Michel si candida alle europee: Orban potrebbe prendere il suo posto

Se l’attuale presidente del Consiglio diventasse eurodeputato, il suo posto passerebbe allo Stato membro che detiene la presidenza semestrale.

L’annuncio del presidente del Consiglio europeo è arrivato lo scorso sabato.

L’attuale presidente del Consiglio europeo correrà il prossimo giugno per la nomina al parlamento come capolista del suo partito, il Movimento riformista e, se eletto come eurodeputato, Charles Michel dovrà dimettersi dal suo attuale incarico a luglio, aprendo la strada alla possibilità di vedere il presidente ungherese Viktor Orbán nelle vesti di presidente del Consiglio dell’Ue.

In teoria, l’ex primo ministro belga dovrebbe rimanere in carica fino alla fine di novembre ma secondo il regolamento Ue in assenza di un presidente permanente l’incarico spetta allo Stato membro che detiene la presidenza semestrale a rotazione: il 1 luglio prossimo sarà il turno dell’Ungheria.

Orban ribadisce no ad adesione Ucraina in Ue

Per il premier ungherese l’Ucraina non soddisfa i requisiti.
E blocca anche lo stanziamento di 50 miliardi di aiuti finanziari.


Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha detto che l’Ucraina non soddisfa i criteri per avviare i colloqui di adesione allUnione europea, opponendosi fermamente al parere degli altri leader Ue, parlando al suo arrivo a un vertice europeo di grande importanza.


Orban sta bloccando sia l’avvio dei colloqui sull’ingresso di Kyiv nell’Ue, sia lo stanziamento di 50 miliardi di euro di aiuti finanziari.


Il vertice giunge in un momento cruciale della guerra tra Ucraina e Russia, dopo che la controffensiva non è riuscita a ottenere risultati importanti e l’amministrazione Biden non è riuscita a far passare al Congresso un pacchetto di aiuti per 60 miliardi di dollari per Kiev.


Stando a quanto riporta Reuters, all’arrivo al vertice di Bruxelles Orban ha dichiarato quanto di seguito:


Non c’è motivo di negoziare l’adesione dell’Ucraina ora. Le precondizioni non sono state soddisfatte. Dobbiamo tornare a parlarne più avanti“.


Funzionari e diplomatici si sono detti pronti a portare avanti una difficile serie di incontri durante il vertice che potrebbero protrarsi fino a venerdì sera o addirittura nel fine settimana.


Tutti i 27 leader nazionali dellUe, tranne Orban, hanno appoggiato l’avvio dei
colloqui per l’adesione.


Tuttavia, questo tipo di decisione richiede l’unanimità e il leader ungherese ha già più volte sostenuto che l’Ucraina non sia pronta per un tale passo.


Alla vigilia del vertice, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che il suo Paese ha realizzato le riforme politiche necessarie per ottenere il via libera e ha esortato l’Ue a rispettare gli impegni presi, dichiarando così sui social:


Conto sul fatto che i leader dell’Ue riconoscano gli sforzi dell’Ucraina e compiano questo passo storico. L’Ucraina ha fatto la sua parte e ha dimostrato di poter raggiungere risultati straordinari nonostante sfide senza precedenti“.


A dimostrazione degli intensi sforzi diplomatici sulla questione, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz avevano in programma un incontro con Orban prima del vertice, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ed al presidente del Consiglio Charles Michel.


Orban ha citato la corruzione in Ucraina ed altri timori per giustificare la propria posizione.


Funzionari e diplomatici dell’Ue sospettano che stia usando la questione come merce di scambio, sperando di ottenere i fondi congelati dall’Ue per via delle preoccupazioni sullo stato di diritto in Ungheria; ma stando a quanto riporta Ansa, il premier ungherese avrebbe aggiunto:


L’allargamento non è una questione teorica, è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle pre condizioni, ce ne sono sette per l’Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c’è motivo per negoziarla”.


Zelensky: Ue apra negoziati per adesione Ucraina

“Non farlo significherebbe darla vinta a Putin”.
Poi continua: “abbiamo rispettato le 7 raccomandazioni al 100%”.

Zelensky spinge per l’adesione dell’Ucraina all’Ue.

Più nel dettaglio, come riporta Ansa, le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine dell’incontro con Charles Michel e Maia Sandu sono state le seguenti:

Vorrei che l’apertura dei negoziati di adesione all’Ucraina si basasse su fatti concreti, non ci aspettiamo regali e capiamo che si tratta di un processo di merito. Ma abbiamo rispettato le 7 raccomandazioni al 100% e questa decisione sarebbe importante per mobilitare il popolo ucraino e mostrerebbe che difendiamo i nostri valori coi fatti e non solo con le parole: se non saremo uniti daremo una extra vittoria a Vladimir Putin“.

Ue: minacce all’Ucraina sono minacce all’Europa

Dopo Gopinath anche Michel interviene.
Conferenza stampa con il primo ministro slovacco.

Gita Gopinath è appena intervenuta sul tema del conflitto tra Russia ed Ucraina, parlando in merito ad un possibile prolungamento dell’inflazione e del caro energia nel caso in cui si inaspriscano i rapporti tra i due Paesi (approfondimento al link).

Ora, a dar seguito alle sue parole, arriva il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che esprimendo solidarietà verso l’Ucraina durante una conferenza stampa tenuta con il primo ministro slovacco Eduard Heger; stando a quanto riporta “Reuters”, infatti, Michel ha detto quanto di seguito:

Una minaccia contro l’Ucraina è una minaccia contro l’Europa.”

Erdogan attacca Draghi: “sei stato nominato, non eletto”

Il presidente turco risponde al premier italiano che lo aveva definito un “dittatore”.
Ma i dati mostrerebbero la repressione della democrazia in Turchia.

Poco tempo fa il premier italiano, Mario Draghi, aveva definito un “dittatoreErdogan, in occasione dello sgarbo riservato alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, quando una sedia per l’incontro era stata riservata solo al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Draghi era stato lasciato completamente solo dopo le sue dichiarazioni in difesa della von der Leyen: Germania ed Ue tutta hanno preferito evitare completamente il tema e prendere le distanze dalle dichiarazioni del premier italiano.

Ora anche la replica del presidente turco che, stando a quanto riferito dall’agenzia Anadolu e dalla tv di Stato turca, durante un discorso davanti ad un gruppo di giovani riuniti nella biblioteca del palazzo presidenziale ad Ankara ha dichiarato quanto di seguito:

Prima di dire a Tayyp Erdogan che è un dittatore, devi conoscere la tua storia, ma abbiamo visto che non la conosci. Sei una persona che è stata nominata, non eletta. C’è una totale impertinenza nelle affermazioni del premier italiano. Con le sue affermazioni, Draghi ha purtroppo danneggiato lo sviluppo delle relazioni Turchia-Italia. La dichiarazione del presidente del Consiglio italiano è stata una totale maleducazione, una totale maleducazione.

A giustificazione delle parole di Draghi, invece, è possibile citare alcuni dati: dal fallito tentativo di coipo di stato della notte tra il 15 e il 16 luglio del 2016 ci sono stati circa 40.000 arresti, con 10 soldati finiti dietro le sbarre insieme a 2.745 giudici, 15.000 tra insegnanti e professori ed altre decine di giornalisti.

Sempre dal 15 luglio di 5 anni fa ad oggi, inoltre, le operazioni conto i golpisti sono state decine di migliaia.

Dati, questi, che farebbero percepire una chiara repressione del pensiero contrario al suo governo, con buona pace della democrazia.