Usa: nuova strategia Trump prevede allontanamento di alcuni Stati dall’Ue

Italia, Austria, Ungheria e Polonia i Paesi su cui puntare: devono essere favorevoli alla sovranità nazionale e alla difesa dei modi di vita europei, a condizione che rimangano filoamericani.

Nella versione estesa della nuova Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti studiata dall’amministrazione Trump – non pubblicata dalla Casa Bianca ma visionata dalla rivista Defense One e poi ripresa da Adnkronos, citato dal Corriere Toscano – l’Italia, insieme ad Austria, Polonia ed Ungheria, viene indicata tra i Paesi con cui Washington dovrebbe “collaborare maggiormente” con l’obiettivo di “allontanarlidall’Unione Europea.

Al fine di “rendere l’Europa di nuovo grande”, il documento suggerisce inoltre che gli Stati Uniti dovrebbero sostenere “partiti, movimenti e figure culturalifavorevoli alla sovranità nazionale e alla difesa dei “modi di vita europei tradizionali”, a condizione che rimangano filoamericani.

La Polonia blocca la legge sul mercato delle cripto-attività

Il Presidente della Repubblica: minaccia la libertà dei cittadini, la sicurezza dei loro beni e la stabilità economica dello Stato.

Il presidente Karol Nawrocki ha posto il veto alla legge sul mercato delle cripto-attività, ritenendo che le sue disposizioni minaccino le libertà dei cittadini, la sicurezza dei loro beni e la stabilità economica dello stato.

La decisione, come riporta Polonia Oggi, è stata comunicata dal portavoce presidenziale Rafał Leśkiewicz, che ha sottolineato come il capo dello Stato usa questo strumento costituzionale solo quando le nuove leggi creano reali pericoli per i cittadini.

Secondo Leśkiewicz, uno dei motivi principali del veto sono le norme che consentirebbero il blocco amministrativo delle pagine web delle imprese operanti nel settore delle cripto-attività.

Il portavoce ha osservato che tali meccanismi sono imprecisi e comportano il rischio di abusi. In pratica, potrebbero portare a situazioni in cui gli utenti perdono l’accesso ai propri fondi digitali senza chiare procedure di ricorso.

Ha inoltre ricordato che in molti paesi dell’Unione Europea, invece di bloccare i servizi online, si utilizza un sistema di avvisi per i consumatori, una soluzione meno invasiva ma ugualmente efficace.

Il secondo argomento riguarda l’eccessiva complessità della normativa. La legge polacca supera le cento pagine, mentre norme analoghe in altri paesi della regione, tra cui Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, sono molto più brevi. A giudizio di Leśkiewicz, una regolamentazione così lunga potrebbe scoraggiare gli imprenditori dall’operare in Polonia e spingerli a trasferire le loro attività all’estero, indebolendo il mercato interno.

Un problema rilevante sono anche le elevate commissioni di vigilanza che, secondo il Presidente, penalizzerebbero soprattutto le piccole imprese e le start-up, favorendo le grandi aziende internazionali e le banche. Tali soluzioni limiterebbero la concorrenza e rallenterebbero lo sviluppo dell’innovazione nel settore. Il portavoce ha ricordato inoltre che durante la campagna elettorale Karol Nawrocki si era espresso contro le normative che limitano eccessivamente la libertà di investire in cripto-attività.

Il Presidente non nega la necessità di regolamentare questo mercato, ma ritiene che ciò debba avvenire in modo proporzionato e conforme al regolamento europeo MiCA. A suo avviso, il governo, nonostante due anni di lavori preparatori, non è riuscito a elaborare una legge chiara. Sławomir Mentzen, leader del partito Nowa Nadzieja, ha ringraziato pubblicamente il Presidente per il veto. Secondo Mentzen, la legge avrebbe potuto distruggere il mercato delle criptovalute in Polonia.

Tuttavia il Ministero delle Finanze e dell’Economia sostiene che la legge sul mercato delle cripto-attività, approvata dal parlamento in ottobre e novembre, mirava ad attuare il regolamento MiCA nel diritto polacco e ad aumentare la sicurezza dei investimenti in cripto-attività. Le nuove norme avrebbero affidato la supervisione del mercato alla Commissione di Vigilanza Finanziaria, introdotto un registro degli operatori del settore e la responsabilità penale per le manipolazioni e altri reati. Secondo il ministero, le regolamentazioni avrebbero dovuto proteggere i cittadini dalle perdite finanziarie.

Divieto di importazione gas russo: Orban porterà l’Ue in tribunale

Il divieto è appoggiato da tutte le capitali tranne Budapest e Bratislava; Orban: perchè in questo caso non serve l’unanimità?
Il premier ungherese: ho un accordo con Trump che ci esenta da dazi Usa su importazioni energetiche russe.

Il premier ungherese Viktor Orban ha dichiarato che il suo governo denuncerà l’Unione Europea presso la Corte di giustizia europea per la decisione presa a livello di Consiglio Ue di eliminare gradualmente le importazioni di gas dalla Russia entro la fine del 2027, appoggiata da tutte le capitali meno Budapest e Bratislava.

Come riporta Adnkronos, alla radio di Stato Orban ha dichiarato quanto di seguito:

Non accettiamo questa soluzione ovviamente illecita, contraria ai valori europei, che è stata scelta da Bruxelles per chiudere un governo nazionale che non è d’accordo con essa

Questa non è più una sanzione ma una misura di politica commerciale, e le sanzioni richiedono l’unanimità, mentre è sufficiente una decisione a maggioranza per la politica commerciale,” ha aggiunto Orban, spiegando di star “cercando altri mezzi, non legali” per dissuadere Bruxelles ma spiegando che non fornirà dettagli per ora.

Ha anche detto che la deroga concessagli dal “caro amicoDonald Trump alle sanzioni Usa sulle importazioni energetiche russe potrebbe estendersi oltre l’anno previsto, e rimarrà in vigore finché Trump sarà il presidente degli Usa, e finché “ci sarà un governo nazionale in Ungheria. Questo è un accordo personale tra due leader. I burocrati scrivono quello che scrivono, ma questo non ha alcuna importanza“.

Lavrov: La Russia non ha nessuna intenzione di attaccare un Paese Nato

Mosca si dice anche pronta a dare garanzie ma la Francia crea tensioni e va verso l’invio di 2.000 soldati in Ucraina.
Parolin: coinvolgere la Cina per la pace.

La Russia non ha nessuna intenzione di attaccare un Paese Nato e il ministro degli Esteri Lavrov dice che Mosca è pronta a dare precise garanzie al riguardo.

Intanto, come riporta Tgcom24, il segretario di Stato della Santa Sede Parolin preme sul coinvolgimento della Cina per la pace.

Il tutto mentre il colosso petrolifero Lukoil venderà le sue attività all’estero dopo le sanzioni e Viktor Orban torna ad attaccare l’Unione europea dicendo che “non conta nulla” e che Donald Trump sbaglia su Putin.

Il presidente Usa ha dichiarato che l’annuncio di Vladimir Putin di un test di un missile da crociera a propulsione nucleare non era “appropriato” ed il Cremlino ha replicato dicendo che “Per noi prevalgono i nostri interessi nazionali“.

Ad agitare le acque, però, ci pensa la Francia che è pronta ad inviare 2.000 soldati in Ucraina.

Cannabis: Italia prima per consumo giovanile nell’Ue

Seguono Croazia e Spagna; bene Portogallo, Grecia ed Ungheria.
In generale, gli uomini hanno il doppio delle probabilità di consumare cannabis rispetto alle donne.

L’Italia è in cima alla classifica dell’Ue per quanto riguarda il consumo di cannabis tra i giovani, con più di uno su cinque (21,5%) che ne ha fatto uso nell’ultimo anno.

Seguono la Croazia, con il 20,3% e la Spagna con il 19,4%, secondo l’ultima Relazione dell’Agenzia dell’Unione europea per le droghe.

Le percentuali più basse di giovani che la consumano, come riporta Euronews, sono state riscontrate in Portogallo (4,9%), in Grecia (4,5%) ed in Ungheria (3,4%).

I giovani uomini hanno in genere il doppio delle probabilità di consumare cannabis rispetto alle donne.

La cannabis rimane di gran lunga la sostanza stupefacente illecita più consumata in Europa. Il suo mercato ha un valore stimato di 12,1 miliardi di euro.

Nonostante l’emergere di nuovi prodotti a base di cannabis, la cannabis a base di erbe e la resina di cannabis rimangono le forme più comunemente consumate.

Circa l’8,4 per cento degli adulti europei di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno, e circa l’1,5% di loro la consuma quotidianamente o quasi.

Il rapporto mostra anche che gli studenti dell’Ue di età compresa tra i 15 e i 16 anni ritengono che la cannabis sia la sostanza illecita più facile da acquistare, con il 30% di loro che afferma che è facilmente reperibile.

In media, il 13% degli studenti ha consumato cannabis almeno una volta nella vita, e il 2,6% ha dichiarato di averla usata per la prima volta all’età di 13 anni o meno.

Tuttavia, le tendenze del consumo di cannabis tra gli studenti indicano una diminuzione complessiva tra il 2003 e il 2024.