Inquinamento: metà di quello mondiale è prodotto da sole 36 aziende

Ecco quali sono aziende che inquinano anche più degli Stati.
Carbone, petrolio, gas e cemento le fonti principali.

Metà delle emissioni di CO2 mondiali viene prodotta da appena 36 multinazionali delle fonti fossili.

A rivelarlo è l’ultima edizione del Carbon Majors report, ripreso da Il Sole 24 Ore, che prende in esame i dati del 2023 relativi a 169 grandi aziende attive nei settori del petrolio, gas e carbone, ma anche della produzione di cemento.

Secondo l’ultima edizione del report, nel 2023 appena 36 colossi dei combustibili fossili (tra i quali Saudi Aramco, Coal India, ExxonMobil e Shell) hanno prodotto oltre 20 miliardi di tonnellate di CO2.

Il carbone è stata la fonte del 41% delle emissioni, con il petrolio a quota 32%, il gas al 23% ed il cemento al 4%.

Secondo il report, se Saudi Aramco fosse uno Stato sarebbe il quarto più grande inquinatore al mondo dopo Cina, Stati Uniti ed India, mentre ExxonMobil produce emissioni pari a quelle della Germania, Paese al nono posto nella classifica delle emissioni.

Germania: altro che green, carbone fino al 2030

Berlino ammette l’ipocrisia alla Greta Thunberg.
Linder: regole europee rendono comunque 2030 data non utile per il clima.

Fino a quando non sarà chiaro che è “disponibile” un’energia alternativa e che è “accessibile economicamente”, dovremmo smettere di sognare di eliminare l’elettricità prodotta col carbone entro il 2030.

Queste le parole del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, leader dei liberali, con buona pace di Greta Thunberg e dei suoi seguaci.

Lindner, come riporta Il Giornale, ha inoltre aggiunto che “per il clima, la data del 2030 non è comunque utile, poiché per le regole europee le emissioni di CO2 risparmiate in Germania possono ad esempio essere accumulate in Polonia”.

CE: proposta di riduzione consumo gas

In inverno mancheranno 20 milioni di metri cubi di gas.
Carbone e nucleare in sostituzione del gas.

Limitare i consumi di gas.

In una recente nota della Commissione europea si è deciso che, per prevenire la crisi del gas attesa per il prossimo inverno, il fabbisogno di questa materia prima dovrebbe essere ridotto.

Nell’introduzione si legge quanto di seguito:

L’Europa deve prepararsi a ulteriori interruzioni, anche per la completa chiusura delle forniture di gas russo. Il Consiglio europeo, nelle sue conclusioni del 31 maggio e del 23 giugno, ha chiesto che la preparazione sia effettuata con urgenza e in particolare che consenta uno stretto coordinamento tra gli Stati membri”.

Si è osservato che la completa interruzione delle forniture dalla Russia comporterà l’impossibilità dell’UE di riempire gli impianti di stoccaggio fino all’80%. Ciò significa che in inverno si mancheranno 20 miliardi di metri cubi di gas.

Per questo motivo la Commissione proporrà un “Piano di riduzione del fabbisogno” che incoraggerà la riduzione del consumo di gas da parte dei singoli consumatori e delle imprese; una delle idee sarà incoraggiare il risparmio di gas riducendo la temperatura di riscaldamento a 19 gradi e aria condizionata a 25.

La Commissione chiederà agli Stati membri, dove possibile, di abbandonare la produzione di gas per il carbone e il combustibile nucleare.

Allo stesso tempo stabilirà che il passaggio al carbone può aumentare le emissioni e che le fonti energetiche rinnovabili rimarranno la priorità assoluta, con l’intendo di ridurre le emissioni inquinanti.