Crisi Germania: rimosso il ministro delle Finanze e elezioni anticipate

Crisi di governo per Olaf Scholz.
Nuove elezioni previste per gennaio.

La coalizione di governo in Germania è caduta ieri, quando il cancelliere Olaf Scholz ha rimosso il ministro delle Finanze e ha aperto la strada a elezioni anticipate, scatenando il caos politico nella maggiore economia europea poche ore dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi.

Joerg Kukies, alto funzionario della Cancelleria tedesca e vice ministro delle Finanze, sarà il prossimo ministro delle Finanze tedesco dopo il licenziamento di Christian Lindner. Lo ha riferito a Reuters una fonte.

I conservatori tedeschi hanno esortato il cancelliere Olaf Scholz a consentire un voto di fiducia immediatamente e ad indire le elezioni a gennaio, il giorno dopo che la sua coalizione è andata in crisi facendo precipitare il paese nel caos politico.

Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha dichiarato di essere pronto a sciogliere il Parlamento e a spianare la strada a nuove elezioni dopo il crollo della coalizione a tre del Cancelliere Olaf Scholz, avvertendo tutti i partiti di agire in modo responsabile.

Germania bloccata da scioperi e proteste

Dureranno per almeno tutta la settimana.
Governo in forte crisi.


Gli agricoltori tedeschi hanno bloccato l’8 gennaio città e strade in tutto il Paese, usando trattori e camion, per protestare contro i tagli ai sussidi, dando il via a una serie di scioperi che potrebbe mettere in difficoltà il governo di Olaf Scholz.


La mobilitazione, indetta dall’Unione degli agricoltori tedeschi (Dbv) fino al 15 gennaio, ha paralizzato la circolazione in molte città tedesche.


Stando a quanto riporta l’Internazionale, la polizia locale ha affermato che un manifestante è rimasto gravemente ferito nello stato della Bassa Sassonia, quando il conducente di un’automobile ha cercato di forzare un blocco stradale.


Blocchi stradali sono stati segnalati anche al confine tra la Germania e la Polonia, la Repubblica Ceca e la Francia.


Convogli di trattori hanno raggiunto Monaco di Baviera, Amburgo, Brema e Colonia.


Settecento veicoli agricoli hanno preso posizione nel cuore della capitale Berlino, vicino alla Porta di Brandeburgo. I cartelli dei manifestanti recitavano “Se muoiono gli agricoltori, muore il paese”, “Senza di noi i piatti restano vuoti”, “Il governo deve dimettersi”, con Jenny Zerbin, 34 anni, produttrice del settore lattiero-caseario, che ha dichiarato all’AfpNon guadagniamo abbastanza, anche se lavoriamo 365 giorni all’anno”.


La rabbia degli agricoltori è esplosa a dicembre, quando il governo ha annunciato un taglio dei sussidi al settore in seguito a un richiamo della corte costituzionale sul rispetto delle rigide regole di bilancio della Germania (approfondimento al link).

Oltre alla mobilitazione degli agricoltori, il 10 gennaio comincerà uno sciopero ferroviario di tre giorni su tutto il territorio nazionale per rivendicazioni legate ai salari e agli orari di lavoro.

La settimana scorsa il governo, che riunisce socialdemocratici, verdi e liberali ed è sempre più impopolare, ha ammorbidito i piani per il settore agricolo, annunciando che le agevolazioni fiscali sul gasolio saranno eliminate gradualmente entro il 2026, e non tutte in una volta.

Ma il compromesso è considerato insufficiente dagli agricoltori, sostenuti dall’opposizione conservatrice.

Joachim Rukwied, presidente della Dbv, ha dichiarato quanto di seguito:

La riduzione dei sussidi mette a rischio la sicurezza della catena alimentare”.

Il ministro delle finanze Christian Lindner ha invece definito le proteste “ingenerose”, sostenendo che il settore agricolo è “altamente sovvenzionato” dallo stato.

Germania, governo elimina 45 mld dal fondo per clima e taglia sussidi per auto elettriche

12 miliardi in meno nel 2024, 45 entro il 2027.
Introdotte nuove tasse ed aumentate alcune delle esistenti.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e i due vicecancellieri del governo, Christian Lindner (ministro delle Finanze) e Robert Habeck (ministro degli Affari economici) hanno presentato oggi la nuova legge di bilancio bilancio 2024, dopo la sentenza della Corte Costituzionale di un mese fa secondo cui la riallocazione di 60 miliardi di debito inutilizzato dall’era Covid al Fondo per il clima non era in linea con la Costituzione (approfondimento al link).

L’esecutivo tedesco, secondo quanto sintetizzato dalla banca Ing in un’analisi, ha deciso quanto di seguito:

Ridurre i sussidi dannosi per il clima, di interrompere prima del previsto i sussidi per i veicoli elettrici e l’industria dei pannelli solari, di diminuire alcune spese dei singoli ministeri e di cercare di rendere più efficienti le spese sociali. Ci sarà anche un aumento del prezzo delle emissioni di CO2 e l’introduzione di una nuova tassa sugli imballaggi di plastica”.

Infine, il Fondo per il clima e la transizione sarà ridotto di un totale di 45 miliardi di euro per il periodo dal 2024 al 2027.

Il cancelliere Scholz, stando a quanto riporta Il Messaggero, ha affermato in conferenza che l’accordo significa che la Germania si atterra al suo obiettivo chiave di realizzare una trasformazione climaticamente neutrale dell’economia, ma ha aggiunto che “dovremo utilizzare molto meno denaro per raggiungere i nostri obiettivi”.

Il leader dell’Spd ha aggiunto che i partiti della coalizione hanno concordato le priorità nel bilancio, nonchè i tagli alla spesa e l’aumento delle entrate per rispettare le regole di bilancio, aggiungendo che ciò è stato “spiacevole ma necessario”.

Il principale strumento finanziario del Paese per i progetti di azione climatica, il Fondo per il clima e la trasformazione (CTF), sarà dotato di circa 12 miliardi di euro in meno nel 2024 e di 45 miliardi di euro in meno fino al 2027, ha affermato la cancelleria.

Tuttavia, ha affermato che il fondo avrà ancora “un volume totale molto elevato” di 160 miliardi di euro, il che significa che saranno coperti progetti di trasformazione centrali.

Berlino: sgravi dei costi dell’elettricità per le aziende

Imposta sull’elettricità industriale ridotta al minimo europeo.
Anche altri aiuti fino al 2028 per mantenere la competitività.

Il governo tedesco ha trovato un accordo sulle riduzioni dei costi dell’energia elettrica per l’industria e le imprese produttive in Germania.

Per farlo, come riporta Ansa citando la stampa locale tedesca, l’imposta sull’elettricità industriale sarà ad esempio ridotta al minimo europeo di 0,05 centesimi per kilowattora.

Per capire l’entità degli sgravi, basti pensare che attualmente il costo è di circa 2 centesimi per kilowattora, anche se diverse aziende potevano già beneficiare di un costo di 1,537 centesimi.

Come ha scritto il cancelliere Olaf Scholz su X, solo nel 2024 il pacchetto di misure porterà all’industria “un risparmio fino a 12 miliardi di euro“.

Gli sgravi saranno applicati nel 2024 e nel 2025 ma con i fondi necessari, le misure saranno inoltre prolungate fino al 2028.

Dopo mesi di discussioni e appelli da parte industriale, l’accordo nell’esecutivo tedesco è stato in particolare raggiunto dal cancelliere Scholz, dal ministro dell’Economia, Robert Habeck, e dal ministro delle Finanze, Christian Lindner.

Gli sgravi sono destinati ad aiutare significativamente i grandi consumatori tedeschi di energia, come le fonderie di metalli, i produttori di vetro e l’industria chimica, in modo che rimangano competitivi a livello internazionale.

Circa 350 aziende particolarmente esposte alla concorrenza internazionale e che soffrono per i prezzi elevati dell’elettricità riceveranno inoltre ulteriori aiuti, con un piano di 5 anni.

Germania: altro che green, carbone fino al 2030

Berlino ammette l’ipocrisia alla Greta Thunberg.
Linder: regole europee rendono comunque 2030 data non utile per il clima.

Fino a quando non sarà chiaro che è “disponibile” un’energia alternativa e che è “accessibile economicamente”, dovremmo smettere di sognare di eliminare l’elettricità prodotta col carbone entro il 2030.

Queste le parole del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, leader dei liberali, con buona pace di Greta Thunberg e dei suoi seguaci.

Lindner, come riporta Il Giornale, ha inoltre aggiunto che “per il clima, la data del 2030 non è comunque utile, poiché per le regole europee le emissioni di CO2 risparmiate in Germania possono ad esempio essere accumulate in Polonia”.