Usa vs Cina: mancanza di trasparenza, vogliamo rapporto Oms su Covid

Attacchi sulla linea dell’ex presidente Trump da parte degli Usa.
“Vogliamo i rapporti perché queste epidemie non si ripetano”.

Non è bastato il cambio alla presidenza della Casa Bianca, per calmare le acque tra Usa e Cina.

Il Dipartimento di Stato americano, infatti, ha accusato la Cina di non essere stata finora trasparente per quanto riguarda il Covid19.

Riprendendo le tracce dell’ex presidente Donald Trump, le accuse si riferiscono in particolare mancanza di trasparenza sulle origini del virus che ha causato l’attuale pandemia.

Più precisamente, le accuse del Dipartimento sono state le seguenti.

“I cinesi non hanno offerto la necessaria trasparenza di cui abbiamo bisogno per impedire che questo pandemie si ripresentino.”

Da parte sua, il portavoce del dipartimento di Stato usa Ned Price, ha ribadito quanto di seguito:

“Non vediamo l’ora di ricevere il report e i dati derivanti dall’indagine dell’Oms sull’origine del coronavirus in Cina per analizzarli noi stessi, sapendo che abbiamo bisogno di totale trasparenza, su qualunque tipo di cooperazione che l’Oms abbia potuto ricevere o non ricevere dalla Cina.”

Non è mancata la risposta della Cina, che ha replicato invitando gli esperti dell’Oms a condurre studi proprio negli Usa. Il Paese del dragone ha infatti ribattuto come di seguito:

“Invitiamo Washington ad avere un atteggiamento aperto, trasparente e scientifico invitando gli esperti dell’Oms a condurre studi sulle origini del nuovo coronavirus negli usa.”

A questo si è aggiunto quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, il quale ha affermato che varie ricerche hanno indicato che il coronavirus è emerso in diverse località del mondo nella seconda metà del 2019.

Inoltre, lo stesso Wang Wenbin, riprendendo quanto sostenuto da Liang Wannian, leader della parte cinese del team congiunto con l’Oms impegnato a Wuhan, ha sostenuto che tracciamento dei virus è “una questione scientifica complessa e dovrebbe essere condotta dagli scienziati a livello globale“.

Ancora Wang, ha poi così concluso:

“Con l’accumulo di prove concrete e lo sviluppo di un’ipotesi scientifica, cambierà anche la posizione del tracciamento del virus. La Cina spera che i Paesi interessati possano mantenere un atteggiamento scientifico per condurre studi sull’origine del coronavirus e condividere le loro scoperte.”

Vaccino Covid19: ecco come sta andando nei vari Stati

Tra chi non aspetta altro che poterlo fare e chi denuncia malesseri post somministrazione, ecco come si stanno muovendo i vari Paesi.

Le posizioni, come su ogni cosa, sono le più diverse.

Da chi ritiene il vaccino l’unica via per uscire dall’epidemia (approfondimento al link) a chi lo ritiene un business (approfondimento al link), passando per chi lo desidera e spera che tutte le dosi necessarie arrivino presto (approfondimento ai link1, link2 e link3) e chi invece lamenta effetti collaterali dopo la somministrazione del vaccino stesso (approfondimento al link).

Cerchiamo di vedere cosa accade a livello generale nei vari Stati.

La Germania ha vaccinato oltre 188mila persone e, in attesa di ricevere altre scorte di vaccino, deve scegliere a sorte tra chi vaccinare e chi no nelle fasce considerate più a rischio.

L’Italia, con più di 80mila inoculati, è la seconda in Europa per numero di vaccinati.

Boris Johnson, per quanto riguarda la Gran Bretagna che è stato il primo Paese a dare il via alle vaccinazioni, dichiara:

“Abbiamo vaccinato un milione di persone: più del resto d’Europa messo insieme.”

E poi, come riporta “TgCom24”, continua sottolineando che da lunedì circa 530mila dosi del vaccino Oxford-AstraZeneca saranno disponibili nei centri di vaccinazione e “qualche milione in più” del vaccino Pfizer deve ancora essere somministrato ai pazienti.

La Spagna, dal lato suo, pare intenzionata ad istituire un registro in cui inserire i nomi di chi non si sottoporrà al vaccino.

Chi va a rilento, da questo punto di vista, è invece la Francia; il presidente Macron, da poco uscito dall’isolamento (approfondimento al link), chiede un cambio di passo nella campagna di vaccinazione:

Presto e con forza. Io sono in guerra mattino, giorno, sera e mi attendo da tutti lo stesso impegno”.

La Francia ha ricevuto 560mila dosi del vaccino Pfizer/BioNTech, ma i dati ufficiali (riferiti ancora alle 20:30 del 31 dicembre) danno conto di 352 dosi somministrate.

Poi c’è il Belgio, dove medici e sanitari hanno chiesto che l’Oms fosse indagato per avere una falsa pandemia (approfondimento al link).

Andando oltreoceano, vediamo che negli Usa, con i dati aggiornati alle ore 09:00 di sabato 2 gennaio, si è superata la quota di 4 milioni di vaccinati. Più precisamente, il Cdc Covid Data Tracker ha riferito che erano state distribuite 13.071.925 dosi e ne erano state somministrate 4.225.756, comprendendo sia i vaccini Pfitzer che Moderna.

Il primo Paese al mondo per numero di inoculazioni è la Cina, che dichiara di averne somministrati 4,5 milioni.

In questo caso, però, George Gao Fu, il direttore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, avrebbe preferito adottare un mix di vecchie e nuove tecnologie sviluppando 5 diverse categorie di vaccino: vaccini inattivi, vaccini a subunità proteiche ricombinanti, vaccini influenzali vivi attenuati, vaccini a vettore adenovirus e vaccini basati su acidi nucleici.

Questo perché, sempre a detta di George Gao Fu, in occidente sono stati somministrati vaccini che hanno una tecnologia mRNA che è stata sviluppata per i malati di cancro e non si può escludere che il somministrarla a persone sane possa comportare dei rischi.

Cina, “credito sociale”: ecco come uscire dal Covid-19

Ogni cittadino parte da un punteggio base che aumenta o diminuisce a seconda dei suoi comportamenti.
Indurre tutti alla buona condotta porta però al tramonto della privacy: sareste disposti?

Un progetto pilota allo scopo di ottenere un comportamento civilmente corretto in modo espanso e garantito.

È quanto la Cina sta attuando in 43 città: un sistema di monitoraggio totale dei cittadini che, partendo da un punteggio base uguale per tutti, ottengono o perdono punti a seconda dei comportamenti da loro stessi adottati.

Se il punteggio di una persona diventa troppo basso, le verranno impedite determinate azioni come, ad esempio, acquistare una casa o anche un solo biglietto aereo. Coloro i quali riceveranno punteggi infimi, vedranno addirittura pubblicate le loro foto negli spazi pubblici (cinema, cartelli pubblicitari, eccetera) al fine di essere evitati e derisi dagli altri cittadini.

Dal “credito sociale”, dunque, dipende il proprio posto nella società.

Per riuscire a garantire il corretto funzionamento del medesimo sistema, la Cina ha messo in piedi una struttura di classificazione sociale in grado di associare il viso alle generalità dei cittadini (nome, cognome, residenza, eccetera), praticamente schedandoli virtualmente.

Questo comporta il sostanziale addio alla privacy, dato che le telecamere devono essere in grado di calcolare il “credito sociale” in qualsiasi momento, in qualunque luogo e per chiunque. La Cina, il Paese più popoloso del mondo, dichiara che così facendo è capace di monitorare in ogni istante ciascuno dei suoi cittadini.

Il governo punta sul potenziamento di questo tipo di strutture, sostenendo che sono state determinanti per sconfiggere il Covid-19, cosa ancora non riuscita nel resto del mondo.

Il video è andato in onda su Rai2HD ed è reperibile a questo link, condiviso anche sul profilo facebook della politica e conduttrice televisiva Elisabetta Gardini.

Se questa fosse la chiave per uscire dalla pandemia e da eventuali futuri problemi analoghi piuttosto che il prezzo da pagare per essere sicuri che tutti rispettino le regole e si comportino in modo corretto, sareste disposti a vivere in una società gestita in questo modo o la reputereste una forma di controllo estremo?

Elezioni Usa: c’è l’ombra della Cina?

SEC: la società madre di Dominion Voting Systems ha ricevuto 400 milioni di dollari da una banca d’investimento in Svizzera che è al 75% di proprietà del governo cinese.

È ancora bollente, il tema delle elezioni americane.

Mentre da una parte il presidente uscente Donald Trump sembra aver riconosciuto la sconfitta contro il rivale Joe Biden, dall’altra arriva una dichiarazione della SEC (la Securities and Exchange Commission) che apre uno scenario interessante: vi sarebbe un’interferenza cinese dietro le elezioni presidenziali degli Stati Uniti.

Più precisamente, la SEC dichiara che la società madre di Dominion Voting Systems (ovvero la società che vende hardware e software per il voto elettronico, comprese macchine per il voto elettronico e tabulatori negli Usa ed in Canada, sviluppando i suoi software anche in Serbia) ha ricevuto 400 milioni di dollari da una banca d’investimento in Svizzera.

La banca in questione è la UBS Securities che possiede il 24,99% di UBS Securities CO LTD, che a sua volta è una banca cinese il cui restante 75% è di proprietà del governo cinese.

Tutto questo, avveniva meno di un mese prima delle elezioni presidenziali americane.

Come riporta “India Right Now Gruop” su indiarightnownews.com, l’indagine è stata condotta dalla Austin Security and Investigation Solutions (documenti PDF che confermano i dettagli forniti si possono trovare al link) e punta la sua attenzione su Staple Street Capital, la quale ha acquisito Dominion Voting System nel 2018.

Quest’ultima, che gestisce macchine per il voto in 28 Stati, è stata nel mirino di Trump per i suoi sospetti inerenti alle frodi elettorali; le accuse sono quelle di aver eliminato milioni di voti a favore dello stesso presidente uscente, oltre che passare i voti al concorrente Biden nella notte delle elezioni.

L’indagine sopracitata afferma quanto di seguito:

L’8 ottobre 2020, Staple Street Capital ha presentato offerte al modulo D della SEC e un importo di vendita di $ 400.000.000 con il destinatario del risarcimento delle vendite identificato come UBS Securities”.

Nell’indagine si aggiunge anche che un ulteriore pagamento di $ 200.000.000 era stato ricevuto a dicembre del 2014.

I proprietari di UBS Securities CO LTD e le relative quote sono i seguenti:

  1. Beijing Guoxiang (33%);
  2. UBS (24,99%);
  3. Guangdong Comm.;
  4. Gruppo [zh] (14,01%);
  5. China Guodian (14%);
  6. Gruppo COFCO (14%).

Trump ritira gli Usa dall’Oms

Dopo le accuse del presidente, gli Stati Uniti escono dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Biden rilancia promettendo un ritorno come primo punto all’ordine del giorno della sua presidenza.

Dalle parole ai fatti.

Dopo le accuse con cui la definiva “filocinese” a causa della gestione del coronavirus (approfondimento al link), l’amministrazione Trump ha informato il Congresso americano che sta procedendo al ritiro formale degli Usa dall’Organizzazione mondiale della sanità.

La notizia è stata riporta dalla Cnn e, secondo una risoluzione del Congresso del 1948, gli Usa possono lasciare l’Oms alle seguenti due condizioni:

  1. – Gli obblighi finanziari siano pienamente rispettati per l’anno fiscale corrente dell’Organizzazione;
  2. – Ci deve essere un preavviso di un anno.

Sulla vena polemica il tweet del senatore Bob Menendez, in risposta all’operato dell’amministrazione Trump:

Il Congresso ha ricevuto la notifica che il presidente ha ritirato ufficialmente gli Stati Uniti dall’Oms nel pieno della pandemia. Chiamare la risposta di Trump al Covid caotica e incoerente non gli rende giustizia. Ciò non proteggerà le vite o gli interessi americani: lascia gli americani malati e l’America da sola.”

Ha poi colto la palla al balzo per criticare la scelta di Trump ed inserirsi nella discussione il candidato democratico alla presidenza americana Joe Biden, già vicepresidente sotto la guida Obama, che rilancia mettendo come primo punto all’ordine del giorno del suo programma il rientro nell’Oms nel caso in cui vinca le elezioni.

Più precisamente, le sue parole sono state:

Gli Stati Uniti si uniranno di nuovo all’Oms nel primo giorno della mia presidenza.”