Cristiano Ronaldo apre un locale: lavoro, moda, sociale e gastronomia

1.000 metri quadri, 15.000 euro per entrare, vietati i cellulari.
All’interno spazi per riunioni, coworking, bar, ristoranti, uffici privati e studio per podcast.

Un nuovo concetto di club privato nel cuore di Madrid.

La firma è quella di Cristiano Ronaldo che, insieme all’imprenditore Inigo Onieva e alla sua azienda, la Mabel Hospitality che il campione dell’Al Nassr gestisce col suo socio Manuel Campos Guallar, hanno dato vita a Vega.

Si tratta di un locale signorile che a fine anno aprirà i battenti nel cuore del quartiere di Salamanca su una superficie di 1000 metri quadrati. L’obiettivo, oltre a fondere vita sociale, relazioni professionali ed esperienze gastronomiche in un ambiente esclusivo, è anche quello di creare un club che possa preservare la privacy di chiunque vi acceda.

Ecco perché la filosofia del locale impostata da Ronaldo e gli altri fondatori è quella di vietare l’uso di telefoni cellulari e fotografie. Si tratta di un concetto di locale molto noto a Londra che ora si sposterà proprio a Madrid. Vega di fatto attinge alla tradizione anglosassone e ruota attorno a quattro pilastri: l’aspetto lavorativo, affinché i soci possano fare affari e creare contatti, l’aspetto culturale, con diverse offerte per il tempo libero, l’aspetto gastronomico con tre diversi ristoranti, e l’aspetto sociale, che sarà uno dei grandi elementi differenzianti del club, affinché i soci possano collaborare con le fondazioni.

L’idea esclusiva di Ronaldo e dei fondatori di questo club esclusivo è quella di creare connessioni in diversi settori come il business, la moda, l’industria e lo sport . Uno dei soci è di fatto proprio il campione portoghese esperto in questo ambito dato che il suo gruppo possiede anche i ristoranti Tatel, Totó e Casa Salesas. Lo studio Mabel ha incaricato Inigo Onieva di gestire Casa Salesas e Vega, e insieme hanno creato il Casablanca Hospitality Group. Vega, dunque, come spazio rivoluzionario, ma non per tutti. Al mattino, offrirà un ambiente tranquillo e sofisticato per riunioni, uffici privati, coworking e persino uno studio per podcast.

Di notte, lo spazio si trasformerà in un centro sociale con cene esclusive e bar specializzati, un omaggio alla vivace vita notturna di Madrid. Oltre al divieto di strumenti di comunicazione più comuni come cellulari, macchine fotografiche di ultima generazioni di ultimo modello, solo un gruppo selezionato di persone può diventare membro di Vega, perché l’adesione richiede un invito.

I fondatori, come riporta Fanpage, sono responsabili delle persone che faranno accesso. Ecco perché esistono diverse opzioni di iscrizione, con una media di circa 4.400 euro all’anno, anche se gli under 35 beneficiano di una tariffa più economica di 2.500 euro. L’iscrizione più ambita, la Founders’ Membership, richiede un pagamento una tantum di 15.000 euro. Offre accesso illimitato, prenotazioni prioritarie ed esperienze personalizzate in un ambiente totalmente rivoluzionario.

Calcio: ecco i 10 CT più pagati al mondo

2 italiani in classifica, di cui 1 al primo posto.
Più di 7 milioni di euro all’anno di differenza tra il decimo ed il primo posto.

Ecco, stando a quanto riporta La Gazzetta dello Sport, la top 10 dei CT più pagati nel mondo calcio:

10 – Al decimo posto l’attuale campione del mondo Lionel Scaloni, vincitore con l’Argentina in Qatar nel 2022. L’ex difensore di Lazio e Atalanta guida l’Albiceleste dal 2018, con la quale ha un contratto valido fino al 31 dicembre 2026 da 2,3 milioni all’anno.

9 – Gustavo Alfaro ha appena scritto una nuova memorabile pagina di storia del Paraguay con la qualificazione al prossimo Mondiale. L’allenatore argentino percepisce attualmente 2,5 milioni di euro all’anno fino al 31 dicembre 2026.

8 – Ronald Koeman siede sulla panchina dell’Olanda dal 2023 ed è lanciato verso la sua prima Coppa del Mondo da commissario tecnico. L’olandese ha firmato un contratto triennale da 3 milioni di euro all’anno valido fino alla prossima estate.

7 – Marcelo Bielsa è considerato uno migliori allenatori sudamericani della storia, nonostante abbia vinto pochissimi titoli. El Loco è stato nominato commissario tecnico dell’Uruguay nel 2023 ed è uno dei più pagati con i suoi 3,5 milioni di auro all’anno.

6 – Didier Deschamps ha vinto il Mondiale con la Francia sia da giocatore (1998) che da allenatore (2018), l’unico nella storia a riuscirci insieme a Beckenbauer e Zagallo. L’ex Juventus guida la nazionale transalpina dal 2012 e percepisce uno stipendio di 3,8 milioni di euro all’anno.

5 – Cristiano Ronaldo continua a essere al centro del progetto del Portogallo verso il Mondiale grazie anche al lavoro del CT Roberto Martinez. Lo spagnolo siede sulla panchina dei lusitani da gennaio 2023 con un compenso di 4 milioni di euro all’anno.

4 – L’Uzbekistan parteciperà per la prima volta nella sua storia a un Mondiale e ha scelto di affidarsi a Fabio Cannavaro. L’ex Pallone d’Oro e capitano azzurro ha appena siglato un accordo faraonico da 4 milioni di euro per i prossimi due anni con opzione di rinnovo.

3 – Julian Nagelsmann punta a rilanciare la Germania negli Stati Uniti la prossima estate dopo il fallimento nell’ultimo Europeo giocato in casa. Il giovanissimo commissario tecnico tedesco sale sul podio di questa classifica con i suoi 4,9 milioni di euro annui che percepisce.

2 – Lo scorso gennaio Thomas Tuchel è diventato il terzo allenatore straniero dell’Inghilterra dopo Eriksson e Capello. Il tedesco ha firmato un contratto da 5,9 milioni di euro ed è il secondo commissario tecnico più pagato al mondo attualmente.

1 – Il Paperone dei commissari tecnici è Re Carlo Ancelotti, nominato alla guida del Brasile lo scorso maggio. L’allenatore di Reggiolo guadagnerà 9,5 milioni di euro fino al termine del prossimo Mondiale, con un ricchissimo premio in caso di vittoria e possibilità di rinnovo.

CR7: 15 giorni per demolire la costruzione abusiva

L’attico a Lisbona ha un valore totale di 7,3 milioni di euro.
Le possibilità sono la demolizione della struttura o l’iter autorizzativo.

(Foto da internet)

A luglio le autorità locali di Lisbona hanno notificato a Cristiano Ronaldo che la costruzione annessa al suo attico è illegale.

Il campione portoghese ha infatti costruito un gazebo in vetro, una struttura esterna accessoria dove CR7 si allena e passa il tempo con la sua famiglia.

Stando a quanto riporta il The Sun, Cristiano Ronaldo avrebbe 15 giorni di tempo per mettersi in regola.

Per farlo, può percorrere due vie: la demolizione del medesimo gazebo in vetro, oppure avviare un iter burocratico al comune di Lisbona per farlo autorizzare.

La pratica potrebbe fargli guadagnare ulteriori 30 giorni; attualmente l’attico ha un valore complessivo pari a 7,3 milioni di euro.

Rivoluzione o terremoto ? La Superlega e il futuro del calcio

I top club vogliono la Superlega, la UEFA li minaccia. Il calcio a un bivio.

Rivoluzione nel mondo del calcio. Se ne parlava orami da tempo ma, forse, ora ci siamo. A trapela da varie fonti, alcuni dei più importanti lui a livello europeo, avrebbero raggiunto un accordo per la creazione della Superlega europea. Tra queste squadre ci sarebbero anche Juventus, Milan e Inter. Si tratterebbe di una competizione a inviti che dovrebbe nascere parallelamente allo svolgimento dei campionati nazionali e delle competizioni continentali attualmente esistenti. Tale progetto, qualora vedesse la luce, porterebbe grandi vantaggi economici per i club partecipanti che voglio risollevarsi dalle ristrettezze dell’ultimo anno. Le altre squadre partecipanti dovrebbero essere Manchester United, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Manchester City, Arsenal, Atletico Madrid, Real Madrid e Barcellona. PSG, Bayern Monaco e Borussia, sempre secondo le prime indiscrezioni, avrebbero rifiutato di aderire.

Abbiamo parlato di rivoluzione ma sarebbe più corretto definirlo terremoto. Quanto riportato da fonti di stampa quali l’Equipe e New York Times ha provocato una durissima reazione da parte del UEFA. Insieme alle Leghe professionistiche di Inghilterra, Spagna e Italia, ha emesso un comunicato roboante. L’ipotesi sarebbe, infatti, quella di escludere le squadre coinvolte nella Superlega da ogni competizione nazionale e continentale. La UEFA potrebbe avere poi il supporto della FIFA la quale non permetterebbe ai tesserati delle succitate squadre di partecipare ai tornei internazionali di sua competenza.

Siamo di fronte ad una situazione potenzialmente esplosiva. Immaginare le competizioni UEFA senza i top club della Superlega avrebbe dell’incredibile. Pensare di non vedere Messi e Ronaldo giocare ai mondiali sarebbe ancora più surreale. Ma qual è la soluzione di questo potenziale stallo? Al momento è impossibile dirlo. Certo la creazione della Superlega avrebbe un impatto importante sui bilanci dei club partecipanti. Allo stesso tempo sarebbe incredibilmente penalizzante per chi non ne facesse parte. In un mondo del calcio sempre più legato ai diritti di trasmissione degli incontri, l’appeal dei campionati nazionali e delle competizioni europee sarebbe di molto ridimensionato. Ci sono poi le ragioni “etiche” legate ad una competizione il cui accesso non sarebbe legato a meriti sportivi ma a diritti di presunta nobiltà sportiva.

Il calcio non è più lo sport che era anche solo 15 anni fa, quando l’Italia di Lippi vinceva il suo ultimo mondiale. Nel frattempo sono arrivati gli sceicchi, la Cina ha aperto le sue frontiere e il business ha assunto un ruolo ancor più preminente. Le istituzioni sportive internazionali, bisogna dirlo, non hanno dato prova di essere organi dal funzionamento impeccabili. Gli scandali che hanno coinvolto Blatter e Platini, il Financial Fair Play, il caso Neymar… di errori ne sono stati fatti tanti. Suona dunque un po’ fuori tempo massimo la presa di posizione contro la Superlega. C’è da dire, tuttavia, che l’ipotesi di rendere ancor più elitario il mondo del calcio vorrebbe dire privare milioni di tifosi della possibilità di vedere la propria squadra competere con le migliori. Con la Superlega sarebbe ancora possibile un miracolo Leicester? Presto per dirlo. Certo sarebbe potenzialmente molto più difficile.

Alla fine, forse, si arriverà ad una mediazione tra le parti. Tuttavia questa vicenda ci dice che abbiamo un problema immenso. Un problema di credibilità. È giusto che il mondo del calcio si interroghi sulla sua sostenibilità, ormai precaria. È però fondamentale che si diano, tutti insieme, le risposte giuste per non allontanare definitivamente il calcio dalla gente. Il romanticismo nel calcio è morto e sepolto da anni. Adesso, tuttavia, il giocattolo rischia di esplodere definitivamente.

Isole, animali e molto altro: ecco le spese più bizzarre degli sportivi

Hobby, animali, ville e sfizi: ecco le spese più bizzarre dei campioni dello sport.

Quando i campioni dello sport si danno allo shopping, riescono a farlo in modo decisamente bizzarro.

Hobby, passioni o semplici sfizi; nella lista degli acquisti finiscono intere isole, animali, cibi ed oggetti particolarmente curiosi.

Partiamo con Zlatan Ibrahimovic, il calciatore appena tornato al Milan appare ancora in splendida forma nonostante i suoi 38 anni e si è comprato un’isola privata per dedicarsi alla sua passione della caccia; stiamo parlando dell’isola di Daverso nel lago Maralen, vicino a Stoccolma, che gli è costata 2,5 milioni di euro.

Passiamo poi a Novak Djokovic. Il tennista serbo ha acquistato tutta la produzione annuale del formaggio più costoso al mondo, al fine di rifornire i suoi ristoranti. Stiamo parlando del formaggio Pule, derivato dal latte d’asina e prodotto proprio in Serbia nella riserva naturale dei Zasavica, per un costo di 4.500 euro al chilo.

È poi il turno di un altro calciatore: il brasiliano Neymar, grande appassionato di Batman, si è comprato un elicottero Airbus H-145 facendolo decorare con lo stile del suo supereroe preferito.

Prosegue la lista l’ennesimo calciatore. Sta volta è il turno di Arturo Vidal; il centrocampista cileno è un grande appassionato di cavalli ed in Cile ha acquistato un’intera scuderia. Solo un esemplare, gli è costato 500.000 euro.

Procediamo con un giocatore di baseball. Stiamo parlando del cubano Yoenis Cespedes che milita nei New york Mets e si è comprato un maiale ad una fiera in Florida per una cifra pari a 7.000 dollari americani. Il problema principale del suo acquisto riguarda però la legge vigente in Florida: Cespedes non sapeva infatti che, lì, un maiale acquistato all’asta dev’essere macellato.

Torniamo ai calciatori e vediamo che la stella argentina Lionel Messi, dichiarato patrimonio storico-sportivo dell’umanità nel luglio del 2011, lamentava il rumore dei vicini di casa dove risiede nella sua villa a Barcellona; ha così deciso di comprare la casa dei vicini.

Thierry Henry, invece, ha una grande passione per gli acquari. Per questo motivo l’ex calciatore francese ne ha realizzato uno al centro dei tre piani della sua villa.

L’opera gli è costata circa 15 milioni di euro e si sostanzia in una vasca di 12 metri contenete 21.000 litri d’acqua, dove Henry ha inserito oltre 300 specie di pesci.

Non si fermano le pazzie dei calciatori, che con Djibril Cissè, ex attaccante della Lazio, che si è comprato un palazzo reale nel Cheshire nel Nord-Ovest dell’Inghilterra, per 3 milioni di euro. Lo scopo? Diventare nobile!

Non è uno scherzo: Cissè si è infatti auto-riconosciuto il titolo di Lord of the Manor.

Chiude la lista ancora un calciatore, l’ex centrocampista inglese David Beckham, il quale ha comprato la villa che era di Gianni Versace a Miami beach per la bellezza di 43 milioni di euro. Per aggiudicarsi la dimora, Beckham ha vinto la concorrenza con molti miliardari, tra cui Cristiano Ronaldo.