I 25 Paesi più a rischio default

La classifica di Bloomberg per il 2022.
Punteggio basato su quattro metriche.

Il debito sovrano è uno dei problemi attualmente principali.

In particolar modo, il rischio riguarda gli Stati che non hanno sovranità monetaria e/o hanno contratto debiti agganciando la propria valuta a quella estera (come l’Argentina con il dollaro americano).

Di recente è stata la piccola nazione asiatica dello Sri Lanka ad essere entrata ufficialmente in default per non aver pagato i 78 milioni di dollari di interessi dovuti, innescando una crisi senza precedenti.

Con i dati di Bloomberg, è stata elaborata la classifica dei 25 Paesi con il più alto rischio di mancato pagamento. Nei primi posto ci sono El Salvador, il Ghana e la Tunisia.

Il punteggio di vulnerabilità del debito sovrano è una misura composita del rischio di insolvenza di un Paese.

Si basa su quattro metriche: andamento dei titoli di Stato, spread di credito a cinque anni (swap spread), interessi passivi in percentuale del Pil e debito pubblico in percentuale del Pil.

Di seguito la classifica dei 25 Paesi più a rischio default per il 2022:

Tunisia: prima donna premier in un Paese musulmano

Dal 25 luglio il presidente aveva dimesso Governo, sospeso il Parlamento e assunto l’autorità esecutiva.
Paese in rivolta, la Francia limita i visti del 30-50%.

È accaduto qualcosa di storico, in Tunisia.

Per la prima volta nella storia del mondo arabo e musulmano, infatti, una donna è stata incaricata di formare un governo.

Come riporta Quotidiano.net citando lo stringato comunicato della Presidenza precisando che tale decisione è stata adottata ai sensi dell’articolo 16 del decreto presidenziale 117 relativo alle misure eccezionali, il presidente tunisino Kaïs Saïed ha incaricato Néjla Bouden, geologa con esperienza nella Banca mondiale e nell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione dei rischi di catastrofi, di formare il governo.

Lo stesso presidente, il 25 luglio di quest’anno, aveva dimesso tutto il Governo, sospeso il Parlamento ed assunto l’autorità esecutiva. Questo aveva portato diversi attivisti, politici e difensori dei diritti umani a prendere parte alla protesta, svoltasi davanti al Teatro Municipale in Habib Bourguiba Avenue, nel centro di Tunisi, accusandolo di un colpo di stato.

In sua difesa, il presidente sostiene che le sue misure eccezionali hanno lo scopo di “salvare” il Paese.

Nel frattempo, come dichiarato dal portavoce del governo parigino Gabriel Attal, le autorità francesi hanno deciso di ridurre del 50% la concessione di visti all’Algeria ed al Marocco e Le Figaro, citando n consigliere del governo francese, ha aggiunto che verranno ridotti del 30% i visti concessi dalla Francia alla Tunisia.

Secondo Europe 1, nei primi sei mesi del 2020 sono stati rilasciati circa 63mila visti a fronte di 96mila domande mentre nei primi sei mesi del 2021, più di due richieste su tre avanzate dall’Algeria sono state accolte dalla Francia.

Più precisamente, l’emittente ha specificato quanto di seguito:

Emmanuel Macron ha quindi chiesto ai servizi consolari del Quai d’Orsay di rilasciare un massimo di 31.500 visti per i prossimi 6 mesi, ovvero la metà.