Ue: Morawiecki eletto nuovo leader dei Conservatori e Riformisti

L’ex primo ministro polacco prende il posto di Giorgia Meloni.
No alla riduzione di sovranità degli Stati: favorisce il predominio di Berlino.

L’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki è stato eletto all’unanimità presidente del partito dei Conservatori e Riformisti Europei (EKR) durante un incontro a Bruxelles e sostituirà Giorgia Meloni.

Durante una conferenza stampa, ha dichiarato la sua disponibilità a collaborare con il Partito Popolare Europeo (EPL), di cui fanno parte PO e PSL, sottolineando la volontà di formare coalizioni su questioni chiave per il bene dell’Europa e degli Stati nazionali.

Ha inoltre espresso la sua opposizione alla centralizzazione del potere a Bruxelles e alla riduzione della sovranità degli Stati membri, che a suo avviso favorisce il predominio di Berlino.

Morawiecki, come riporta Polonia Oggi, ha descritto l’EKR come un gruppo “centrale”, pronto a collaborare sia con l’EPL sia con il gruppo dei Patrioti per l’Europa, creato anche dal primo ministro ungherese Viktor Orbán.

Ha criticato la burocrazia e la centralizzazione del potere nella Commissione Europea, definendole il principale ostacolo allo sviluppo dell’Europa.

Nelle sue dichiarazioni, ha presentato una visione basata sulla riduzione della burocrazia e sul rafforzamento degli Stati nazionali come pilastro del futuro dell’Unione Europea.

La Polonia sospende temporaneamente il diritto all’asilo

I polacchi seguono l’esempio della Finlandia.
Tusk: controllo frontiere e sicurezza territoriale sono priorità. Politica migratoria non seguirà il patto UE.

Il primo ministro Donald Tusk difende la controversa decisione di sospendere temporaneamente e territorialmente il diritto d’asilo, indicando l’esempio della Finlandia, che ha introdotto una soluzione simile in risposta alla guerra ibrida.

Tusk ha annunciato questa decisione durante il convegno della Platforma Obywatelska, sottolineando che il controllo delle frontiere e la sicurezza territoriale della Polonia sono una priorità.

Ha inoltre annunciato che martedì presenterà la strategia migratoria, che non rispetterà il patto migratorio dell’UE.

Questa decisione è stata criticata da politici e attivisti per i diritti umani, i quali ritengono che sia impossibile da realizzare legalmente e che la strategia non sia stata consultata con le organizzazioni non governative; più precisamente, come riporta Polonia Oggi, Janina Ochojska, fondatrice della Polska Akcja Humanitarna (PAH), ha criticato l’idea sostenendo che significherebbe sospendere molte convenzioni internazionali.

In risposta alle critiche, Tusk ha sottolineato sui social media che la sospensione del diritto d’asilo in Polonia è una risposta all’uso strumentale di questo diritto durante la guerra.

Polonia: elezioni fissate per il 15 ottobre

Tusk, ex presidente Consiglio europeo, principale competitor per l’attuale governo.
Campagne elettorali basate sulla guerra in Ucraina.

Il presidente polacco Andrzej Duda ha fissato al prossimo 15 ottobre le nuove elezioni parlamentari, in conformità con le scadenze costituzionali.

I cittadini polacchi dovranno eleggere 460 deputati, e 100 senatori che avranno mandato quadriennale.

Segnato ufficialmente l’inizio di una campagna elettorale che da mesi sta ponendo le sue basi sui risvolti della guerra russa in Ucraina.

I sondaggi indicano Diritto e Giustizia come il partito favorito ma i conservatori, che governano la Polonia dal 2015, difficilmente raggiungeranno la maggioranza assoluta in Parlamento: minimo il vantaggio sul blocco centrista Coalizione Civica, guidato da Donald Tusk, ex primo ministro polacco ed ex presidente del Consiglio europeo.

Diritto e Giustizia continua a presentarsi forte in materia di difesa nazionale, cercando di guadagnare consensi sfruttando il tema della sicurezza verso i confini esterni, visti i disordini al fronte orientale dovuti alla presenza della Wagner, e ordinando un maggior numero di soldati per rafforzare la sicurezza al confine con la Bielorussia dopo i fatti dei giorni scorsi.

Il sostegno al partito di Tusk, invece, sembra essere cresciuto nelle scorse settimane, dopo le accuse alla maggioranza di governo, di sfruttare la presenza della Wagner in Bielorussia per creare allarmismo tra i cittadini, stando a quanto riporta Il Riformista.

Percentuali sotto al 10% per i centristi di Terza Via, mentre la sinistra di Lewica viene data all’8,8%.

Forte potrebbe infine essere la crescita, come sta succedendo in altri Paesi europei l’estrema destra che in Polonia si identifica nel partito di Konfederacja.

Polonia, Tusk propone la settimana lavorativa di 4 giorni

Esperimento già in corso in Spagna, Islanda e Regno Unito.
“Necessario adattarsi alla dinamicità del mercato del lavoro”.

Parlando a Szczecin, pochi giorni fa, il leader del partito Piattaforma Civica (PO) Donald Tusk ha annunciato la preparazione di un preciso progetto pilota per una settimana lavorativa di quattro giorni.

Secondo il leader di Piattaforma Civica, questa soluzione è dettata dai cambiamenti dinamici che si sono verificati di recente nel mercato del lavoro. L’ex leader del Consiglio europeo ha aggiunto che il progresso tecnologico non deve necessariamente comportare un aumento automatico della disoccupazione.

Tuttavia, stando a quanto riporta “Polonia Oggi”, secondo Tusk è necessario cambiare l’atteggiamento nei confronti del lavoro e modificare il modello sociale.

Più nel dettaglio, Tusk ha fatto riferimento a due modelli: uno è l’accorciamento della giornata lavorativa e l’altra è l’accorciamento dell’intera settimana; a suo parere, quest’ultima, cioè quattro giorni lavorativi a settimana, sarebbe più probabile.

Tra i Paesi che stanno sperimentando la settimana di quattro giorni ci sono il Regno Unito e la Spagna. L’Islanda è pronta a quest’esperimento.

Nel caso delle isole britanniche, più di 3.000 dipendenti di 70 aziende dovrebbero partecipare all’esperimento, annunciato nel giugno di quest’anno.

Le prime conclusioni degli esperimenti sono piuttosto ottimistiche. Tra l’altro, è stato notato un aumento della produttività dei dipendenti, o almeno è stato mantenuto il livello precedente allo studio.

Inoltre, i dipendenti erano meno stressati e avevano un minor rischio di burnout.

Tuttavia, gli esperti sottolineano che, per il momento, lo studio ha coperto un periodo di tempo troppo breve per poter trarre conclusioni più serie.