Le attrazioni turistiche più pericolose

Se vi piace unire turismo e adrenalina, questi posti potrebbero fare al caso vostro.
Uno di loro è in Italia.

Se vi piace viaggiare ed unire il brivido al turismo, ecco la lista stilata da StarInsider delle attrazioni turistiche più pericolose al mondo:

  • Darvaza, Turkmenistan: conosciuto anche come “Porte dell’Inferno”, questo pozzo infuocato si è formato negli anni ’70 quando i geologi hanno perforato una grotta per il petrolio, provocando il collasso del suo giacimento di gas naturale. Per bruciare il gas tossico, gli hanno dato fuoco. Decenni dopo, sta ancora bruciando nel remoto deserto del Karakum.
  • Chernobyl, Ucraina: il luogo del disastro nucleare del 1986 affascina i turisti da anni. Coloro che sono disposti a rischiare di visitare le zone radioattive devono indossare indumenti protettivi e sottoporsi a test radiologici per misurare la loro esposizione in seguito.
  • Death Valley, USA: la Death Valley in California attira i visitatori con il suo paesaggio surreale di dune di sabbia, guglie di salgemma e saline. Tuttavia, con una temperatura record di 54,4°C, il suo caldo estremo può essere fatale.
  • Villarrica, Cile: località popolare per gli escursionisti avventurosi, Villarrica è uno dei vulcani più attivi del Sud America. Ha eruttato l’ultima volta nel 2015, vomitando cenere e lava fino a 1.000 metri nell’aria.
  • Mounte Hua, Cina: situato nella provincia cinese dello Shaanxi, il Monte Hua è stato a lungo un luogo di pellegrinaggio grazie alle sue cinque cime sacre e ai templi taoisti. È anche famoso per la sua rete di sentieri ripidi e pericolosi che serpeggiano intorno alla montagna.
  • Karijini National Park, Australia: pieno di gole rosse e pozze color smeraldo, questo bellissimo e selvaggio parco nazionale è una perla australiana. Tuttavia, situato nella parte remota dell’Australia occidentale, è soggetto a condizioni meteorologiche estreme e cadute di massi, che hanno provocato vittime.
  • Skellig Michael, Irlanda: un luogo pericoloso a cui accedere, l’isola scoscesa al largo della costa della contea di Kerry era un tempo dimora di monaci. Da allora è stato utilizzato come location per le riprese di “Star Wars VII: il risveglio della Forza” (2015).
  • El Caminito Del Rey, Spagna: costruito tra il 1901 e il 1905 per i lavoratori edili che trasportano merci, il percorso rischioso attira gli amanti dell’adrenalina da tutto il mondo. Con diversi escursionisti che sono morti lì nel corso degli anni, il sentiero oggi ha nuove restrizioni per i visitatori, rendendolo molto più sicuro di quanto non fosse una volta.
  • Everest, Nepal: scalare la montagna più alta del mondo è nella lista dei desideri di molti. A oltre 8.850 metri, il Monte Everest attira circa 1.200 alpinisti ogni anno. Tuttavia, solo circa la metà raggiunge la vetta e molti altri muoiono nel tentativo, altri tornano indietro. Le principali cause di morte sull’Everest includono temperature sotto lo zero e altitudini variabili. Nel 2019, 11 persone sono morte sulla vetta.
  • Devil’s Pool, Cascate Vittoria, Zambia e Zimbabwe: durante i mesi più secchi dell’anno, il fiume Zambesi diventa abbastanza basso da rivelare l’ultima piscina a sfioro ai margini della cascata più alta del mondo, le Cascate Vittoria. I nuotatori si tuffano a proprio rischio, poiché potrebbero essere trascinati giù dalla cascata.
  • Half Dome, USA: situato nello Yosemite National Park in California, il viaggio di andata e ritorno di 22,5 km verso la cima porta gli escursionisti nella natura selvaggia. Ha anche una reputazione per condizioni pericolose e mortali. Dopo essere caduto da 150 m nel 2019, un escursionista è rimasto tragicamente ucciso.
  • Cliffs of Moher, Irlanda: uno dei luoghi più suggestivi d’Irlanda, le scogliere di Moher presentano uno scenario drammatico che si estende per 8 km, raggiungendo più di oltre 210 metri nel punto più alto. Tuttavia, si tratta di un grande pericolo. Più di 30 morti accidentali si sono verificate qui dall’inizio degli anni ’90.
  • Anak Krakatau, Indonesia: quest’isola vulcanica ha avuto una delle eruzioni più mortali della storia quando nel 1883 circa 36.000 persone sono state uccise. Nel 2018, uno tsunami mortale ha innescato Anak Krakatau. Anche nel 2020 sono state segnalate eruzioni.
  • Monte Bianco, Francia e Italia: la montagna più alta d’Europa, il Monte Bianco raggiunge oltre 4.800 metri. Con 30.000 visitatori all’anno, è considerata una delle montagne più letali d’Europa. Ciò è dovuto principalmente a incidenti mortali in arrampicata dovuti alla mancanza di preparazione, nonché a terreni insidiosi e condizioni meteorologiche mutevoli.
  • Riunione, Francia: dipartimento d’oltremare e regione della Francia situata nell’Oceano Indiano, Riunione ha spiagge squisite e straordinariamente prive di folla. Tuttavia, è sfortunatamente uno dei luoghi più infestati da squali al mondo. Tra il 2011 e il 2019, l’isola ha registrato 24 attacchi e 11 vittime.
  • Fiume Colorado, USA: passando attraverso cinque stati, il fiume Colorado, lungo oltre 2.330 km è un popolare luogo di balneazione per i vacanzieri. Tuttavia, ciò di cui la gente non si rende conto è quanto possano essere pericolose le sue acque, in particolare dopo forti piogge e un aumento della neve sciolta. Infatti, il 2014 ha registrato un record di 15 morti nei primi sette mesi a causa di queste condizioni.
  • Fagradalsfjall, Islanda: situato in un punto isolato della penisola di Reykjanes, questo vulcano attivo ha un’apertura lunga 500 m. Imprevedibili e difficili da raggiungere, i gas tossici e il rischio di eruzioni possono essere pericolosi per i visitatori.
  • Trolltunga, Norvegia: questa impressionante formazione rocciosa è diventata un luogo popolare per gli escursionisti che fanno selfie. A quasi 1.100 metri sul livello del mare, ci sono state purtroppo segnalazioni di escursionisti che sono morti.
  • Kīlauea, USA: uno dei tre vulcani attivi delle Hawaii, Kīlauea sulla Big Island è il più pericoloso. Nel 2014 la lava ha raggiunto la città di Pahoa.
  • Via degli Yungas, Bolivia: una delle strade più pericolose del mondo, la via degli Yungas è diventata una corsa emozionante per gli appassionati di mountain bike. Si tratta di una strada accidentata e stretta di circa 65 km, una mossa sbagliata può rivelarsi fatale.
  • Boiling Lake, Dominica: uno dei paesi più panoramici dei Caraibi, Dominica ospita anche l’intrigante e potenzialmente letale Boiling Lake. Meglio mantenere una distanza di sicurezza.
  • Cenote dello Yucatán, Messico: sotto la giungla della penisola messicana dello Yucatán si trovano tre dei più lunghi sistemi di grotte sottomarine del mondo. Questi sistemi di grotte non mappati sono diventati un magnate per i subacquei che vogliono esplorare le vie tra le doline naturali, note come cenote. Tuttavia, gli spazi ristretti, l’oscurità e il disorientamento possono portare a eventi fatali.
  • Montagne Rocciose canadesi, Canada: da valanghe e cadute di massi agli incontri con i leoni di montagna, le Montagne Rocciose canadesi sono piene di pericoli. Nel 2019, tre alpinisti sono rimasti uccisi da una valanga mentre tentavano di scalare una parete remota dell’Howse Peak.
  • Yellowstone National Park, USA: situato principalmente nel Wyoming, il parco si estende anche in parti del Montana e dell’Idaho. I veri pericoli per escursionisti e campeggiatori sono gli orsi grizzly. Tuttavia, in media stiamo parlando di un solo attacco di orso all’anno.
  • Diga Verzasca, Svizzera: uno dei siti di salto più alti del mondo, è diventato famoso grazie al film del 2002 “Goldeneye”, quando James Bond ha fatto il grande passo. A 220 metri, gli amanti di adrenalina affollano la vista per vivere il loro momento 007.
  • Annapurna I, Nepal: la decima montagna più alta del pianeta, l’Annapurna I, è difficile da scalare. Classificata come la vetta più letale al mondo per gli scalatori, ha un alto tasso di mortalità a causa della sua topografia insidiosa, delle condizioni inospitali e dell’alta quota.
  • Blue Hole, Egitto: situato a nord di Dahab, nel Mar Rosso d’Egitto, il Blue Hole è un popolare sito di immersione per i temerari. Una dolina che scende a una profondità di circa 90 metri, ha anche un famigerato tunnel orizzontale noto come Arco. Sfortunatamente, la maggior parte delle vittime è avvenuta dopo che i subacquei hanno tentato di attraversare l’Arco, che conduce dalla dolina in mare aperto.
  • Ponte del Trift, Svizzera: a 90 metri di altezza e 170 di lunghezza, il ponte di Trift nelle Alpi svizzere dovrebbe essere evitato dalle persone con acrofobia (cioè paura dell’altezza). Uno dei ponti pedonali sospesi più lunghi e più alti delle Alpi, per raggiungerlo bastano tre corse in funivia.
  • Cascade Saddle Route, Nuova Zelanda: Un’escursione per i temerari con molta resistenza, il percorso di 18 km può essere letale. Con condizioni meteorologiche avverse, si sono verificati molti decessi.

I 10 Paesi più pericolosi al mondo

Se dovete viaggiare solo per piacere, forse è meglio evitare queste destinazioni.
Ecco la lista basata sulle attuali situazioni.

Viaggiare è sicuramente meraviglioso, ma non sempre è esente da rischi.

Ecco, infatti, secondo Insider Post, le 10 nazioni più pericolose al mondo e che, per diversi motivi (conflitti civili, guerre, instabilità governative, criminalità. eccetera) è forse meglio evitare in caso di viaggi a scopo puramente turistico, almeno per il momento:

  • Afghanistan
  • Repubblica Centrafricana
  • Iraq
  • Libia
  • Somalia
  • Sudan del Sud
  • Sudan
  • Siria
  • Ucraina
  • Yemen

Turismo, Ectaa-Fto: passi avanti su direttiva Ue pacchetti, ma regole insostenibili per aziende settore

Ecco i pareri di Frank Oostdam (Ectaa) e Franco Gattinoni (Fto).

Ci sono stati dei passi avanti, ma rimane molto da fare per giungere a una regolamentazione che consenta agli operatori europei del turismo organizzato di lavorare in modo efficiente e sostenibile.

È questa la posizione sostenuta da Ectaa, l’associazione che rappresenta gli interessi di 80mila agenzie di viaggi e tour operatori in Europa, e da Fto-Federazione turismo organizzato di Confcommercio, che ad Ectaa aderisce, a proposito della discussione in Ue sulla revisione della cosiddetta direttiva pacchetti turistici, con la recente proposta della Commissione europea che, dopo il vaglio del Coreper (principale organo preparatorio dei lavori del Consiglio Ue), nelle prossime settimane sarà discussa in sede di Europarlamento. 

Ectaa, in particolare, mette in evidenza l’eliminazione delle disposizioni che limitano i requisiti di pagamento anticipato e il chiarimento delle definizioni di pacchetto turistico e servizi turistici collegati (Linked travel arrangements).

Questi cambiamenti rappresentano un passo avanti nella creazione di un contesto normativo equo e prevedibile per il settore dei viaggi.

Inoltre, sebbene l’Ectaa sostenga l’incorporazione delle regole sui voucher, l’organizzazione invita alla cautela poiché questi cambiamenti potrebbero non riuscire a prevenire le significative interruzioni sperimentate durante la pandemia di Covid.

A questo proposito, gli agenti di viaggio e i tour operator sollecitano i politici a includere disposizioni per vere e proprie misure di crisi che possano salvaguardare sia i consumatori che le imprese in circostanze straordinarie.

Il presidete Ectaa, Frank Oostdam, dichiara: “Accogliamo con favore la decisione del Consiglio di rimuovere le misure che limitano i requisiti di pagamento anticipato, poiché ciò garantisce la flessibilità necessaria alle aziende per gestire le proprie operazioni in modo efficace. Sebbene il testo raggiunga un equilibrio in alcuni settori, determinate disposizioni rischiano di imporre oneri aggiuntivi al settore, che è ancora in fase di ripresa. Esortiamo il Parlamento europeo a rivedere attentamente questi aspetti e a lavorare per una direttiva che supporti sia i consumatori che le imprese”.

Fto, dal canto suo, elogia il fruttuoso dialogo con il ministero del Turismo che ha consentito all’Italia di tenere finora una posizione efficace ed equilibrata sul dossier. Ma, entrando nel merito, chiede innanzitutto di spostare il focus: la direttiva pacchetti turistici è già molto tutelante nei confronti del viaggiatore. Il legislatore europeo dovrebbe invece concentrarsi su tutto ciò che esula dai pacchetti stessi e che, secondo stime attendibili, equivale a oltre l’80% dei viaggi, rispetto a cui il consumatore non ha alcuna protezione. L’associazione cita a titolo di esempio la generale assenza di fondi a copertura dell’insolvenza nell’ambito dei vettori aerei.

Franco Gattinoni, presidente di Fto, spiega: “La nostra mission è da sempre tutelare il cliente, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare il nostro lavoro. Le regole Ue invece ci costringono a oneri economici e burocratici insostenibili, in particolare rispetto all’articolo 12 della direttiva che disciplina il recesso e all’aleatorietà delle circostanze eccezionali ed imprevedibili che giustificano il rimborso e aprono spazi a interpretazioni soggettive e possibili contenziosi. Non vorremmo che i nostri associati – conclude Gattinoni – diventassero il parafulmine che deve farsi carico di tutti i rischi e le incognite, mentre la stragrande parte del mercato dei viaggi non dà alcuna garanzia al turista. Proteggerlo è il nostro mestiere, ma se si tira troppo la corda, non saremo più in grado di farlo con la professionalità e la dedizione che oggi tutti ci riconoscono”.

Numeri in crescita e obiettivo benessere: ecco il turismo sostenibile di Ecoluxury 2024

In Italia si stimano 215 milioni di presenze turistiche ed una spesa di 62 miliardi di euro. L’effetto cicloturismo è di 7,5 milioni di viaggiatori e 9,4 miliardi di euro.

Il turismo sostenibile e di alta gamma è, anche quest’anno, protagonista di Ecoluxury Fair, la fiera internazionale che per l’edizione 2024 è stata organizzata allo Spazio Field di Palazzo Brancaccio a Roma ed è giunta al suo settimo anno. In generale, i numeri del turismo in Italia continuano a crescere: dalle ultime rilevazioni Eurispes si stimano 215 milioni di presenze ed una spesa che, tra stranieri e italiani, si attesterebbe sui 62 miliardi di euro. I visitatori dall’estero, soltanto nel mese di agosto di quest’anno, sono stati circa 40 milioni e hanno mosso un giro d’affari corrispondente a più di sei miliardi e mezzo di euro. Il turismo di alta gamma costituisce ormai un comparto consolidato, che nel nostro Paese vale un quarto della spesa turistica totale (circa 25 miliardi) e che in Europa raggiunge quota 170 miliardi di euro, con un potenziale ancora inespresso che potrebbe arrivare a 520 miliardi di euro (dati Eccia – European Cultural and Creative Industries Alliance).

A fare gli onori di casa il CEO di Viaggi dell’Elefante e patron di Ecoluxury Enrico Ducrot, che nel suo messaggio di benvenuto ha sottolineato: “Oggi tutti i processi industriali e commerciali sono strettamente connessi alla sostenibilità. Anche il mondo del turismo si sta adeguando a questo tipo di obiettivi e può avere un ruolo centrale, soprattutto se consideriamo la sua funzione di raccordo tra territorio, trasporti e produzioni artigianali, agroalimentari o enogastronomiche. Siamo davanti a transizioni molto complesse e il turismo di lusso può esserne motore propulsivo, anche come laboratorio da cui trarre le risorse per portare avanti le transizioni stesse. Parliamo di viaggi legati all’autenticità e ad un posizionamento del settore dell’alta gamma che può supportare le amministrazioni territoriali a gestire i processi ed a governare i flussi, anche di fronte a fenomeni come l’overtourism. Se da una parte, infatti, il rischio è che si venga a creare una vera e propria emergenza identitaria, dall’altra è la sinergia tra turismo, esperienze di alta gamma e Istituzioni che può riuscire a proteggere, preservare e promuovere davvero i territori”.

La sostenibilità è stata un tema centrale del Forum della fiera, durante il quale l’AD di Enit Ivana Jelinic ha posto l’accento sul fatto che, anche nell’attività di promozione, “il tema è crescente, soprattutto in alcune aree del mondo particolarmente sensibili a questi argomenti, come Nord Europa e Nord America. È chiaro quindi che sta passando un messaggio culturale forte, che ci porta ad introdurre sempre più elementi in base ai quali veniamo percepiti in maniera sostenibile. Bisogna avere una visione, ma di carattere pragmatico e non ideologico”, ha aggiunto Jelinic.

Secondo l’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma Alessandro Onorato, poi, “la nuova generazione di viaggiatori vuole abbinare la qualità alla sostenibilità. Il turismo luxury, unito a una visione responsabile dell’ambiente, rappresenta un segmento fondamentale per lo sviluppo della nostra città. È un settore in forte espansione e lo dimostrano i numeri in continua crescita della fiera Ecoluxury, che quest’anno ha il 30% in più di partecipanti stranieri. I grandi brand dell’hotellerie internazionale hanno puntato con decisione sulla nostra città, grazie a una costante interlocuzione con la nostra Giunta generando un clima di rinnovata fiducia sulle prospettive future della Capitale. Quando siamo arrivati Roma aveva un terzo dei posti letto cinque stelle di Milano, a fine mandato ne avremmo il doppio. Queste nuove aperture di lusso, oltre che attirare fasce alto spendenti di turisti e generare un’occupazione più remunerata, si traducono anche con una riqualificazione dei quartieri dove le strutture aprono per gli enormi investimenti che le grandi catene alberghiere garantiscono. Recupereremo così il fascino perso di via come via del Corso, via Veneto o piazza San Silvestro”.

Durante la discussione spazio anche alle ultime novità nel mondo del turismo del benessere, come il fenomeno “JOMO”, illustrato dall’autore e docente Alessio Carciofi: “la Joy of Missing Out è un contesto nel quale il distacco dalla frenesia digitale e il focus sul presente permettono di rigenerare corpo e mente. Queste tendenze stanno trasformando il turismo e il grande mercato del benessere. Il desiderio è quello di staccare e di riconnettersi a livello sociale, perché di fronte al grande allarme sull’isolamento, specialmente per fasce come la Generazione Z, diventa importante vivere esperienze di viaggio in cui ci si allontana dalla quotidianità e si ristabiliscono le relazioni”.

Intanto anche dal mondo del cicloturismo arrivano dati che mostrano la rapida diffusione della pratica. Se, infatti, nel 2022 sono stati 6,3 milioni i turisti che hanno utilizzato la bicicletta durante le vacanze in Italia, producendo una spesa di 7,4 miliardi di euro, il cicloturismo ha fatto un ulteriore balzo in avanti nel 2023, con 7,5 milioni di viaggiatori-ciclisti e una spesa totale di 9,4 miliardi di euro. A rimarcarlo è anche il presidente dell’osservatorio Bikeconomy, Gianluca Santilli: “Il comparto cresce del 30-35% l’anno e lo fa in modo totalmente spontaneo. Il cicloturista, poi, ha un profilo alto spendente ed è un genere di viaggiatore che ama scoprire i territori. Per rendere l’idea, gli stranieri in Italia arrivano a spendere anche 10mila dollari a settimana. È senza dubbio un comparto sano e sostenibile”.

La rivoluzione del benessere è rappresentata anche dal “Mindtrek”, ossia la combinazione tra il trekking e la meditazione. Secondo Guido Freddi, ideatore della disciplina, oltre che antropologo culturale specializzato in neuroscienze e buddhismo tibetano, “il Mindtrek è un modo di camminare nella natura a un ritmo tranquillo ma consapevole, che ci riporta nel presente attraverso l’attenzione all’ambiente, al corpo e alla mente, con il fine di risvegliare un senso di autentico benessere e integrazione tra sé e il mondo”.

Numeri dai quali emerge chiaramente quanto il turismo del benessere goda di ottima salute e sia in costante espansione. Il Global Wellness Institute stima una crescita del settore a un ritmo medio annuo del 16,6% fino al 2027, con un valore che per questo segmento di mercato è di un trilione di dollari su scala mondiale, 285 miliardi di dollari a livello europeo e, secondo il Global Wellness Economy Monitor, circa 16 miliardi di dollari in Italia, dove si è passati dai 7,5 miliardi di dollari del 2020 ai 15,7 miliardi del 2022, con un tasso annuale di crescita pari al 45%.

Turismo, Maldive: accesso al lusso per tutta la famiglia

Alla scoperta del resort Cinnamon Dhonveli Maldives nominato tra i migliori hotel del 2024, secondo TripAdvisor.

Il resort Cinnamon Dhonveli Maldives, una delle quattro strutture del gruppo Cinnamon Hotel & Resorts, sta attirando l’attenzione su di sé per una combinazione di fattori portanti, fra cui essere inserita nel 10% dei migliori hotel del mondo dai viaggiatori su TripAdvisor, offrire molte attrazioni sull’isola, così da renderla fruibile per varie tipologie di turisti e famiglie, e non per ultima, la sostenibilità che contraddistingue l’isola e l’hotel.

Sport acquatici, escursioni, pacchetti avventura, serf e tante altre attività presenti sul territorio delle Maldive, sono la risposta alla domanda che molti si pongono: lusso e famiglia possono viaggiare insieme? Sembra proprio di sì, e a confermarlo è anche il famosissimo sito di recensioni Tripadvisor che ha inserito il resort Cinnamon Dhonveli Maldives, l’isola dell’avventura, tra i migliori hotel del 2024.

Le Maldive, conosciute soprattutto per viaggi relax e lune di miele, offrono in realtà molti spunti per pianificare una vacanza a prova di divertimento, senza stress e ideale per tutta la famiglia.

Il gruppo Cinnamon Hotels & Resorts, una catena diversificata di hotel che abbraccia lo Sri Lanka e le Maldive, membro di John Keells Holdings PLC, uno dei più grandi conglomerati quotati in Sri Lanka, è presente alle Maldive con quattro strutture alberghiere che soddisfano differenti tipologie di clientela e richieste.

Cinnamon Dhonveli Maldives si trova a 13 km da Malé ed è raggiungibile in circa 20 minuti in motoscafo.

La vicinanza e la diversità di Cinnamon Dhonveli la rendono una delle destinazioni più popolari delle Maldive.

Con il rinomato punto surf, Pasta Point, famoso per le sue onde costanti di 1,2 – 1,8 metri, l’isola è costantemente animata da surfisti, subacquei e appassionati di spiaggia che trovano terreno comune nell’eccitante mondo che questa piccola isola ha da offrire.

L’impegno sul fronte della sostenibilità invece, rende il resort Cinnamon Dhonveli Maldives, e tutto il gruppo Cinnamon, ancora più credibile e ricco di iniziative.

Questa catena alberghiera nelle sue operazioni tiene alto l’obiettivo di proteggere e preservare l’ambiente attraverso operazioni di riduzione di consumo di acqua e energia, riutilizzo materiali di imballaggi, attività operative volte alla prevenzione dell’inquinamento di acqua, aria, inquinamento acustico, termico e dell’ecosistema marino.