Suning dichiara bancarotta

Fallita anche la holding che controllava l’Inter.
Fatale l’investimento di 20 miliardi di yuan in Evergrande fatto nel 2020.

Come riporta il Daily News, tre holding di proprietà di Zhang Jindong, ex proprietario dell’Inter, hanno dichiarato bancarotta in Cina con un accordo per la ristrutturazione del debito.

Il 7 febbraio, come riporta La Repubblica, il National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network (l’ente che si occupa di bancarotte e riorganizzazioni aziendali) ha annunciato che la Corte Centrale di Nanchino il 26 gennaio 2025 ha accettato la richiesta di riorganizzazione fallimentare da parte di Suning Appliance Group, Suning Holdings Group e Suning Real Estate Group e che nelle prossime settimane andranno in scena i primi incontri con i creditori.

La Suning Holdings Group è la holding attraverso la quale gli imprenditori della Repubblica Popolare hanno controllato l’Inter dal 2016 al 2024.

Spiega ancora il Daily News che un investimento di 20 miliardi di yuan in Evergrande, fatto nel 2020, è diventato irrecuperabile, portando a un continuo deterioramento finanziario.

Nel 2021 Suning ha registrato la più grande perdita netta tra le società con azioni A.

Nel 2022, i suoi ricavi sono crollati ed il suo rapporto di indebitamento è aumentato.

Entro la fine del 2023, numerose società collegate a Suning in varie regioni hanno dichiarato bancarotta.

Sebbene la ristrutturazione del debito e delle attività nel 2024 abbia temporaneamente stabilizzato l’azienda e ripreso le operazioni logistiche, alla fine l’azienda ha dovuto fare i conti con la pressione economica.

Calcio e bilanci: ecco la situazione della Serie A

Eccelle il Napoli, bene il Milan.
Male Roma e Inter. Juventus la peggiore.

Il Napoli vince un altro scudetto.

Si tratta di quello dei bilanci della Serie A dell’ultima stagione sportiva, terminata il 30 giugno 2023.

Il club di Aurelio De Laurentiis, infatti, presenta conti molto positivi con un utile netto di 79,7 milioni di euro. Il patrimonio netto è di 143,5 milioni di euro e la posizione finanziaria netta è positiva per 117,3 milioni.

Con ricavi operativi pari a 275 milioni, la società ha un saldo un saldo positivo tra liquidità e debiti finanziari: caso raro in Serie A.

L’inchiesta mette a confronto i conti delle sei principali squadre di Serie A per ricavi operativi. Il fatturato è depurato di plusvalenze e proventi da gestione calciatori, di cui si tiene comunque conto nel risultato netto.

Tra le altre big del campionato italiano, come riporta Il Sole 24 Ore, solo il Milan ha risultati di bilancio positivi: utile netto di 6,1 milioni di euro, posizione finanziaria positiva di 10,8 milioni e patrimonio netto pari a 177,2 milioni.

I conti peggiori, invece, sono quelli dell’A.S. Roma e dell’Inter, con un patrimonio consolidato negativo e debiti molto elevati.

Nello specifico, l’Inter presenta un patrimonio netto consolidato negativo pari a -162 milioni, con debiti finanziari in aumento da 268 a 308,8 milioni per un totali di debiti che si attesta a 807,4 milioni di euro, benché abbia ridotto le perdite da 140 a 85,4 milioni.

la Roma, invece, uscita dal listino di Borsa in data 14 settembre 2022, nell’ultimo esercizio ha erogato finanziamenti ai soci per 232,5 milioni e nel bilancio consolidato la perdita è diminuita passando da 219,1 a 102,8 milioni; ciò nonostante, il patrimonio netto è pari a -436 milioni ed i debiti finanziari netti sono aumentati da 323 a 448 milioni di euro.

La Juventus si colloca insieme a Roma ed Inter, ma ha però in aggiunta l’aggravante di riportare la perdita più alta: nonostante i ricavi più alti, pari a 437,4 milioni, presenta una perdita di 123,7 milioni (comunque quasi dimezzata rispetto ai precedenti -239,3 milioni) e debiti finanziari netti pari a 340 milioni.

A metà della classifica la Lazio. In rosso per il quinto anno consecutivo, è l’unica ad aver peggiorato il risultato netto rispetto all’esercizio precedente passando da -17,4 a -29,5 milioni di euro.

Il calcio italiano, in generale, tranne qualche eccezione resta in una situazione semi-fallimentare ed ha continuamente bisogno del sostegno finanziario dei proprietari.

New York times: Inter piena di debiti

“Squadra vecchia e club più indebitato d’Italia”.
Passività per 931 milioni di dollari dall’ultimo bilancio: vicina la cessione del club.

L’Inter è in finale di Champions League ma è “una squadra vecchia” e soprattutto “un club pieno di debiti“.

Il New York Times analizza in maniera spietata la salute, finanziaria in particolare, della società nerazzurra, alla vigilia della finale di Champions League in programma domani a Istanbul contro il Manchester City di Pep Guardiola.

Il quotidiano, ripreso da Adnkronos, osserva quanto di seguito:

L’Inter è il club più indebitato d’Italia. In base agli ultimi bilanci pubblicati, le sue passività totali ammontano a circa 931 milioni di dollari. Negli ultimi due anni, per i quali sono disponibili informazioni, ha registrato perdite per quasi 430 milioni di dollari, che ormai da anni si trova in una sorta di crisi finanziaria, a causa dell’impatto combinato della pandemia di coronavirus, della diminuzione del sostegno dello Stato cinese agli investimenti nel calcio europeo e, soprattutto, dei problemi di Suning“.

Nell’analisi si afferma anche che “nel 2021, il gruppo Suning ha dovuto accettare un salvataggio da 1,36 miliardi di dollari, finanziato in parte dal governo locale, per far fronte all’aumento vertiginoso dei debiti. Lo stesso anno ha chiuso definitivamente il suo club cinese, lo Jiangsu Suning“.

Il quotidiano, delineando il quadro, ricorda che la proprietà “ha ottenuto un prestito di 294 milioni di dollari da Oaktree Capital, una società di gestione patrimoniale con sede in California“.

Il prestito è in scadenza a maggio 2023, scrive il Nyt, affermando che “con gli interessi, la somma totale da rimborsare è di circa 375 milioni di dollari” e delineando uno scenario che dovrebbe portare alla cessione del club.

Balotelli verso la Svizzera

Il club allenato da Montella chiede 4 milioni di euro.
Già preso il sostituto.

Balotelli è sempre più lontano dalla Turchia.

Murat Sancak, il presidente dell’Adana Demirspor, parlando a transfermarkt.ch di Mario Balotelli dichiara infatti quanto di seguito:

Chiunque paghi 4 milioni di euro può averlo. Ma non faccio sconti, non siamo qui per contrattare“.

Come riporta “Sportal.it”, il club turco si è già tutelato ingaggiando Artem Dzyuba ed il russo è già andato a segno nella gara (persa) contro il Fenerbahce dalla squadra allenata da Vincenzo Montella.

Il direttore sportivo del Sion, Barthelemy Constantin, ha intanto confermato a blue Sport che la società biancorossa non ha mollato la presa sull’ex di Inter, Milan e Monza tra le altre:

La finestra di trasferimento è ancora aperta fino alla fine di agosto. Vedremo cosa succederà, il Sion cercherà di mettere insieme la migliore squadra possibile. Sì, Balotelli per noi rimane un obiettivo“.

Rivoluzione o terremoto ? La Superlega e il futuro del calcio

I top club vogliono la Superlega, la UEFA li minaccia. Il calcio a un bivio.

Rivoluzione nel mondo del calcio. Se ne parlava orami da tempo ma, forse, ora ci siamo. A trapela da varie fonti, alcuni dei più importanti lui a livello europeo, avrebbero raggiunto un accordo per la creazione della Superlega europea. Tra queste squadre ci sarebbero anche Juventus, Milan e Inter. Si tratterebbe di una competizione a inviti che dovrebbe nascere parallelamente allo svolgimento dei campionati nazionali e delle competizioni continentali attualmente esistenti. Tale progetto, qualora vedesse la luce, porterebbe grandi vantaggi economici per i club partecipanti che voglio risollevarsi dalle ristrettezze dell’ultimo anno. Le altre squadre partecipanti dovrebbero essere Manchester United, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Manchester City, Arsenal, Atletico Madrid, Real Madrid e Barcellona. PSG, Bayern Monaco e Borussia, sempre secondo le prime indiscrezioni, avrebbero rifiutato di aderire.

Abbiamo parlato di rivoluzione ma sarebbe più corretto definirlo terremoto. Quanto riportato da fonti di stampa quali l’Equipe e New York Times ha provocato una durissima reazione da parte del UEFA. Insieme alle Leghe professionistiche di Inghilterra, Spagna e Italia, ha emesso un comunicato roboante. L’ipotesi sarebbe, infatti, quella di escludere le squadre coinvolte nella Superlega da ogni competizione nazionale e continentale. La UEFA potrebbe avere poi il supporto della FIFA la quale non permetterebbe ai tesserati delle succitate squadre di partecipare ai tornei internazionali di sua competenza.

Siamo di fronte ad una situazione potenzialmente esplosiva. Immaginare le competizioni UEFA senza i top club della Superlega avrebbe dell’incredibile. Pensare di non vedere Messi e Ronaldo giocare ai mondiali sarebbe ancora più surreale. Ma qual è la soluzione di questo potenziale stallo? Al momento è impossibile dirlo. Certo la creazione della Superlega avrebbe un impatto importante sui bilanci dei club partecipanti. Allo stesso tempo sarebbe incredibilmente penalizzante per chi non ne facesse parte. In un mondo del calcio sempre più legato ai diritti di trasmissione degli incontri, l’appeal dei campionati nazionali e delle competizioni europee sarebbe di molto ridimensionato. Ci sono poi le ragioni “etiche” legate ad una competizione il cui accesso non sarebbe legato a meriti sportivi ma a diritti di presunta nobiltà sportiva.

Il calcio non è più lo sport che era anche solo 15 anni fa, quando l’Italia di Lippi vinceva il suo ultimo mondiale. Nel frattempo sono arrivati gli sceicchi, la Cina ha aperto le sue frontiere e il business ha assunto un ruolo ancor più preminente. Le istituzioni sportive internazionali, bisogna dirlo, non hanno dato prova di essere organi dal funzionamento impeccabili. Gli scandali che hanno coinvolto Blatter e Platini, il Financial Fair Play, il caso Neymar… di errori ne sono stati fatti tanti. Suona dunque un po’ fuori tempo massimo la presa di posizione contro la Superlega. C’è da dire, tuttavia, che l’ipotesi di rendere ancor più elitario il mondo del calcio vorrebbe dire privare milioni di tifosi della possibilità di vedere la propria squadra competere con le migliori. Con la Superlega sarebbe ancora possibile un miracolo Leicester? Presto per dirlo. Certo sarebbe potenzialmente molto più difficile.

Alla fine, forse, si arriverà ad una mediazione tra le parti. Tuttavia questa vicenda ci dice che abbiamo un problema immenso. Un problema di credibilità. È giusto che il mondo del calcio si interroghi sulla sua sostenibilità, ormai precaria. È però fondamentale che si diano, tutti insieme, le risposte giuste per non allontanare definitivamente il calcio dalla gente. Il romanticismo nel calcio è morto e sepolto da anni. Adesso, tuttavia, il giocattolo rischia di esplodere definitivamente.