La lebbra torna in Europa

Casi in Romania ed in Croazia, dove la malattia si credeva ormai debellata da oltre 30 anni.
Quattro donne asiatiche nel primo caso, un uomo nepalese nel secondo.

La lebbra riappare in Europa: nelle ultime ore due paesi dell’Europa orientale hanno segnalato la presenza di una malattia che ormai sembrava appartenere al passato, almeno nel vecchio continente.

I casi sono stati registrati in Romania, dove non si verificava da 44 anni, ed in Croazia, dove la malattia sembrava ormai estinta da 30 anni.

In Romania al momento è uno il caso accertato, mentre tre sono ancora sotto osservazione, come riporta Il Quotidiano di Sicilia. Si tratta di quattro donne di origine asiatica lavoratrici in un centro massaggi di Cluj-Napoca, in Transilvania. Le autorità hanno disposto la chiusura dell’attività fino al termine dell’indagine epidemiologica. Il ministro della salute rumeno ha rassicurato i cittadini spiegando che il rischio di trasmissione è estremamente ridotto, essendo la lebbra una malattia con contagiosità limitata.

In Croazia invece è stato rilevato un caso su un lavoratore di origine nepalese, risalente nel paese balcanico da due anni. Il responsabile del Servizio per l’epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto croato di sanità pubblica, Bernard Kaić, ha spiegato che l’uomo si è presentato circa dieci giorni fa al servizio epidemiologico di Spalato manifestando sintomi compatibili con la malattia. Avviata la profilassi sul paziente, tutti i suoi contatti sono sotto costante monitoraggio medico e anche in questo caso le autorità hanno rassicurato la popolazione, definendo la situazione “sotto assoluto controllo.

TRATAMIENTO ANTIENVEJECIMIENTO

L’Ue concederà a Polonia, Austria, Estonia, Bulgaria, Croazia e Repubblica Ceca l’esenzione dal patto migratorio 

Secondo la Commissione Europea questi Paesi stanno già affrontando un problema migratorio, quindi possono essere esclusi dal patto.

All’inizio di novembre la Commissione Europea ha riconosciuto che Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia e Polonia, stanno affrontando una seria situazione migratoria e potranno quindi richiedere un’esenzione totale o parziale dalla cosiddetta quota di solidarietà, inclusa la ricollocazione dei migranti per il prossimo anno, nell’ambito del patto europeo su asilo e migrazione. Il governo polacco ha richiesto un’esenzione totale (approfondimento al link).

Il patto su asilo e migrazione prevede la possibilità di scegliere una delle tre forme di solidarietà con i Paesi dell’UE che affrontano una pressione migratoria: accoglienza di migranti, contributo finanziario oppure supporto operativo.

La decisione finale sull’esclusione di alcuni Paesi dal meccanismo di solidarietà sarà presa dal Consiglio dell’UE con voto a maggioranza qualificata.

L’esenzione sarà valida per un anno. Lunedì la questione del meccanismo di solidarietà sarà discussa anche dai ministri degli interni dell’UE a Bruxelles.

Secondo fonti dell’UE, tra gli Stati membri vi è attualmente consenso sul sostegno agli ultimi due regolamenti sulle procedure di rimpatrio, sul Paese terzo sicuro e sul Paese di origine sicuro, mentre proseguono ancora le negoziazioni sul sostegno alle norme relative ai rimpatri e sull’accordo riguardante il meccanismo di solidarietà.

Come affermano i diplomatici europei, si tratta di un tema politicamente molto delicato, soprattutto perché la solidarietà è percepita in modo diverso nei vari Paesi membri.

Tuttavia, si aspettano che i lavori possano essere conclusi entro la fine dell’anno. Il meccanismo di solidarietà, che fa parte del patto su migrazione e asilo, entrerà in funzione il 12 giugno 2026. 

Sei Paesi Ue esentati dal Patto sulle Migrazioni

Il commissario Ue per l’immigrazione: le quote di migranti non sono obbligatorie.
Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Estonia e Bulgaria esentate.
Polonia: dimostra che non facciamo propaganda ma siamo efficaci.

La Commissione Europea ha comunicato che sei paesi dell’Unione Europea possono richiedere l’esenzione dall’obbligo di trasferimento dei migranti nell’ambito del Patto sulle Migrazioni.

Secondo il comunicato, le richieste devono essere presentate al Consiglio dell’UE. La decisione riguarda i paesi che si trovano ad affrontare una forte pressione migratoria: Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Austria e Polonia.

Il primo ministro Donald Tusk, come riporta Polonia Oggi, ha annunciato che la Polonia non accetterà migranti ne pagherà per il loro trasferimento, il che ha va considerato come una conferma dell’efficacia del governo.

Analogamente, il viceministro del Ministero dell’Interno e dell’Amministrazione Maciek Duszczyk ha definito la decisione un “enorme successo”, sottolineando che la Polonia è stata esclusa a causa del numero di rifugiati provenienti dall’Ucraina e della situazione al confine con la Bielorussia.

Il portavoce del governo Adam Szłapka ha aggiunto che questo è un segno di efficacia, non di propaganda.

Il commissario per l’immigrazione Magnus Brunner ha spiegato a Bruxelles che la solidarietà nel quadro del patto è flessibile e il trasferimento non è obbligatorio e i Paesi possono scegliere misure alternative.

La Polonia, come paese sottoposto a forte pressione migratoria, può chiedere al Consiglio dell’UE di escludere totalmente o parzialmente il paese del trasferimento, e la decisione sarà presa a maggioranza qualificata.

La Commissione Europea ha confermato che l’esenzione sarà in vigore per un anno, con un’alta probabilità di proroga.

Il Patto sulle Migrazioni, proposto per la prima volta nel 2020, ha lo scopo di dividere equamente le responsabilità tra gli stati membri e di riformare la politica di asilo dell’Unione Europea.

Cannabis: Italia prima per consumo giovanile nell’Ue

Seguono Croazia e Spagna; bene Portogallo, Grecia ed Ungheria.
In generale, gli uomini hanno il doppio delle probabilità di consumare cannabis rispetto alle donne.

L’Italia è in cima alla classifica dell’Ue per quanto riguarda il consumo di cannabis tra i giovani, con più di uno su cinque (21,5%) che ne ha fatto uso nell’ultimo anno.

Seguono la Croazia, con il 20,3% e la Spagna con il 19,4%, secondo l’ultima Relazione dell’Agenzia dell’Unione europea per le droghe.

Le percentuali più basse di giovani che la consumano, come riporta Euronews, sono state riscontrate in Portogallo (4,9%), in Grecia (4,5%) ed in Ungheria (3,4%).

I giovani uomini hanno in genere il doppio delle probabilità di consumare cannabis rispetto alle donne.

La cannabis rimane di gran lunga la sostanza stupefacente illecita più consumata in Europa. Il suo mercato ha un valore stimato di 12,1 miliardi di euro.

Nonostante l’emergere di nuovi prodotti a base di cannabis, la cannabis a base di erbe e la resina di cannabis rimangono le forme più comunemente consumate.

Circa l’8,4 per cento degli adulti europei di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno, e circa l’1,5% di loro la consuma quotidianamente o quasi.

Il rapporto mostra anche che gli studenti dell’Ue di età compresa tra i 15 e i 16 anni ritengono che la cannabis sia la sostanza illecita più facile da acquistare, con il 30% di loro che afferma che è facilmente reperibile.

In media, il 13% degli studenti ha consumato cannabis almeno una volta nella vita, e il 2,6% ha dichiarato di averla usata per la prima volta all’età di 13 anni o meno.

Tuttavia, le tendenze del consumo di cannabis tra gli studenti indicano una diminuzione complessiva tra il 2003 e il 2024.

Slovenia: reintrodotti i controlli al confini con Croazia e Ungheria

La decisione dopo la misura analoga dell’Italia verso il confine sloveno.
Misure valide per 10 giorni rinnovabili fino a 6 mesi.

Il governo sloveno ha deciso oggi di reintrodurre controlli ai confini con la Croazia e l’Ungheria per almeno dieci giorni, rinnovabili fino a sei mesi.

Le misure saranno applicate da sabato, informa l’agenzia di stampa slovena Sta, ripresa da Ansa.

La decisione arriva dopo che l’Italia ha annunciato ieri speculari misure alle frontiere con la Slovenia, a causa della mutata situazione in Europa e nel Medio Oriente.