Polonia, il voto spiazza i sondaggi: Karol Nawrocki nuovo Presidente

Appena si spengono le urne, si accendono le riflessioni!
Due righe dell’Onorevole Simone Billi (Lega) sulle elezioni in Polonia.

La Polonia ha scelto. Con il 50,9% dei voti (10.606.877 preferenze), Karol Nawrocki è stato eletto Presidente della Repubblica, superando di misura Rafał Trzaskowski, fermatosi al 49,1% (10.237.286 voti). Una vittoria numericamente netta, ma maturata contro le previsioni: gli exit poll della sera del voto indicavano un esito opposto, generando sorpresa e polemiche.

Possibile che dichiararsi elettore di Nawrocki all’uscita dai seggi fosse percepito come socialmente sconveniente? Oppure il sistema dei sondaggi rifletteva, più che una realtà oggettiva, l’orientamento politico di chi li commissiona o li interpreta? In ogni caso, l’affluenza di oltre 20,8 milioni di elettori testimonia la forte mobilitazione popolare per una consultazione altamente polarizzata.

Il Paese si è spaccato geograficamente e culturalmente. Nawrocki ha trionfato nelle regioni orientali, segnate da maggiori difficoltà economiche e più ricettive ai temi dell’identità nazionale e dell’economia reale.

Al contrario Trzaskowski, sindaco di Varsavia ed esponente del campo liberal-progressista, ha primeggiato nell’ovest del Paese, dove l’economia è più dinamica e l’elettorato incline a posizioni progressiste, tra radical-chic, laicismo militante, diritti LGBTQ+ e un approccio più globalista.

A pesare sulla campagna anche l’intervento, ritenuto da molti troppo diretto, del premier Donald Tusk. Le sue dichiarazioni – con allusioni alla giustizia e ai tribunali – sono state lette da alcuni come una forma di pressione sulle istituzioni, tanto più che la riforma giudiziaria avviata dal PiS, pur controversa, mirava ad abbattere privilegi e promuovere una nuova generazione di magistrati.

Decisivo anche il contributo della diaspora. Il voto dei polacchi all’estero ha visto una partecipazione crescente, con un incremento delle registrazioni entro il termine del 7 maggio per i residenti stabili. A questi si aggiungono 44.521 elettori temporaneamente all’estero tramite certificato, e 172 voti espressi a bordo di navi. Trzaskowski ha dominato tra gli expat, raccogliendo il 64% (383.722 voti) contro il 36% (220.637) di Nawrocki. Tuttavia, nei paesi dove le comunità polacche sono storicamente organizzate, spesso attraverso reti e associazioni come la Wspólnota Polska, la vittoria è andata al candidato patriottico, mentre altrove ha avuto maggiore peso la macchina diplomatica, in gran parte nominata sotto il governo Tusk, che ha orientato l’organizzazione del voto.

Karol Nawrocki si presenta come un europeista convinto, come tutti i polacchi, radicato nella difesa dei valori tradizionali. Trzaskowski, al contrario, ha incarnato una visione post-nazionale, europeista nel senso più ideologico, simbolicamente rappresentata dalla sua proposta di rimuovere i crocifissi dagli edifici pubblici e dalla creazione del primo museo europeo dedicato alla cultura gender.

La Presidenza in Polonia non è un ruolo di rappresentanza: ha potere di veto legislativo, superabile solo con una maggioranza qualificata che l’attuale Parlamento, pur dominato dalla coalizione liberal, difficilmente potrà raggiungere. L’elezione di Nawrocki apre quindi una fase di coabitazione istituzionale e riequilibra i poteri, ponendo un contrappeso all’esecutivo di Tusk.

La Polonia entra così in una nuova fase politica, destinata ad avere riflessi anche sulla posizione del Paese nel contesto europeo. In un’Unione attraversata da profonde tensioni, la sfida tra identità e globalismo si fa sempre più centrale, e quella polacca potrebbe essere una cartina di tornasole per l’intero continente.

Polonia: Tusk al voto di fiducia

L’elezione di Nawrocki come Presidente della Repubblica conferma che il PiS è il primo partito in Polonia.
La sua nomina potrebbe creare problemi all’operato dell’attuale governo, che ha già un consenso cala dall’inizio del mandato.

L’elezione di Karol Nawrocki come Presidente della Repubblica di Polonia ha spiazzato il governo Tusk che, con i consensi in continuo calo dall’inizio del suo mandato, ha deciso di chiedere il voto di fiducia.

Il governo Tusk, infatti, è una coalizione di tre partiti che di fatto non hanno un’agenda comune ed il cui unico punto d’interesse era vincere le elezioni contro il precedente governo PiS.

Dalla vittoria delle elezioni non sono mancate frizioni interne e l’esito finale ha comunque visto il PiS come partito principale in Polonia, cosa confermata dalle elezioni del Presidente della Repubblica.

Da qui, la decisione del premier polacco che ha deciso di chiedere il voto di fiducia annunciando, poco fa, la modifica della data del voto di fiducia al governo: anziché il 10 giugno, il voto di fiducia si terrà l’11 giugno.

Come riporta Polonia Oggi, il cambio di data è dovuto all’occupazione della sala del Sejm da parte di una delegazione della Commissione europea.

Tusk ha sottolineato che il voto di fiducia rappresenta una nuova apertura per la coalizione di governo. Il primo ministro ha evidenziato che si tratta di un’opportunità per valutare il lavoro svolto finora dal governo e ha annunciato una ristrutturazione del gabinetto a luglio.

Tusk, inoltre, ha invitato i ministri a lavorare con maggiore intensità di fronte alla nuova situazione politica ed ha sottolineato che la nomina del nuovo presidente non modifica gli impegni del governo nei confronti dei cittadini.

Il primo ministro ha affermato che le difficoltà non dovranno scoraggiare l’azione, bensì essere di stimolo a proseguire. Il voto di fiducia deve rappresentare uno stimolo per ulteriori riforme.

Tusk ha anche espresso la speranza che il voto si concluda con un esito positivo, sottolineando l’importanza dell’unità all’interno della coalizione.

Il primo ministro ha evidenziato che la responsabilità per il Paese ricade sull’intero governo. Ha esortato a un’azione congiunta per il bene pubblico.

Concludendo il suo intervento, Donald Tusk ha lanciato un appello all’impegno e alla determinazione.

Polonia: Nawrocki eletto nuovo presidente della Repubblica

Il candidato di destra la spunta per circa 360.000 voti.
Il governo Tusk, formato senza un’agenda comune ma col solo obiettivo di vincere le elezioni, continua a perdere consenso.

Karol Nawrocki, candidato del partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS), ha vinto con il 50,89% dei voti, sconfiggendo di misura Rafał Trzaskowski, candidato europeista della Coalizione Civica, che si è fermato al 49,11%.

L’affluenza è stata del 71,63%, la più alta mai registrata.

Nawrocki, sostenuto anche dall’estrema destra, ha prevalso in un contesto di forte polarizzazione, con implicazioni significative per il governo europeista di Donald Tusk, che ora potrebbe incontrare ostacoli nell’attuazione delle sue riforme.

Il risultato delle elezioni presidenziali conferma ancora una volta che il popolo polacco è più dalla parte del PiS, ovvero della destra, che da quella europeista e di sinistra guidata da Tusk.

L’attuale premier Tusk, infatti, aveva vinto le ultime elezioni formando una coalizione di 3 partiti senza però un’agenda comune e con l’unico obiettivo di vincere contro il partito che era al governo.

Per questo motivo non sono tardate ad arrivare frizioni interne con il consenso dell’attuale governo che nel corsi dei mesi è costantemente calato.

Tusk: la Polonia non invierà soldati in Ucraina

Il premier polacco al vertice di Parigi: decisione presa da tempo, non torniamo sul tema; ma Francia e Gran Bretagna valutano una missione di pace.
Poi aggiunge: dobbiamo avere buone relazioni con gli Usa.

Donald Tusk ha partecipato al vertice della “coalizione dei volenterosi” a Parigi, dove si è discusso del sostegno all’Ucraina e della sicurezza dell’Europa.

Ha sottolineato che tutti i paesi erano unanimi nel condannare l’aggressione russa e nella necessità di aiutare l’Ucraina ma che la Polonia non prenderà parte a nessuna missione militare in Ucraina, ma si concentrerà sulla protezione del confine orientale e sull’organizzazione degli aiuti.

Il premier, come riporta Polonia Oggi, ha evidenziato che l’Europa deve rimanere unita e mantenere buone relazioni con gli Stati Uniti.

La cooperazione tra i paesi si basa sulle sanzioni contro la Russia e sulla ricerca di nuove soluzioni al conflitto, anche se Budapest potrebbe non essere favorevole alla loro proroga.

Tusk ha elogiato i leader europei per la loro mobilitazione in materia di difesa, affermando che “l’Europa non è più ingenua”.

Ha riconosciuto che alcuni paesi, tra cui Francia e Regno Unito, stanno valutando una missione di pace, ma la Polonia non è coinvolta.

Il premier ha sottolineato che la decisione di non partecipare a una missione militare è stata presa da tempo e ha chiesto di non tornare sull’argomento.

Durante l’incontro con Emmanuel Macron, è stata discussa la cooperazione tra Polonia e Francia e la finalizzazione di un trattato sulle garanzie reciproche di sicurezza.

Al vertice hanno partecipato circa 30 leader, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky; le discussioni hanno riguardato non solo il sostegno all’Ucraina, ma anche la sicurezza europea in senso più ampio.

Disoccupazione: Polonia la migliore in Europa

Generale miglioramento tra dicembre 2024 e gennaio 2025.
Tassi peggiori nell’area euro.

Eurostat ha annunciato ieri che il tasso di disoccupazione destagionalizzato in Polonia a gennaio 2025 era del 2,6%, rispetto al 2,7% di dicembre.

Secondo questi dati, a gennaio di quest’anno in Polonia ci sono stati 464.000 disoccupati, rispetto ai 474.000 del mese precedente.

Nell’UE, il tasso di disoccupazione è stato del 5,8% a gennaio e del 6,2% nell’eurozona. In entrambi i casi, il tasso di disoccupazione non è cambiato rispetto a dicembre 2024.

A gennaio 2025, nell’UE ci sono stati 12,8 milioni disoccupati, di cui 10,7 milioni nella zona euro. Rispetto al mese precedente, questi valori sono diminuiti rispettivamente di 8.000 e 42.000 unità ed il numero di disoccupati è diminuito di 510.000 nell’UE e di 547.000 nell’area dell’euro.

Eurostat misura il tasso di disoccupazione armonizzato come la percentuale di persone di età compresa tra i 15 e i 74 anni che sono disoccupate, in grado di iniziare a lavorare nelle due settimane successive e che hanno cercato attivamente lavoro nelle ultime settimane, in relazione a tutte le persone economicamente attive in un determinato paese.

Il primo ministro polacco Donald Tusk, come riporta Polonia Oggi, ha commentato questi dati sulla piattaforma X, dove ha scritto: “La Polonia ha il tasso di disoccupazione più basso dell’UE; in questi tempi difficili, ogni buona notizia vale oro”.

Che i tassi siano peggiori nell’area Euro non sorprende affatto: la moneta unica conferma ancora una volta tutti i suoi lati negativi.