Toyota: Toyoda lascia il posto di ceo a Sato

Rivoluzione ai vertici della casa automobilistica giapponese.
Toyota seconda per capitalizzazione dopo Tesla.

Rivoluzione al vertice della Toyota.

La casa automobilistica giapponese, numero due al mondo per capitalizzazione dietro la rivale Tesla, lo ha presentato come una svolta per stare al passo con i cambiamenti sociali come l’elettrificazione e trasformarsi in una mobility company.

L’amministratore delegato e presidente Akio Toyoda, 66 anni, nipote del fondatore dell’azienda, diventerà presidente.

Il chief branding officer Koji Sato, che ha gestito la divisione lusso Lexus e le corse automobilistiche Toyota, è stato scelto come nuovo presidente.

Sato, come riporta Il Sole 24 Ore, ha dichiarato quanto di seguito:

Ho intenzione di dare il massimo. Il nuovo team guiderà il cambiamento nella transizione verso un’azienda che sappia offrire libertà di mobilità a tutte le persone”.

Sato, 53 anni, è apparso in una conferenza stampa online con Toyoda e Takeshi Uchiyamada, che è visto come il “padre” del modello ibrido Prius e rinuncia al titolo di presidente.

Toyota ha annunciato il rimpasto di leadership senza alcun preavviso, ma aveva preparato un vivace video promozionale per evidenziare l’amore di Toyoda e Sato per i veicoli elettrici e le auto veloci.

Toyoda ha assunto la carica di ceo di Toyota nel 2009 e, sebbene Toyota sia la prima azienda giapponese in termini di valore di mercato, negli ultimi anni è stata criticata per essere rimasta indietro nel passaggio del settore ai veicoli elettrici a causa della crescente preoccupazione per il cambiamento climatico.

Più di una volta il presidente e ceo Toyoda ha dichiarato che la transizione all’auto elettrica di massa sarebbe un errore e che una scelta più equilibrata prevederebbe diverse alternativa a un’unico tipo di soluzione tecnologica, dalle auto ibride plug-in a quelle a elettriche a idrogeno.

Il passaggio di consegne sembra essere lo sforzo dell’azienda per dare un volto più giovane al gruppo dirigente, pur mantenendo la visione e la filosofia generale dell’azienda, famosa per aver fondato la produzione “just in time” e per la produzione di prodotti di qualità.

Stellantis: calano le vendite ma sale il titolo

Anaisti positivi nonostante le meno vendite.
+2,9% in Borsa con azioni a 13,65 euro l’una nel 2022 (ora 13,80).

Stellantis termina il 2022 con il freno a mano tirato, ma in Borsa il titolo sale.

Dopo aver chiuso la prima seduta dell’anno in cima al listino di Piazza Affari , in rialzo del 2,9% a 13,65 euro, l’azione si conferma tonica anche nella seconda giornata di negoziazioni, rinvigorita dal giudizio degli analisti.

Nonostante a dicembre le immatricolazioni in Italia e in Francia abbiano sottoperformato il mercato, Equita ritiene che il gruppo riuscirà a rispettare la guidance e conferma il giudizio positivo sull’azione. Alle 13:30 del 3 gennaio Stellantis avanza dell’1% a 13,8 euro.

Lunedì 2, a mercati chiusi, Promotor ha comunicato i dati sull’andamento delle immatricolazioni a dicembre.

Il gruppo guidato da Carlos Tavares, come riporta Milano Finanza, ha chiuso il 2022 immatricolando in Italia 461.178 auto, in calo del 15,9% rispetto all’anno precedente, mentre nel solo mese di dicembre le immatricolazioni del gruppo sono state 32.420 in rialzo del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2021. In entrambi i casi il gruppo Stellantis ha sottoperformato il mercato. Le immatricolazioni complessive a dicembre in Italia hanno evidenziato una crescita del 21% anno su anno, mentre la flessione del 2022 è stata pari al 9,69%.

Secondo Equita, dietro la debole performance del gruppo a dicembre c’è ancora la carenza di componenti su cui Stellantisnon ha mai nascosto di essere più pessimista di altri concorrenti”.

In attesa dei numeri del mercato statunitense, gli analisti della Sim ritengono che i dati europei non mettano a repentaglio il rispetto dalla guidance 2022 – margine operativo adjusted a doppia cifra e free cash flow industriale positivo – e confermano il target price sul titolo a 19 euro e il rating buy.

Anche Banca Akros (raccomandazione neutral e prezzo obiettivo a 15 euro) accende il faro sugli “importanti dati” del mercato auto nel “quarto trimestre 2022 in Nord America”.

L’ufficio studi di Intesa Sanpaolo vede nel leggero rialzo di dicembre, “in linea con il trend dei quattro mesi precedenti”, un segnale di resilienza del mercato italiano e conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 16,6 euro sull’azione.

Per quanto riguarda l’intero settore, gli analisti non sono particolarmente sorpresi dall’aumento a doppia cifra tenuto conto “della base di confronto molto favorevole con dicembre 2021, quando il mercato auto italiano era sceso del 27,5%”.

Auto, Euro 7: stangata dall’Ue

Penalizzazione anticiapta al 1° luglio 2025.Cause automobilistiche in rivolta.
L’obiettivo è limitare l’inquinamento atmosferico: ma ha senso?

L’Unione Europea corre e decide di penalizzare, prima del tempo, le auto attualmente in circolazione con l’introduzione dello standard Euro 7 entro il 1° luglio 2025, ovvero meno di tre anni da adesso: è questa la proposta formulata nelle scorse ore per limitare l’inquinamento atmosferico.

La richiesta delle case automobilistiche, che avrebbero preferito più tempo per adeguarsi alle norme, era quella di portare la data almeno al 2026-2027.

Nello specifico, in questo modo saranno maggiormente penalizzati i motori dei mezzi pesanti ed i diesel, dal momento che le nuove norme dovranno valutare il particolato derivato dai freni che va ridotto rispetto agli standard attuali.

Dal punto di vista dei costi, tutto questo costerà tra i 90 ed i 150 euro per ogni automobile.

Con l’Euro 7 si dovrebbero ridurre del 13% le emissioni di particolato dai tubi di scappamento e fino al 39% in quelli di camion ed autobus.

Come riporta “La Repubblica” citata anche da “Il Giornale”, se fino ad oggi le emissioni prevedono una soglia fino a 80 mg/km, con la nuova normativa non potranno superare i 60 mg/km: le auto a benzina hanno già questo limite, discorso diverso per i diesel che andranno adeguati.

Secondo Thierry Breton, commissario europeo all’Industria, dal momento che è difficile abbandonare per sempre i motori nel 2035, bisogna anticipare i tempi.

La decisione dell’Ue viene considerata “equilibrata e necessaria per proteggere il clima garantendo che fino al 2035 le auto in circolazioni siano più pulite“.

Secondo la Commissione Europea, però, i benefici si vedranno sul lungo termine quando le emissioni di CO2 scenderanno mediamente del 35% rispetto all’attuale Euro 6.

Più precisamente, lo stesso Breton ha aggiunto quanto di seguito:

E’ una riforma che si concentra sul futuro perché è aperta ai cambiamenti tecnologici, come sappiamo, e come ho detto prima, ci stiamo concentrando sui freni e sui pneumatici che diventeranno alcune delle principali forme o fonti di inquinamento atmosferico“.

Considerando però che l’Europa pare essere praticamente l’unica a spingere in questa direzione e che, ad esempio, la sola Shanghai inquina più di tutta l’Europa, ha senso agire così fortemente in questa direzione o si rischia solamente di fare danni ad industria ed economia (con tutto l’impatto sociale che ne deriverebbe) senza avere un tornaconto ecologico che sia almeno di rilievo?

Crisi del mercato dell’auto

Calano le tedesche, reggono le giapponesi che hanno i componenti per produrre.
In Polonia la Toyota Corolla rimane l’auto preferita, sale Skoda.

Il mercato automobilistico sta vivendo una crisi causata dalla mancanza di componenti necessari per la produzione delle macchine, ma anche dalla crescente inflazione che scoraggia a comprare le auto.

Le aziende asiatiche come Toyota funzionano meglio per via della disponibilità dei componenti.

Come riporta “Polonia Oggi”, i problemi maggiori li stanno adesso affrontando le imprese tedesche.

Nel successo di Toyota si registra che un’auto su 20 è Corolla, che è diventata da molto tempo l’auto preferita dei polacchi e conferma i dati visti pochi giorni fa sulla classifica delle 5 auto più vendute di sempre (approfondimento al link).

Adesso però, il primo posto nelle preferenze è della Skoda Octavia le cui vendite a settembre sono cresciute del 47% rispetto all’anno scorso.

BMW, Mercedes e Audi sono invece i marchi premium preferiti.

Nonostante i gusti dei polacchi, la direzione nella quale va oggi il mercato automobilistico è preoccupante.

Ad agosto il prezzo medio di una nuova macchina è ammontato del 14% di più rispetto all’anno scorso.

Le 5 auto più vendute al mondo

Ecco la classifica delle top 5.
Si misurano le vendite a livello globale fino ad oggi.

Partendo dal basso, al quinto posto si classifica la Honda Civic; prima auto di grande successo di Honda, ha totalizzato oltre 27,5 milioni di unità vendute fino a oggi.

Al quarto posto troviamo la Volkswagen Passat, con oltre 31 milioni di esemplari venduti.

Al terzo posto troviamo un’altra Volkswagen: la Golf.

Le vendite di questo modello sono state di oltre 31 milioni di esemplari.

Sul secondo gradino del podio, invece, si colloca la Ford Serie F, una gamma di pick-up che dal 1947 ad oggi ha accumulato 40,1 milioni di esemplari venduti, quasi tutti negli Stati Uniti ed in Canada.

Sul gradino più alto del podio, infine, troviamo una marca che ha fatto la storia dell’automobile rendendo la sua filosofia celebre e studiate a livello produttivo in tutte le università: la Toyota.

L’auto più venduta di tutti i tempi è, infatti, la Toyota Corolla; vettura compatta e popolare progettata per un mercato globale che dal 1966 a oggi ha conquistato 50,4 milioni di automobilisti in tutto il mondo, ma soprattutto in Giappone, Stati Uniti e Cina.