2024 anno record per le banche: ecco le fonti dei ricavi

5 banche fanno circa la metà dei ricavi totali.
Margine di interesse e margine di commissioni i due pilastri dei guadagni: in entrambi i casi pagano famiglie e imprese.

Il 2024 segna un anno storico per le banche italiane, che chiudono i bilanci con utili netti complessivi pari a 46,6 miliardi di euro.

Un risultato che rappresenta il massimo mai raggiunto dal settore e che conferma una tendenza di crescita iniziata dopo il crollo pandemico del 2020.

Dal crollo Covid al boom degli utili I dati elaborati dalla FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) raccontano una storia di resilienza e crescita esplosiva.

Nel 2018 e 2019, come riporta Tgcom24, gli utili si attestavano intorno ai 15 miliardi di euro. Poi è arrivato il 2020, anno della pandemia, che ha fatto crollare i profitti a soli 2,2 miliardi. Ma già nel 2021 c’è stata una forte ripresa con 16,4 miliardi, seguita da una crescita vertiginosa: 25,5 miliardi nel 2022, 40,8 miliardi nel 2023 e infine il record del 2024 con 46,6 miliardi di euro.

UniCredit e Intesa Sanpaolo trainano il settore  I due colossi del credito italiano hanno guidato questa performance straordinaria. UniCredit ha chiuso il 2024 con un utile netto consolidato di 9,7 miliardi di euro, mentre Intesa Sanpaolo si è fermata a 8,7 miliardi. Considerando le prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, BPER e MPS), l’utile aggregato raggiunge i 23,6 miliardi di euro, circa la metà del totale dell’intero sistema bancario nazionale.

Le entrate provengono principalmente da due voci: il margine di interesse ed il margine di commissioni.

Il margine di interesse è la fonte più tradizionale ed è legato all’attività di intermediazione creditizia. In pratica, le banche guadagnano sulla differenza tra gli interessi che incassano quando prestano denaro (mutui, finanziamenti, prestiti alle imprese) e quelli che pagano ai clienti sui depositi. L’impennata degli utili nel 2023 e 2024 è dovuta proprio all’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Banca Centrale Europea: le banche hanno aumentato rapidamente il costo del denaro prestato, mentre hanno incrementato molto più lentamente la remunerazione sui conti correnti dei risparmiatori.

Il margine di commissioni, invece, deriva dai servizi finanziari accessori: gestione del risparmio, fondi comuni d’investimento, polizze assicurative, bonifici, carte di credito e canoni per la tenuta dei conti correnti. Questa voce è considerata più stabile nel tempo rispetto al margine di interesse.

Chi paga il conto dei profitti bancari? I guadagni record delle banche hanno tre principali finanziatori. Il primo gruppo è costituito da famiglie e imprese che hanno mutui e finanziamenti: con l’aumento dei tassi, chi ha un mutuo a tasso variabile ha visto lievitare le rate, trasferendo così maggiori risorse agli istituti di credito. Il secondo gruppo sono i depositanti, che contribuiscono in modo indiretto: le banche hanno infatti beneficiato di una forbice favorevole, aumentando poco o nulla gli interessi sui conti correnti mentre incassavano molto di più sui prestiti erogati. Infine, ci sono i clienti che investono attraverso la propria banca in fondi comuni o prodotti assicurativi, pagando commissioni di gestione e collocamento che alimentano il margine di commissioni degli istituti.

La performance straordinaria del settore bancario italiano nel 2024 è dunque il risultato di un contesto macroeconomico favorevole, con tassi d’interesse elevati che hanno massimizzato i profitti sull’intermediazione creditizia, unito alla capacità consolidata di generare ricavi stabili attraverso i servizi finanziari.

Tesoro: arriva Barbieri

Il nuovo direttore generale sostituisce Rivera.
Esulta il governo Meloni, che prepara le nomine per Eni ed Enel.

L’economista Riccardo Barbieri è il nuovo direttore generale del Tesoro, al posto di Alessandro Rivera.

Il ministero dell’Economia ha inviato alla presidenza del consiglio la proposta di nomina in vista della riunione di governo in agenda per le 18,30.

La decisione segna una vittoria per la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che si è spesa per rimuovere Rivera ed è pronta a giocare un ruolo di rilievo in altre future nomine di peso, secondo quanto riferiscono fonti politiche.

Barbieri, 64 anni, è attualmente il capo economista del Tesoro ed in passato ha lavorato per JP Morgan, Morgan Stanley e Bank of America-Merrill Lynch.

Come riporta Reuters, il fondatore dell’osservatorio sul rischio politico Policy Sonar, Francesco Galietti, ha commentato la notizia come di seguito:

Cosmopolita, Barbieri è uno degli alti rappresentanti del Tesoro che si relaziona più di frequente con Bruxelles“.

Il ministero ha inoltre proposto la conferma di Biagio Mazzotta come ragioniere generale dello Stato.

Il direttore generale del Tesoro gioca un ruolo chiave nella supervisione delle società partecipate dallo stato ed è il Deputy del ministro dell’Economia nelle riunioni di G7, G20 e del Fmi.

Il dipartimento che dirige gestisce inoltre il secondo debito pubblico più alto della zona euro, pari a circa il 150% del Pil.

Tra coloro che hanno ricoperto l’incarico figurano l’ex presidente della Bce e presidente del consiglio Mario Draghi, nonché Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, entrambi in passato ministri dell’Economia.

Meloni aveva messo nel mirino Rivera per il modo in cui aveva gestito alcuni dossier come Mps, controllata dallo stato con una quota del 64% a seguito del salvataggio avvenuto nel 2017, che è costato ai contribuenti 5,4 miliardi.

Nella conferenza stampa di fine anno Meloni avevo detto che Mps era stata “gestita fin qui abbastanza pessimamente“, un commento in cui molti hanno visto una critica indiretta a Rivera.

Nelle prossime settimane Meloni dovrà gestire altre nomine di rilievo, perché andranno a scadenza i consigli di amministrazione di tutte le principali società partecipate dallo stato, a cominciare da Eni ed Enel.

Mps: David Rossi è stato ucciso

Due perizie ribaltano il caso.
Il responsabile della comunicazione sarebbe stato aggredito prima di essere buttato dalla finestra.

David Rossi è stato ucciso”.

Questo l’esito di due perizie fatte da luminari del settore.

I sospetti dei familiari del manager Mps morto in circostanze strane la sera del 6 marzo 2013 trovano conferma in due nuove perizie inedite, rese note dalle Iene in onda poco tempo fa: una perizia medico-legale ed una fisico-balistica che, seppur fatte a distanza da due tra i massimi esperti che non si conoscono, portano alla stessa ricostruzione dei fatti e potrebbero riscrivere il caso.

Come riporta “Il Giornale”, infatti, David Rossi sarebbe stato aggredito prima di volare da una finestra perché qualcuno che lo teneva per un polso lo ha fatto cadere.

Quello del capo della comunicazione di Mps da subito fu considerato dai magistrati un suicidio, maturato nel clima di tensione per le indagini sulla banca.

Ma è fallita la caccia ai miliardi spariti in un’alchimia contabile a base di derivati mascherati da titoli di Stato, l’ex presidente Giuseppe Mussari è stato assolto da tutte le accuse mosse dalla Procura di Milano, mentre i salvataggi dell’istituto ci sono costati altre decine di miliardi.

Mps: Bce chiede capital plan e strategia su deteriorati

Dall’Europa richieste da soddisfare entro fine mese.
Si prevede rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi.

Monte dei Paschi deve sottoporre alla Bce un piano aggiornato per il rafforzamento patrimoniale entro la fine del mese.

Lo si legge nel progetto di bilancio 2021, riportato da “Reuters”.

La banca senese, che prevede un rafforzamento patrimoniale di 2,5 miliardi, ha anche detto che la vigilanza chiede, sempre entro fine mese, un piano triennale per dettagliare la strategia sui crediti deteriorati.

Caso Rossi (Mps): pm Nastasi smentito

Il pm dichiarò di non essere mai stato nel vicolo.
Una foto lo smentisce.

Continuano i colpi di scena sul caso David Rossi, ex manager Mps.

Come riporta “CorriereTV” in merito alla tragedia, il pm Nastasi avrebbe dichiarato quanto di seguito:

“Io mai stato nel vicolo dove morì. Ricordo nitidamente di non esserci andato.”

in realtà, una foto smentirebbe la sua dichiarazione davanti alla commissione immortalandolo proprio in quella notte.