Vannacci: con fondi europei Kiev compra gas russo

L’ex Generale dell’Esercito critica Bruxelles per l’incoerenza: mentre i cittadini europei pagano per ridurre la dipendenza da Mosca chiesta dall’Ucraina, Kiev usa i nostri fondi per lo stesso gas.

Nuova polemica in Europa: l’eurodeputato della Lega ed ex generale dell’Esercito Roberto Vannacci ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea accusando Bruxelles di incoerenza sulla politica energetica.

Secondo Vannacci, mentre l’Unione chiede agli Stati membri di ridurre e interrompere entro il 2028 l’importazione di gas russo, l’Ucraina continuerebbe a rifornirsi di energia da Mosca, sfruttando i gasdotti di Ungheria e Slovacchia.

Un’operazione che, denuncia l’eurodeputato, avverrebbe con il sostegno dei fondi comunitari destinati a Kiev.

Secondo fonti di stampa citate da Vannacci, come riporta Baritalia News, l’Ucraina avrebbe incrementato le importazioni di gas russo di circa 570 milioni di metri cubi, pari al 70% delle proprie forniture.

Una circostanza che il leghista definisce “paradossale”, perché da un lato Kiev chiede agli altri Paesi europei di sospendere gli acquisti da Mosca, dall’altro utilizza finanziamenti comunitari per comprare indirettamente lo stesso gas.

Dal 2022, l’Unione ha già stanziato circa 170 miliardi di euro di aiuti per l’Ucraina. Per Vannacci, è “inaccettabile” che tali risorse possano finire nell’acquisto di energia russa, mentre i cittadini europei subiscono costi e pressioni economiche legate alle sanzioni.

Nell’interrogazione, Vannacci chiede alla Commissione di chiarire se sia a conoscenza di questa situazione e quali misure intenda adottare per garantire una politica energetica “coerente, trasparente e rispettosa degli interessi dei cittadini europei”.

Il leghista parla di “doppiopesismo” nei confronti dell’Ucraina rispetto agli Stati membri, sostenendo che Bruxelles debba dare risposte immediate e concrete.

La polemica si inserisce nel dibattito sul futuro della sicurezza energetica, con l’Italia e l’Europa impegnate a ridurre la dipendenza da Mosca, tra tensioni geopolitiche e pressioni economiche crescenti.

Carola Rackete si dimette da europarlamentare

Sarà rimpiazzata da Martin Gunter.
Vannacci: non ci mancherai; speriamo che Salis e Lucano seguano l’esempio.

L’attivista Carola Rackete, nota per aver sfidato il governo giallo-verde sulla migrazione speronando una nave della Guardia Costiera, ha annunciato le proprie dimissioni dal Parlamento europeo.

La tedesca, in una nota, ha dichiarato quanto di seguito:

La mia candidatura e il mio mandato hanno sempre avuto l’obiettivo di contribuire al rinnovamento del partito Die Linke, un processo che sta procedendo con successo. Come persona attiva nei movimenti sociali, io e il mio team abbiamo discusso fin dall’inizio di definire il mandato in modo collettivo e questo spirito collettivo si sta ora concretizzando con le mie dimissioni.

Carola Rackete sarà rimpiazzata dal brandeburghese Martin Gunter, candidato con la Die Linke ed arrivato appena dietro di lei.

Le sue dimissioni sono state commentate anche dal Generale Vannacci come di seguito:

Non ci mancherai, ora speriamo che Salis e Lucano seguano l’esempio“.

Il generale Vannacci denuncia Bersani

Denunce per “aggressioni verbali” dopo la pubblicazione del libro.
Poi l’avvocato avverte: “Sono le prime querele”.

Il generale Vannacci denuncia, tra i vari, Pier Luigi Bersani.

L’ex comandante della Folgore, a quanto si apprende, ha infatti presentato delle querele per diffamazione rispetto ad “alcune aggressioni verbali” a suo danno relative al libroIl mondo al contrario“.

Il testo da lui scritto aveva suscitato parecchie polemiche ed animato accese discussioni dopo la sua pubblicazione: secondo alcuni detrattori, infatti, in quelle pagine il militare aveva espresso opinioni particolarmente sferzanti o addirittura offensive, che tuttavia il diretto interessato aveva argomentato come legittime, invocando il proprio diritto alla libertà d’espressione.

A quanto pare, tuttavia, alcune delle critiche ricevute per quel libro sarebbero state però eccessive ed oltraggiose, motivo per cui Vannacci ha deciso di intraprendere le vie legali.

Secondo quanto riportano Ansa, Il Giornale ed altre testate, una delle querele sporte dal generale è contro l’onorevole Pier Luigi Bersani per alcune frasi pronunciate da quest’ultimo durante la Festa dell’Unità di Ravenna l’1 settembre scorso.

Un’altra denuncia è stata rivolta invece a un utente della piattaforma X (ex Twitter) da identificare con l’username.

Vannacci, assistito dall’avvocato Massimiliano Manzo di Firenze, ha sporto le querele a tutela del proprio onore, spiegando:

Alcuni commenti di personaggi, anche molto noti, si sono manifestati in aggressioni offensive, in molti casi da parte di persone che neppure avevano letto il libro e tali invettive non rientrano nel diritto di critica, ma integrano un tipico caso di diffamazione“.

L‘avvocato Manzo ha poi avvertito che queste “Sono le prime querele“, facendo capire che ne seguiranno probabilmente altre.

In particolare, in queste querele, Vannacci si è sentito leso nell’onore da Bersani per quando, dal palco, l’ex leader del Pd lo definì cogli*ne” e per quando, in un altro passaggio del suo intervento, alluse al fatto che Vannaccipossa minimizzare la tragedia della Shoah” nel suo libro.

A quanto si apprende, la diffamazione viene ravvisata pure laddove Bersani per schernire e attaccare Vannacci” lo accusava di voler aprire metaforicamente un bar Italia, come luogo di bassezza, “dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, dove puoi dare del negro a un nero, dove puoi dire a un ebreo ‘sì la Shoah, ma non esagerare’…“.

La presunta diffamazione si sostanzierebbe “nell’attribuire una presa di posizione gravissima ragionando per mero ‘sentito dire’, senza conoscere effettivamente il pensiero del querelante“.

Bersani è stato querelato da Vannacci a Ravenna.

Nel caso dell’utente di X, invece, la querela è a Lucca e riguarda una frase diffamatoria in un post.