Credit Agricole: 500euro contro il carovita

Un bonus per aiutare i dipendenti ed un pacchetto di aiuti.
Esclusi i dirigenti dal premio.

Un pacchetto di misure concrete a sostegno dei dipendenti è stato definito da Crédit Agricole Italia insieme alle organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di garantire un supporto continuativo e rafforzare il potere d’acquisto dei collaboratori.

La banca guidata dall’ad Giampiero Maioli erogherà un contributo straordinario welfare, del valore di 500 euro, a favore di tutto il personale, con esclusione dei dirigenti; l’importo sarà reso disponibile entro la fine di febbraio attraverso la piattaforma interna Mondo Welfare, attraverso cui i lavoratori potranno accedere a tutti i numerosi servizi e convenzioni disponibili.

Tra le misure che verranno messe in atto, come riporta Milano Finanza, figurano inoltre le condizioni bancarie agevolate: dal 1° gennaio 2023 e per tutto il 2024 ai mutui ipotecari prima casa verrà applicato il parametro Bce e per quanto riguarda i prestiti documentati lo spread sarà limitato a 50 punti base.

Inoltre, con l’occasione, sono stati incrementati i plafond massimi concedibili per i medesimi prodotti, elevati rispettivamente a 300 mila euro per i mutui prima casa e a 50 mila per i prestiti documentati.

A confermare l’attenzione del gruppo per la salute dei dipendenti, dal 2024 verrà elevato a 800 euro il contributo che l’azienda versa in materia di assistenza sanitaria per ogni dipendente.

Queste misure si aggiungono all’innalzamento del congedo parentale per i padri, che da questo gennaio potranno beneficiare – entro i 24 mesi dalla nascita o ingresso in famiglia del figlio/a e successivamente alla fruizione del congedo obbligatorio – di 20 giorni di congedo retribuito al 100% (che diventeranno complessivamente 28 giorni nel 2024).

Un’iniziativa a sostegno della genitorialità, che agevola l’equilibrio fra la vita personale e quella professionale.

Tutte queste iniziative si inseriscono all’interno del percorso di Crédit Agricole Italia verso la promozione di politiche e azioni concrete di potenziamento e affinamento del welfare aziendale, per sostenere i colleghi e le loro famiglie di fronte alle sfide di questi ultimi anni.

Tesoro: arriva Barbieri

Il nuovo direttore generale sostituisce Rivera.
Esulta il governo Meloni, che prepara le nomine per Eni ed Enel.

L’economista Riccardo Barbieri è il nuovo direttore generale del Tesoro, al posto di Alessandro Rivera.

Il ministero dell’Economia ha inviato alla presidenza del consiglio la proposta di nomina in vista della riunione di governo in agenda per le 18,30.

La decisione segna una vittoria per la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che si è spesa per rimuovere Rivera ed è pronta a giocare un ruolo di rilievo in altre future nomine di peso, secondo quanto riferiscono fonti politiche.

Barbieri, 64 anni, è attualmente il capo economista del Tesoro ed in passato ha lavorato per JP Morgan, Morgan Stanley e Bank of America-Merrill Lynch.

Come riporta Reuters, il fondatore dell’osservatorio sul rischio politico Policy Sonar, Francesco Galietti, ha commentato la notizia come di seguito:

Cosmopolita, Barbieri è uno degli alti rappresentanti del Tesoro che si relaziona più di frequente con Bruxelles“.

Il ministero ha inoltre proposto la conferma di Biagio Mazzotta come ragioniere generale dello Stato.

Il direttore generale del Tesoro gioca un ruolo chiave nella supervisione delle società partecipate dallo stato ed è il Deputy del ministro dell’Economia nelle riunioni di G7, G20 e del Fmi.

Il dipartimento che dirige gestisce inoltre il secondo debito pubblico più alto della zona euro, pari a circa il 150% del Pil.

Tra coloro che hanno ricoperto l’incarico figurano l’ex presidente della Bce e presidente del consiglio Mario Draghi, nonché Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, entrambi in passato ministri dell’Economia.

Meloni aveva messo nel mirino Rivera per il modo in cui aveva gestito alcuni dossier come Mps, controllata dallo stato con una quota del 64% a seguito del salvataggio avvenuto nel 2017, che è costato ai contribuenti 5,4 miliardi.

Nella conferenza stampa di fine anno Meloni avevo detto che Mps era stata “gestita fin qui abbastanza pessimamente“, un commento in cui molti hanno visto una critica indiretta a Rivera.

Nelle prossime settimane Meloni dovrà gestire altre nomine di rilievo, perché andranno a scadenza i consigli di amministrazione di tutte le principali società partecipate dallo stato, a cominciare da Eni ed Enel.

Stellantis: calano le vendite ma sale il titolo

Anaisti positivi nonostante le meno vendite.
+2,9% in Borsa con azioni a 13,65 euro l’una nel 2022 (ora 13,80).

Stellantis termina il 2022 con il freno a mano tirato, ma in Borsa il titolo sale.

Dopo aver chiuso la prima seduta dell’anno in cima al listino di Piazza Affari , in rialzo del 2,9% a 13,65 euro, l’azione si conferma tonica anche nella seconda giornata di negoziazioni, rinvigorita dal giudizio degli analisti.

Nonostante a dicembre le immatricolazioni in Italia e in Francia abbiano sottoperformato il mercato, Equita ritiene che il gruppo riuscirà a rispettare la guidance e conferma il giudizio positivo sull’azione. Alle 13:30 del 3 gennaio Stellantis avanza dell’1% a 13,8 euro.

Lunedì 2, a mercati chiusi, Promotor ha comunicato i dati sull’andamento delle immatricolazioni a dicembre.

Il gruppo guidato da Carlos Tavares, come riporta Milano Finanza, ha chiuso il 2022 immatricolando in Italia 461.178 auto, in calo del 15,9% rispetto all’anno precedente, mentre nel solo mese di dicembre le immatricolazioni del gruppo sono state 32.420 in rialzo del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2021. In entrambi i casi il gruppo Stellantis ha sottoperformato il mercato. Le immatricolazioni complessive a dicembre in Italia hanno evidenziato una crescita del 21% anno su anno, mentre la flessione del 2022 è stata pari al 9,69%.

Secondo Equita, dietro la debole performance del gruppo a dicembre c’è ancora la carenza di componenti su cui Stellantisnon ha mai nascosto di essere più pessimista di altri concorrenti”.

In attesa dei numeri del mercato statunitense, gli analisti della Sim ritengono che i dati europei non mettano a repentaglio il rispetto dalla guidance 2022 – margine operativo adjusted a doppia cifra e free cash flow industriale positivo – e confermano il target price sul titolo a 19 euro e il rating buy.

Anche Banca Akros (raccomandazione neutral e prezzo obiettivo a 15 euro) accende il faro sugli “importanti dati” del mercato auto nel “quarto trimestre 2022 in Nord America”.

L’ufficio studi di Intesa Sanpaolo vede nel leggero rialzo di dicembre, “in linea con il trend dei quattro mesi precedenti”, un segnale di resilienza del mercato italiano e conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 16,6 euro sull’azione.

Per quanto riguarda l’intero settore, gli analisti non sono particolarmente sorpresi dall’aumento a doppia cifra tenuto conto “della base di confronto molto favorevole con dicembre 2021, quando il mercato auto italiano era sceso del 27,5%”.

Tesla: multa da 2,2 milioni in Corea del Sud

L’accusa è inerente a pratiche ingannevoli; Musk nomina un nuovo vice.
Salgono le vendite ma crolla il titolo.

Continuano i guai per Tesla, anche nel 2023.

L’autorità antitrust della Corea del Sud, la Korea Fair Trade Commission (Kftc), l’ha multata con una sanzione di 2,85 miliardi di won (circa 2,2 milioni di dollari) per aver fuorviato i consumatori coreani. Nello specifico, la Kftc accusa la casa automobilistica di Elon Musk di aver esagerato, dall’agosto 2019, “l’autonomia dei suoi veicoli con una singola carica, il loro rapporto costo-efficacia rispetto ai mezzi a benzina e le prestazioni dei suoi Supercharger” sul sito web locale ufficiale.

L’autorità, come riporta Milano Finanza, ha poi aggiunto che l’autonomia delle auto Tesla scende fino al 50,5% in condizioni di freddo rispetto a quanto pubblicizzato online. Tesla, inoltre, avrebbe addebitato, senza motivo, un deposito ai consumatori per scoraggiare le cancellazioni degli acquisti online.

La notizia rappresenta l’ennesimo colpo per la produttrice americana. Nel 2022 il titolo è infatti crollato del 65%. La società a fine dicembre ha bloccato la produzione nella fabbrica a Shanghai per via dell’ondata di Covid che ha colpito lavoratori e fornitori. Il 2 gennaio, invece, Tesla ha presentato i dati sulle consegne del 2022, mancando le stime di Wall Street per colpa dei problemi logistici, del rallentamento della domanda, dell’aumento dei tassi di interesse e dei timori di recessione. 

I numeri del 2022 restano comunque da record, perché la creatura di Musk ha venduto circa 1,31 milioni di vetture, quasi il 40% in più rispetto al 2021. Ne avrebbe però dovute consegnare più di 1,4 milioni per raggiungere il suo obiettivo iniziale: aumentare gli acquisti almeno del 50%

Tesla, in realtà, a ottobre aveva dichiarato che non avrebbe raggiunto quella cifra. E Wall Street, secondo FactSet, aveva ridotto le aspettative di consegna a circa 1,34 milioni veicoli per il 2022. Obiettivo non centrato. 

Per risollevare le sorti della sua casa automobilistica il ceo di Twitter ha assegnato al capo cinese di Tesla, Tom Zhu, la supervisione diretta degli impianti di assemblaggio negli Usa. Di fatto si tratta di una promozione che lo rende il dirigente di più alto profilo dopo l’ad Elon Musk.

A rivelarlo è Reuters che spiega come Zhu sia stato messo in cima anche alle operazioni di vendita in Nord America ed Europa.

Senza perdere le mansioni precedenti, ossia il titolo di vicepresidente per la Grande Cina e le responsabilità come manager più anziano per le vendite nel resto dell’Asia.

Dalla nomina viene fuori un vice Musk pronto a rassicurare analisti e investitori, che nel 2022 hanno osservato il patron di Tesla concentrarsi solo sull’acquisizione e il rilancio di Twitter

La Croazia entra nell’euro

La moneta unica entra ufficialmente in vigore.
Ora sono 20 gli Stati che adottano l’euro.

L’euro è entrato in circolazione in Croazia.

Sale così a 20 il numero degli Stati membri dell’Unione europea che utilizzano la moneta unica; Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha commentato così la notizia:

Sono lieta di accogliere la Croazia nella famiglia dell’euro e nel Consiglio direttivo della Bce, a Francoforte. La Croazia si è impegnata a fondo e con successo per diventare il ventesimo paese membro dell’area dell’euro. Mi congratulo con i cittadini croati. Questo dimostra l’attrattiva dell’euro, che apporta stabilità ai paesi che lo adottano“.

Con l’ingresso della Croazia nell’area euro la Hrvatska narodna banka, la banca centrale croata, entra quindi a far parte dell’Eurosistema.

Il sistema di Banche centrali dell’area euro comprende la Bce e le Banche centrali nazionali dei Paesi la cui moneta è l’euro e la Hrvatska narodna banka diventa inoltre membro a pieno titolo del Meccanismo di vigilanza unico; il Paese tuttavia aveva instaurato una cooperazione stretta già nell’ottobre 2020.

Pertanto, la Bce è attualmente responsabile della vigilanza diretta di cinque enti significativi e della supervisione di sedici enti meno significativi in Croazia.

Nell’ambito delle sue funzioni di vigilanza, spetta inoltre alla Bce concedere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria e valutare le acquisizioni di partecipazioni qualificate in tutte le banche.

La Hrvatska narodna banka è giá rappresentata in seno al Consiglio di vigilanza della Bce. La Hrvatska narodna banka ha versato la rimanente parte della quota di capitale della Bce da essa sottoscritta e ha trasferito il proprio contributo alle riserve ufficiali della Bce.

Le controparti croate dell’Eurosistema potranno partecipare alle operazioni di mercato aperto della BCE annunciate dopo il 1o gennaio 2023.

L’elenco degli enti creditizi e delle succursali di enti creditizi situati in Croazia soggetti al regime di riserva obbligatoria sará pubblicato a breve nel sito Internet della Bce, unitamente agli elenchi delle succursali di enti creditizi croati ubicate in altri Stati membri dell’UE che giá utilizzano l’euro.

Il 28 ottobre 2022 la Bce ha annunciato le disposizioni transitorie per l’applicazione delle riserve obbligatorie.

Le attività detenute in Croazia che soddisfano i requisiti necessari saranno aggiunte all’elenco delle garanzie idonee dell’area euro.

Con l’adesione della Croazia all’area dell’euro quale ventesimo Paese membro, è stato aggiornato il sistema di rotazione dei diritti di voto al Consiglio direttivo della Bce; la rotazione è applicata in base a un calendario.

La partecipazione della Croazia all’area euro ha comportato inoltre la modifica delle quote di sottoscrizione del capitale per l’Eurosistema.