Nord Stream 2: von der Leyen vuole impedirne la riparazione

Reazioni durissime; Weidel: Merz faccia tornare in sè la sua collega di partito.
De Masi: ci obbligherebbe a comprare il gas dagli Usa ad alto costo.

Ursula von der Leyen vuole impedire la possibile riparazione e rimessa in servizio dei gasdotti Nord Stream.

L’Unione europea sta lavorando a un nuovo pacchetto di sanzioni, ha detto venerdì il presidente della Commissione europea in una riunione dei capi di Stato e di governo europei a Tirana, secondo quanto riportato da Reuters.

Questo pacchetto comprenderà, tra l’altro, sanzioni contro il Nord Stream 1 e il Nord Stream 2.

Questa la reazione della co-presidente del gruppo parlamentare AfD, Alice Weidel su X:

Ursula von der Leyen vuole vietare definitivamente la riparazione dei gasdotti NordStream. Questa politica della “terra bruciata” danneggia gli interessi tedeschi. Signor Merz, faccia tornare in sé la sua collega di partito!

Durissimo anche Fabio De Masi, ex parlamentare della BSW:

Viviamo dentro Matrix: se la riparazione del Nord Stream 2 venisse autorizzata, sarebbe di fatto la ricompensa per l’attentato terroristico di Stato alle infrastrutture energetiche. L’UE deciderebbe che alla Germania non sarebbe mai più consentito acquistare gas a basso costo tramite gasdotto (nemmeno dopo la pace in Ucraina) e che sarebbe costretta ad acquistarlo dagli USA! Il vassallaggio è una follia!

Danimarca: chiusa inchiesta su esplosioni Nord Stream

Anche la Svezia aveva chiuso le indagini mentre si aspettano quelle tedesche.
Mosca: assurdo; si riconosce il sabotaggio ma non si fanno indagini.

La Danimarca ha chiuso le indagini sulle esplosioni del 2022 nei gasdotti Nord Stream che trasportano il gas russo in Germania, dopo che anche la Svezia aveva chiuso la propria inchiesta.

Lo ha comunicato oggi la polizia danese, come riporta Reuters.

I gasdotti Nord Stream 1 e 2 che trasportano gas sotto il Mar Baltico sono stati danneggiati da una serie di esplosioni in Svezia e Danimarca a settembre 2022, rilasciando grandi quantità di metano nell’aria.

Le esplosioni sono avvenute sette mesi dopo che la Russia ha avviato un’operazione in Ucraina, che ha innescato una serie di sanzioni economiche e finanziarie occidentali contro Mosca.

In un comunicato della polizia di Copenaghen si legge quanto di seguito:

Le indagini hanno portato le autorità a concludere che c’è stato un sabotaggio intenzionale dei gasdotti. Tuttavia, si ritiene che non ci siano basi sufficienti per portare avanti una causa penale in Danimarca“.

All’inizio del mese la Svezia ha chiuso l’inchiesta sulle esplosioni, affermando di non avere giurisdizione sul caso, ma ha consegnato prove agli investigatori tedeschi, che non hanno ancora pubblicato alcun risultato.

Il governo tedesco è ancora “molto interessato” a scoprire le cause delle esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream, ha detto un portavoce a Berlino.

L’anno scorso, la Germania ha detto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di aver rilevato tracce di esplosivi sottomarini su uno yacht che potrebbe essere stato usato per trasportare gli esplosivi e che sommozzatori addestrati potrebbero aver fissato gli esplosivi alle condutture.

La Russia e l’Occidente, ai ferri corti per lo scontro in Ucraina nel febbraio 2022, si sono accusati a vicenda per l’esplosione dei gasdotti.

Entrambe le parti hanno negato qualsiasi coinvolgimento e non si sono assunte la responsabilità.

Oggi il Cremlino ha dichiarato che la situazione delle indagini è “quasi assurda” con il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha dichiarato:

Da un lato si riconosce un sabotaggio deliberato, dall’altro non ci sono ulteriori progressi“.

Lo stesso ha poi aggiungendo che la Danimarca ha respinto le richieste di fornire informazioni sulle sue indagini.

Il Nord Stream 2 fu sabotato da militari ucraini

Zelensky ne sarebbe stato tenuto all’oscuro.
A Kiev intelligence e establishment militare spesso in conflitto con leadership politica.

Uno degli episodi più controversi di questa guerra avrebbe secondo il Washington Post un responsabile.

Sarebbe stato un colonnello delle forze speciali ucraine a coordinare il sabotaggio al gasdotto Nord Stream nel settembre 2022: si tratta di Roman Chervinsky, un alto e decorato ufficiale legato all’intelligence ucraina, secondo quanto ricostruito dal quotidiano americano che al riguardo cita funzionari ucraini ed europei e altre persone a conoscenza dei dettagli dell’operazione, che hanno parlato a condizione di anonimato.

Sul sabotaggio, un attacco a importanti infrastrutture energetiche europee, sono state aperte diverse indagini internazionali.

In particolare, scrive il Washington Post ripreso da RaiNews, il militare avrebbe gestito la logistica e il supporto ad un team di circa sei persone che, affittando con false generalità una barca a vela e utilizzando attrezzature per sub, ha piazzato le cariche esplosive sotto ai gasdotti.

L’attacco, con le sue 3 diverse esplosioni, ha provocato gravi danni il 26 settembre dell’anno scorso e causato enormi perdite nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che corrono dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico, lasciando intatto solo uno dei quattro collegamenti della rete.

Chervinsky non ha agito ne pianificato l’operazione da solo, riferiscono le fonti, ma ha preso ordini da funzionari ucraini più alti in grado che riferivano e agivano sotto la guida diretta del generale Valery Zaluzhny, il comandante in capo delle forze armate di Kiev.

D’altra parte l’operazione Nord Stream, secondo le fonti, sarebbe stata progettata per tenere il presidente ucraino Zelensky all’oscuro di tutto.

Da parte sua l’alto ufficiale ucraino ha negato ogni coinvolgimento attraverso il suo avvocato, tramite la seguente dichiarazione scritta al Washington Post e a Der Spiegel, che hanno investigato congiuntamente sul caso Nord Stream:

Tutte le speculazioni sul mio coinvolgimento nell’attacco al Nord Stream sono state diffuse dalla propaganda russa senza alcuna base”.

Chervinsky dal luglio del 2022 è in carcere a Kiev con l’accusa di abuso di potere, per aver agito, secondo le autorità, senza permesso, in un complotto destinato a incoraggiare un pilota russo a disertare in Ucraina nel luglio 2022.

Dall’inizio della guerra, l’ufficiale si è occupato di molte operazioni audaci nei territori occupati dai russi, fra cui uccidere gli esponenti filo russi e rapire un testimone del coinvolgimento russo nell’abbattimento del volo della Malaysian nel 2014

Una vicenda che illustra frizioni e conflittualità tra governo di Kiev e establishment militare.

Il suo superiore diretto era il generale Viktor Hanushchak che, a sua volta, riferiva a Zaluzny e che ora non è più in servizio.

Chervinsky definisce il suo arresto e il suo processo una punizione politica per le sue critiche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e alla sua amministrazione che secondo lui avrebbero fatto poco per preparare il Paese a un attacco russo.

Critiche ben più pesanti il militare ucraino le aveva poi indirizzate contro uno dei più importanti consiglieri di ZelenskyAndriy Yermak da lui in passato definito “talpa” dei russi dopo un’operazione militare segreta fallita.

La vicenda, insomma, oltre che far luce sul caso dei gasdotti Nord Stream, sembra capace di illustrare le complesse dinamiche e le frizioni interne al governo di Kiev in tempo di guerra, con l’intelligence e l’establishment militare ucraino spesso in conflitto con la sua leadership politica.

Sul sabotaggio Kiev e Mosca si sono spesso accusate a vicenda, ma negli ultimi mesi da diversi media erano giunte sempre più notizie di inchieste giornalistiche che attribuivano responsabilità agli ucraini, sebbene finora limitate a gruppi ucraini magari ben finanziati, ma senza alcuna prova di una regia ai piani più alti degli uomini di Zaluzhny, o del comandante in capo stesso.

Russia: gas in esubero

Bloccata la consegna di una turbina: Russia e Germania si scambiano accuse.
Dagli Usa ancora 1 miliardo di dollari in armi per l’Ucraina.

Mentre per molti Paesi europei si preannuncia un inverno a corto di gas, la Russia ne ha in esubero.

Stando infatti a quanto riporta “Il Giornale”, che a sua volta cita il quotidiano spagnolo “El Mundo” e la televisione finlandese “Yle”, “la Russia sta bruciando il gas in eccesso che non esporta nei paesi europei”.

Più precisamente, le immagini satellitari del sistema di monitoraggio degli incendi della NASA mostrano le fiamme nella stazione di compressione di Portovaya, di proprietà di Gazprom, dove avvengono incendi non dichiarati vicino alla stazione da metà giugno, ovvero dal momento in cui sono state limitate le consegne del Nord Stream 1.

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accusato la Russia di essere responsabile del blocco della consegna di una turbina per il gasdotto Nord Stream 1 che fornisce il gas all’Europa.

La turbina è attualmente in Germania e la Russia aveva già dichiarato tempo fa che la mancata riparazione della stessa era dovuta alla sanzioni (approfondimento al link).

Intanto il Pentagono ha annunciato un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina da 1 miliardo di dollari, comprendente altri sistemi lanciarazzi Himars, che hanno aiutato le forze di Kiev ad attaccare le truppe russe molto oltre la linea di confine, missili terra-aria per la difesa contro aerei e razzi russi, armi anticarro Javelin e munizioni.

Dal suo profilo Twitter, il presidente americano Joe Biden ha dichiarato quanto di seguito:

Oggi, gli Stati Uniti hanno autorizzato il loro più grande pacchetto di assistenza alla sicurezza fino ad oggi per l’Ucraina. Questo pacchetto aggiunge ulteriori munizioni, armi e attrezzature all’Ucraina per aiutare a soddisfare le sue esigenze di sicurezza cruciali mentre difende il Paese”.

Crisi gas: Uniper perde 6,2 miliardi in 2 mesi e mezzo

Forniture acquistate a prezzi molto più alti e accordo di salvataggio con il governo tedesco.
Ecco il vero effetto delle sanzioni alla Russia.

Putin colpisce ancora.

O meglio, le sanzioni imposte alla Russia non sono altro che un clamoroso autogoal, come facilmente pronosticabile fin dall’inizio.

Uniper, come riporta “Reuters”, accumulerà perdite per 6,2 miliardi di euro a causa della riduzione delle forniture di gas russo che hanno costretto la compagnia ad acquistare gas a prezzi molto più alti altrove e a dover stipulare un accordo di salvataggio con il governo tedesco.

La stima delle perdite si riferisce al periodo che va dal 14 giugno, giorno in cui la Russia ha ridotto del 60% i flussi del gasdotto Nord Stream 1, fino al 30 settembre, la fine del terzo trimestre, in base alle slide di una presentazione.

Su chi credete che ricadranno questi costi?