La decisione arriva dopo l’ammissione degli effetti collaterali.
La società giustifica la scelta con “scarsa domanda” e “eccedenza di dosi disponibili”.
AstraZeneca smetterà di commercializzare il suo vaccino contro il Covid-19, Vaxzevria, a partire da oggi 7 maggio nell’Unione europea su sua richiesta.
Lo ha reso noto l’azienda britannico-svedese in un comunicato, ripreso poi da AGI.
La Commissione europea ha notificato il 27 marzo che, su richiesta del proprietario – AstraZeneca -, ritirerà l’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco a partire dal 7 maggio.
AstraZeneca, che poco tempo fa aveva ammesso in tribunale i rischi collaterali legati al suo vaccino (approfondimento al link), giustifica il ritiro con la mancanza di domanda e l’eccedenza di vaccini attualmente disponibili sul mercato.
Più precisamente, sulla nota si legge quanto di seguito:
“Poiché sono stati sviluppati numerosi vaccini aggiornati per le varianti Covid-19, ora c’è un surplus di vaccini disponibili. Ciò ha causato una diminuzione della domanda di Vaxzervria, che non viene più prodotto ne’ fornito“.
Il laboratorio, che ha presentato la richiesta di ritiro il 5 marzo a Bruxelles, si compiace del ruolo svolto da Vaxzevria nel porre fine alla pandemia.
In questo senso sottolinea che “secondo stime indipendenti, solo nel primo anno di utilizzo, sono state salvate più di 6,5 milioni di vite e sono state fornite più di 3 miliardi di dosi in tutto il mondo“.
La domanda, ora, sorge spontanea: le vite in questione sono state salvate o sono a rischio degli effetti collaterali che AstraZeneca ha ammesso siano correlati al vaccino?
Inoltre, si teme che si stia “punendo” AstraZeneca per “salvare” i vaccini Pfizer e Moderna.