Istituzioni, la sinistra punta sulle “quote nere”

La proposta, analoga alle “quote rosa”, arriva da Livia Turco.
Ridurre la “razza bianca” a favore dei “nuovi italiani” in politica.

Una sorta di “Black Lives Matter” all’italiana. Ecco la nuova proposta della sinistra italiana.

È necessario che le persone immigrate partecipino attivamente alla polis, alla dimensione pubblica, alla politica”; così è intervenuta al dibattito “Le parole che non ti aspettiLivia Turco, ex parlamentare ed ex ministro, oggi presidente della fondazione Nilde Iotti.

Riprendendo il movimento nato negli Usa, infatti, la proposta punta a dare spazio ai “nuovi italiani” in politica, in istituzioni e partiti che ad oggi sono a “razza bianca”.

Proprio negli Stati Uniti la filosofia del Black Lives Matter sta, forse, prendendo una piega troppo drastica, tanto che la sindaca di Chicago, l’afroamericana Lori Lightfood, ha annunciato che per il secondo anniversario della sua inaugurazione concederà interviste a tu per tu soltanto a giornalisti di colore, perché quelli “bianchi” sono troppi.

Livia Turco, in un pensiero che abbraccia la nuova corrente zingarettiana, la quale a sua volta include anche le Sardine ed esponenti del mondo delle associazioni come Arci e Libera, continuava il suo intervento come di seguito:

Cominciamo a fare in modo che le agorà abbiano una forte partecipazione mescolata di italiani e di nuovi italiani. Facciamo in modo che alle prossime elezioni ci siano candidati italiani e nuovi italiani. Costruiamo degli strumenti di partecipazione attiva dei nuovi italiani perché solo attraverso questa fatica del conoscersi e riconoscersi e promuovendo la partecipazione attiva di tutti i cittadini potremmo davvero costruire la società della convivenza.

Vogliamo essere un Paese in cui la politica continua ad essere di razza bianca, in cui il nostro partito è di razza bianca, in cui le istituzioni sono di razza bianca?”.

La domanda era posta in forma retorica, ma sentir parlare di “razza” proprio dai principali esponenti del politically correct ha un po’ sorpreso, dando al discorso una forma di razzismo al contrario.

Sempre nel suo intervento, Livia Turco aggiunge:

In Italia ci sono cinque milioni di persone che sono immigrate, che ci aiutano a vivere meglio, cui sono stati riconosciuti diritti come previsto dalla Costituzione: studio, minori, maternità. Però continuiamo a considerare questi concittadini solo forza-lavoro e abbiamo una modalità di stare gli uni accanto agli altri, senza fare la fatica di conoscersi e riconoscersi“.

Conclude, infine:

Questo alla lunga porta a conflitti e non valorizza il capitale umano che abbiamo tra di noi. Se ci pensiamo bene sono rarissimi i casi di consiglieri comunali nuovi cittadini: Letta è stato l’unico a proporre un ministero per l’integrazione con una donna, Cecilie Kyenge, ministra del nostro Paese.

Se guardiamo lo scenario attuale, però, vediamo che l’unico parlamentare di colore è Toni Iwobi, Senatore della Lega.

Vaccino: Draghi in pressing su von der Leyen, Ema valuta Sputnik V

Il nuovo premier italiano vuole un’accelerazione del piano vaccinale e telefona alla presidente della CE.
L’agenzia europea del farmaco valuta il vaccino russo.

Al centro della conversazione telefonica avvenuta tra Mario Draghi, nuovo premier italiano, ed Ursula von der Leyen, presidente della Commessione europea, vi era la risposta sanitaria al Covid-19.

Stando a quanto riportato dall’AGI, più precisamente, l’obiettivo è velocizzare la vaccinazione a livello europeo.

In seconda battuta sono stati anche affrontati i temi del Recovery Fund e del problema inerente ai flussi migratori, per i quali si punta ad una maggiore proporzionalità tra responsabilità e solidarietà degli Stati Membri dato che le precedenti politiche attuate da Pd e M5S si erano rivelati solo reclami elettorali privi di effetti concreti. Difficile, di contro, chiedere qualcosa in più dato che era stata Emma Bonino, al tempo ministro degli Esteri del governo Letta, a chiedere che tutti gli sbarchi avvenissero e fossero gestiti in Italia ed ora è complicato tornando indietro modificando l’accordo.

La presidente della Commissione europea, in merito alla telefonata avvenuta con Draghi, in un tweet ha dichiarato quanto di seguito:

Lieta di aver parlato stasera con il premier Draghi. Abbiamo discusso della cooperazione sulla produzione e consegna del vaccino. Attendiamo con impazienza il vertice globale sulla salute del G20 a maggio. E abbiamo parlato dei lavori preparatori sul piano di Recovery dell’Italia nell’ambito di Next Generation Eu.

Proprio sul vaccino, l’Ema (agenzia europea del farmaco) ha dato il via alla valutazione di Sputnik V, al fine di analizzare la conformità del vaccino russo ai consueti standard Ue di efficacia, sicurezza e qualità.

Mosca, da parte sua, dichiara di essere “Pronta a fornire vaccini per 50 milioni di europei”. Nel frattempo, sempre dall’Ema, si è in attesa della decisione che dia il via libero o meno al prodotto di Johnson&Johnson, prevista per l’11 marzo.

Conte si dimette, via alle consultazioni

Da domani mercoledì 27 gennaio inizieranno le consultazioni.
L’opposizione teme l’apertura di Forza Italia ad una nuova maggioranza che non porterà al voto.

Il premier italiano Giuseppe Conte si è dimesso.

Il presidente del consiglio, infatti, ha rassegnato stamani il suo mandato nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

A comunicarlo è proprio il Quirinale. Il presidente della Repubblica, inoltre, si è riservato di decidere ed ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.

Dal pomeriggio di domani mercoledì 27 gennaio avranno inizio le consultazioni, al fine di capire se vi sarà una nuova maggioranza in grado di guidare il Paese fino alle prossime elezioni.

Proprio ieri il Pd suggeriva a Conte di dimettersi promettendo di supportarlo per un governo Conte ter (approfondimento al link).

Di contro, l’opposizione rappresentata da Salvini e Meloni teme che Forza Italia possa rientrare in un rimpasto di governo che vada a formare una nuova maggioranza.

Così facendo, il partito di Silvio Berlusconi potrebbe sostanzialmente prendere il posto di Italia Viva, rientrando nel gruppo di maggioranza e puntando ad un governo di unità nazionale in modo tale da evitare le elezioni.

Pd: dimissioni di Conte ma sostegno a nuovo esecutivo

Il Partito democratico spinge perché il premier si dimetta, promettendo però di appoggiare un suo nuovo esecutivo.

Dopo le ultime turbolenze inerenti alla crisi di governo, il Pd ha una nuova mossa: spingere Conte alle dimissioni, salvo però supportarlo per la formazione di un nuovo esecutivo.

Stando a quanto riporta “Reuters”, infatti, fonti parlamentari del Partito democratico spiegano che la manovra sarebbe necessaria a disinnescare il cruciale voto di questa settimana in Senato sulla giustizia.

Una volta dimessosi, il premier avrebbe comunque l’appoggio del Pd nella formazione di un nuovo esecutivo; questo perchè dopo la defezione del partito di Renzi, Italia Viva, Giuseppe Conte sulla carta non dispone più di una maggioranza assoluta in Senato.

Tuttavia, una fonte governativa avrebbe sottolineato la non disponibilità di Conte a dimettersi.

Domani la conferenza dei capigruppo si riunirà al fine di calendarizzare il voto a Palazzo Madama.

Pagamenti elettronici, Montanari: “c’è un secondo fine”

Tanto voluta dal governo e dalle forze politiche liberali, l’eliminazione del contante è stata frenata anche dall’Ue.
Fatti passare come vaccino per l’evasione, portano con sé rischi più insidiosi per la società.

(Versione polacca al link – traduzione di Aneta Chruscik)
(Versione inglese al link – traduzione Jolanta Micinska-Hercog)

Il governo spinge sull’eliminazione del contante; ed i decreti emessi vanno in questo senso, portando le soglie massime di pagamento tramite cash prima a 3.000 euro, poi, a 2.000 ed infine a 1.000 euro nel giro di circa un paio d’anni.

Il motivo principale, o almeno quello sbandierato, è la lotta all’evasione (benché ci basti guardare il recente scandalo Wirecard per capire che l’argomento non regge). Eppure anche l’Ue, in una lettera del 16 dicembre scorso in cui invita il governo italiano ad andarci piano, mette in luce che l’eliminazione del contante ha già avuto degli effetti negativi in Spagna ed in Grecia. Inoltre, tra i sette punti presenti nella lettera, fa notare anche che per eliminare il contante bisogna garantire l’equità nell’utilizzo di un mezzo di pagamento alternativo, tradotto: se si vuole eliminare il contante, bisogna che sui cittadini non ricadono i costi di gestione del nuovo mezzo di pagamento (siano essi le commissioni o gli acquisti dei dispositivi elettronici).

Infine, l’Ue tocca anche un altro punto: il contante favorisce la corretta gestione del denaro aiutando ad averne una giusta percezione, in quanto favorisce il controllo della spesa.

Di questo, ne aveva già parlato Alessandro Montanari, giornalista euroscettico ed autore tv (sue le trasmissioni “Lultimaparola” (Rai2) e “La Gabbia” (La7) ed oggi su Rete 4 a “Stasera Italia”), autore di un libro che fin dal titolo ha fatto molto parlare di sé: “Euroinomani”, edito da Uno Editori.

General Magazine è voluto tornare sul tema ed affrontare proprio con Montanari quelle tematiche che prima di altri aveva avuto il guizzo di individuare.

Montanari, concorda sul fatto che con l’eliminazione del contante si risolverebbe il problema dell’evasione?

“La si limiterebbe, direi; il fatto che senza contante non ci sia evasione non è stato provato da nessuna parte. E poi ci proteggerebbe solo dall’evasione dei piccoli ma non dall’elusione dei grandi capitali, che è poi quella che genera gli ammanchi nelle casse degli Stati.

Lei, prima di altri se non di tutti, ha individuato dei punti critici nell’eliminazione del contante: ce ne parla?

“Tralasciamo i pro ed i contro che tutti conosciamo, trascuriamo anche la possibilità di un blackout (che comunque dovrebbe farci riflettere visto che ci lascerebbe tutti nel caos), accantoniamo anche la questione dei costi sulla quale è già intervenuta l’Ue, come hai detto, e partiamo da una considerazione: contante e carte sono entrambi mezzi di pagamento ma uno è anche valore in sé mentre l’altro è solo un mezzo di pagamento che, infatti – vedi le carte di credito – può anche non prevedere sul conto corrente sottostante il valore necessario all’acquisto del bene che vogliamo comperare”.

Dove vuole arrivare?

“Vi invito a pensare a che cosa vuol dire smaterializzare il denaro, a che effetti avrebbe sulle nostre abitudini e sul nostro stile di vita ma, ancora di più, sullo stile di vita delle generazioni future, quelle che, da bambini e da ragazzi, non avranno fatto, come noi, l’esperienza del denaro contante. Ci si pensa di rado, ma il contante conduce quasi automaticamente al risparmio e al consumo responsabile. Quando paghi col contante, ad esempio, acquisti un bene solo se hai il denaro sufficiente per comprarlo e se ce l’hai in quel momento. Tutti quelli della mia generazione, da piccoli, sono stati educati al risparmio con un banale esperimento tattile e visivo, quindi molto materiale e molto comprensibile per chiunque. Gli stessi nonni che ci regalavano le mancette, ci regalavano di solito anche un salvadanaio. Se qualcuno ti faceva un regalino, i soldi li mettevi lì. E lì li accumulavi, così come ci insegnavano i grandi, per poi poterti comprare, da solo, il gioco che sognavi. E allora risparmiavi, settimana dopo settimana, piccolo sacrificio dopo piccolo sacrificio, per poi arrivare, trionfante ed emozionato, nel negozio e comprare la tanto agognata bicicletta, facendo così la tua prima ed istruttiva esperienza di consumo responsabile. Aggiungo che quell’attesa sfibrante aveva anche un altro valore: ci insegnava a desiderare e a selezionare i desideri, scartando quelli superflui perché futili o al di fuori della nostra portata.”

E tutto questo coi pagamenti elettronici si perde?

“Se parliamo di pedagogia, di bambini che diventeranno ragazzi e poi adulti, io dico di sì: si perde irrimediabilmente. Ai bambini di domani, abolendo il contante, non potremo mettere in mano monetine o banconote da infilare in un salvadanaio e va da sé che sarà impossibile spiegargli che una certa moneta equivale a un ghiacciolo mentre una certa banconota equivale a un gelato mentre un gruppetto delle stesse banconote può trasformarsi, magicamente, in una bicicletta. Dovremo aspettare che crescano per poi, da ragazzi, mettergli in mano una carta che fatalmente sarà di debito ma anche di credito (vedrete se non sarà così…). Quella carta per lui non rappresenterà tanto un valore, accumulato nel tempo, ma la chiave d’accesso a un consumo immediato e illimitato. I ragazzi non dovranno più desiderare, fare sacrifici e risparmiare, magari mettendo in discussione i propri desideri, selezionandoli e scartandoli: potranno comprare tutto ciò che vogliono nell’attimo stesso in cui lo desidereranno, con un clic dal divano. E per comprarlo non sarà nemmeno necessario disporre di tutti i soldi che occorrono. Con la carta di credito, infatti, avviene questo: nello stesso momento in cui desideri, compri, mentre i soldi li darai poi. Mi correggo, i soldi “li troverai” poi. Dico “troverai” perché questo sistema pare fatto apposta per indebitarci. Ma le persone indebitate possono dire molti meno “no” di chi ha dei risparmi. E’ prevedibile, ad esempio, che a risarcimento della loro fatica e del loro ingegno siano costretti ad accettare stipendi non dignitosi, quando non addirittura umilianti. Detto in altri termini, più ti indebiti più sarai ricattabile e mansueto. E’ inevitabile. Sarà per questo che l’eliminazione del contante piace così tanto al sistema?”