Le 25 città più belle al mondo

Le valutazioni si basano su luoghi d’interesse, cibo, shopping, cultura, cordialità del posto e valore.
Il Messico piazza ben 5 città.

Travel + Leisure, punto di riferimento del settore turistico, ogni anno realizza delle classifiche tematiche che prendono in esame a livello mondiale le città, gli hotel e le spa, le isole turistiche, le crociere.

Per il World’s Best Awards dedicato alle città, i lettori sono stati chiamati a dare le loro valutazioni in base ai seguenti criteri: luoghi d’interesse/punti di riferimento, cibo, shopping, cultura, cordialità della gente del posto, valore, possibilità di shopping.

I punteggi finali sono la media ottenuta su questi criteri (qui il dettaglio per la classifica europea).

Di seguito, ecco le prime 25 città al mondo:

25 – Mérida, Messico
24 – Porto, Portogallo
23 – Siena, Italia
22 – Mendoza, Argentina
21 – Oaxaca, Messico
20 – Agra, India
19 – Santa Fe, Nuovo Messico
18 – Roma, Italia
17 – Città del Capo, Sudafrica
16 – Mumbai, India
15 – Siem Reap, Cambogia
14 – Istanbul, Turchia
13 – Granada, Spagna
12 – Siviglia, Spagna
11 – Firenze, Italia
10 – Cuzco, Perù
9 – Ubud, Bali
8 – Kyoto, Giappone
7 – Città del Messico, Messico
6 – Hoi An, Vietnam
5 – Jaipur, India
4 – Bangkok, Thailandia
3 – Tokyo, Giappone
2 – Chiang Mai, Thailandia
1 – San Miguel de Allende, Messico

Robert Francis Prevost – Leone XIV: ecco chi è il nuovo papa

Le origini del nome e le posizioni rispetto a papa Francesco.
Si parla anche di un finanziamento di Trump per la sua elezione.

Agostiniano (più precisamente è il primo papa agostiniano) di doppia nazionalità statunitense e peruviana, con origini francesi ed italiane da parte di padre (parla molto bene la lingua italiana), spagnole di madre.

69 anni, nato e vissuto a Chicago, poi presule in Perù, prende il nome di Leone Magno, il papa che fermò l’avanzata dei barbari su Roma e con lui si torna al nome del papa della Rerum Novarum, dottrina sociale della Chiesa.

Il suo nome, tuttavia, ricorda anche quello di papa Leone X, ovvero il papa più corrotto della storia della chiesa e che aveva inventato la “vendita delle indulgenze“, nonché, in buona sostanza, la possibilità da parte dei credenti di comprarsi un posto in paradiso.

Esordisce con gli abiti pontificali che gli competono come Papa Benedetto XVI, con cui condivide le letture di Agostino, e le sue parole iniziano con il saluto pasquale della Pace sia con tutti Voi.

Prega e fa pregare l’Ave Maria in Piazza San Pietro e Via della Conciliazione gremite.

Naturalmente ricorda nel primo discorso Francesco, specie per le sue posizioni progressiste su migranti e cambiamento climatico, il che non significa continuità, dato che pare più conservatore per esempio sui diritti civili.

Ricorda, infine, di essere successore di Pietro.

Stando a quanto riporta Quotidiano Nazionale, il presidente Usa Donald Trump, nel giorno dei funerali di papa Francesco, avrebbe staccato un assegno da 14 milioni di dollari per tirare la volata alla sua elezione.

Enel cede le attività in Perù alla cinese Csgi

Venduti asset per un totale di 2,9 miliardi di dolari.
Enel continua la dismissione dei business non core.

Già a fine febbraio, infatti, aziende cinesi avevano messo nel mirino gli asset peruviani di Enel (approfondimento al link) ed Enel Perú, ora, ha firmato un accordo per la cessione delle partecipazioni detenute in Enel Distribución Perú ed Enel X Perú alla cinese Csgi per un corrispettivo totale di circa 2,9 miliardi di dollari Usa, corrispondenti a circa 4 miliardi in termini di enterprise value (riferito al 100%).

Lo riferisce il gruppo in una nota, ripresa da Il Sole 24 Ore.

La cessione degli asset di distribuzione, fornitura e servizi energetici avanzati da parte di Enel Perù a Csgi genererà una riduzione dell’indebitamento netto consolidato del Gruppo di circa 3,1 miliardi di euro nel 2023 ed un impatto positivo nel 2023 sull’utile netto del Gruppo reported pari a circa 500 milioni di euro.

Non sono invece previsti impatti dell’operazione sui risultati economici ordinari del Gruppo, come dichiara l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace:

Questa operazione ci consente di massimizzare il valore degli investimenti compiuti finora in Perù nella digitalizzazione della rete e nei servizi energetici avanzati, proseguendo l’attuazione del piano di dismissione degli asset annunciato a novembre in occasione della presentazione del Piano Strategico di Enel ai mercati finanziari, e volto a completare il processo di razionalizzazione del Gruppo, da sempre elemento fondante della nostra strategia. È anche grazie alla competenza e all’impegno delle colleghe e dei colleghi che lavorano in queste società che lasciamo agli acquirenti un eccellente portafoglio di asset, che continueranno a supportare lo sviluppo sostenibile del Paese attraverso reti digitali automatizzate e soluzioni energetiche innovative”.

Il titolo Enel giovedì ha chiuso gli scambi a quota 5,86 euro ed è in rialzo del 13% dall’inizio dell’anno.

Cina interessata agli asset Enel

Le dismissioni in Perù valgono circa 3 miliardi di dollari.
Dopo Argentina e Romania altre vendite per ridurre il debito.

Gli asset in Perù di Enel finiscono nel mirino dei cinesi.

La China Southern Power Grid Co., società di proprietà statale, starebbe valutando un’offerta vincolante per l’acquisizione delle attività di distribuzione di energia elettrica di Enel in Perù, secondo quanto riportato da Bloomberg e poi ripreso anche da First Online, in quella che potrebbe essere una delle più grandi operazioni transfrontaliere di quest’anno da parte di un acquirente cinese.

Secondo l’agenzia di stampa, le attività di distribuzione peruviane dell’azienda energetica italiana potrebbero essere valutate circa 3 miliardi di dollari.

L’azienda elettrica statale con sede a Guangzhou starebbe lavorando con un consulente finanziario dopo aver partecipato a un secondo round di offerte, ha riferito Bloomberg, aggiungendo che non c’è una conferma dell’offerta, tantomeno la certezza che l’azienda potrebbe prenderla in considerazione.

Intanto il titolo dell’Enel si sgonfia a Piazza Affari (-0,19%) ed il 16 marzo è atteso il Cda sul bilancio del quarto trimestre e del 2022 dopo che la multinazionale dell’energia ha già pubblicato il preconsuntivo.

Il gruppo guidato dall’ad Francesco Starace continua con il progetto di cessione degli asset considerati non core, come ha annunciato a novembre, per 21 miliardi di euro che andranno a ridurre il debito e ad uscire dai mercati del Sud America: dopo Romania e Argentina ora tocca al Perù.

Le attività di generazione e distribuzione di Enel in Perù hanno oltre 1,5 milioni di clienti.

EnelDistribucion Perù fornisce energia elettrica all’area settentrionale della metropolitana di Lima, alla provincia di Callao e le province di Huaura, Huaral, Barranca e Oyon. Ha distribuito 8.441 gigawattora nel 2021.

Negli ultimi anni l’America Latina è diventata un’area strategica per le società cinesi che cercano di espandersi all’estero.

Come scrive Milano Finanza, l’acquisizione degli asset di distribuzione di Enel in Perù aiuterebbe rafforzare la presenza di China Southern Power in America Latina dopo che il gruppo cinese ha acquistato una partecipazione del 28% nell’utility cilena Transelec da Brookfield Infrastructure Partnersper 1,3 miliardi di dollari nel 2018.

Altri gruppi che sono cresciuti tramite acquisizioni nella regione sono State Grid Corp. of China e China Three Gorges Corp.