Erdogan: “Porteremo Netanyahu in tribunale per Rafah”

Il premier ruco paragona quello israeliano a Hitler e a Milosevic.
Poi definisce Israele “uno Stato terrorista”.

Come Turchia, faremo di tutto affinché questi barbari vengano ritenuti responsabili” davanti alla giustizia per i “crimini” che hanno commesso.

Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citando il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo governo e criticandoli per l’attacco contro Rafah.

Durante una conferenza a Istanbul, trasmessa dalla tv di Stato Trt e poi ripresa da Ansa, il leader turco ha paragonato nuovamente Netanyahu a Adolf Hitler e Slobodan Milosevic, aggiungendo che l’attacco di Israele contro un campo profughi a Rafahrivela il volto sanguinoso” del premier israeliano.

Fino a che Netanyahu e la sua rete omicida non riusciranno a spezzare l’eroica resistenza del popolo palestinese, resteranno con le spalle al muro nel loro Paese e cercheranno di prolungare la propria vita politica spargendo altro sangue ma presto si renderanno conto che questo non serve a nulla“, ha aggiunto il leader turco, chiamando nuovamente Israeleuno Stato terrorista” e definendo il raid contro il campo profughi di Rafahun massacro“, sottolineando che “ha avuto luogo dopo l’appello della Corte internazionale di Giustizia a fermare gli attacchi“.

Qualità della vita: ecco le migliori e le peggiori città

La classifica della soddisfazione dei cittadini.
Meglio le città piccole. Ultima in classifica una città italiana.

Arriva la sesta edizione del Rapporto 2023 sul qualità della vita nelle città europee.

Il sondaggio è stato pubblicato per la prima volta nel 2007 e, come riporta Il Sole 24 Ore, misura la percezione dei cittadini di 83 centri urbani maggiori (di cui sei italiani: Palermo, Napoli, Roma, Bologna, Torino e Verona) distribuiti in Europa (incluso il Regno Unito) o affacciati sul Mediterraneo, attraverso interviste effettuate nell’aprile del 2023ad un campione di 71.153 persone.

A differenza di altre indagini, come ad esempio proprio quella de Il Sole 24 Ore inerente alla qualità della vita nella province italiane, non raccoglie informazioni statistiche oggettive ma rileva l’opinione soggettiva dei cittadini in relazione a determinati aspetti della propria vita.

i risultati, quindi, fotografano il livello di soddisfazione percepita dai cittadini.

Ne emergono i seguenti due podi: le migliori sono Groningen (terza con un gradimento di 95,52%), Copenhagen (seconda con un gradimento pari al 95,72%) e Zurigo (prima con un gradimento del 97,08%); le peggiori, invece, sono Atene (terzultima con un gradimento del 64,97%), Istanbul (penultima con un gradimento pari al 64,86%) e Palermo (ultima con un gradimento del 62,03%).

Grande differenza di punteggio anche tra centri urbani della stessa nazione con, ad esempio, Verona che vede un gradimento dell’89% e Palermo del 62%.

Le maggiori diminuzioni rispetto alla precedenza classifica sono state registrate a Londra (-8%), Vienna, Bologna e Miskolc (tutte -6%).

Gli incrementi maggiori, invece, sono stati quelli registrati da Belgrado (+6%), Skopje (+4%) e Liegi (+3%).

Ancora, si nota che l’89% delle persone che vivono in città con meno di 250.000 abitanti sono soddisfatte, mentre la media scende all’86% di soddisfazione per le città intermedie. Tutte le grandi città (5 o più milioni di abitanti come Madrid, Parigi, Londra, Ankara ed Istanbul) presentano un livello di soddisfazione sotto la media.

Renault: si lavora per dimezzare il costo delle auto elettriche

Senard: “Se i cinesi producono a costi più bassi perchè non dovremmo essere in grado di farlo anche noi?”.


Renault ha annunciato un piano che mira a dimezzare il costo industriale di produzione di un veicolo elettrico entro il 2027 e a ridurre del 30% quello di un veicolo con motore a combustione.

Il piano, denominato “Re-Industry” come spiega un comunicato stampa riportato da AGI, punta ad assemblare una Renault 5 in meno di nove ore nello stabilimento di Douai, nel nord della Francia, a ridurre i tempi di sviluppo dei veicoli da tre a due anni, ad accelerare il rinnovamento delle gamme Renault, Dacia e Alpine.

Il presidente del gruppo Jean-Dominique Senard ha dichiarato a BFMTV quanto di seguito:

Non abbiamo molta scelta: per abbassare i prezzi, dobbiamo abbassare i costi. I cinesi sono in grado di produrre a costi di produzione inferiori, quindi perchè non dovremmo essere in grado di fare lo stesso?“.

Per raggiungere questo obiettivo, oltre alla creazione della filiale elettrica Ampere, il gruppo vuole “accelerare ulteriormente la digitalizzazione del sistema industriale” e rafforzare “le competenze dei team“.


In particolare, Renault vuole sviluppare il suo “Metaverse“, che riunisce le postazioni di lavoro e quelle dei suoi fornitori e consente un’analisi dettagliata dei dati di produzione.


Secondo l’azienda, questo sistema ha già permesso al gruppo di risparmiare 270 milioni di euro entro il 2023, in particolare grazie alla manutenzione predittiva degli impianti.


La casa automobilistica prevede inoltre di aumentare da 300 a 3.000 il numero di applicazioni operative di intelligenza artificiale nelle fabbriche, per garantire, ad esempio, la conformità dei pneumatici e la tracciabilità del loro montaggio.


Nel corso di una conferenza stampa, Renault ha anche annunciato la produzione di quattro nuovi modelli entro il 2027 nello stabilimento di Bursa, vicino a Istanbul, che produce la piccola Renault Clio. Thierry Charvet, direttore industriale e della qualità del gruppo, ha sottilenato:


L’obiettivo è capitalizzare i nostri punti di forza, fare molto più rapidamente ciò che già facciamo bene e spingere l’intero sistema industriale verso la massima eccellenza reinventandolo“.


Gli ha fatto poi eco Senard:


In questo modo saremo in grado di produrre in Europa veicoli perfettamente compatibili con la concorrenza internazionale“.


Tre anni dopo aver annunciato la perdita di 15.000 posti di lavoro in tutto il mondo, il presidente di Renault ha sottolineato che il gruppo sta assumendo in Francia.


La casa automobilistica ha dichiarato di aver ridotto il consumo energetico dei suoi siti industriali del 20% dal 2019 e di puntare a un ulteriore risparmio del 20% entro il 2025.


Ancora, la casa automobilistica vuole raggiungere quella che definisce la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2025 nel suo impianto ElectriCity nel nord della Francia, che dovrebbe produrre 500.000 veicoli elettrici all’anno.


L’azienda punta inoltre alla neutralità delle emissioni di carbonio a partire dal 2030 per i suoi siti in Europa, in particolare attraverso l’uso di energie rinnovabili.


New York times: Inter piena di debiti

“Squadra vecchia e club più indebitato d’Italia”.
Passività per 931 milioni di dollari dall’ultimo bilancio: vicina la cessione del club.

L’Inter è in finale di Champions League ma è “una squadra vecchia” e soprattutto “un club pieno di debiti“.

Il New York Times analizza in maniera spietata la salute, finanziaria in particolare, della società nerazzurra, alla vigilia della finale di Champions League in programma domani a Istanbul contro il Manchester City di Pep Guardiola.

Il quotidiano, ripreso da Adnkronos, osserva quanto di seguito:

L’Inter è il club più indebitato d’Italia. In base agli ultimi bilanci pubblicati, le sue passività totali ammontano a circa 931 milioni di dollari. Negli ultimi due anni, per i quali sono disponibili informazioni, ha registrato perdite per quasi 430 milioni di dollari, che ormai da anni si trova in una sorta di crisi finanziaria, a causa dell’impatto combinato della pandemia di coronavirus, della diminuzione del sostegno dello Stato cinese agli investimenti nel calcio europeo e, soprattutto, dei problemi di Suning“.

Nell’analisi si afferma anche che “nel 2021, il gruppo Suning ha dovuto accettare un salvataggio da 1,36 miliardi di dollari, finanziato in parte dal governo locale, per far fronte all’aumento vertiginoso dei debiti. Lo stesso anno ha chiuso definitivamente il suo club cinese, lo Jiangsu Suning“.

Il quotidiano, delineando il quadro, ricorda che la proprietà “ha ottenuto un prestito di 294 milioni di dollari da Oaktree Capital, una società di gestione patrimoniale con sede in California“.

Il prestito è in scadenza a maggio 2023, scrive il Nyt, affermando che “con gli interessi, la somma totale da rimborsare è di circa 375 milioni di dollari” e delineando uno scenario che dovrebbe portare alla cessione del club.

Turchia: diversi Stati Nato vogliono che guerra Russia-Ucraina continui

Cavusoglu: lo vogliono anche Paesi europei, non solo gli Usa.
Il Ministro attacca anche la Grecia e parla del giacimento di gas scoperto.

Diversi Stati della Nato vogliono che il conflitto tra Russia ed Ucraina continui.

Il Ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato martedì che diversi Stati membri dell’Alleanza Atlantica, non solo gli Stati Uniti, vogliono che la guerra tra Russia e Ucraina continui.

C’è chi ha voluto sabotare l’accordo sul grano. Ma non sono gli Stati Uniti:

Il contributo di Washington è stato la rimozione delle restrizioni all’esportazione di fertilizzanti russi, lo sblocco dei porti, (la rimozione delle restrizioni) sulle operazioni bancarie“.

Il ministro degli Esteri turco ha inoltre spiegato, durante un’intervista al canale Haber Global, che 33 navi hanno già lasciato l’Ucraina grazie all’accordo di protezione firmato il mese scorso a Istanbul tra Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite.

Nella prima mattinata di martedì, il Ministero della Difesa nazionale ha riferito sul suo account ufficiale di Twitter che un’altra nave era partita dal porto ucraino di Chernomorsk e ha affermato che tre navi provenienti dall’Ucraina e tre dirette in Ucraina sarebbero state ispezionate martedì.

Le navi stanno attraversando il Mar Nero per raggiungere lo stretto del Bosforo in Turchia, dove un centro di coordinamento congiunto a Istanbul, che comprende rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Ucraina, della Russia e della Turchia, sta controllando le navi che entrano in Ucraina per assicurarsi che non trasportino armi o attrezzature da combattimento.

Non solo.

Come riporta “News 360”, il ministro degli Esteri turco ha anche sottolineato durante l’intervista che la Greciaviola i diritti dei cittadini turchi nella Tracia occidentale (parte europea della Turchia)“, così come lo status delle isole del Mediterraneo.

Aggiungendo che la parte turca negli ultimi due anni ha salvato 41.000 persone, Cavusoglu ha dichiarato quanto di seguito:

La Grecia dovrebbe abbandonare queste politiche. Se collaborano, non devono calcolare i loro guadagni e le loro perdite“.

La Grecia ha accusato la Turchia di attività “illegali” di prospezione ed esplorazione di idrocarburi al largo di diverse sue isole. Tuttavia, il governo turco respinge le accuse e sostiene che le acque in cui si sta perforando il gas in via sperimentale appartengono alla piattaforma continentale turca.

Le autorità turche accusano inoltre Atene di condurre manovre militari legate alla NATO e a Paesi terzi sulle isole demilitarizzate, cosa vietata dal Trattato di Losanna del 1923 e dal Trattato di Parigi del 1947. Le autorità greche sostengono che i militari si trovano nell’area per impedire alle navi turche di avvicinarsi alle coste greche.

Cavusoglu ha anche commentato la scoperta di un pozzo di gas vicino all’isola di Cipro (approfondimento al link):

Anche la nostra piattaforma continentale la attraversa. Non permettiamo loro di entrare nella nostra piattaforma continentale in questo modo. La soluzione nel Mediterraneo orientale è un’equa ripartizione delle entrate. Abbiamo fatto le necessarie notifiche sia alle Nazioni Unite che all’Unione Europea su questo tema“.