale liquefatto (Gnl) statunitense all’Ucraina attraverso la Grecia.

L’accordo prevede che il gas venga trasportato dal dicembre 2025 al marzo 2026, con l’obiettivo di fornire energia a Kiev durante il prossimo inverno.

Si tratta di un contributo fondamentale alla sicurezza e alla resilienza energetica regionale ed europea, hanno dichiarato fonti governative, aggiungendo che l’infrastruttura energetica critica della Grecia garantisce flussi di gas stabili lungo il Corridoio verticale.

Il gas naturale liquefatto sarà rigassificato a Revithusa e poi importato nel sistema di gasdotti Vertical Corridor.

Dalla fine di ottobre è già stato attivato un prodotto di capacità speciale (“Route 1”) per il trasporto dalla Grecia all’Ucraina. La rotta 1, che ha già ricevuto l’approvazione normativa, parte dal terminale Gnl di Revithoussa.

Gli operatori (DESFA per la Grecia, Bulgartransgaz, Transgaz, VestMoldTransgaz e l’ucraino GTSOU) si sono recentemente coordinati per offrire questo servizio. Come ripoirta Euronews, le gare d’appalto si svolgono su base mensile.

Il gas attraverserà Bulgaria, Romania, Moldova, per poi arrivare in Ucraina, seguendo cioè lo schema dell'”asse orientale” del Corridoio verticale. Il prodotto “Route 1” è stato progettato proprio per questa direzione.

Sei Paesi Ue esentati dal Patto sulle Migrazioni

Il commissario Ue per l’immigrazione: le quote di migranti non sono obbligatorie.
Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Estonia e Bulgaria esentate.
Polonia: dimostra che non facciamo propaganda ma siamo efficaci.

La Commissione Europea ha comunicato che sei paesi dell’Unione Europea possono richiedere l’esenzione dall’obbligo di trasferimento dei migranti nell’ambito del Patto sulle Migrazioni.

Secondo il comunicato, le richieste devono essere presentate al Consiglio dell’UE. La decisione riguarda i paesi che si trovano ad affrontare una forte pressione migratoria: Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Austria e Polonia.

Il primo ministro Donald Tusk, come riporta Polonia Oggi, ha annunciato che la Polonia non accetterà migranti ne pagherà per il loro trasferimento, il che ha va considerato come una conferma dell’efficacia del governo.

Analogamente, il viceministro del Ministero dell’Interno e dell’Amministrazione Maciek Duszczyk ha definito la decisione un “enorme successo”, sottolineando che la Polonia è stata esclusa a causa del numero di rifugiati provenienti dall’Ucraina e della situazione al confine con la Bielorussia.

Il portavoce del governo Adam Szłapka ha aggiunto che questo è un segno di efficacia, non di propaganda.

Il commissario per l’immigrazione Magnus Brunner ha spiegato a Bruxelles che la solidarietà nel quadro del patto è flessibile e il trasferimento non è obbligatorio e i Paesi possono scegliere misure alternative.

La Polonia, come paese sottoposto a forte pressione migratoria, può chiedere al Consiglio dell’UE di escludere totalmente o parzialmente il paese del trasferimento, e la decisione sarà presa a maggioranza qualificata.

La Commissione Europea ha confermato che l’esenzione sarà in vigore per un anno, con un’alta probabilità di proroga.

Il Patto sulle Migrazioni, proposto per la prima volta nel 2020, ha lo scopo di dividere equamente le responsabilità tra gli stati membri e di riformare la politica di asilo dell’Unione Europea.

Ue, agricoltura: Romania leader indiscusso

Al secondo posto la Polonia.
Ecco i dati Eurostat su aziende, impiegati, terreni coltivati e relativi proprietari.

Gli ultimi dati presentati da Eurostat mostrano che la Romania è il leader indiscusso per numero di aziende agricole nell’Ue.

Al secondo posto, come riporta Polonia Oggi, troviamo la Polonia.

Secondo il censimento, in tutta l’UE esistono quasi 9,1 milioni di aziende agricole e quasi un terzo di queste si trova in Romania; mentre la Polonia è al secondo posto con una quota del 14%.

In posizioni più basse si trovano paesi come Italia, Spagna e Grecia.

Il settore agricolo in Romania coinvolge oltre il 20% della popolazione, mentre in Polonia questa percentuale è di circa il 9%.

La Romania si distingue anche per l’elevata percentuale di piccole aziende agricole, che rappresentano il 90% del totale e occupano solo il 23% della superficie coltivabile.

Malta è leader in questa categoria con una quota del 97% di piccole aziende agricole.

In Polonia le piccole aziende agricole occupano il 12% dei terreni agricoli e costituiscono più della metà di tutte le aziende agricole, il che colloca la Polonia all’undicesimo posto nell’UE.

Inoltre, la Polonia ha la più alta percentuale di terreni agricoli posseduti da agricoltori: 75,4%.

A differenza della Polonia, in Bulgaria la maggior parte dei terreni agricoli appartengono allo Stato e solo il 9% direttamente agli agricoltori.

Eurostat sottolinea inoltre che la maggioranza degli agricoltori nell’UE sono uomini (68%), ma la percentuale di donne in questo settore è aumentata dal 26,4% nel 2005 al 31,6% nel 2020.

Polonia leader salariale in Europa

Spingono logistica e produzione.
Inglot: aiuta una politica migratoria ben pianificata per attirare specialisti qualificati.

La Polonia sta emergendo come leader in termini di salari nell’Europa centrale e orientale, offrendo stipendi competitivi nei settori del magazzinaggio e della produzione.

I magazzinieri, come riporta Polonia Oggi, possono guadagnare fino a 1.300 euro lordi (circa 5.600 zloty), una cifra superiore ai valori di Bulgaria, Ungheria e Lettonia.

Nel settore della produzione, invece, lo stipendio medio è di 1.070 euro lordi, anch’esso superiore a quello di Paesi come Romania e Bulgaria.

Secondo gli esperti del Servizio del personale, l’aumento dei salari e la crescente conoscenza della lingua inglese rendono la Polonia un mercato sempre più interessante per i lavoratori stranieri.

Krzysztof Inglot, fondatore di Personnel Service, sottolinea quanto di seguito:

Il basso tasso di disoccupazione e le sfide demografiche ci impongono di attirare gli stranieri e, in termini di salari, questo sta diventando più facile“.

Inglot, inoltre, ritiene che una politica migratoria ben pianificata può aiutare la Polonia ad attrarre specialisti qualificati, che contribuiranno all’ulteriore sviluppo dell’economia e miglioreranno la competitività internazionale.