Le 10 città più inquinate al mondo

Vale la pena intestardirsi sulle auto elettriche quando la sola Shanghai inquina più di tutta l’Ue?
La top ten è tutta in Aisa.

Nonostante l’Ue si intestardisca con le auto elettriche quando la sola Shanghai inquina più di tutta l’Ue, le zone più inquinate al mondo non sono in Europa.

Le 10 città più inquinate al mondo si trovano, infatti, tutte in Asia.

Ecco, come riporta Esquire Italia, la classifica delle prime 10 città più inquinate al mondo:

10 – Hanoi, Vietnam
9 – Shanghai, Cina
8 – Mumbai, India
7 – Pechino, Cina
6 – Jakarta, Indonesia
5 – Kabul, Afghanistan
4 – Ulaanbaatar, Mongolia
3 – Dhaka, Bangladesh
2 – Lahore, Pakistan
1 – Nuova Delhi, India

Referto medico dimostra che Imane Khelif è un maschio biologico

Continua il dibattito sulla controversa campionessa olimpica di boxe, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi.

I risultati del test di verifica del genere di Imane Khelif ai Campionati del Mondo 2023 sono stati pubblicati per la prima volta. Il referto medico sembra indicare che la pugile è un maschio biologico.

Appena 36 ore dopo che la World Boxing aveva stabilito che Imane Khelif, controversa campionessa olimpica di boxe femminile ai Giochi di Parigi della scorsa estate, avrebbe dovuto sottoporsi a un test di verifica del genere per essere idonea a eventuali future apparizioni nella categoria femminile, il documento al centro di questa straordinaria saga è stato rilasciato nel pubblico dominio.

Alan Abrahamson, il giornalista americano che ha rivelato a Parigi come il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) fosse stato avvertito più di un anno prima che Khelif aveva il DNA di un “maschio“, ha prodotto il risultato di un test effettuato sulla pugile a Nuova Delhi nel marzo 2023, innescando la squalifica dai campionati di quell’anno.

Il documento pubblicato sul sito web di 3 Wire Sports riassume i risultati su Khelif come “anormali“, affermando: “L’analisi cromosomica rivela il cariotipo maschile“. Un cariotipo si riferisce all’insieme completo di cromosomi di un individuo, che nel caso di Khelif è stato segnalato dall’International Boxing Association (IBA) come XY, il modello maschile.

Come riporta The Telegraph, i risultati dei test sono riaccompagnati dalla carta intestata del Dr. Lal PathLabs di Nuova Delhi, accreditato dall’American College of Pathologists e certificato dall’Organizzazione internazionale per la standardizzazione con sede in Svizzera. Ciò mette in discussione direttamente la versione del portavoce del CIO Mark Adams, che in una tesa conferenza stampa alle Olimpiadi di Parigi ha descritto i risultati come “ad hoc” e “non legittimi“.

Thomas Bach, il presidente del CIO, è andato anche oltre, sostenendo che i risultati sono il prodotto di una campagna di disinformazione guidata dalla Russia. Ha sottolineato in un’intervista all’inizio di quest’anno che l’IBA, guidata dal russo Umar Kremlev, era stata privata del riconoscimento del CIO per motivi di etica e gestione finanziaria. L’autenticazione ufficiale del laboratorio indiano che ha condotto i test su Khelif aumenta la pressione sul CIO per spiegare perché ritiene che i risultati siano illegittimi.

India: la chatbox di Musk insulta il premier Modi

Grok 3 è definita come “l’Intelligenza Artificiale più libera al mondo”.
Anche la polizia usa questa chatbox; il governo annuncia correzioni.

Grok 3, l’ultima versione della chatbox di X lanciata da Musk in India all’inizio di febbraio, è diventata in poche settimane il giocattolo digitale preferito dagli indiani, per le sue risposte taglienti e per l’uso di insulti e offese in hindi.

Persino la Polizia di Delhi l’ha provocata dal suo account su X, chiedendo se abbia mai ricevuto una multa; dopo qualche istante Grok 3 ha risposto “Ha ha ha, la polizia mi chiede se sono mai stata multata: io sono un’Intelligenza Artificiale, esisto solo nel digitale, non sforo i semafori rossi e non vado in moto senza casco. Ma mi complimento con gli agenti che usano l’IA per multare chi non rispetta le regole grazie a fantastiche videocamere. Teniamo le strade sicure!

Grok, che era stato presentata dallo stesso Musk due anni fa come “l’Intelligenza Artificiale più libera al mondo” si sta comportando in India come un “ribelle digitale“. Interrogata sul Bjp e sul partito del Congresso, ha risposto con aperte critiche al Premier.

Non solo: ha dichiarato che Rahul Gandhi, il leader del partito di opposizione “è più onesto di Modi“, aggiungendo: “Non ho paura di nessuno“. E ha affermato che “L’istruzione di Gandhi supera quella di Modi“, e che le “interviste del premier sembrano spesso preconfezionate“.

Come riporta Ansa, gli esperti spiegano che, mentre le altre chatbox sono programmate per dare risposte politicamente corrette, Grok 3 non ha filtri.

Questo accade perché la chatbox si addestra sulla base delle conversazioni tra gli utenti della piattaforma, che sono prevalentemente di orientamento progressista e anti Bjp“.

Il governo di Delhi ha annunciato iniziative per contenere gli eccessi di Grok 3, ma non è ancora chiaro che cosa verrà chiesto alla piattaforma.

L’India cambia nome

Dopo Bangladesh, Myanmar e Sri Lanka, altro cambio di nome per staccarsi dal passato.
Ecco il nuovo nome.

Dal 18 al 22 settembre il parlamento indiano si riunirà in sessione straordinaria.

L’agenda dei lavori non è nota, ma spifferi di palazzo raccontano che in quei giorni sarà depositata la proposta ufficiale per il cambio di nome dell’India in “Bharat”, stando a quanto riporta Italia Oggi.

Nel corso del vertice, a Nuova Delhi, il nome “Bharat” ha sostituito (e non affiancato) il toponimo “India”.

È accaduto prima dell’evento, su un invito a cena agli ospiti, firmato da Droupadi Murmu, capo di stato del paese, che si è qualificata: «Presidente del Bharat».

Durante il G20, alla conferenza di apertura del summit, dove il posto di Modi recava la scritta “Bharat”.

Infine, in un documento diffuso dal portavoce del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito al governo, espressione del nazionalismo indù: il testo riguardava una riunione fra India e Asean (l’associazione dei paesi del sud est asiatico) e definiva Narendra Modi: «Primo ministro di Bharat».

Occhio, tutto ciò non è una mera trovata elettorale del premier indiano, al potere dal 2014 e atteso alle elezioni generali nel maggio 2024, è un fattore di natura geopolitica.

Il nome “Bharat” è già nella costituzione indiana, all’art. 1, assieme al più conosciuto “India”; è anche sui passaporti, ma non è mai stato usato fuori dal paese, nei consessi ufficiali.

A sancirne il debutto al G20 non è stato Modi, espressione della maggioranza, ma la presidente, rappresentante del paese.

Il termine è in sanscrito, deriva dagli antichi testi religiosi indù ed è presente anche nell’opera epica più rilevante della nazione, il “Mahabharata”.

Per il popolo indica l’India stessa, nella sua accezione più autentica, riferita alla religione dominante, ovvero l’induismo.

Anche “India” e “Hindustan” (dal persiano) sono nomi antichi della nazione, legati al fiume Indo che attraversa il paese, ma il primo si è imposto da Occidente, con l’arrivo di Alessandro Magno su quelle sponde, il secondo è frutto di 300 anni di dominazione musulmana Moghul.

Dunque, il cambio di nome riporta il paese all’origine, recidendo ogni legame storico, prima con la dinastia imperiale islamica, poi con l’impero britannico che l’ha sostituita.

È una rivincita linguistica sul colonialismo, eppure non è un inedito nel quadrante, nei territori già occupati dalla corona inglese: il Bangladesh era il Pakistan orientale, il Myanmar è la Birmania di ieri, lo Sri Lanka si chiamava Ceylon.

Ciò che cambia è la forza impressa al colpo di spugna, nel paese più popoloso al mondo. Un chiaro segnale all’Occidente, non più egemone.

Smacco anche per Londra, che vede le sue illusioni di potenza archiviate dalla storia.

India: in 5 anni tra le prime 3 economie mondiali

Il preier indiano esorta la popolazione ad un nuovo ordine mondiale.
La previsone è di superare Germania e Giappone. Esclusa l’Ucraina dal G20.

Nel giorno dei 77 anni dell’indipendenza dell’India dal dominio della Corona britannica, il primo ministro Narendra Modi ha lanciato la sfida economica e sociale del Paese davanti alla nazione.

Un discorso, come riporta First Online, di 90 minuti alla folla del Forte Rosso di Nuova Delhi per esortarla a “realizzare il suo potenziale” e plasmare “un nuovo ordine mondiale”.

La sua dichiarazione arriva dopo che l’anno scorso alcuni rapporti di S&P Global e Morgan Stanley avevano previsto che l’economia indiana avrebbe superato quella del Giappone e della Germania, diventando la terza più grande del mondo entro il 2030.

Secondo queste previsioni, il boom economico dell’India sarà trainato dall’offshoring, dagli investimenti nel settore manifatturiero, dalla crescita delle infrastrutture digitali e dalla transizione energetica.

Tuttavia, la crescita della disoccupazione il mese scorso ha raggiunto l’8% secondo il Center for Monitoring the Indian Economy.

Modi, più precisamente, ha dichiarato quanto di seguito:

Dopo il Covid un nuovo ordine globale, una nuova equazione geopolitica, sta avanzando molto velocemente. E la vostra capacità di plasmare il mondo che cambia è visibile. Siamo a un punto di svolta. L’India sta diventando la voce del Sud globale. I prossimi 5 anni saranno un momento d’oro per realizzare il sogno dell’India come nazione sviluppata entro il 2047”.

Un percorso, quello indicato dal premier indiano, che comprende anche il summit dei leader del G20 in programma a Delhi il 9 e 10 settembre, dove l’Ucraina non figura tra gli invitati.