Dureranno per almeno tutta la settimana.
Governo in forte crisi.
Gli agricoltori tedeschi hanno bloccato l’8 gennaio città e strade in tutto il Paese, usando trattori e camion, per protestare contro i tagli ai sussidi, dando il via a una serie di scioperi che potrebbe mettere in difficoltà il governo di Olaf Scholz.
La mobilitazione, indetta dall’Unione degli agricoltori tedeschi (Dbv) fino al 15 gennaio, ha paralizzato la circolazione in molte città tedesche.
Stando a quanto riporta l’Internazionale, la polizia locale ha affermato che un manifestante è rimasto gravemente ferito nello stato della Bassa Sassonia, quando il conducente di un’automobile ha cercato di forzare un blocco stradale.
Blocchi stradali sono stati segnalati anche al confine tra la Germania e la Polonia, la Repubblica Ceca e la Francia.
Convogli di trattori hanno raggiunto Monaco di Baviera, Amburgo, Brema e Colonia.
Settecento veicoli agricoli hanno preso posizione nel cuore della capitale Berlino, vicino alla Porta di Brandeburgo. I cartelli dei manifestanti recitavano “Se muoiono gli agricoltori, muore il paese”, “Senza di noi i piatti restano vuoti”, “Il governo deve dimettersi”, con Jenny Zerbin, 34 anni, produttrice del settore lattiero-caseario, che ha dichiarato all’Afp “Non guadagniamo abbastanza, anche se lavoriamo 365 giorni all’anno”.
La rabbia degli agricoltori è esplosa a dicembre, quando il governo ha annunciato un taglio dei sussidi al settore in seguito a un richiamo della corte costituzionale sul rispetto delle rigide regole di bilancio della Germania (approfondimento al link).
Oltre alla mobilitazione degli agricoltori, il 10 gennaio comincerà uno sciopero ferroviario di tre giorni su tutto il territorio nazionale per rivendicazioni legate ai salari e agli orari di lavoro.
La settimana scorsa il governo, che riunisce socialdemocratici, verdi e liberali ed è sempre più impopolare, ha ammorbidito i piani per il settore agricolo, annunciando che le agevolazioni fiscali sul gasolio saranno eliminate gradualmente entro il 2026, e non tutte in una volta.
Ma il compromesso è considerato insufficiente dagli agricoltori, sostenuti dall’opposizione conservatrice.
Joachim Rukwied, presidente della Dbv, ha dichiarato quanto di seguito:
“La riduzione dei sussidi mette a rischio la sicurezza della catena alimentare”.
Il ministro delle finanze Christian Lindner ha invece definito le proteste “ingenerose”, sostenendo che il settore agricolo è “altamente sovvenzionato” dallo stato.