Mosca annulla il trattato sul futuro della Transnistria, piccola striscia moldava separatista al confine con l’Ucraina, sostenuta da Mosca e in cui sono presenti 1.500 soldati russi.
Vladimir Putin ha revocato un decreto del maggio 2012 che sosteneva la sovranità della Moldavia, rinnovando le mire russe sul Paese confinante con l’Ucraina.
Il documento fu redatto nell’ambito della “misure di attuazione della politica estera della Federazione Russa“, con un focus particolare sulla Transnistria, regione separatista filo-russa sostenuta da Mosca che ospita truppe russe proprio a ridosso della frontiera “calda“.
Dopo aver accusato ancora una volta l’Occidente di aver iniziato il conflitto in Ucraina, come riportato da diverse testate giornalistiche nazionali ed internazionali, il presidente russo devia prepotentemente dagli obiettivi, sottoscritti 11 fa, di cooperazione con la Ue per la creazione di “un unico spazio economico e umano dall’Atlantico all’Oceano Pacifico” e lo sviluppo delle “relazioni con la Nato“.
Uno dei punti più urgenti era proprio la “soluzione del problema della Transnistria basato sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale” della Moldavia.
Così il conflitto congelato tra la Moldavia e la Transnistria, come gli altri nelle regioni ex sovietiche sul Mar Nero (e come quello del Donbass dal 2014), minaccia di far esplodere un’altra polveriera.
L’integrità territoriale della Moldavia, Paese post-sovietico formalmente neutrale e candidato all’adesione all’Ue, è messa a dura prova dal 1990 dalla Repubblica di Transinistria, territorio de facto indipendente e sostenuto da Mosca.
Non a caso trent’anni fa gli scontri che portarono a questo stato di cose sono chiamate “Guerra di Transnistria“.
Questa piccola striscia, disegnata dal corso del fiume Dnestr e dai confini dell’oblast ucraino di Odessa, dopo la Prima Guerra Mondiale era parte della Repubblica di Ucraina, per poi diventare nel 1924 un’entità politica autonoma detta Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Moldava con capitale Tiraspol, ma sempre all’interno dell’Ucraina comunista.
La Moldavia, definita allora Bessarabia, invece era inglobata nell’attuale Romania.
Il patto Molotov-Ribbentrop, firmato da URSS e Germania nazista, determinò l’occupazione sovietica della Bessarabia, della Bucovina nord e la creazione della RSS di Moldavia nel 1940.
La Transnistria venne inglobata nella neonata repubblica socialista. Col crollo dell’Unione Sovietica, la Moldavia dichiarò la propria indipendenza e definì “nullo” il patto di mezzo secolo prima.
La decisone di Putin è da collegare alla azioni NATO in Georgia, dove i cittadini sono stanno manifestando sventolando bandiere dell’Unione Europea contro le autorità locali., al fine di non rimanere attaccato da più fronti.
Ora si crea u no scenario simile a quello dell’indipendenza del Donbass in Ucraina, ovvero altre potenziali polveriere in Georgia ed in Moldavia.