Una soluzione per provare contemporaneamente ad arginare due problemi.
Si tratta dell’esenzione dal pagamento delle tasse per tutti i polacchi, compresi quelli residenti all’estero, che guadagnano meno di 85.528 zloty all’anno (ovvero all’incirca 20.000 euro) e che hanno meno di 26 anni.
La legge, entrata in vigore il 1° agosto di quest’anno e voluta da Kaczynski del partito “Pis” alla guida del governo polacco, tocca un bacino di circa 2 milioni di persone e prevede una retribuzione più alta del 18%.
Lo spunto arriva dalla Svezia, dove nel 2007 il governo di centrodestra aveva dimezzato i contributi dei datori di lavoro che assumevano under 26, al fine di facilitarne l’accesso al mercato del lavoro. A Stoccolma, il medesimo provvedimento è stato poi soppresso nel 2016 dall’esecutivo di centrosinistra, che ne contestò l’efficacia.
La legge attuata mira a limitare due fenomeni che la Polonia non vede di buon occhio: la forte emigrazione di giovani polacchi verso l’estero e la conseguente immigrazione proveniente dall’Ucraina (oltre due milioni).
Il premier Mateusz Morawiecki definisce la fuoriuscita dei polacchi come una “ferita dolorosa, un’emorragia insostenibile; tanto grossa che è come se l’intera città di Varsavia se ne fosse andata”.
Il provvedimento costerà alle casse del governo polacco 2,5 miliardi di zloty (il che significa circa 580 milioni di euro l’anno), di cui metà arriverà dalle casse dello Stato centrale e l’altra parte dalle finanze comunali.
Con un’economia che cresce attorno al 4,5% e la disoccupazione stabilmente sotto il 4%, l’intento del governo sovranista, espresso dal viceministro delle finanze Leszek Skiba è appunto quello di “aiutare i giovani ad entrare nel mercato del lavoro, sempre più carente di personale, convincendo chi sta pensando di andarsene a rimanere e di ridurre l’emigrazione; ma – aggiunge poi lo stesso Skiba – non abbiamo una bacchetta magica”.
Sulla scia della Polonia andrà anche la Croazia, che sta preparando una riforma analoga: nel 2020 eliminerà infatti l’imposta sul reddito per le persone fino a 25 anni e la dimezzerà per i giovani tra i 25 ed i 30 anni.