Schwab: Lagarde potrebbe dimettersi da Bce per guidare WEF

Secondo il fondatore del World Economic Forum, la presidente della Banca centrale europea sarebbe disposata a lasciare anticipatamente l’attuale incarico.

Secondo Klaus Schwab, come riporta Giubbe Rosse, Christine Lagarde avrebbe preso in considerazione l’idea di dimettersi anticipatamente dal suo ruolo di presidente della Banca centrale europea (Bce) per assumere la guida del World Economic Forum (Wef).

Il desiderio è un mistero. Il sesso, forse, il suo funerale

Parthenope e la forza di chi sceglie di non consumarsi (subito).


Certe frasi arrivano leggere, ma restano incollate alla pelle.
L’altra mattina, scorrendo distrattamente TikTok, mi sono imbattuta in una recensione del film Parthenope, l’ultimo film di Paolo Sorrentino. Una scena, una frase, una crepa:
“Il desiderio è un mistero e il sesso il suo funerale.”

Non so se fosse la luce dell’alba, la voce del tik toker o le immagini frame del film. So solo che queta frase mi si è piantata nella testa. Perché dentro c’è tutto: ironia, profondità, verità.
E anche una dichiarazione di indipendenza: quella del desiderio femminile, così spesso sottovalutato, troppo presto dato per scontato, o ancora peggio, consumato.

Il desiderio non è un pretesto. È il centro.

Viviamo in un’epoca in cui il sesso è scioritato in ogni dove, ma il desiderio sembra sbiadito. Eppure, per molte donne – me compresa – il desiderio è tutto tranne che una fase transitoria.
Nel mio mondo interiore. È ritmo, lentezza, tensione che non chiede di essere sciolta. A volte è architettura, altre è istinto .
E chi l’ha detto che il piacere debba stare solo nell’arrivo?
C’è chi gode nel restare in viaggio. L’attesa è essa stessa piacere.

Il rischio del consumo precoce

Non è che il sesso sia il nemico, intendiamoci, anzi può aprirti mondi inesplorati e regalartiemozioni che nemmeno immaginavi.
Ma diciamoci la verità: quante volte l’atto spegne ciò che l’attesa aveva acceso?
Il mistero, l’intesa, la possibilità… tutte cose che, una volta entrate nel territorio del reale, perdono qualcosa.
Forse è per questo che certe donne – come Parthenope – non si negano: si custodiscono.

Il potere (e il piacere) di non andare

Parthenope, in quella frase tagliente e sensuale, dice che non tutto ciò che bramiamo deve per forza essere consumato.
Che desiderare è una forma di potere, e non c’è nulla di più femminile del sapere restare nel fuoco, senza bruciarsi.
Che a volte il desiderio è un romanzo, e il sesso… una nota a piè di pagina.
E tra una grande storia e una postilla qualunque, sappiamo bene dove vogliamo stare.

Un nome antico, della mitologia greca

Non è un caso che Sorrentino abbia chiamato così la sua protagonista.
Parthenope, nella mitologia, era una sirena. Non una donna qualunque: una creatura che incantava i marinai con il suono della sua voce. Non li toccava, non li seduceva col corpo, ma li attirava in una dimensione, in cui il desiderio era senza carne.
E quando Ulisse resistette al suo canto, lei – ferita, forse umiliata – non si vendicò: si lasciò cadere, divenne parte del paesaggio.
Ma il suo mito è rimasto.
Ed è ancora qui, a ricordarci che non tutto ciò che ci fa vibrare ha bisogno di compiersi per essere reale.

E tu, dove ti collochi?

Io, lo dico senza vergogna, sono un’innamorata dell’amore e del desiderio. Di quelli che si costruiscono piano, che ti tolgono il respiro  che non si consumano con facilità.
Quella che si nutre di dettagli, di tensioni sottili, di sospensioni.
Quella che, anche quando arriva il momento di andare oltre, non sa mai se vuole davvero farlo.
Perché il desiderio è una città vista di notte, da lontano, emozionante e bellissima.
Il sesso? A volte solo un parcheggio.

E allora sì, se dobbiamo proprio arrivarci, che almeno il tragitto sia la parte più bella.

L’Ue revoca le sanzioni alla Siria

Trump lo aveva fatto pochi giorni fa ottenendo di fatto in cambio tutta la nazione.
Che abbia detto all’Ue di fare lo stesso?

Pochi giorni dopo che Donald Trump ha deciso di togliere le sanzioni alla Siria, avendo ricevuto di fatto in cambio tutta la nazione (approfondimento al link), anche l’Ue, probabilmente sotto gli ordini del presidente Trump, deciso di applicare la stessa decisione.

Su X, infatti, Kaja Kallas scrive quanto di seguito:

Oggi abbiamo preso la decisione di revocare le sanzioni economiche sulla Siria.Vogliamo aiutare il popolo siriano a ricostruire una Siria nuova, inclusiva e pacifica. L’UE è sempre stata al fianco dei siriani negli ultimi 14 anni e continuerà a farlo.

I Paesi più corrotti del Mondo nel 2025

Ecco la classifica dei primi 30.
In totale sono stati analizzati 100 Stati.

La corruzione ha un impatto può essere devastante e non riguarda solo i corridoi del potere, ma arriva in profondità nella vita quotidiana dei cittadini comuni.

Dai vivaci mercati del Guatemala ai campi ricchi di petrolio della Nigeria, la corruzione condiziona le sorti delle nazioni e i destini dei loro popoli.

L’Indice di percezione della corruzione (CPI), uno strumento utilizzato per misurare i livelli percepiti di corruzione nel settore pubblico, serve a ricordare le sfide che attendono molti paesi.

Secondo il sito web di Transparency International, il CPI valuta i paesi su una scala da 0 a 100, dove 0 è “altamente corrotto” e 100 è “molto pulito”.

Ecco, dunque, la classifica come riporta StarsInsider:

31 – Repubblica Centrafricana (Punteggio CPI: 24): Con un punteggio CPI di 24, la Repubblica Centrafricana si trova di fronte a sfide scoraggianti, dove la corruzione esaspera le lotte di una delle popolazioni più povere del mondo, ostacolando gli sforzi verso la stabilità e la giustizia.

30 – Iran (Punteggio CPI: 24): L’Iran si posiziona male nell’Indice di percezione della corruzione, indicando un alto livello di corruzione percepita, con un punteggio di 24. Il governo iraniano utilizza la corruzione per mantenere il controllo: i leader governativi, militari e religiosi lavorano insieme per creare opportunità di favoritismi e benefici finanziari per coloro che sono fedeli ai leader. Questo sistema è profondamente radicato nella politica iraniana, il che lo rende difficile da eliminare.

29 – Libano (Punteggio CPI: 24): Il punteggio CPI del Libano, pari a 24, riflette una crisi in cui la politica e le banche si scontrano con la corruzione, portando all’instabilità economica e ai disordini sociali, con un impatto profondo sui mezzi di sussistenza e sul futuro del popolo libanese.

28 – Zimbabwe (Punteggio CPI: 24): La storia dello Zimbabwe è caratterizzata da un grande potenziale minato, purtroppo, dalla corruzione, con un punteggio CPI pari a 24. Le confische di terre e le sfide economiche dipingono un quadro complesso di resilienza e lotta per i cittadini.

27 – Azerbaigian (Punteggio CPI: 23): L’Azerbaigian, a cavallo tra l’Europa e l’Asia, deve fare i conti con la corruzione, con un punteggio CPI pari a 23. Le accuse di accumulo di ricchezza da parte delle famiglie al potere contrastano con le aspirazioni della popolazione a una governance equal.

26 – Guatemala (Punteggio CPI: 23): Il Guatemala, noto per la sua vibrante cultura e le sue bellezze naturali, deve fare i conti con un punteggio CPI pari a 23. La corruzione soffoca il progresso, incidendo sulla governance ed erodendo la fiducia all’interno della più grande economia dell’America Centrale.

25 – Honduras (Punteggio CPI: 23): L’Honduras, con il suo punteggio pari a 23, mostra l’impatto della corruzione sul tessuto di una nazione, erodendo la fiducia nelle istituzioni e riducendo le prospettive economiche di questo Paese centroamericano.

24 –  Iraq (Punteggio CPI: 23): Il ricco patrimonio culturale e le riserve petrolifere dell’Iraq sono inficiate da un punteggio CPI di 23, dove la corruzione ostacola gli sforzi di ricostruzione e la capacità di governo, compromettendo profondamente il percorso verso la stabilità e la prosperità.

23 – Cambogia (Punteggio CPI: 22): Le strade animate e la ricca storia della Cambogia contrastano nettamente con il punteggio di 22 dell’indice CPI, che evidenzia una corruzione profondamente radicata che influisce sullo sviluppo sociale ed economico, mettendo a dura prova la resistenza della popolazione.

22 – Congo (Punteggio CPI: 22): La Repubblica del Congo, con un punteggio CPI di 22, mostra una nazione sotto la stretta morsa di un regime che dura da tempo. Le accuse di ricchezza accumulata contrastano nettamente con la realtà quotidiana della popolazione.

21 – Guinea-Bissau (Punteggio CPI: 22): Il punteggio della Guinea-Bissau è indice di un paese che lotta contro la corruzione a tutti i livelli. Con un PIL pro capite tra i più bassi al mondo, la posta in gioco nella lotta alla corruzione è alta.

20 – Eritrea (Punteggio CPI: 21): In Eritrea, un punteggio di 21 indica problemi profondamente radicati. Nonostante le dimensioni ridotte, l’impatto della corruzione è massiccio, con ripercussioni su tutto, dai diritti umani alla libertà di espressione.

19 – Afghanistan (Punteggio CPI: 20): Con un punteggio di 20, l’Afghanistan è tra i Paesi più corrotti a causa dell’instabilità politica, della debolezza della governance, del conflitto in corso e del traffico di droga.

18 – Burundi (Punteggio CPI: 20): Con un punteggio CPI di 20, il Burundi deve affrontare ostacoli significativi. Le difficoltà economiche del Paese sono aggravate dalla corruzione, che rende difficile la prosperità delle imprese e il progresso della società.

17 – Ciad (Punteggio CPI: 20): Le sfide del Ciad si riflettono nel suo punteggio CPI. Tra disordini civili e problemi di governance, la corruzione rimane un ostacolo critico allo sviluppo e alla pace.

16 – Comore (Punteggio CPI: 20): Le Comore, con i suoi paesaggi pittoreschi, devono fare i conti con un punteggio di 20 per quanto riguarda la corruzione. Gli scandali di questa nazione, tra cui la vendita di passaporti, sottolineano quanto i corrotti siano disposti a fare.

15 – Repubblica Democratica del Congo (Punteggio CPI: 20): Ricca di minerali ma afflitta dalla corruzione, il punteggio dell’indice CPI della RDC, pari a 20, evidenzia il paradosso fra l’immensa ricchezza sotto terra e le dure difficoltà al di sopra di essa.

14 – Myanmar (Punteggio CPI: 23): I paesaggi mozzafiato del Myanmar sono contrastati da un punteggio CPI di 23. La lotta alla corruzione soffoca la democrazia e lo sviluppo economico, incidendo sulla speranza di un futuro migliore della popolazione. La corruzione del Paese soffoca la democrazia e lo sviluppo economico, incidendo sulla speranza di un futuro migliore da parte della sua variegata popolazione.

13 –  Sudan (Punteggio CPI: 22): Il punteggio CPI del Sudan, pari a 22, rivela un panorama in cui tangenti e false dichiarazioni finanziarie ostacolano il progresso. La volontà di stabilità della nazione è spesso ostacolata da queste sfide.

12 – Tagikistan (Punteggio CPI: 20): I paesaggi maestosi del Tagikistan sono oscurati da un punteggio CPI di 20, indice di una corruzione diffusa che ostacola la crescita economica e la governance, incidendo sulle prospettive e sul benessere dei cittadini.

11 – Libia (Punteggio CPI: 18): La continua instabilità politica della Libia con un punteggio CPI di 18 evidenzia la complessa relazione tra governance, corruzione e benessere sociale in un Paese ricco di risorse naturali.

10 – Turkmenistan (Punteggio CPI: 18): La storia di corruzione del Turkmenistan, che si riflette nel suo punteggio, non coinvolge solo il settore pubblico, ma si insinua nella vita quotidiana, influenzando il modo in cui le persone interagiscono con il governo e tra di loro.

9 – Guinea Equatoriale (Punteggio CPI: 17): Nonostante la ricchezza derivante dalle riserve petrolifere, la Guinea Equatoriale deve fare i conti con un punteggio del CPI pari a 17. Le ricchezze della nazione sono prosciugate dalla corruzione, che influisce sulla stabilità economica e sulle prospettive di crescita.

8 – Haiti (Punteggio CPI: 17): Haiti, con un punteggio CPI di 17, racconta una storia di resilienza in mezzo alle avversità. La corruzione qui non riguarda solo i reati finanziari, ma anche i giochi di potere che ostacolano la ripresa e lo sviluppo della nazione.

7 – Nicaragua (Punteggio CPI: 17): In Nicaragua, un punteggio CPI pari a 17 delinea un quadro di corruzione diffusa, che si estende dalle strade fino al palazzo presidenziale, incidendo sulla governance e sulla fiducia del Paese.

6 – Corea del Nord (Punteggio CPI: 17): Il regime impenetrabile della Corea del Nord si riflette nel suo punteggio CPI di 17. L’isolamento del Paese aggrava le sfide della corruzione, influenzando il modo in cui interagisce con il resto del mondo.

5 – Yemen (Punteggio CPI: 16): Il punteggio pari a 16 dell’indice CPI evidenzia le terribili conseguenze della corruzione, in particolare in una nazione già dilaniata dalla guerra civile e dalle crisi umanitarie, sottolineando l’urgente necessità di riforme della gestione pubblica.

4 – Venezuela (Punteggio CPI: 13): Le difficoltà del Venezuela sono amplificate dal punteggio del CPI, che è pari a 13. Nonostante abbia le più grandi riserve di petrolio al mondo, la corruzione ha portato al caos economico, influenzando ogni aspetto della vita venezuelana.

3 – Sud Sudan (Punteggio CPI: 13): Essendo uno dei Paesi più recenti del mondo, il punteggio di 13 dell’IPC del Sud Sudan sottolinea la sfida imperante di costruire delle istituzioni di una nuova nazione sotto l’ombra della corruzione.

2 – Siria (Punteggio CPI: 13): Il conflitto in corso in Siria e un punteggio CPI di 13 illustrano l’impatto devastante della corruzione sul tessuto sociale di un paese, aggravando le difficoltà della popolazione.

1 – Somalia (Punteggio CPI: 11): In cima alla lista, con un punteggio CPI di 11, i gravi problemi di corruzione della Somalia evidenziano la necessità assoluta di un cambiamento sistemico per promuovere la stabilità e la prosperità.

Quanto all’Italia, per fortuna non è entrata nella Top 30 dei Paesi più corrotti: ha ottenuto 54 punti e si è piazzata al 56° posto su 100 Paesi analizzati.

La prima bellezza sei tu: come iniziare la giornata con amore

Cinque rituali mattutini che nutrono corpo, mente e cuore per sentirsi bene, ogni giorno, a partire da sé.

Per anni ho lavorato come consulente di bellezza, ascoltando storie, desideri, insicurezze. Tante donne credono ancora che la bellezza sia solo questione di trucco o fisicità. Ma la verità – quella che ho visto riflettersi nei loro occhi ogni volta che imparavano a prendersi cura di sé – è che la bellezza vera comincia dentro.

È nel cuore, nella testa, nell’energia con cui affrontiamo la giornata. Prima di piacere agli altri, dobbiamo imparare a piacerci. Ed è proprio al mattino, quando tutto inizia, che possiamo scegliere di volerci bene davvero.

La mattina può essere frenetica, ma anche il momento più importante della giornata. Scegli di sacrificare qualche minuto del sonno. I primi gesti che compiamo al risveglio influenzano non solo l’umore, ma anche il nostro aspetto e la produttività. Ecco cinque rituali mattutini che, se fatti con costanza, possono fare davvero la differenza.

1. Skincare: il primo gesto d’amore per te stessa

Spesso trascurata o ridotta al minimo, la skincare mattutina è molto più che una routine estetica: è un rituale di cura e protezione. Dopo una notte di rigenerazione, la pelle ha bisogno di essere risvegliata, idratata e difesa dagli agenti esterni.

Un detergente delicato, un tonico riequilibrante e un siero illuminante possono cambiare il tono della pelle in pochi giorni. Personalmente, non rinuncio mai a una crema idratante antirughe con ingredienti naturali e una protezione solare anche in città, – si, anche in inverno nelle giornate di pioggia. Un gesto semplice che previene l’invecchiamento precoce e le macchie sul viso.

2. Idratazione interna

Un bicchiere d’acqua tiepida appena svegli aiuta a riattivare il metabolismo e a depurare l’organismo. Può sembrare banale, ma questo piccolo gesto ha effetti reali sulla digestione, sull’energia e sulla pelle.

3. Muoversi (anche poco!)

Non serve una maratona: bastano cinque-dieci minuti di stretching, yoga leggero o una breve camminata, si può ottimizzare il tutto mentre magari si va a lavoro, ad esempio facendo a meno dell’ascensore scegliendo le scale. Muovere il corpo appena svegli migliora la circolazione, ossigena il cervello e riduce lo stress.

4. Un momento solo per te

Anche se hai solo cinque minuti, dedicati uno spazio mentale senza telefono: respira, fai un esercizio di gratitudine o scrivi tre semplici obiettivi che vuoi raggiungere in giornata – no disbrigo pratiche ma cose piacevoli. Ti sorprenderà quanto cambia il modo in cui affronti tutto il resto.

5. Colazione consapevole

Saltare la colazione o mangiare in fretta compromette l’energia mattutina. Meglio scegliere alimenti che nutrono e saziano senza appesantire: frutta fresca, cereali integrali, proteine leggere. Una tazza di caffè – per chi, come me, non può proprio rinunciarci, magari senza zucchero – va benissimo, accompagnata o alternata a un tè verde o a un infuso naturale per iniziare con leggerezza.

I rituali del mattino non sono solo abitudini: sono dichiarazioni d’intenti. Ogni gesto – una crema sul viso, un respiro profondo, una colazione preparata con calma – è un modo per dirci “mi prendo cura di te”.

Non servono ore o perfezione: bastano autenticità e costanza. Perché la bellezza che si vede fuori è sempre il riflesso di come ci sentiamo dentro. E quando impariamo a volerci bene davvero, tutto il resto – compreso il nostro aspetto – inizia a brillare di una luce diversa.

E allora, che aspetti a brillare?