Trump lancia Stargate: 500 miliardi di investimenti in AI

Investimento iniziale di 100 miliardi da parte di Softbank, Oracle e OpenAI.
Se il progetto ha successo arriveranno altri licenziamenti come in BP e banche?

Donald Trump annuncia un maxi-investimento fino a 500 miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale.

Il presidente Usa svela ‘Stargate‘, la joint-venture di Softbank, Oracle e OpenAI per investire nell’infrastruttura necessaria per l’IA.

Come riporta Ansa, i tre colossi si impegnano a investire inizialmente 100 miliardi di dollari con l’obiettivo di salire fino a 500 miliardi in quattro anni.

Si spera però che, poi, l’AI porti benefici e non altri tagli ai posti di lavoro come recentemente successo in BP, colosso petrolifero che ridurrà subito la forza lavoro di 7.700 dipendenti più altri in futuro (approfondimento al link), e per le mansioni di banche, dove verranno licenziate 200mila persone sostituite dai bot (approfondimento al link).

AI pronta a sostituire 200mila dipendenti nelle banche

Tagli medi del 3% del personale.
Back office la posizione più a rischio ma anche altre sono sotto esame.

La tecnologia non ha solo benefici.

Dopo aver recentemente assistito ai tagli dichiarati dal colosso petrolifero BP scelti dall’intelligenza artificiale (approfondimento al link), ora uno studio di Bloomberg Intelligence, ripreso poi da Il Sole 24 Ore, rivela che l’AI è pronta sostituire 200.000 dipendenti nelle banche entro 5 anni.

Per quelli che invece non verranno licenziati, comunque vi sarà una novità: la maggior parte degli Istituti bancari, infatti, sta richiamando in ufficio la forza lavoro attualmente impiegata con modalità di Smart Working.

Lo studio continua indicando che, in media, è previsto un taglio pari al 3% dei posti di lavoro e che tra le posizioni che più a rischio sono quelle di back office; tuttavia, l’assistenza clienti subirà variazioni variazioni a causa dell’utilizzo dei bot ed anche le mansioni legate alla conoscenza dei clienti sono sotto esame.

Il futuro dell’ortopedia nell’IA

Tra diagnosi predittive per la valutazione del rischio potenziale e la chirurgia robotica per operare anche a distanza.

Il focus del congresso di ortopedia e medicina legale di Salsomaggiore, presieduto da Fabio Donelli, Mario Gabbrielli, Giorgio Varacca e patrocinato dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA), sarà la valutazione dell’alternativa fra opzione chirurgica e terapia conservativa, in particolare in elezione, in diversi scenari clinici e con l’indicazione alla terapia proposta.

Nellindicazione sarà data particolare importanza sia allinformazione sia al danno da carente informazione, ovvero un consenso generico e non specifico. Attenzione anche alla difficoltà di comunicazione – spiega Fabio Maria Donelli, presidente del congresso. Un tema, quello del consenso informato, al centro dell’ultima giornata congressuale, con la discussione davanti a un magistrato di un caso clinico: si spazierà dallindicazione allinformazione, valutando anche la scelta della tecnica chirurgica adottata. Sarà poi compito del giudice valutare la correttezza della consulenza tecnica dufficio per poter quantificare leventuale danno subito dal paziente operato in tutti gli ambiti, compreso lINAIL“.

L’ormai tradizionale appuntamento di Salsomaggiore costituisce un importante momento di confronto e di conoscenza fra clinici e medici-legali di tutto il Paese. Il congresso, nella sua parte rivolta prevalentemente a ortopedici e traumatologi (giornata del venerdì), farà il punto su problematiche importanti, come la mancata guarigione delle ferite in traumatologia e le difficoltà operative nella traumatologia pediatrica e nella traumatologia dellanziano per le comorbilità da cui è affetto. Spazio anche all’ortoplastica, la branca che combina ortopedia e chirurgia plastica per la ricostruzione di tessuti molli, ossei, vasi e nervi. Si approfondiranno, poi, argomenti di ortobiologia, sistema innovativo di medicina rigenerativa che utilizza le risorse dell’organismo per la riparazione biologica dei tessuti.

Nella giornata di venerdì 29 novembre, si terrà una sessione di ortogeriatria dal tema “il paziente fragile fratturato a 360°”: saranno evidenziate le problematiche cliniche e chirurgiche, dalla prevenzione alla stabilizzazione clinica.

Nella due giorni emiliana si tratterà approfonditamente anche il tema della medicina digitale, con riflessioni operative, cliniche e giuridiche.

Ci occuperemo molto anche di medicina digitale, sia in ottica riabilitativa che medico-legale – anticipa Donelli –, dalla responsabilità nella gestione in telemedicina, che consente visite di controllo e teleconsulti da remoto, all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. In questo ambito lapplicazione di algoritmi specifici in un ambiente di calcolo dinamico, può aiutare a identificare deficit di risultato e responsabilità professionale del sanitario, sia nellindicazione alla terapia proposta, che nella tecnica operatoria, oltre che nel decorso post-operatorio“.

La telemedicina consente lerogazione a distanza di attività diagnostiche, terapeutiche e assistenziali, potendosi avvalere di strumenti digitali avanzati, spesso arricchiti dall’intelligenza artificiale. Rispetto ai consulti clinici in presenza, la telemedicina è in grado di assicurare prestazioni sanitarie integrative di supporto o sostitutive.

Si parlerà, inoltre, di medicina digitale e di chirurgia robotica che consente al chirurgo di eseguire lintervento con maggiore precisione e flessibilità, manovrando il robot anche a distanza, con operazioni personalizzate in base alle caratteristiche anatomo-cliniche e alla funzionalità residua del paziente. Intervento robot-assistito che sarà concesso previa acquisizione di informazioni diagnostiche mirate, quali la Tac pre-operatoria.

L’efficacia di questa metodica comporta, tuttavia, un aumento del timing chirurgico.

La semeiotica medica, cioè la disciplina che rileva e studia i segni che definiscono la diagnosi, mantiene la sua importanza nell’inquadramento clinico, ma l’intelligenza artificiale si rivela di grande aiuto permettendo al medico di approfondire, attraverso diagnosi predittive, il quadro diagnostico e la possibile terapia, determinante nella valutazione del rischio clinico o chirurgico futuro. Uno degli obiettivi del convegno è svolgere una funzione formativa, dando agli specialisti strumenti di natura clinico-scientifica in continua evoluzione per la ricostruzione e la valutazione del caso clinico di specie.

In ambito della responsabilità professionale, l’incontro di Salsomaggiore evidenzierà la differenza fra complicanza ed errore e il rischio insito nel caso di specie. La partecipazione al convegno potrà quindi arricchire sia il medico-legale, perché lo porterà a conoscenza delle tecniche più complesse di chirurgia ortopedica, sia l’ortopedico, in quanto gli permetterà di approfondire come evitare quegli errori comportamentali che, anche in assenza di vere e proprie carenze tecniche, vengono spesso fatti, portandolo ad addebito di responsabilità professionale.

Musk: “In futuro non ci sarà nessun lavoro”

Beni e servizi saranno forniti dai robot.
Gli Stati dovranno elargire un “reddito universale elevato”.

Elon Musk ha detto ciò in occasione di VivaTech 2024, la fiera dedicata alla tecnologia a Parigi a cui ha partecipato in collegamento video.

Più nel dettaglio, come riporta Motorionline, il proprietario di Tesla e X ha dichiarato quanto di seguito:

Nessuno di noi avrà un lavoro quando l’intelligenza artificiale si evolverà e crescerà. Se vorrete potrete lavorare un po’ come hobby. L’intelligenza artificiale e i robot forniranno tutti i beni e i servizi necessari”.

Il CEO di Tesla ha definito l’intelligenza artificiale “la sua più grande paura”, il CEO di Space X ha dichiarato che invece la sua “più grande speranza è Marte” e che intende inviare persone su Marte “probabilmente entro 10 anni, ma forse anche tra i sette e gli otto anni”.

Secondo Elon Musk quando nessuno o quasi avrà più un lavoro sarà necessario prevedere un “universal high income”, un reddito universale elevato che sarebbe distribuito direttamente dai governi a tutti i cittadini. Durante la conferenza, Musk ha menzionato i romanzi di Ian Banks, descrivendola come una visione utopica e drammatizzata di una comunità gestita dalla tecnologia moderna, e l’ha definita la rappresentazione più autentica e “la migliore visione di una futura intelligenza artificiale”.

Ha poi riflettuto se gli esseri umani possano essere soddisfatti di una vita senza lavoro e carriera, sottolineando: “Se i computer e i robot possono fare tutto meglio di noi, la nostra vita avrà ancora un qualche significato?” Nonostante ciò, l’imprenditore statunitense ha espresso la convinzione che “forse c’è ancora un ruolo per gli esseri umani in questo, nel senso che possiamo dare un significato all’intelligenza artificiale”. Infine, ha lanciato un severo avvertimento ai genitori riguardo all’uso della tecnologia da parte dei figli, consigliando di limitare il tempo che questi trascorrono sui social media.

FederTerziario sull’IA: “Dalle pmi la via per coniugare produttività e occupazione ma serve personale qualificato”

Un’impresa su due tra quelle che hanno preso in considerazione l’utilizzo di tecnologie di IA si ferma per mancanza di competenze.
Le infrastrutture digitali possono aiutare anche nella prevenzione degli incidenti sul lavoro, ma servono personale qualificato e investimenti.

Le medie e piccole imprese, adeguatamente supportate da formazione e investimenti, possono ancora fornire un approccio all’IA che sia in grado di tutelare lavoro e produttività, altrimenti le nuove tecnologie rischiano di avere un impatto negativo sull’occupazione: secondo uno studio dell’FMI per la metà dei posti di lavoro esposti (il 60% del totale) potrebbe portare a conseguenze negative per assunzioni e salari.

Le piccole e medie imprese possono costituire un importante valore guida per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro che, seppur potendo agire in termini di miglioramento della produttività, deve sempre fare riferimento alla presenza di un lavoratore – spiega Nicola Patrizi, presidente FederTerziario – e, in questo senso, è indispensabile considerare la centralità della formazione per affrontare questa nuova sfida”.

Si tratta ancora di scenari e prospettive di medio-lungo periodo che però cominciano a pretendere una attenta riflessione: in Italia, secondo i dati Istat, il 5% di imprese con 10 addetti e più utilizzano tecnologie di IA, contro la media dell’8% nell’Ue27. Nel dettaglio sono soprattutto le grandi imprese (24% del totale) a utilizzare almeno una tecnologia di IA, mentre è più basso il dato delle aziende con 50-99 addetti che si fermano al 5,6%, peraltro in controtendenza (9,4% nel 2022).

A preoccupare è la mancanza di competenze che incide anche sul futuro dell’applicazione dell’intelligenza artificiale e sul ruolo che potrebbe avere nel
mondo del lavoro e della sicurezza. Dice l’Istat che tra i principali ostacoli all’applicazione dell’IA, considerando le imprese che hanno preso in considerazione l’utilizzo di tecnologie senza averle ancora avviate (4,4% in totale, 15,4% tra le grandi), c’è, al primo posto, la mancanza di competenze (55,1%).

Il sistema non produce personale qualificato per le imprese – prosegue il presidente Patrizi – e lo dicono le richieste delle imprese che ricercano profili adeguati a ricoprire i posti che impongono le nuove sfide, tra cui l’IA e non solo. L’Italia si trova nella morsa della denatalizzazione, con una previsione di circa 8 milioni di persone in meno entro il 2050, e un capitale umano ridotto che, conseguentemente, dobbiamo cercare di valorizzare al massimo. Per farlo serve una strategia con politiche attive del lavoro in grado di formare i nuovi lavoratori ma anche coloro che rischiano di uscire dal mercato a seguito delle transizioni in atto”.

Uno degli aspetti che potrà combinare competenze e potenzialità dell’IA è costituito dalla sicurezza sul lavoro, considerando che nel 2023 sono state ancora più di un migliaio le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro registrate dall’Inail.

Ne ha parlato, in uno degli appuntamenti FederTerziario, Riccardo D’Angelo, esperto strumenti di intelligenza artificiale volti a prevenire gli infortuni su luoghi di lavoro.

L’intelligenza artificiale, percepita in questo momento dall’opinione pubblica come qualcosa di invasivo, di pericoloso, può contribuire a evitare gli incidenti sul lavoro – spiega D’Angelo -. Lasciando per un momento da parte i temi legati alla privacy del singolo lavoratore, esiste la possibilità di vedere in tempo reale chi, come e quando sta effettuando delle attività potenzialmente pericolose, non indossando ad esempio i dispositivi di protezione. Crediamo che questo tipo di infrastrutture digitali possano aiutare a prevenire in maniera significativa gli incidenti sul lavoro”.