Lufthansa taglierà 4.000 posti di lavoro

Digitalizzazione e crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale permetteranno maggiore efficienza.
Tagli entro il 2030 nel settore amministrativo.

Il gruppo Lufthansa intende tagliare 4.000 posti di lavoro nel settore amministrativo entro il 2030per ridurre i costi“.

L’azienda con sede a Monaco, come riporta Tgcom24, ha annunciato che i processi interni saranno digitalizzati, automatizzati e centralizzati.

Le riduzioni riguardano principalmente i ruoli amministrativi, non quelli operativi, ha spiegato l’azienda: “La digitalizzazione e il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale garantiranno una maggiore efficienza in molti settori e processi“.

La compagnia aerea, che si confronta con costi operativi elevati, non è ancora riuscita, a differenza di altri grandi vettori europei, a riportare la capacità e la produttività ai livelli del 2019, prima della pandemia.

Lufthansa disposta a rinunciare a delle rotte per acquisir Ita Airways

L’operazione porterebbe il 41% in mano tedesca.
Ita Airways prevede di chiudere il 2023 con una cassa di circa 450 milioni.

Aperture da Deutsche Lufthansa alla Dg Concorrenza dell’Unione europea che sta esaminando il dossier relativo all’ingresso del gruppo tedesco nel 41% di Ita Airways attraverso un aumento di capitale da 325 milioni di euro.

Nell’offerta si parla di rinunce agli slot e alle rotte di Milano Linate dove, se andrà in porto l’operazione, Lufthansa con i suoi partner (il network che comprende Austrian, Brussels Airlines e Swiss), insieme a Ita avrebbe una posizione di tutto rilievo che potrebbe compromettere la libera concorrenza delle altre compagnie aeree, secondo un documento della Commissione europea pubblicato a dicembre, all’indomani della notifica a Bruxelles avvenuta lo scorso 30 novembre.

La notizia riportata da Bloomberg, circolava da qualche giorno secondo fonti che seguono il dossier in Italia, mentre da Lufthansa arriva il “no comment” – senza tuttavia alcuna smentita della notizia- né sono arrivati commenti dalla Commissione europea.

Non è un caso, considerando l’imminente scadenza del 15 gennaio, quando secondo la procedura ordinaria (la cosiddetta “fase uno”) sarebbero scaduti i 25 giorni lavorativi dalla notifica, per il pronunciamento da parte della dg Concorrenza della Commissione europea.

Come riporta Il Sole 24 Ore, però, già il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti lo scorso 22 dicembre conversando con dei giornalisti aveva preannunciato che la Commissione europea avrebbe chiesto un supplemento di istruttoria: «Ci hanno fatto capire che si va alla cosiddetta “fase due”. Quindi serviranno altri mesi di approfondimenti, dopo aver fatto esattamente tutto quello che era stato prescritto sempre dalla stessa Commissione europea. Il fatto che si perda altro tempo non è una cosa positiva».

Per la “fase due” è prevista una durata compresa tra ulteriori 90 giorni lavorativi fino a 110 giorni, su richiesta delle parti. Dunque si finirà nella primavera inoltrata.

Nel frattempo è continuato il pressing di Lufthansa sulla commissione europea, che ha offerto la massima collaborazione con l’obiettivo di ottenere una decisione «il prima possibile».

Rileggendo il documento della Dg Concorrenza della Ue emerge che le attività di Deutsche Lufthansa e Ita Airways «si sovrappongono principalmente per la fornitura di servizi di trasporto aereo di passeggeri», ma «a causa della presenza limitata di Ita al di fuori dell’Italia, l’operazione proposta dà luogo solo a un numero limitato di sovrapposizioni dirette/dirette a corto raggio sulle rotte da Roma e Milano verso città in Germania, Belgio e Svizzera».

Nel mirino slot e rotte servite dalle due compagnie e dal network nell’aeroporto di Linate.

Lo stesso documento cita anche «sovrapposizioni dirette/indirette sulle rotte a medio e lungo raggio dall’Italia e dalla Svizzera verso l’America, l’Africa e l’Asia».

Ita Airways che ha una flotta di 83 aeromobili punta ad arrivare a 96 alla fine del 2024: al momento è stato raggiunto un accordo per ottenere la garanzia Sace ed è in via di definizione un’ulteriore operazione di finanziamento con istituti finanziari per l’acquisto di nuovi aeromobili di proprietà.

Ita Airways prevede di chiudere dicembre 2023 con una cassa di circa 450 milioni.

In direzione di una decisione in tempi rapidi concorrono due fattori: anzitutto l’erogazione dei 325 milioni di euro per l’aumento di capitale è in standby fino all’autorizzazione della Commissione europea.

Poi occorre considerare che le sinergie commerciali e operative tra Ita Airways e il network di Lufthansa restano congelate fino al pronunciamento di Bruxelles.

Lufthansa ridurrà 29.000 posti entro l’anno

La compagnia aerea si prepara ad un forte taglio del personale.
Lo dice il quotidiano Bild am Sonntag, citando però fonti anonime.

Un taglio di 29.000 posti entro la fine di quest’anno.

A quanto emerge dal quotidiano tedesco Bild am Sonntag, questo sarebbe il che Deutsche Lufthansa intende effettuare.

Non solo; la compagnia di bandiera tedesca nel nuovo effettuerebbe un’ulteriore riduzione di personale: circa 10.000 posti di lavoro in Germania ed altri circa 20.000 all’estero.

Il quotidiano tedesco però, nel dare la notizia, cita fonti anonime.

I lavoratori si aggrappano alla speranza che queste fonti anonime siano senza fondamento, ma con la pandemia ancora in corso il timore è purtroppo elevato.

Lufthansa: 22mila licenziamenti e crollo del titolo

La compagnia aerea tedesca taglia personale fisso nonostante gli aiuti pubblici ricevuti.
Il titolo crolla del 9,09%.

Era già accaduta, pochi giorni fa, la stessa cosa per Renault (approfondimento al link).

La casa automobilistica, infatti, francese aveva portato a termine un piano di riduzione del personale pari a 15.000 teste, nonostante i 5 miliardi di euro di aiuti ricevuti poco tempo prima.

Ora tocca a Lufthansa intraprendere esattamente lo stesso percorso: dopo aver ricevuto 9 miliardi di euro in aiuti (approfondimento al link), la compagnia aerea tedesca ha deciso di licenziare 22.000 dipendenti a tempo pieno su scala mobile.

Non solo. Il piano di riduzione del personale potrebbe toccare quota 26.000 unità a livello di impieghi globali.

I numeri in questione riguardano circa il 16%-17% della forza lavoro; i dipendenti totali sono infatti 135.000, di cui la metà impiegata in Germania.

A Lufthansa, caratterizzata da una partecipazione statale pari al 20%, fanno riferimento anche Swiss, Austrian, Brussel Airlines, Eurowings ed Air Dolomiti.

Il piano iniziale stimava la riduzione di 10.000 dipendenti ma la crisi dovuta al coronavirus ha tenuto a terra ben 700 veicoli dei 763 totali, causando una perdita superiore ai 2 miliardi di euro nel primo trimestre del 2020.

Data la situazione, da quanto emerge dal sindacato Ufo, i piloti hanno addirittura dichiarato di essere disposti a ridursi lo stipendio del 45% pur di non perdere il posto di lavoro. Uno scenario decisamente complicato che, inoltre, ha visto il titolo di Lufthansa chiudere con un pesante -9,09% in una giornata di suo già nera per la Borsa di Francoforte che ha chiuso perdendo il 12%.

Air France come Lufthansa: 7 miliardi di aiuti

La compagnia aerea francese segue le orme di quella tedesca: attivato un piano di aiuti da 7 miliardi di euro con l’ok della Commissione europea.

Continua il capitalismo assistito.

Proprio pochi giorni fa i francesi della Renault ed i tedeschi della Lufthansa (approfondimento al link) avevano attivato dei piani di aiuto, rispettivamente da 5 e 9 miliardi di euro, con l’approvazione della Commissione europea.

Ora, a seguire la medesima strategie è il turno di un’altra compagnia francese: Air France.

Al fine di evitare il rischio fallimento e salvare quanti più posti di lavoro possibili, la Francia ha deciso di mettere sul piatto un altro piano di aiuti simile a quello utilizzato per Renault.

Stiamo parlando di 7 miliardi di euro; di questi, 4 proverranno da prestiti bancari garantiti al 90% dallo Stato mentre i restanti 3 da prestiti diretti, con in cambio impegni presi dalla compagnia aerea inerenti al miglioramento della redditività ed alla riduzione delle emissioni di CO2.

Il piano ha già ricevuto l’ok dalla Commissione europea che, tramite un comunicato stampa del commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager, ha dichiarato:

Questa garanzia e questo prestito per gli azionisti concesso dalla Francia, per un importo di 7 miliardi di euro, forniranno ad Air France la liquidità di cui ha urgentemente bisogno per resistere alle ripercussioni della pandemia. La Francia ha anche dimostrato che tutte le altre possibilità di ottenere liquidità sui mercati erano già state esplorate ed esaurite; in assenza di sostegno pubblico Air France sarebbe senza dubbio esposta al rischio di fallimento a seguito della sospensione delle sue attività.