Lufthansa taglierà 4.000 posti di lavoro

Digitalizzazione e crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale permetteranno maggiore efficienza.
Tagli entro il 2030 nel settore amministrativo.

Il gruppo Lufthansa intende tagliare 4.000 posti di lavoro nel settore amministrativo entro il 2030per ridurre i costi“.

L’azienda con sede a Monaco, come riporta Tgcom24, ha annunciato che i processi interni saranno digitalizzati, automatizzati e centralizzati.

Le riduzioni riguardano principalmente i ruoli amministrativi, non quelli operativi, ha spiegato l’azienda: “La digitalizzazione e il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale garantiranno una maggiore efficienza in molti settori e processi“.

La compagnia aerea, che si confronta con costi operativi elevati, non è ancora riuscita, a differenza di altri grandi vettori europei, a riportare la capacità e la produttività ai livelli del 2019, prima della pandemia.

Volkswagen ferma la produzione di auto elettriche

Fermati gli stabilimenti di Emden e Zwickau, possibili stop per Hannover e Osnabruck.
Straordinari invece negli stabilimenti che producono motori termici.

Dopo Stellantis, è il gruppo Volkswagen a stoppare temporaneamente la produzione di due fabbriche, al fine di ridurre le scorte dovute alla debole domanda di auto elettriche e al peso dei dazi statunitensi.

Come riporta Quattroruote, VW sta beneficiando della crescita delle vendite di Bev in Europa, ma il ritmo complessivo di crescita è più lento e irregolare di quanto inizialmente previsto: pertanto, dal 6 ottobre è prevista una settimana di sospensione a Zwickau, che sforna Audi Q4 e-tron, VW ID.3 e Cupra Born.

Situazione analoga ad Emden (ID.4 e ID.7), che ha ridotto le ore dei dipendenti e si fermerà per diversi giorni.

Altre voci di chiusure temporanee riguardano Hannover e Osnabrück. Situazione differente a Wolfsburg, perché qui i modelli termici (VW Golf, Tiguan e Tayron) garantiscono volumi così elevati da richiedere turnazioni straordinarie.

Di recente, Volkswagen ha quantificato in 5,1 miliardi di euro l’impatto negativo della retromarcia Porsche su redditività e Bev, per la domanda debole, la concorrenza in Cina e i dazi Usa.

Come noto, l’azienda a fine 2024 ha concordato coi sindacati una serie di misure per ottenere risparmi pari a ben 1,5 miliardi di euro l’anno sul fronte del costo del lavoro: l’IG Metall ha accettato il taglio di 35 mila posti entro il 2030 e la Volkswagen l’erogazione di buonuscite importanti.

Comunque, in Germania e non solo, la situazione per il comparto auto resta delicata, come dimostra il caso Bosch, che ha appena annunciato 13mila uscite entro il 2030.

Polonia: interessi automatici in caso di ritardo nel pagamento dello stipendio

L’ammontare dei salari pagati in ritardo è raddoppiato nel 2023 e i lavoratori dovevano fare cause civili per ottenere gli interessi.
Ora saranno calcolati automaticamente e addebitati alle aziende anche se la colpa del ritardo non è loro.

In Polonia, il Ministero della Famiglia, del Lavoro e delle Politiche Sociali intende introdurre una riforma che rivoluzionerà il mercato del lavoro stabilendo che gli interessi per i ritardi nel pagamento dei salari siano calcolati automaticamente senza necessità di azione legale da parte dei lavoratori.

Attualmente, infatti, per ottenere tali somme è necessario avviare una causa civile contro il datore di lavoro, un passo che pochi dipendenti compiono per timore di conseguenze.

Il progetto di legge sul salario minimo prevede quindi che ogni ritardo, indipendentemente dalla colpa del datore di lavoro, generi automaticamente interessi, con l’obiettivo di porre fine ai frequenti ritardi nelle retribuzioni.

I dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro mostrano che nel solo 2023 l’ammontare dei salari arretrati è raddoppiato raggiungendo i 270 milioni di złoty.

La nuova normativa rafforzerà la protezione dei lavoratori e disciplinerà le imprese. Nonostante il mancato pagamento delle retribuzioni sia già sanzionato con multe fino a 30.000 zł (circa 7.000 euro), le statistiche mostrano che il problema si aggrava.

Gli esperti sindacali sottolineano che i lavoratori spesso evitano di intraprendere lunghi e costosi procedimenti giudiziari per somme modeste; tuttavia, come riporta Polonia Oggi, le organizzazioni dei datori di lavoro e gli enti locali non negano la necessità di strumenti contro i ritardi ma criticano l’eccessivo peso delle nuove regole che in alcuni casi penalizzerebbero aziende vittime di ritardi nei pagamenti dei loro committenti.

Secondo gli esperti della Federazione degli Imprenditori Polacchi occorre un dialogo sociale per trovare soluzioni eque mentre la Confederazione Lewiatan chiede di modulare le sanzioni in base alla gravità delle violazioni.

Malgrado le critiche il ministero non intende rinunciare alla riforma e stabilisce che gli interessi saranno calcolati dal giorno successivo alla scadenza e corrisposti insieme al salario, applicando se necessario le aliquote legali.

Nissan avvia colloqui con sindacati per tagliare posti in sede regionale europea

Dopo le chiusure in Giappone e Messico, ora tocca all’Europa.
In Francia la sede centrale conta 560 dipendenti.

Nissan Motor ha avviato trattative con il sindacato che rappresenta il personale della sua sede regionale europea in merito a cambiamenti che comporteranno la perdita di posti di lavoro.

È quanto emerge da un documento aziendale e da e-mail interne, stando a quanto riporta Reuters.

La casa automobilistica giapponese in difficoltà, che ha messo in moto un’importante ristrutturazione e che ha già previsto la chiusura di diversi stabilimenti (approfondimento al link), ha confermato di aver avviato consultazioni con i rappresentanti del personale di Nissan Automotive Europe, la sede regionale di Montigny-le-Bretonneux, in Francia, che conta circa 560 dipendenti.

La sede, che supervisiona anche le attività di Nissan in Africa, Medio Oriente, India e Oceania, subirà cambiamenti importanti, secondo una fonte vicina alla questione che ha preferito restare anonima.

La direzione ed il sindacato hanno concordato di discutere di dimissioni volontarie prima di eventuali licenziamenti forzati, si legge nel documento visionato da Reuters.

Sempre stando al medesimo documento ed alle e-mail, i colloqui dovrebbero concludersi entro il 20 ottobre e i dettagli completi saranno condivisi con il personale a novembre.

Bosch prevede di tagliare 1.100 posti entro il 2029

La causa è il rapido peggioramento del mercato automobilistico.
L’azienda prevede di concentrarsi sulla produzione di semiconduttori perchè le unità di controllo elettroniche non sono più competitive nel mercato europeo.

Il produttore tedesco di componenti per auto Bosch taglierà fino a 1.100 posti di lavoro entro il 2029 e ristrutturerà il suo stabilimento di Reutlingen, a causa del rapido peggioramento del mercato automobilistico che fa calare le vendite.

Come riporta Tgcom24, Bosch concentrerà l’impianto principalmente sulla produzione di semiconduttori, poiché la produzione di unità di controllo elettroniche non è più competitiva nel mercato europeo.