



Il ritiro delle truppe Nato voluto dagli Usa ha spianato la strada.
Si stima che l’Afghanistan produca il 90% dell’oppio illegale del mondo.
Dopo vent’anni di presenza sul territorio, avvenuta dopo l’attentato alle Torri Gemelle (Twin Towers), gli Usa hanno deciso il ritiro delle truppe Nato dal Paese, avvenuto in maniera decisamente rapida (approfondimento a link).
Ne è conseguito che i Talebani hanno riconquistato il Paese in un lampo e sono ormai pronti a prendere anche la capitale Kabul, imponendo la shaaria più integralista.
Sotto il loro comando, nasce il Narco-Stato più grande del mondo: moti commentatori internazionali, infatti, stimano che l’Afghanistan produca il 90% dell’oppio illegale mondiale (primato che fino al 2008 era della Birmania) e sia pronto ad inondare il pianeta.
Dall’oppio si ricavano eroina ed altre sostanze stupefacenti e la superficie coltivata in Afghanistan è già oggi superiore a quella dedicata alle piantagioni di cocaina in Sud America.
Disertano i commando americani; polizia e militari passano dalla parte degli insorti.
I taleban impongono un governo parallelo: vicino il ritorno ad un narco-Stato.
Il ritiro delle truppe Nato dall’Afghanistan si è appena concluso (approfondimento al link) e già i taleban hanno raddoppiato i distretti che controllano.
Italia e Germania avevano ritirato i loro soldati in prima battuti, seguiti poi dagli Usa che hanno accelerato il ritiro sotto l’ordine del presidente Biden. Questo ha dato strada libera ai taleban che, dopo aver già messo a ferro e fuoco le province di Baghlan e Badakhshan, si sono imposti anche nei due distretti della provincia di Kapisa e puntano verso Faizabad con Kunduz ormai pronta a capitolare.
La capitale Kabul dista solo 65 chilometri ed in brevissimo tempo i taleban sono passati dal controllare 73 distretti ad amministrarne oltre 160 sui 407 totali, con altri 157 ormai prossimi a passare sotto il loro controllo.
Hanno disertato anche i “commando” addestrati dagli americani. Non solo: polizia e soldati passano, armi n pugno, dalla parte degli insorti.
Senza uomini sul campo non ci sarà più intelligence accurata, sostiene il Direttore della Cia William Burns:
“La capacità di contrastare le minacce si ridurrà.”
Nel giro di un anno i campi di oppio sono aumentati del 37% ed ora ricoprono una superficie pari a 224mila ettari: primo segnalo che l’Afghanistan stia tornando ad esse un narco-Stato.
Dopo 20 anni le truppe lasciano la strategica base aerea di Bagram.
Italia e Germania hanno già ritirato le loro, Biden anticipa il calendario.
Anche le ultime truppe Nato stanno lasciando la base aerea di Bagram, strategica in Afghanistan.
Dopo che Italia, tra l’altro impegnata nel lasciare anche la base aerea di Al Minhad negli Emirati Arabi Uniti (approfondimento al link), e Germania avevano già ritirato le loro, ora arriva anche il ritiro delle truppe americane con il presidente Biden che anticipa lo sgombero rispetto a quanto previsto da calendario.
L’aeroporto passa sotto il controllo delle forze afgane dopo 20 anni di presenza Nato ed il Paese sembra essere diviso in due tra contenti scontenti: c’è chi lamenta un deterioramento della situazione sul terreno e parla di incertezze per il futuro, mentre altri si dicono soddisfatti della partenza delle truppe occidentali.
Non manca, ovviamente, chi sta a metà mostrando pro e contro:
“La loro presenza portava anche lavoro. In tanti adesso si ritrovano senza più niente.”
Come segnala Euronews, vi è però un crescente numero di violenze talebane che potrebbe far peggiorare la situazione del Paese aumentando il caos interno.
Le indagini sono scattate dopo gli attentati di Parigi.
Organizzazione di stampo internazionale con finanziamenti al terrorismo.
Afgani, pakistani, marocchini ed italiani, con basi anche in Francia e Belgio.
Una fitta ed internazionalizzata rete che si occupava di far avere, dietro compenso, documenti falsi per permessi di soggiorno in Italia, è stata sgominata a Napoli.
Una persona è stata portata in carcere, due sono finite ai domiciliari e per altre undici è scattato l’obbligo di dimora.
L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata a favorire l’immigrazione clandestina, falso ideologico e materiale, oltre che il reato di corruzione.
L’organizzazione dedita all’immigrazione clandestina produceva certificati di residenza, dichiarazioni di ospitalità, certificati di conoscenza della lingua italiana, contratti di lavoro, iscrizioni alla Camera di commercio come commerciante, dichiarazioni reddituali fasulle e nullaosta alloggiativi, che consentivano di ottenere i permessi di soggiorno in Italia e quindi anche negli altri Paesi dell’area Schengen.
Erano stati gli attenti terroristici avvenuti in Francia ed in Belgio tra il 2015 ed il 2016, dal blitz alla sede del giornale parigino “Charlie Hebdo” (7 gennaio 2015) all’attentato del Bataclan (13 novembre 2015) per ricordarne un paio, a far scattare le indagini. Indagini che, tra i vari, vedono arrestato anche un impiegato di una municipalità del Comune di Napoli, il 65enne Pasquale Averaimo, che si occupava del rilascio e del rinnovo delle carte di identità, dell’emissione dei certificati di residenza e degli stati di famiglia e che per le sue “prestazioni” aveva addirittura creato un vero e proprio tariffario.
A capo dell’organizzazione, invece, c’erano Iqbal Naveed, pakistano e proprietario anche dell’Internet point sequestrato, e Lahoussine Chajaoune, marocchino.
Il denaro illecito veniva fatto transitare tramite i circuiti di Money Transfer per poi finire in conti correnti pakistani, oppure viaggiava su “havala”, un meccanismo informale di trasferimento di valori, è fortemente radicato nella cultura islamica e basato sulle prestazioni e sull’onore di una vasta rete di mediatori, localizzati principalmente in Medio Oriente, Nord Africa, nel Corno d’Africa e in Asia meridionale, ritenuto da alcuni esperti un modo per finanziare il terrorismo.
La rete, però, non finiva qui. Poteva infatti contare su dei contatti residenti in Francia ed in Belgio. La documentazione falsa veniva invece stampata a Napoli e poi fatta pervenire nei vari Paesi, mentre la “base operativa” era l’internet point del pakistano Iqbal Naveed in quanto sede autorizzata al trasferimento di denaro.