Renault in trattative con diversi gruppi cinesi

Già venduto il 26,4% della filiale brasiliana a Geely, si tratta con Chery per produzioni e vendite congiunte.

Renault è in trattative con altre case automobilistiche, tra cui la cinese Chery, per esplorare la possibilità di partnership per la produzione e la vendita congiunta di automobili.

Lo ha detto Fabrice Cambolive, Chief Growth Officer del Gruppo Renault, parlando ai giornalisti venerdì, mentre oggi ha annunciato il completamento di un accordo in Brasile con la cinese Geely.

Questa mossa sottolinea come Renault stia collaborando sempre di più con altre case automobilistiche, soprattutto cinesi, nei mercati globali per migliorare l’efficienza dei propri stabilimenti in tutto il mondo e aumentare la competitività dei prodotti.

Renault, come riporta Reuters, ha firmato accordi definitivi per vendere a Geely il 26,4% della propria filiale brasiliana.

Le due aziende uniscono così le forze nel più grande mercato latinoamericano, dove Byd sta costruendo uno stabilimento e guadagnando terreno con i propri modelli elettrici puri e ibridi plug-in a prezzi accessibili.

Renault: possibile taglio di 3.000 dipendenti

Il nuovo CEO Provost vuole ridurre i costi e pensa a tagli in risorse umane, finanza e marketing.
La decisione sarà presa entro l’anno.

Renault sta valutando di arrivare a tagliare 3.000 posti di lavoro attraverso un piano di licenziamento volontario.

Questo è quanto riporta la stampa francese, citata da Reuters e poi da HDmotori.it.

La casa automobilistica sta portando avanti un piano di riduzione dei costi chiamato “Arrow” e adesso avrebbe intenzione di ridurre del 15% il personale nei servizi di supporto come risorse umane, finanza e marketing.

Si prevede, quindi, che alla fine si arriverà ad una riduzione di circa 3.000 dipendenti presso la sede centrale della casa automobilistica a Parigi e in altre sedi in tutto il mondo.

Una decisione definitiva, comunque, sarà presa entro la fine dell’anno dal nuovo CEO Francois Provost che ha sostituito Luca De Meo, passato al settore del lusso dopo eccellenti risultati nell’automotive proprio alla guida di Renault (approfondimento al link).

De Meo lascia il gruppo Renault dopo eccellenti risultati

Le dimissioni avranno effetto dal 15 luglio.
Secondo Le Figaro diventerà direttore generale del gruppo del lusso Kering.

Il “patron” di Renault dal 2020, Luca de Meo, ha lasciato la casa automobilistica francese per diventare direttore generale del gruppo del lusso Kering, il cui Pdg, François-Henri Pinault, ha deciso di sdoppiare le funzioni di vertice.

Secondo Le Figaro De Meo, 58 anni, ha annunciato la sua uscita dal gruppo automobilistico durante il cda di oggi. Da parte di Kering, nessun commento per ora.

Il cda, riunito dal presidente Jean-Dominique Senard, gli ha espresso la propria gratitudine per il rilancio e la trasformazione del Gruppo e ha concordato che le sue dimissioni avranno effetto dal 15 luglio 2025.

Il cda – si legge in una nota del Gruppo Renault – ha avviato il processo di nomina di un nuovo amministratore delegato sulla base del piano di successione già definito e ha espresso fiducia nella qualità e nell’esperienza del team dirigenziale per proseguire e accelerare la strategia di trasformazione del Gruppo Renault in questa nuova fase“.

Come riporta Ansa, il presidente del gruppo Renault Jean-Dominique Senard ha commentato come di seguito:

Per cinque anni, Luca de Meo ha lavorato per riportare il Gruppo Renault al suo posto di diritto. Sotto la sua guida la nostra azienda è tornata su solide fondamenta, vanta una gamma di prodotti impressionante e ha ripreso a crescere. Oltre a essere un capitano d’industria eccezionale, Luca de Meo è anche una persona creativa, impegnata, appassionata e fonte di ispirazione. Oggi, l’intera azienda si unisce a me nel ringraziarlo per tutti questi anni e per tutte le sfide collettive affrontate con successo. A livello personale ricorderò sempre la qualità delle nostre relazioni durante questo viaggio indimenticabile. Questo mi offre anche l’opportunità di ringraziare calorosamente i dipendenti del Gruppo che hanno lavorato al nostro fianco per la ripresa di questa azienda emblematica di cui siamo tutti così orgogliosi“. 

De Meo, da parte sua, ha dichiarato:

Arriva un momento nella vita – ha detto De Meo – in cui si sa che il lavoro è fatto. Nel Gruppo Renault, abbiamo affrontato sfide immense in meno di cinque anni! Abbiamo raggiunto ciò che molti ritenevano impossibile. Oggi, i risultati parlano da soli: sono i migliori della nostra storia. Abbiamo un team forte e un’organizzazione agile. Abbiamo anche un piano strategico pronto per la prossima generazione di prodotti. Per questo ho deciso che è giunto il momento di passare il testimone. Lascio un’azienda trasformata, pronta per il futuro, per mettere a frutto la mia esperienza in altri settori e intraprendere nuove avventure.
Guidare il Gruppo Renault è stato un privilegio. È stata un’avventura umana e industriale che capita solo una volta nella vita. Per questo, sarò sempre grato alle donne e agli uomini di questa azienda – i Renaulutionnaires – per la loro passione, il loro impegno e la loro convinzione. Sono loro i veri motori. Inoltre vorrei ringraziare Jean-Dominique Senard per avermi scelto diversi anni fa, per il suo sostegno e la sua fiducia, così come il cda per aver creduto nei nostri progetti. E il meglio deve ancora venire…“.

Auto: la classifica delle più vendute in Europa nel 2024

Ecco la classifica delle 10 auto che hanno fatto registrare più immatricolazioni.
La prima classificata potrebbe rispecchiare lo stato di salute economico dell’Europa.

Secondo JATO Dynamics, l’anno scorso sono state immatricolate 12,91 milioni di nuove auto, con una crescita di appena lo 0,9% rispetto ai dati del 2023.

Ecco quali sono stati, stando a quanto riporta motor1.com, i 10 modelli più venduti prendendo in considerazione i 28 mercati europei.

Al decimo posto troviamo la Toyota Yaris: nell’anno appena concluso ne sono state consegnate 174.042 unità, un 12% in più rispetto al 2023.

Al nono posto la Dacia Duster: la terza generazione ha incrementato i volumi di immatricolazioni a 175.213 unità, con un aumento del 13% rispetto al 2023.

Ottava in classifica la Skoda Octavia, che ha chiuso l’anno con 180.607 unità immatricolate ovvero il 12% in più rispetto all’anno precedente.

Settimo posto per la Toyota Yaris Cross, che ha chiuso l’anno con 194.006 unità immatricolate ovvero il 10% in più rispetto al 2023.

Con 199.909 unità immatricolate si è piazzata in sesta posizione salendo del 3% rispetto al 2023 la Peugeot 208.

Quinta, grazie a 202.840 unità immatricolate (-1% rispetto al 2023) la Volkswagen T-Roc.

La quarta auto più popolare in Europa nel 2024 è stata la Tesla Model Y, con 209.214 unità immatricolate; si tratta tuttavia di un calo del 17% rispetto al 2023.

Quella che è stata la più venduta in Europa fino al 2021 ha ora arrestato il calo delle vendite; nel 2024 la Volkswagen Golf ha registrato 215.715 unità nelle versioni hatchback e wagon, il volume è aumentato del 17% garantendo all’auto di classificarsi al terzo posto in classifica.

Seconda classificata, grazie a 216.317 unità immatricolate, ovvero il 7% in più rispetto al 2023, la Renault Clio.

L’auto più venduta in Europa nel 2024, grazie alle sue 268.101 immatricolazioni che sono aumentate del 14%, è la Dacia Sandero.

Il successo della Sandero si spiega con la sua economicità e il suo design relativamente moderno

Stellantis: per il dopo Tavares si punta il fuoriclasse italiano di Apple

Il Ceo di Apple: “Senza di lui non avremmo toccato il cielo”.
Ecco chi è in cima alla lista dei desideri Stellantis.

Senza di lui non avremmo toccato il cielo”.

Bastano queste parole di Tim Cook, ceo di Apple, per capire l‘importanza che ha avuto Luca Maestri nell’ascesa del colosso degli iPhone. E stando alle ultime indiscrezioni, come riporta Finanza Online, Stellantis avrebbe messo gli occhi proprio su di lui per il dopo Tavares.

Piazza Affari accoglie senza scossoni l’emergere del nome Maestri e oggi continua il recupero in Borsa con +0,85% poco sopra i 12 euro.

Nei giorni scorsi per il dopo Tavares si erano fatti anche i nomi di Luca de Meo, attuale ceo di Renault, così come di interni quali Maxime Picat, chief purchasing e supplier quality officer del gruppo e Antonio Filosa, chief operating officer North America.

Luca Maestri è il direttore finanziario (cfo) uscente di Apple: ad agosto, infatti, è stato annunciato il passaggio di testimone a partire da gennaio 2025 con al suo posto Kevan Parekh.

Dal prossimo anno Maestri, che ha una ricchezza stimata di oltre 300 milioni di dollari, dovrebbe guidare i team dei servizi aziendali, tra cui i sistemi e le tecnologie informatiche, la sicurezza informatica, il settore immobiliare e lo sviluppo.

Il condizionale è d’obbligo perché le ultime indiscrezioni vedono John Elkann aver bussato alla porta di Maestri per testare la disponibilità a prendere la guida di Stellantis.

Negli oltre dieci anni in Apple insieme al ceo Tim Cook, il manager italiano ha contribuito all’ascesa imponente della Mela Morsicata: le vendite di iPhone si sono più che quadruplicate rispetto ai livelli del 2010, fatturato del gruppo più che raddoppiato, Apple è diventata anche un fornitore di servizi. Tutto ciò ha portato le quotazioni a Wall Street a livelli stratosferici, con prezzi più che decuplicati rispetto al 2014.

Il 61enne manager romano, prima della lunga carriera in Apple, ha avuto modo di farsi le ossa anche nel settore automotive: tra il 2000 e il 2008 è stato cfo in General Motor, dove si è occupato anche della joint venture con Fiat e del rilancio del colosso in Asia e America Latina.

Maestri è passato anche per colossi quali Nokia, Siemens, Networks e Xerox prima di approdare in Apple nel 2013.

L’arrivo di Maestri in Stellantis sarebbe nel solco di quanto già fatto con Ferrari, che ha scelto un tecnico esperto tech come Benedetto Vigna, per la guida del Cavallino. In più Maestri ha una profonda conoscenza del mercato statunitense, chiave per Stellantis in quanto è il mercato più redditizio del gruppo.

Proprio gli Usa sono stati probabilmente uno degli elementi di maggiore frizione che ha fatto cadere la testa di Tavares, incapace di gestire il crollo delle vendite e il conseguente eccesso di scorte.

Oltreoceano si è consumata anche la disputa profonda con i sindacati che hanno tuonato contro la gestione Tavares con il numero uno del sindacato Uaw, Shawn Fain, ha bollato Tavares come il vero “problema di Stellantis”.