“Affitti brevi”: l’abolizione non risolve l’emergenza abitativa

Economia, turismo, studi e comparazioni: ecco il punto di vista di Francesca Rizzo, titolare dell’accademia di formazione sul Rent to Rent.

Gli affitti a breve termine possono comportare cambiamenti positivi o negativi sul valore delle case a seconda della città, delle condizioni locali e dei servizi offerti.

Secondo un documento stilato nel 2023 dal The Center for Growth and Opportunity, che mostra gli effetti marginali degli annunci Airbnb sui prezzi delle case in diverse località, gli affitti a breve termine non hanno un impatto sul costo delle abitazioni ma soprattutto non ce l’hanno in maniera uniforme.

I così detti “affitti brevi” sono una diffusa metodologia di messa a reddito utilizzata dai proprietari di case che vogliono investire sul proprio immobile.

A favorire questo sistema ci sono varie piattaforme online che mettono in contatto con un click domanda e offerta, cioè inquilini e proprietari.

Dopo il caso di New York che dal 2023 ha puntato su una legge che limita i brevi pernottamenti in città, pare che il sindaco di Barcellona stia lavorando sodo per dire addio, dal 2028, al rinnovo delle licenze sugli affitti brevi.

Sul fronte italiano invece la questione è ancora in sospeso, ma il tema è caldo soprattutto per il “caso Milano” relativo al tema dell’inflazione delle case.

Gli affitti brevi non sono i principali responsabili dell’aumento dei prezzi degli immobili” – spiega Francesca Rizzo, investitrice immobiliare, che dal 2019 è titolare dell’accademia di formazione Francesca Rizzo Academy, volta alla preparazione nell’attività del Rent to RentGli affitti brevi sono solo uno dei tanti motivi che possono influenzare, in minima parte, i prezzi delle abitazioni.

Anche uno studio della Harvard Law & Policy Review ha indicato che l’aumento degli affitti brevi porterebbe solo a un lieve incremento dei prezzi degli affitti,
concentrato perlopiù in quartieri abbienti o in fase di gentrificazione.

In Italia poi c’è un altro grande tema di cui si parla troppo poco – spiega ancora Francesca Rizzoe cioè che i proprietari di casa non sono sufficientemente tutelati rispetto agli inquilini. Se affitti casa con un tradizionale contratto a medio o lungo termine (4 anni + 4 o 3 anni + 2) e hai un inquilino moroso, per liberare casa sei costretto ad attuare procedure legali lunghe e dispendiose. In tanti altri paesi del mondo dopo il primo mese di insolvenza l’inquilino viene mandato via. In questo modo i proprietari sono tutelati e sono nelle condizioni di affittare il proprio immobile con serenità. Inoltre, raramente un inquilino fa lavori di manutenzione. In questo modo e con questi contratti così lunghi, il suddetto proprietario di casa si trova spesso con un immobile in pessime condizioni sopra il quale dovrà spendere altri soldi.

In generale, il nesso di causa/effetto tra l’aumento del numero di case destinate agli affitti brevi e l’aumento dei canoni di affitto è un insieme di concause che andrebbero analizzate come fenomeni molto complessi.

Credo che in un paese libero, chi compra casa con soldi che si è guadagnato onestamente, paga le tasse e rispetta le regole, debba essere libero di farci quello che vuole – conclude Francesca Rizzo”.

Pfitzer: si dimette il responsabile scientifico

Mikael Dolsten lascia dopo 15 anni.
Al colosso farmaceutico serviranno diversi mesi per individuare il suo successore.

Pfizer ha dichiarato che il suo direttore scientifico Mikael Dolsten, figura chiave nello sviluppo del vaccino anti-COVID-19 dell’azienda, si dimetterà dopo oltre 15 anni di carriera presso la casa farmaceutica.

Come riporta Investing.com, l’azienda sta cercando di identificare un successore per Dolsten, un processo che dovrebbe durare diversi mesi.

Dolsten è entrato a far parte di Pfizer nel 2009, quando è stato nominato presidente della divisione Worldwide Research and Development con la responsabilità di guidare tutta la ricerca della società e lo sviluppo di tutti i suoi trattamenti attraverso studi di fase intermedia.

Pfizer è la più grande società del mondo operante nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione di farmaci ed ha sede a New York.

Dipendenti Google arrestati per proteste anti Israele

Licenziato anche un dipendente che ha protestato durante il discorso in Israele.
Alla manifestazione avrebbero partecipato anche dipendenti di Amazon.

Diversi dipendenti di Google sono stati arrestati negli uffici dell’azienda a New York City e Sunnyvale, in California, dopo aver organizzato sit-in per protestare contro la fornitura di tecnologie al governo israeliano.

Secondo il Washington Post, che riporta le dichiarazioni di Jane Chung, portavoce dei manifestanti, gli arresti in tutto sarebbero nove.

Bailey Tomson, portavoce di Google, ha dichiarato quanto di seguito:

Impedire fisicamente il lavoro di altri dipendenti e di accedere alle nostre strutture è una violazione delle nostre politiche. Questi dipendenti sono stati messi in congedo amministrativo e il loro accesso ai nostri sistemi è stato interrotto“.

Come riporta Ansa, le proteste avvenute nelle scorse ore si concentrano su un contratto da 1,2 miliardi di dollari chiamato ‘Project Nimbus’ e firmato nel 2021, che prevede sia da parte di Google sia di Amazon la fornitura di infrastruttura cloud alle forze armate israeliane.

Secondo gli organizzatori, anche i dipendenti di Amazon hanno partecipato alle manifestazioni di martedì.

Già a dicembre alcuni dipendenti Google avevano diffuso e-mail interne, protestato fuori dagli uffici aziendali e organizzato un “die-in” fuori da uno degli edifici del colosso tecnologico a San Francisco bloccando il traffico di una strada.

Agli inizi di marzo, inoltre, Google ha licenziato un dipendente che nel corso di una conferenza a New York ha protestato durante il discorso del massimo dirigente della società in Israele.

I dipendenti di Google in passato si sono opposti anche ad un contratto della società con il Pentagono che poi è stato sospeso.

New York: facoltà di medicina gratis grazie ad una donazione record

I fondi arrivano dalla vedova di un finanziere di Wall Street.
I nuovi medici potranno iniziare la loro carriera senza il fardello del debito.

Una donazione record da un miliardo di dollari renderà una facoltà di medicina di New York gratuita per gli studenti.

A donare la cifra record all’Albert Einstein College of Medicine del Bronx, la municipalità più povera della città, come riporta Ansa, è Ruth Gottesman, 93enne vedova di un finanziere di Wall Street.

I fondi, ha spiegato Gottesman, consentiranno ai nuovi medici di iniziare la loro carriera senza il peso del debito scolastico, che solitamente supera i 200 mila dollari, e di far avvicinare alla professione tutti coloro che finora non potevano permettersi di sostenere le rette da pagare.

Trump condannato: rivolta dei trasportatori

Lanciata la campagna di boicottaggio a New York.
Trump: “Onorato di avere tanti patrioti dalla parte delle libertà”.

Truckers for Trump“, un’organizzazione fondata da autotrasportatori che sostengono l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hanno lanciato una campagna di boicottaggio della città di New York, dopo che una corte della Grande Mela ha condannato l’ex inquilino della Casa Bianca al pagamento di 355 milioni di dollari con l’accusa di frode, e ha vietato all’ex presidente di amministrare le sue attività nella città per i prossimi tre anni.

Come riporta Tgcom24, Trump ha commentato l’iniziativa di protesta sul social media Truth, definendosi “onorato di avere tanti patrioti dalla parte della libertà“.