Ennesimo terremoto nel mondo cripto che pesa sulla valuta simbolo del settore.
All’indomani del fallimento di Silvergate Bank, la banca californiana specializzata nelle monete digitali, il Bitcoin scivola sotto 20 mila dollari fino a un minimo di 19.850 per poi rimbalzare leggermente e attestarsi intorno a 19.900 dollari.
Ma cosa ha scatenato il sell-off?
Come riporta Milano Finanza, nei giorni scorsi Silvergate Bank, una banca specializzata in criptovalute, ha annunciato la chiusura.
A dare la notizia è stata la holding Silvergate Capital Corporation che in una nota ha dichiarato la liquidazione «ordinata» delle operazioni dell’istituto di credito su base volontaria.
La banca prevede di rimborsare completamente tutti i depositi. Quotato sul Nasdaq il titolo della casa madre ha reagito bruscamente alla notizia crollando del 42% ai minimi storici, intorno ai 2,84 dollari.
La capitalizzazione della criptobanca si è ridotta a circa 89 milioni di dollari contro gli oltre 7,4 miliardi nel giro di un anno.
Dopo il fallimento di Terra Luna, Celsius e in ultimo Ftx, i correntisti sono corsi a smobilitare le posizioni per paura di restare con il cerino in mano; e così nel quarto trimestre i depositi sono passati da 8,1 miliardi a 3,8 miliardi.
Nel novembre 2021, quando il Bitcoin ai massimi della sua fama valeva oltre 70 mila dollari, le azioni Silvergate venivano scambiate oltre i 200 dollari.
La chiusura dell’istituto non sarà però immediata. Secondo gli analisti, potrebbe richiedere uno o due anni, a seconda della rapidità con cui verranno rimborsati i prestiti in essere e smaltite le attività.
Negli anni il gruppo aveva tessuto forti legami finanziari con l’exchange fondato da Sam Bankman Fried e fallito lo scorso novembre. Gli analisti di Wedbush, in una nota, scrivono così:
“Crediamo che questa decisione sia stata presa, almeno in parte, per contribuire a mitigare la responsabilità legale di Silvergate Bank legata al fallimento di Ftx”.
È la prima volta da metà gennaio che il Bitcoin scende sotto la fatidica soglia di 20 mila dollari; dopo cinque sedute in rosso, il 10 marzo la criptovaluta continua a perdere l’8%.
E se da un lato è vero che da inizio anno il prezzo risulta ancora in crescita del +20%, dal picco di febbraio ha perso altrettanto (-18%).
In fondo, dopo le notizie allarmanti in arrivo dal settore, gli esperti avevano iniziato a chiedersi come mai il Bitcoin continuasse a reggere. Anche le altre cripto hanno accusato il colpo.
Nelle ultime 24 ore, Ethereum ha ceduto l’8,5% a 1.400 dollari, Binance il 6,9% a 268,3 dollari e Dogecoin quasi il 10% a 0,06 dollari.
La galassia sembra, dunque, sull’orlo del burrone, di nuovo. La capitalizzazione del settore è scesa sotto i 1.000 miliardi di dollari, ben al di sotto dal mercato dell’oro, stimato intorno ai 12 mila miliardi e soprattutto lontanissima dal mercato azionario mondiale e da quello obbligazionario, che valgono rispettivamente 80 e 128 mila miliardi.