Iran-Cina: missili terra-aria in cambio di petrolio

Batterie di missili cinesi a Teheran che li paga con spedizioni di petrolio.
A maggio il 90% dell’esportazioni iraniane è stato verso Pechino.

L’Iran ha acquisito batterie di missili terra-aria cinesi, con Teheran che si muove rapidamente per ricostruire le difese distrutte da Israele durante il recente conflitto di 12 giorni, come riporta Middle East Eye.

Le consegne di batterie di missili terra-aria cinesi sono avvenute dopo che una tregua di fatto è stata raggiunta tra Iran e Israele il 24 giugno, ha detto a MEE un funzionario arabo che ha familiarità con l’intelligence.

Un altro funzionario arabo, che ha parlato a condizione di anonimato per discutere dell’intelligence sensibile, ha detto che gli alleati arabi degli Stati Uniti erano a conoscenza degli sforzi di Teheran per “sostenere e rafforzare” le sue difese aeree e che la Casa Bianca era stata informata dei progressi dell’Iran.

I funzionari non hanno detto quanti missili terra-aria, o SAM, l’Iran ha ricevuto dalla Cina dalla fine dei combattimenti. Tuttavia, uno dei funzionari arabi ha detto che l’Iran stava pagando per i SAM con spedizioni di petrolio.

La Cina è il più grande importatore di petrolio iraniano e l’Energy Information Administration degli Stati Uniti ha suggerito in un rapporto di maggio che quasi il 90% delle esportazioni iraniane di greggio e condensato fluisce verso Pechino.

MEE ha contattato la Casa Bianca per un commento, ma non ha ricevuto risposta al momento della pubblicazione.

Israele: abbiamo distrutto difese antiaeree iraniane e abbiamo controllo di quasi tutto l’Iran

Lo dichiara portavoce delle Forze di difesa israeliane Effie Defrin, che aggiunge: l’aeronautica ha aperto la strada verso Teheran.

Il portavoce delle Forze di difesa israeliane Effie Defrin, come riportato da Giubbe Rosse, ha dichiarato quanto di seguito:

Nelle ultime ore, l’aeronautica militare israeliana ha aperto la strada verso Teheran. Adesso possiamo agire liberamente dall’Iran occidentale fino a Teheran, e l’aeronautica militare israeliana sta ora agendo sopra Teheran e lo stesso Iran occidentale.

Israele-Iran, Teheran: apriremo le porte dell’inferno

581esimo giorno di guerra in Medioriente.
Scambio di minacce e di attacchi tra Israele, Hamas, Iran, Siria, Yemen e Libano.

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 581.

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato di fare ai leader di Teheran ciò che è stato “fatto ad Hamas a Gaza“, dopo l’attacco dei ribelli Houthi yemeniti, alleati dell’Iran, all’aeroporto di Tel Aviv.

Come riporta Tgcom24, il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Hossein Salami ha a sua volta minacciato di “aprire le porte dell’inferno” in caso di attacco da parte degli Stati Uniti o di Israele, nel contesto delle crescenti tensioni tra i due Paesi alleati e la Repubblica islamica.

Nella Striscia di Gaza, almeno cinque persone sono morte e diverse sono rimaste ferite per un attacco dell’esercito di Tel Aviv nel nord, nei pressi di una scuola.

Un altro morto nel sud dell’enclave, mentre il corpo di un bambino è stato rinvenuto in un campo profughi.

Iran: se Israele attacca, Haifa e Tel Aviv rase al suolo in 10 minuti

Araghchi: Iran non vuole aumentare le tensioni ma non ha paura della guerra.
Poi sottolinea: Siamo pronti per qualsiasi scenario, le forze armate sono totalmente preparate.

La Repubblica islamicaraderebbe al suolo” in meno di 10 minuti le città israeliane di Tel Aviv e Haifa se Israele (come annunciato anche dal premier Benjamin Netanyahu) dovesse reagire ai recenti attacchi missilistici.

Questo lo scenario riportato dal giornale iraniano Kayhan, diretto da Hossein Shariatmadari e vicino agli ultraconservatori, secondo cui “prima ancora che gli aerei israeliani riescano a raggiungere lo spazio aereo iraniano, i missili iraniani raderebbero al suolo Tel Aviv e Haifa in meno di 10 minuti“.

Il giornale, come riporta Adnkronos, ha aggiunto che il comandante dell’Aeronautica dei Guardiani della Rivoluzione, Amir Ali Hazijadeh, “ha ancora il dito sul grilletto” dopo gli attacchi del primo ottobre, descritti semplicemente come “l’inizio” di operazioni più ampie volte a “distruggere il regime sionista“.

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in un discorso televisivo, ha dichiarato quanto di seguito:

Raccomandiamo al regime sionista di non mettere alla prova la risoluzione della Repubblica islamica. Se dovesse verificarsi un attacco contro il nostro paese, la nostra risposta sarà più potente ed i nostri nemici sanno che tipo di obiettivi all’interno del regime sionista sono alla nostra portata“.

Ieri, in colloquio telefonico con il suo omologo egiziano, Badr Abdelatty, Arachchi aveva dichiarato che “qualsiasi attacco alle infrastrutture iraniane porterebbe a ritorsioni, consigliamo di non mettere alla prova la volontà dell’Iran”.

Lo stesso Araghchi ha detto ancora:

La Repubblica islamica dell’Iran non cerca di aumentare le tensioni e la guerra nella regione, ma non ha nemmeno paura della guerra. Darà una risposta forte e appropriata a qualsiasi nuova azione e avventurismo del regime sionista. Siamo pronti per qualsiasi scenario, le forze armate sono totalmente preparate. La politica dell’Iran è quella di sostenere la Resistenza e non ci allontaneremo in alcun modo da questa base politica. Abbiamo affermato più volte che l’Iran non vuole aumentare la tensione, anche se non abbiamo paura della guerra“.

Israele non dovrebbe però colpire i siti nucleari iraniani nella risposta all’attacco condotto da Teheran una settimana fa, ma dovrebbe concentrarsi sulla base militari o su obiettivi dell’intelligence e della leadership della Repubblica islamica, rivela il New York Times, citando diversi funzionari attuali ed ex israeliani, che “riconoscono i dubbi” sulle capacità di Tel Aviv di infliggere danni pesanti gli impianti iraniani, in modo da compromettere il suo programma nucleare. Con il rischio che Teheran piuttosto acceleri, trasferendo tutte le attività in siti sotterranei.

Secondo il giornale, dunque, la prima rappresaglia israeliana all’attacco missilistico del primo ottobre escluderebbe gli impianti nucleari, che diventerebbero invece un obiettivo nel caso in cui ci fosse un’ulteriore risposta da parte di Teheran.

L’Iran chiude lo spazio aereo e punta Israele

Gli analisti militari: Teheran avrebbe informato Qatar e Arabia Saudita di voler attaccare Israele e chiesto loro di non concedere lo spazio aereo ad Israele e Stati Uniti.

L’Iran ha annunciato la chiusura del proprio spazio aereo fino alle 5 ora italiana, secondo fonti citate da media israeliani e riportati poi da Ansa.

Analisti militari riferiscono che Teheran avrebbe inoltre informato in queste ore Qatar e Arabia Saudita della sua intenzione di effettuare un attacco contro Israele, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l’utilizzo del loro spazio aereo allo Stato ebraico o agli Stati Uniti.